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Autore: Komm_und_hilf_mir_fliegen    16/12/2008    0 recensioni
“E basta crederci anche solo un po’… Aspettare, e aspettare e ancora aspettare… Ma alla fine, quel momento… Quel desiderio… Quella paura… Quella gioia… Quel dolore… Arriva!”
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solita mattinata schifosa, di merda oserei dire, in questa cittadina isolata, sperduta. Noia, noia, e ancora NOIA! Non succede mai niente. Dire che odio questo posto, è dire veramente poco. Tutti sanno tutto di tutti. Non c’è un briciolo di intimità perché la SEGRETEZZA qua, non sanno neanche come si scrive, come si legge e tantomeno non sanno cosa possa essere, cosa possa esprimere. COME TUTTI I GIORNI MI PREPARO PER IL CARCERE MINORILE, OVVERO LA SCUOLA. Ah, scusate, non mi sono ancora presentata. Prima di tutto, mi chiamo Donnie (si legge Donni) ho 15 anni. Tra poco 16. Il mio nome è americano, dato che mio padre aveva origini American! Ma purtroppo sono italianissima, al 300% , e di ciò non ne vado un gran che fiera. Vivo con mia madre, un fratello e un cane di nome Lapo. Mia madre, Carola, è una donna dotata di una pazienza infinita. Mio fratello, che poi non è proprio mio fratello, si chiama Jeff ed’ha la mia età. I suoi genitori morirono in un incidente quando lui era ancora molto piccolo. Durante l’agonia di sua madre in ospedale, Carola era fissa da lei dato che era la sua migliore amica. Le ha promesso che si sarebbe presa cura di Jeff e lo avrebbe accudito come se fosse il proprio figlio. Mentre mio padre, ovvero l’uomo che io non ho mai avuto la possibilità di conoscere, si chiamava oppure si chiama non so, Den, uomo d’affari, ha pensato che fosse stato più opportuno, in vista di un altro figlio (cioè me), andarsene di casa. Mmmh, alquanto interessante la mia storia? Bèh, però adesso passiamo ai fatti. -Buongiorno tesoro!- mia mamma mi viene in contro a braccia aperte. Rispondo con un sorriso sforzato. -Tesoro, perché non mi fai una risata bella, bella? Come quelle che facevi tanto tempo fa? Sai che mi manca il tuo sorriso.- -Mamma il fatto è che non mi va.- Mia madre ha appena 39 anni, e se li porta benissimo Per me è come una madre-amica. Sa tutto su di me, le dico SEMPRE E COSTANTEMENTE tutto. Mi siedo al tavolo versando cereali nella mia tazza di latte. Si siede sulla sedia davanti a me guardandomi sorridente. -posso fare qualcosa per renderti felice amore mio?- -Credo che dovrai aspettare.- Sorride alla mia risposta, io la guardo con un punto interrogativo in faccia. Si alza raggiungendo la cassetta sotto il lavello. Tira fuori una busta. -Non ti piacerebbe staccare un po’? Cambiare clima?- La guardo sbattendo le palpebre, perplessa. Tira fuori dalla busta, due pezzi di carta, hanno la strana somiglianza a dei biglietti, tipo quelli dei concerti. -Ooooh, rullo di tamburiiii…- -Mamma smettila, che roba è?- -Due biglietti per un viaggetto..- dice ballettando felice. -Ah?- -Te ne andrai all’Hawaii a…- -Che cosa?- -A Honolulu, non sei felice? È da piccola che vuoi andarci!- -Mamma, stai scherzando vero?- Scuote la testa. -Io ti amo!! – Le salto addosso, felice finalmente. -che bello!! Che bello!!- -Finalmente ti vedo ridere! Su forza, vai a scuola e di’ a Kathlin di prepararsi perché viene con te.- Esco di casa tutta pimpante. Percorro il vialetto di casa mia a passo svelto. Mi fermo per le sigarette e poi sfreccio verso scuola. Arrivo davanti al cancello e corro verso Kathlin. Ah, quasi dimenticavo, Kathlin è la mia migliore amica da sempre. Biondiccia, occhi color nocciola, non tanto alta. Diciamo che l’età mia non la dimostra. -Perché tutta questa felicità? Che c’è hai trovato l’omo?- -Mhh non proprio!! Ah ah! Ma qualcosa di meglio, per me, per te per noi dueee!- -Su spara!- Tiro fuori la busta contenenti i biglietti. -Guarda un pò! Può soddisfare certe tue esigenze?- Li prende in mano, dopodiché sgrana gli occhi e poi scoppia in un urlo di goia. -È da non crederci, è da non crederci!- -E’ da non crederci Kate!! Ti rendi conto??- -Donnie, io non potrò mai ringraziarti abbastanza! Carola è la persona più MAGNIFICA CHE ABBIA MAI…WAAAW! -Meglio andare adesso, sta suonando la campanella!- -Sisi, e quando partiamo!?- Mi bombarda di domande per tutto il tempo delle lezioni scolastiche. All’uscita ci incamminiamo a casa a piedi insieme, mentre ci fumiamo una sigaretta. -Sarà fantastico me lo sento!- -Speriamo dai, voglio divertirmi.- -Già, avrai bisogno di riprenderti dopo un periodo del genere.- Una fitta allo stomaco. Perché ha rammentato quel periodo. Sa che non ne voglio parlare, perché poi mi ritorna il cattivo umore. Mi viene da piangere, e allora perché lo fai Kate? Ma ormai, già che ci sono, devo approfondire la situazione Quattro mesi fa, mi frequentavo con il ragazzo, che ho sempre desiderato avere mio. Ci vedevamo tutti i giorni, uno non poteva stare un’ora senza sentire l’altra. Era un continuo chiamarci. Giornate intere passate insieme tra un bacio ed un altro. Io ero la persona più felice sulla faccia della terra. Stavo bene con lui. E lui stava bene con me. Un sabato sera, quel maledetto sabato sera, il destino ha voluto portarmelo via. Ha voluto strapparmelo dalle mani e trascinarselo via con sé. Stavamo tornando da una serata insieme, mi stava portando a casa in moto. Quando, passato il semaforo, una macchina ci piomba addosso ad una velocità assurda. Impressionante. Causando a me la rottura di un braccio, del femore e arrecando gravi problemi al mio ginocchio destro, tanto che anche ancora non ho ripreso a muoverlo bene. Se faccio uno scatto brusco, sento ancora delle fitte. Anche solo a parlare del fatto avvenuto, brucia. Mentre a Riccardo (così si chiamava), è stato scaraventato a 10 metri di distanza. Ha perso conoscenza. Ricoverato d’urgenza all’ospedale, dove non si è mai ripreso. Adesso non è più con me, e non riesco ad accettare che un pazzo ubriacone me lo abbia strappato via così… Infondo, dato che non ho mai avuto tanto dalla vita, non chiedo tanto. Chiedo di essere felice, ma non è possibile, non mi è concesso. Mi si ripresenta per l’ennesima volta la scena davanti ai miei occhi. È straziante. Tutte le volte che ne parlo succede sempre così. Le lacrime mi inondano gli occhi e mi infradiciano le guance rosee. -No scusa Donnie. Ti prego scusami non volevo, perdonami.- -Fa niente Kate, tranquilla, prima o poi questa immagine dovrà cancellarsi dalla mia mente. Dovrà rimarginare la ferita.- -si, ma io non dovevo accennare l’argomento.- Intravedo casa mia e allora mi affretto a raggiungerla. -Tranquilla amore. Vai a casa e preparati, domani suona la sveglia presto.- -Allora vado, ma non piangere.- Mi asciugo gli occhi e sorrido sforzandomi. -Ecco!- -bene, allora a domani amore. Ti voglio bene.- -Dopo Carola, chiama tua madre per puntualizzare la situazione, occhei?- -Perfetto! Ciao!- -Ciao!! Ti voglio bene anche io amore!!- Aspetto che Kate sparisca dietro la collinetta e poi faccio uno scatto per arrivare a casa mia. Ma in quel nano secondo che ho tentato di correre, un dolore mi ha intirizzito tutta la gamba. Per non parlare del ginocchio che brucia da morire. Ci appoggio una mano, e poi riprendo a camminare lentamente. Raggiungo casa mia zoppicante. -Tesoro che hai fatto?- -Cazzo, dammi del ghiaccio, brucia!- Carola preoccupata si precipita al freezer procurandomi una bustina di cubetti di ghiaccio. -Stenditi sul divano e tienicelo sopra. Intanto vado a prepararti le valige.- -No, non sai cosa voglio metterci!- -si che lo so tesoro.- -Ok,ok… va bene.- Mi rilasso e chiudo gli occhi. Sogno. È un sogno strano. Ci sono io che cammino per la strada con Riccardo. Poi ad un tratto non riesco più a sentirmi le gambe, casco ogni tre per due. E alla fine, mentre lui tenta di aiutarmi, una macchina che viaggia ad una velocità troppo elevata si avvicina, si avvicina e… quando è sul punto di venirci addosso mi sveglio urlante. È ormai notte, tarda notte. Non sono più sul divano, ma sono nel mio letto. Sicuramente ci ha pensato Jeff a spostarmi. Guardo la sveglia del cellulare. Sono le 3.00. La sveglia dovrebbe suonare alle 5.00. Resto un altro po’ nel mio letto, dopodiché mi alzo per controllare le valige. Per assicurarmi che Carola abbia fatto un buon lavoro. E anche per perdere un po’ di tempo. Ore 5:00. Suona la sveglia, ma io sono già in piedi da un pezzo. Mi vesto, mi lavo, mi preparo e faccio colazione. Carola corre per tutta la casa come una pazza, scendendo e salendo continuamente le scale. -Ma insomma, riesci a calmarti?- -Su veloce Donnie, veloce!!- Carico le valige in macchina e dopodiché mi sistemo nei sedili posteriori. Sfrecciamo a tutta velocità sulla strada, passando da casa di Kate per l’aeroporto. Suono il campanello di casa sua. -Dai, Kate, datti una mossa!!- Si catapulta in macchina accanto a me sospirando. Arrivate all’aeroporto scendiamo di macchina. -Fate buon viaggio ragazze.- dice mia madre abbracciandoci entrambe. -E fate le brave, mi raccomando.- -Certo Carola, la tengo d’occhio io sua figlia!- -Mi posso fidare?- -Oh…si, certo <_< - Guardo sorridendo la scenetta, mentre i minuti passano… è ora di partire! -Su ragazze, questo è il vostro volo, dovete proprio andare.- -Già, partiamo!- -Ciao mamma!!! Grazieeeeee!!!- La saluto baciandola più volte, dopodiché ci avviamo sorridenti al chek-in. So che le mancherò. So che mi mancherà. Ma infondo, ho bisogno di distrarmi un po’, e questo è quello che vuole. SI PARTEEEEE!!! …TO BE CONTINUED… [ditemi voi se continuare, altrimenti la finisco subito!! baci!]
  
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