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Autore: Pumpkin girls    23/03/2015    2 recensioni
“Non ci credo!" fu la risposta di Chris che cominciò a ridere. Darren si unì a lui, ma poi qualcuno urlò loro di muoversi.
“Forza, vai avanti tu" disse Darren.
“No, figurati, vai tu" ribattè Chris nello stesso momento.
Risero, ma poi si mossero nello stesso momento verso il carrello e sbatterono la testa.
“Ahia" urlarono.
Si allontanarono doloranti, ma Chris con la testa pulsante, inciampò e cadde verso il carrello. Darren si porse in avanti per aiutarlo, così lo afferrò da una manica, ma fu trascinato a terra.
No, non a terra.
Chris era caduto in avanti e avevano spinto il carrello nel muro, cadendo subito dietro di lui.
Non dove erano prima, ma dall'altra parte della barriera. Davanti a loro una locomotiva scarlatta si preparava a partire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*inno trionfale*
Ciao a tutti!
Le Pumpkin girls sono tornate e speriamo che questo ritorno vi piaccia!
Imprecisati mesi fa abbiano iniziato questa storia, che per diversi imprevisti è stata finita solo da poco, ma abbiamo comunque voluto metterci tutto il cuore e tutta la magia possibile.
Considerando la f... fi..., vabbé, quella di Glee, ci è piaciuto lasciare quest'idea di loro due insieme, nonostante abbiano finito di lavorare insieme çç
Fateci sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta, quali critiche avete da fare... Senza queste non potremmo migliorare, ricordatelo u.u
Alla prossima ^-^

Pumpkin girls

 


Da Londra ad Hogwarts, binario 9 e ¾





Chris era ancora intontito per il jet leg. 
Dopo aver finito di discutere con i creatori di Glee, riguardo alcuni aspetti della sesta e ultima stagione, era andato in aeroporto per prendere un volo che lo portasse dall'America all'Europa. Destinazione? Londra. 
Era una cosa che si riprometteva da anni e che cercava di organizzare da mesi. E finalmente il primo settembre era arrivato. 
Alcuni suoi amici gli avevano dato del pazzo a sentire i suoi piani, ma avevano anche detto che la sua pazzia era un suo aspetto che adoravano. 
L'aereo atterrò con venticinque minuti di ritardo, ma era comunque in orario. 
Persino un po' in anticipo, così andò con calma in bagno e poi si prese due caffè e un cornetto, prima di uscire nella fresca aria Londinese.

***

Darren non amava Londra, assolutamente no. Lui venerava Londra. Ogni volta che metteva piede in quella meravigliosa città, si sentiva subito a casa. Poteva sembrare stupido e infantile ma quella città aveva un significato importante per lui. Era la città-simbolo di una delle storie che lo avevano accompagnato durante la sua infanzia e adolescenza. Era il posto in cui si rifugiava nei momenti più bui. Era il suo spiraglio di luce e di speranza. 
Non importava quanto potesse essere preso in giro per questo, lui sarebbe sempre tornato a casa il 1° settembre. 
Uscì fuori dall'hotel, sentendo la brezza fresca accarezzargli il viso. Respirò appieno il profumo di Londra per poi cominciare a camminare lentamente verso la stazione di King's Cross.

Stava per tornare a casa.

***

Chris raggiunse l'area taxi e dovette aspettare qualche minuto prima che ne arrivasse uno disponibile. Entrò nella vettura con uno sbadiglio e poi disse all'autista la sua destinazione. 
King's cross. 
Mentre l'uomo al volante azionava il contatore, canticchiando una canzone che stavano passando alla radio, Chris abbandonò la testa sul finestrino, osservando strade e palazzi di quella città piena di magia. 
Più si avvicinavano al centro della città e più le strade erano trafficate. Uomini e donne si muovevano per andare a lavoro, adolescenti e ragazzini correvano per non fare tardi a scuola e numerosi erano i turisti che iniziavano le loro visite già dalla mattina presto. 
Lui aveva già visto Londra. Tempo prima aveva fatto un viaggio per scoprire i grandi monumenti di questa città, ma anche i piccoli posti segreti e tranquilli che sembravano tesori ancora incontaminati. 
Chris riconobbe alcuni palazzi e alcune strade in cui aveva passeggiato e pian piano la bellezza di quel luogo iniziò a liberarlo dal suo torpore. 
Così come Londra stava entrando nel pieno della sua attività, così lui era sempre più sveglio ed emozionato. 
Mise una mano in borsa, tirando fuori un libro dalla copertina sgualcita e autografata e si mise a leggerne alcune parti, finché il taxi non frenò definitivamente e l'autista si girò per chiedergli il conto.

Chris scese e si incantò davanti alla magnificenza della stazione di King's Cross. Si sentiva così piccolo rispetto a quell'enorme struttura, eppure allo stesso tempo si sentiva al sicuro. Poteva sembrare strano ed era difficile da spiegare, nessuno lo capiva, tranne una persona. Persona che sembrava essere sparita nel nulla.
Mise quel pensiero da parte ed entrò con passo deciso nella stazione, con il sorriso sul volto. 

Mancava ancora una mezz'oretta, così girò un po' nella stazione.
Gli piacevano le stazioni e i treni. 
Potevano essere un mezzo per allontanarsi e lasciare un po' la propria vita, per prendersi una pausa. 
Oppure potevano essere usati per tornare a casa.
Ed era quello che avrebbe voluto fare lui quel giorno: prendere un treno per tornare a casa.

***

Arrivato davanti la stazione, Darren si guardò attorno emozionato. 
Notò che c'era un gruppetto di ragazzi che teneva in mano una bacchetta e un trio di ragazze ridacchiava e parlava dei ciondoli che stavano indossando. Due di loro avevano un Boccino d'oro, mentre la terza giocherellava con una Giratempo. 
Darren, allora, si accostò a un muro e tirò fuori dallo zaino che portava a tracolla una sciarpa rossa e dorata. Ad un'estremità era cucito uno stemma che ritraeva un leone rampante. 
Continuando a sorridere, Darren mise la sciarpa al collo, nonostante le temperature non eccessivamente basse. 
Sorrise alle tre ragazze che lo stavano guardando e iniziò a camminare per entrare nella stazione.

All'interno dovette evitare un gruppo di studenti in partenza e si ritrovò a dover scansare i ritardatari che correvano, mentre lui si muoveva lentamente, cercando di calmarsi. Poteva sentire l'adrenalina scorrergli nelle vene, come se stesse davvero per prendere l'Espresso. 
Invece di andare verso i binari, si spostò verso alcuni negozi e riconobbe la sua meta già da lontano. Un gruppetto di persone stava lì davanti. Qualcuno aveva persino la divisa scolastica ed erano in molti ad agitare bacchette. Una coppia di ragazzi con i capelli rossi stava uscendo dal negozio di Harry Potter, con due bustine che aprirono subito, per prendere i loro acquisti. Indossando la cravatta di Serpeverde si mossero per mettersi in fila, per poter fare la foto al carrello incastrato nel muro.
Non era una fila vera e propria.
Un cerchio di persone aspettava il proprio turno, facendo battute e scherzando anche con chi non conoscevano.
Darren amava questa cosa dei Potterhead: sembravano tutti una grande famiglia. 

Chris controllò l'orologio. Mancavano venti minuti alle undici, così decise di lasciare i binari e andare verso lo Store e il finto carrello, dove avrebbe provato ad attraversare il muro. O, come credevano tutti, avrebbe fatto semplicemente una foto.
Quando si avvicinò al negozio c'era già un gruppo di persone. Chris frugò nella sua valigia e tirò fuori la propria sciarpa di Corvonero e una bacchetta. Aspettò in silenzio che il posto sfollasse un po'. Ma altra gente arrivava, così quando fu certo che fosse il suo turno andò verso il carrello e chiamò all'attenzione una ragazza, che, probabilmente, stava facendo il cosplay di Hermione.
“Potresti farmi una foto?" domandò.
La ragazza annuì e prese la macchina fotografica che Chris le stava porgendo.
“Certo" mormorò, con un sorriso gentile.
Chris le sorrise in risposta e poi si mosse ancora verso il carrello.
Non si era accorto che un altro ragazzo si era fatto avanti per fare una foto.
E nemmeno l'altro ragazzo se ne era accorto.
Arrivarono entrambi a un passo dal carrello, quando si videro e si riconobbero.
“Chris?!"
Darren era più che sorpreso.
“Non ci credo!" fu la risposta di Chris che cominciò a ridere. Darren si unì a lui, ma poi qualcuno urlò loro di muoversi.
“Forza, vai avanti tu" disse Darren.
“No, figurati, vai tu" ribattè Chris nello stesso momento.
Risero, ma poi si mossero nello stesso momento verso il carrello e sbatterono la testa.

“Ahia" urlarono.
Si allontanarono doloranti, ma Chris con la testa pulsante, inciampò e cadde verso il carrello. Darren si porse in avanti per aiutarlo, così lo afferrò da una manica, ma fu trascinato a terra.
No, non a terra.
Chris era caduto in avanti e avevano spinto il carrello nel muro, cadendo subito dietro di lui. 
Non dove erano prima, ma dall'altra parte della barriera. Davanti a loro una locomotiva scarlatta si preparava a partire.

"Ma cosa..?" esclamarono contemporaneamente per poi guardarsi confusi. Si alzarono e mossero qualche passo incerto fra la folla. 

"Cosa è successo?" chiese Darren, voltandosi verso Chris, in cerca di qualche risposta, che non trovò. Sul viso di Chris era dipinta la sua stessa espressione stupita e perplessa.

Continuarono a camminare, per poi fermarsi davanti al treno e guardarsi incerti, pensando entrambi alla stessa cosa. Salirono sull'Espresso di Hogwarts, muovendosi lungo il corridoio, lanciando occhiate ai vari scompartimenti occupati dagli studenti. Procedettero quasi fino all'altro capo del treno, quando Chris all'improvviso si bloccò. 

"Che succede?" domandò Darren, affiancandolo per guardare. Le sue labbra si schiusero in segno di stupore e il respiro gli si bloccò in gola.

"Ma..siamo noi" sussurrò con un fil di voce, così piano che Chris lo sentì a malapena. 

Restarono incantati a guardare due ragazzini impacciati nelle loro divise, che parlottavano animatamente di Hogwarts, con gli occhi luccicanti per l'emozione. Videro due ragazzini che ridevano spensierati, mentre tentavano di fare magie stupide, senza riuscirci ovviamente. Videro due ragazzini che erano già legati, nonostante si fossero appena conosciuti. Chris notò come una sua copia da undicenne fosse a suo agio con Darren. Ripensando a sé stesso da ragazzino, ricordò quanto gli era difficile aprirsi. 
Tuttavia il Chris davanti a sé doveva aver appena incontrato Darren e parlava con lui come se si conoscessero da una vita. 

"Secondo te in quale Casa verrai smistato?" chiese il Chris che stava per affrontare il suo primo anno ad Hogwarts.

"Forse Grifondoro! Anche mia mamma e il mio papà erano Grifondoro. E tu?"

"Io non lo so, spero di non finire in Serpeverde. La mia mamma era Corvonero, e il mio papà è un babbano" rispose, guardando incerto Darren. Sapeva che esistevano ancora persone che disprezzavano coloro che non erano dei Purosangue. Sperava davvero che Darren non lo fosse. E non lo era. Darren gli sorrise in modo raggiante, facendolo sorridere di rimando.

"Non vedo l'ora di iniziare" esclamò poi Chris, facendo annuire l'altro in modo entusiasta. 

"Io ho provato a fare qualche magia, però la mia mamma mi ha detto che non si possono fare magie fuori da Hogwarts"

"Vorrei poter usare la magia per farla pagare a quei bambini babbani che mi prendono in giro" ammise Chris, giocherellando con il pantalone della divisa.

"Perché ti prendono in giro?" chiese Darren con semplice curiosità. 

Chris si strinse nelle spalle, scuotendo la testa.


"E' bello sapere che in qualunque mondo alternativo io sono sempre perseguitato dai bulli" commentò  Chris , fissando il paesaggio che scorreva velocemente al loro passaggio.

Darren gli mise una mano sulla spalla, sorridendogli in modo rassicurante. Chris sentì il cuore balzargli in gola. "Ma è ancora più bello vedere che tu mi sei vicino in ogni mondo" 

"Sarà destino" deglutì Chris. 
Poi, incerto, fece qualche passo avanti verso i due undicenni che ridevano e scherzavano. "Secondo te tutto questo è reale?" domandò. 
Darren lo raggiunse e gli posò una mano sulla spalla. 
"Voglio crederlo" rispose, sorridendo. "Significa che stiamo andando a Hogwarts!"

Chris alzò lo sguardo verso il soffitto del treno, ma ridacchiò. 
"Forza" disse, voltandosi. "Andiamo a dare un'occhiata". 

Girarono un po' per i vagoni, ma nessuno sembrava vederli. Arrivarono fino alla carrozza del guidatore, dentro cui sentirono ridacchiare una donna. Poco dopo una signora grassottella e con i capelli grigi uscì spingendo un carrello ricoperto da numerose prelibatezze. 
"I DOLCI!" urlarono insieme Chris e Darren, fiondandosi sul carrello per afferrare qualche barretta di dolci magici. 
Nessuno poteva vederli, quindi il loro primo pensiero fu che non sarebbero riusciti a prendere niente. 
Ma Darren strinse la mano attorno a un pacchetto di Cioccorane, mentre Chris afferrò Gelatine tutti i gusti + 1. 
Spalancarono gli occhi, sorpresi e poi misero in tasca il loro bottino, tornando sul carrello per prendere qualcos'altro che avrebbero voluto provare e sperando che la donna non si accorgesse di nulla. 
"Sono proprio curioso di sapere cosa prenderei" mormorò Darren, mentre scartava una bacchetta di liquirizia. 
Chris rise. 
"Su, torniamo da... noi". 

Ripercorsero il treno fino ad arrivare allo scompartimento dove i piccoli Darren e Chris stavano. 
Ora, però, non erano più soli. 
Insieme a loro erano seduti due ragazzi identici, con i capelli rossi e lentiggini ovunque. 
Chris quasi urlò e posò con forza le mani sul vetro, come se potesse intervenire in quello che stava succedendo. 
Nessuno, però, si accorse di lui e del frastuono, mentre quelli che lui era certo fossero i gemelli Weasley si presentavano alla sua copia undicenne. 
"Piacere, io sono Chris Colfer" stava dicendo il piccolo. 
"Devo assolutamente essere loro amico!" urlò Chris, ancora sorpreso. 
"Su Chris, calmati" rise Darren, facendolo staccare dal vetro. 
"Venite con noi?" domandò uno dei due gemelli, indicando il corridoio fuori dallo scompartimento.
"Sì! DICI SI'!" quasi urlò Chris, ma quello undicenne scosse la testa. 
Allora Chris si voltò verso Darren. 
"Picchiami, ti prego". 
Darren rise. 
"Con piacere!" 
"Non vengo neanche io" stava dicendo, però, il Darren che stava seduto sui sedili. "Rimango a fare compagnia a Chris".
"Scemo anche tu!" commentò però, il Chris adulto.

"Ma l'ho fatto per restare insieme a te!" ribatté Darren, sfoggiando la sua miglior espressione da cucciolo.

Chris gli diede una gomitata scherzosa sul fianco, facendolo ridere. Dopodiché tornarono a prestare attenzione a quello che succedeva nello scompartimento. 

I gemelli Weasley li salutarono allegramente ed uscirono, facendo disperare il Chris adulto. Anche se in quel momento sembrava tutto tranne che adulto. 

"Guarda che potevi andare" sussurrò Chris, sentendosi in colpa per aver fatto restare Darren con lui. Anche se nessuno lo aveva obbligato. 
"No. Ci stiamo divertendo insieme, no?" 

Chris sorrise, annuendo energicamente.


"Sei adorabile" commentò Darren, guardando il piccolo Chris che arrossiva al sorriso del piccolo Darren. 

"Non osare fare le battute Klaine altrimenti ti getto dal treno" lo minacciò Chris, fingendosi serio.

"La signora dei dolci è andata già via?" chiese Chris, sporgendosi verso il corridoio del treno per provare ad avvistarla.

"Posso andare a cercarla se vuoi" propose Darren sorridendogli. Chris capì che quello sarebbe stato un problema. Darren era carino e quando sorrideva diventava super carino.

Senza neanche aspettare una risposta, uscì dallo scompartimento per cercare la signora dei dolci. 


Darren si alzò e lo seguì, facendo cadere proprio davanti a lui delle Cioccorane e un pacchetto di liquirizie, sorridendo soddisfatto quando il piccolo sé stesso le trovò e le porse a Chris.

Il Chris adulto fissò Darren in modo penetrante e giudicatore. 

"Cosa?" chiese quello, sentendo formicolare la pelle sotto quello sguardo.

"Idiota sin da piccolo. Trovi delle caramelle per terra su un treno e me le dai così senza neanche preoccuparti che possano essere avvelenate?" 

"Beccato!" 

Scoppiarono a ridere e poi si sedettero nuovamente, godendosi quel che restava del viaggio, ascoltando attentamente i due ragazzini accanto a loro.


Sembrò passato davvero poco quando il treno iniziò a rallentare. Nemmeno i due undicenni si erano accorti di essere quasi arrivati, infatti si alzarono di scatto per prendere le proprie divise e indossarle.
Quando il treno fu completamente fermo, tutti i passeggeri scesero in maniera confusionaria. 
Darren e Chris adulti furono tra i primi a farlo, lasciando i loro corrispettivi a chiudere i bauli, ma aspettando vicino alla porta che uscissero.
Erano andati fuori subito perché erano curiosi di vedere una cosa. O meglio di vedere qualcuno. Qualcuno che stava proprio davanti a loro in quel momento, in tutta la sua altezza.

"Non. Ci. Credo" fu l'esclamazione di Darren.
Davanti a loro Rubeus Hagrid aveva iniziato a chiamare i ragazzini del primo anno. 
"Sai che noto una certa somiglianza?" scherzò Chris, che guardava comunque il mezzo gigante ammirato. "Sarà la barba", aggiunse, portando distratto una mano a quella di Darren.
Quando i loro corrispettivi scesero dal treno, si avvicinarono ad Hagrid con aria timorosa, ma nello stesso tempo curiosa.
"Barca o Thestral?" domandò Darren, mentre gli studenti iniziavano a spostarsi.
"C'è da chiedere?" fu la risposta di Chris, che si avvicinò ancora di più ad Hagrid che poco dopo condusse i ragazzini alle barche con cui avrebbero attraversato il Lago Nero per arrivare al castello.

La vista di Hogwarts era spettacolare. 
Il castello era illuminato in più punti da torce all'interno dell'edificio, ma la luce della luna, che brillava alta nel cielo, evidenziava la figura arroccata su una collinetta.

"Credo potrei rimanere a guardare questa vista per sempre" mormorarono entrambi i Chris. 

Quello adulto sobbalzò sentendo pronunciare le stesse parole dal se stesso mago.
"Non cambi mai" rise Darren, facendosi avanti per prendere posto nella barca di Hagrid, posandosi timoroso anche sulle gambe del mezzogigante che, però, non si accorse di nulla.

Chris scoppiò a ridere guardandolo. 
"Guarda che non c'è altro posto. Devi venire qui anche tu" lo informò Darren, indicandogli la gamba libera di Hagrid. Chris smise subito di ridere e si andò a sedere, godendosi quella meravigliosa vista. 

"E' bellissimo" commentò, guardando l'acqua leggermente increspata dalle onde luccicare sotto le luci del Castello.
"Lo è" confermò Darren e quando Chris si girò, notò che stava guardando lui. No, non guardando. Fissando era la parola giusta. Nonostante la vista magica, Darren aveva i suoi occhi dai colori caldi puntati su di lui. Arrossì e ringraziò che fosse buio. Continuarono a restare persi nei loro sguardi incrociati, fino a quando Hagrid non si alzò, rischiando di farli cadere. Si alzarono velocemente e scesero dalla barchetta, aspettando le loro piccole copie. Dalla rimessa delle barche salirono le scale, per arrivare al Cortile d'ingresso.Man mano che si avvicinavano al Castello, restavano sempre più stupiti della sua bellezza e grandezza. 
E quando misero piede all'interno del Salone d'ingresso, Chris e Darren rimasero a bocca aperti come gli studenti del primo anno. Perché in un certo senso anche per loro quella era la prima volta ad Hogwarts.

"Benvenuto a casa, Darren" 

"Benvenuto a casa, Chris"

E poi le porte della Sala Grande si aprirono. 

Ne uscì una donna dal portamento austero ed elegante. 
Indossava un lungo abito blu notte e i capelli erano legati in una bassa crocchia. 

"NON. CI. CREDO" Chris urlò, portandosi una mano al petto. "Minerva!" quasi strillò con voce acuta. "La mia Minerva!"
Darren si colpì il viso con una mano, abbattuto. 
"Chris, devi stare calmo" disse.

L'altro si voltò verso di lui, gesticolando in maniera esagerata e indicando la professoressa McGranitt. Questa si era voltata verso gli alunni del primo anno e si era presentata, prima di guidare i ragazzini in una saletta lì vicino, dove aveva detto loro di aspettarla. 
Darren gettò un'occhiata alla sua copia undicenne che stava ancora vicino al suo Chris.
Questi stava tremando leggermente e si muoveva in maniera nervosa. Allora il piccolo Darren posò una mano sulla spalla del suo compagno e gli rivolse un sorriso caldo. 

"Andrà tutto bene" stava dicendo. 


Il Darren adulto sorrise a questa scenetta e si voltà verso Chris per commentarla, ma Chris non era accanto a lui. 
Un momento di panico l'avvolse. Che fosse rimasto solo?

La professoressa McGranitt tornò nella stanza ed ecco Chris, subito dietro di lei. Darren si rilassò e rise. 

"Sei uno stalker" commentò. 

"Ma è Minerva McGranitt!!!" ribatté Chris, come se questa fosse più che necessaria come spiegazione. 

Intanto i nuovi studenti iniziarono a muoversi per uscire dall'aula e si misero in fila davanti le porte della Sala Grande che erano state nuovamente chiuse. 
"Siete pronti?" domandò la professoressa McGranitt, quando furono tutti sistemati. 
Senza aspettare una vera risposta, le porte della Sala si aprirono e la donna iniziò a camminare a passo spedito per la stanza. 
"Ma... ma..." balbettò Chris. 
I due ragazzi erano alle spalle della professoressa, ma appena la porta si era aperta erano rimasti fermi, mentre i ragazzini passavano accanto a loro. 
Lo spettacolo davanti a loro li aveva lasciati senza parole e incapaci di muoversi e formulare qualunque pensiero razionale. 
La Sala Grande era ancor più magnifica della versione cinematografica. Maestosa e affollata, la Sala sembrava senza tempo e come se fosse un luogo di un altro mondo.

"E' meraviglioso" sussurrò Darren, guardandosi intorno meravigliato. Non riusciva a credere che stesse davvero succedendo a lui. Stava vivendo una delle esperienze più belle della sua vita - anche se non era ancora sicuro che tutto quello fosse reale- e la cosa più importante era che aveva Chris al suo fianco. Non c'era nessun altro con il quale avrebbe voluto condividere quell'emozione. 

"Sta per iniziare lo Smistamento" disse Chris, prendendo il polso di Darren per trascinarlo più vicino al tavolo dove stavano i professori. 

"Guarda quanto è bella Minerva!" esclamò poi emozionato, guardandola da vicino. Darren sorrise divertito al suo entusiasmo. E poi si perse a guardarlo incantato. Il viso di Chris era raggiante. I suoi occhi sembravano ancora più belli e perfetti, nella loro fusione di colori, sotto quel soffitto ricoperto di stelle e quelle luci delle candele, forse era la magia di quel posto oppure era semplicemente Chris. Splendido e puro Chris. Il suo sorriso era così abbagliante che Darren pensò che avrebbe potuto illuminare tutto ciò che li circondava. 

Quando Chris si girò verso di lui, Darren arrossì per essere stato beccato. Il sorriso di Chris si ampliò ancora di più, se possibile. Darren stava per avvicinarsi ancora di più a lui, ma poi la voce squillante di Minerva McGranitt lo fece sobbalzare.

“Attenzione per favore" richiamò la donna.
Sembrava quasi che si stesse riferendo a Chris e Darren. Poi fece un passo avanti per sistemare bene un noto cappello su uno sgabello.
Dopo qualche secondo uno strappò nel tessuto si aprì e una voce risuonò nella sala. Chris si sentiva attraversato da brividi di emozione. Si guardò il braccio e vide che aveva la pelle d'oca. Darren stava per dire qualcosa, ma Chris mise una mano in avanti per fermarlo. 
"Sssh" disse, mentre la professoressa McGranitt chiamava Grant Aarwin che divenne un Serpeverde.
Non dovettero aspettare molto perché il piccolo Colfer fosse chiamato. 
Prima di muoversi deglutì sonoramente, ma poi camminò con passo veloce verso lo sgabello, dove strizzò gli occhi ancora prima che il cappello vi si calasse sopra. 

Il Chris adulto fece un passo incerto verso la sua piccola copia, quando un suono lo fece quasi urlare dallo spavento. 
Una voce sembrò materializzarsi nella sua testa.

"Vedo molta creatività e tanta voglia di lavorare. Grande impegno e ambizione per realizzare i propri sogni. Molto coraggio per combattere chi ha cercato di metterti i piedi in testa. Staresti bene in ognuna delle case. Grifondoro che premia il coraggio, Serpeverde che sfrutta l'ambizione, Corvonero che è stimolata dall'intelletto e Tassorosso dal duro lavoro e dalla lealtà".
La voce che Chris capì essere del Cappello Parlante si spense. Ci furono alcuni secondi di silenzio, che erano condivisi da tutta la sala quando la voce del Cappello parlò, questa volta non nella testa di Chris, ma a tutti. 
"CORVONERO!"


"Io avrei aggiunto anche perfezione" sussurrò Darren vicino all'orecchio di Chris, solleticandogli la pelle col suo respiro caldo. Chris sentì un brivido attraversargli la schiena, ma non poteva perdere il controllo per così poco. Erano solo delle parole sussurrate. Sussurrate da Darren, proprio nel suo orecchio, con voce roca. Niente di che.
Tentò di ignorare quella piacevole stretta allo stomaco e  si voltò verso Darren, sorridendogli dolcemente con le guance leggermente arrossate. 

"L'hai sentito anche tu?" domandò, mentre la professoressa McGranitt chiamava una ragazzina dai capelli corvini. 

Darren annuì, voltandosi a guardare lo smistamento, ma senza seguirlo davvero, e Chris si sentì leggermente a disagio per il fatto che Darren avesse sentito la lettura che il Cappello aveva fatto della sua anima. 

"Darren Criss" chiamò la McGranitt subito dopo, riportandoli alla realtà. 

Darren si voltò per guardare la sua piccola copia sedersi sullo sgabello.

Appena i suoi occhi furono coperti, i due adulti risentirono la voce del Cappello nella loro testa.

"Sei abbastanza acuto da poter essere un Corvonero, ma la tua scarsa memoria non aiuta" iniziò il Cappello Parlante. Chris scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiata offesa da parte di Darren, che mise su il broncio. 

"Cosa, ti ho ferito nell'onore?" riprese il Cappello parlante. "Questo è un comportamento proprio da Grifondoro. Sei leale, ma hai soprattutto un gran cuore. Sì, la scelta giusta è GRIFONDORO!" 
L'ultima parola fu urlata a tutta la sala e il piccolo Darren si tolse il cappello, sorridendo ampiamente alle altre persone, specialmente al tavolo dei suoi nuovi compagni. 
Il sorriso non si spense un attimo, illuminando il suo viso e i suoi occhi ambrati ancora di più. 
Solo un attimo guardò verso il tavolo dei Corvonero, dove il Chris che aveva conosciuto lo guardava e gli sorrise in risposta quando si rese conto che il suo sguardo era ricambiato. 


"Lo sapevo che saremmo stati rivali!" esclamò Darren, dando una gomitata scherzosa a Chris. 
"Certo, sapevo che saresti stato un pallone gonfiato, mentre io chiaramente non lo sono" rispose quest'ultimo, mentre lo Smistamento continuava davanti a loro. 
Darren si voltò incredulo. 
"Non dirmi che tu non ti saresti mai messo in Grifondoro. E poi anche i Corvonero sono dei palloni gonfiati" ribatté, incrociando le braccia.
"Siamo suscettibili" commentò Chris, ghignando. 
"Che ne dici di mangiare qualcosa?" propose Darren, indicando i tavoli intorno a loro che si stavano riempiendo di vari cibi.

Chris annuì e andò verso il tavolo dei Grifondoro, sotto lo sguardo confuso del più grande. "Ehm, pensavo che tu volessi tenere sott'occhio il te stesso piccolo" 

"Infatti, ma prima devo fare una cosa" rispose Chris, fermandosi dietro le spalle di un piccolo Darren Criss. 

Darren guardò soddisfatto il suo piatto traboccante di pollo e patate arrosto. Prese la forchetta e andò per infilzare un pezzo di patata, ma quello schizzò via dal suo piatto. 

"Ehi!" protestò Darren, quando Chris mise in bocca il cibo rubato al piatto del piccolo. Vedendo che Chris non aveva intenzione di fermarsi, provò ad andare al tavolo dei Corvonero e vendicarsi, ma l'altro fu subito pronto ad afferrargli il polso e tenerlo lì. Rubò un altro pezzo di patata al Darren piccolo, per poi imboccare il Darren grande, che smise improvvisamente di essere offeso. 
Schiuse le labbra e prese delicatamente il cibo dalle dita, sfiorandole con la lingua mentre Chris le ritirava fuori. Quest'ultimo arrossì leggermente e Darren gli fece un occhiolino. 

"Stavo pensando che sarebbe meglio non separarci. Quindi se per te va bene, per ora restiamo con il te piccolo e poi seguiamo  me?" propose Chris e Darren si ritrovò ad annuire, guardando al tavolo dei Corvonero dove un piccolo Colfer si guardava intorno meravigliato per poi sorridere in direzione del Grifondoro.

"Non so quanto tutto questo sia reale, ma è bello vedere che io e te siamo sempre vicini" commentò Darren, voltandosi verso Chris. Questi gli sorrise e si sporse per abbracciarlo calorosamente. Darren affondò il viso nell'incavo fra collo e spalla, respirando a pieni polmoni il profumo dell'altro. 

"E' come se in ogni vita che io e te abbiamo vissuto, abbiamo scelto di tornare e trovarci" disse Chris, sorridendogli in modo complice. Darren ricambiò il sorriso e sperò che presto in quella frase avrebbero potuto aggiungerci anche amarci. 

"Chi è adesso che fa battute Klaine?" chiese e Chris lo fulminò con lo sguardo, come ad intimarlo di non approfittarsene. “Ma è vero" continuò Darren. “È come dici tu. Sembra che siamo destinati a trovarci e... amarci?" chiese, continuando la frase di Chris. E nel momento in cui gli occhi limpidi di Chris si illuminarono e si formarono delle adorabili fossette sulle sue guance, pensò che sì, decisamente un giorno quell' amarci sarebbe stato per sempre.

Appena si rese conto di ciò che aveva pensato, Chris arrossì, ma nascose il tutto all'altro con la scusa di prendere posto al tavolo dei Grifondoro. 
Darren prese posto accanto a lui, spingendo un po' l'altro suo sé, che non sembrò accorgersi della spinta, ma che si spostò comunque un poco. Mangiarono un po', tenendo d'occhio il piccolo Darren.

“Quindi eri così a undici anni?" chiese Chris, incuriosito.
“Sono così diverso?" chiese l'altro.
“No, in effetti ti sei fermato a quell'età sia mentalmente che in altezza" scherzò Chris.
“Se fosse vero avrebbero preso me per fare lo Hobbit vista l'altezza, ma non lo hanno fatto, quindi non sono così basso!" ribatté Darren, che fece finta di essersi offeso.

Rimase in silenzio per molti minuti, ma Chris quasi non se ne accorse, intento a provare tutto il ben di Dio davanti a sé. 
“Non ti sarai offeso davvero!" esclamò quando si rese conto che erano passati troppi minuti senza che Darren parlasse.

Darren non rispose, ma dopo qualche secondo scoppiò a ridere.
“Non avrei voluto parlare, ma stavo proprio pensando che mangiare tutti i giorni con del cibo buono come questo mi farebbe diventare una pluffa gigante!"

Chris rise, mentre davanti a loro i piatti scomparvero, lasciando il posto a quelli ripieni di dolci. Chris subito si voltò a guardare la sua piccola copia che era completamente sbalordito.
“Andiamo da te?" domandò allora Darren e Chris annuì.
I due ragazzi si alzarono, ma vicino al piccolo Chris non c'erano posti, così fecero spostare inconsciamente le due ragazze sedute di fronte al Corvonero.

Questi si era riempito il piatto di un pezzo di ogni dolce e li provò tutti, senza mostrare tentennamento.
“Ma che stomaco hai?" chiese Darren, voltandosi verso il suo Chris. 

Anche questi si stava ingozzando di dolci e il riccio rise. 

“Sei senza speranza".

Chris finì il suo dolce e iniziò a guardarsi intorno.

“Ti rendi conto che siamo a Hogwarts?" mormorò, continuando a guardare sognante la sala, i piatti, i fantasmi che svolazzavano sopra gli studenti. 

Proprio in quel momento una giovane donna si fece avanti verso di loro e entrambi riconobbero Helena Corvonero.
A un tratto i due si voltarono di scatto e dissero all'unisono: “Nick quasi senza testa!" 
Si alzarono entrambi e andarono al tavolo dei Grifondoro, notando che Sir Nicholas non era lontano dal piccolo Darren. Proprio in quel momento stava facendo un discorso di benvenuto ad alcune nuove ragazze e sia Darren che Chris sperarono che la testa gli volasse giù. Non lo fece, ma poterono giurare di averla vista sballottare un paio di volte. 

I due ragazzi si voltarono per risedersi vicino al piccolo Chris, ma le ragazze di fronte a lui si erano di nuovo prese il loro posto, così decisero che avrebbero occupato il posto vicino la copia di Darren.

Il piccolo Grifondoro aveva iniziato a parlare con alcuni ragazzi seduti vicino a lui, e i due spettatori avrebbero tanto voluto inserirsi nella conversazione. Gli studenti parlarono di Quidditch e di Hogwarts. Quando poi iniziarono a parlare dei professori, Chris si mise quasi a urlare.
“Sembra una noia la professoressa McGranitt" aveva commentato un ragazzo.
Chris si era alzato in piedi e lo aveva minacciato con una forchetta che aveva afferrato al volo e Darren, quasi piegato in due dalle risate, cercava di tirarlo giù con un braccio.
“Dai, calmati!" quasi singhiozzò, ancora strozzato dal riso.
Chris lo fulminò con lo sguardo e poi tornò a guardare l'ingenuo ragazzino che aveva parlato.
“Mai insultare Minerva McGranitt davanti a me" citò, poi tornò a sedersi.
Darren cercò di calmarsi e bevve un sorso d'acqua.
I ragazzi avevano iniziato a parlare di Hagrid e della sua stazza e poi notarono il professor Piton.
“Quello sembra odiare tutti" commentò il piccolo Darren.
“Oh, non è così" disse un veterano della scuola. “Odia tutti, tranne i Serpeverde".

“Se solo sapeste..." si intromise Darren, anche se solo Chris, che annuì, lo sentì.

Mentre gli studenti parlavano ancora del professor Piton, i dolci sui tavoli scomparirono poco a poco, fino a quando tutti i piatti furono puliti e lucidi. 
Proprio in quel momento il professor Silente si alzò e prese la parola. 
"Bentornati a Hogwarts! Per i nuovi arrivati, benvenuti!" esclamò con voce amplificata per tutta la sala. 
Il preside allargò le braccia, come a voler inglobare tutti gli studenti. 
Darren e Chris lo guardavano adoranti, da sempre affascinati da lui. 
"Spero che il banchetto sia stato di vostro gradimento" aggiunse. I due ragazzi non si resero subito conto di quello che stava succedendo. Il professor Silente stava guardando dritto verso di loro. 
Quando se ne accorsero il preside fece un occhiolino verso di loro. Chris aprì la bocca, con l'intento di dire qualcosa, ma le parole gli morirono tra le labbra. 
Dopo questa pausa, Silente tornò a sorridere a tutti e a continuare il suo discorso. 
"T-tu" iniziò Darren, ancora incredulo. "Pensi che ci abbia visti?"
Chris si voltò a guardare l'amico e alzò le spalle, ancora incapace di dire alcuna parola.

"Però avrebbe senso, non credi? Silente sa sempre tutto" continuò Darren, ma l'altro rimase ancora in silenzio. 

"Chris?" lo chiamò, mettendogli una mano sulla spalla. Quello sembrò riscuotersi e si voltò verso di lui e gli sorrise timidamente. "Scusa, mi ero perso" si scusò, e Darren lo rassicurò con un sorriso smagliante. 
Chris riuscì a pensare solo a quanto avrebbe voluto coprire quelle labbra rosee e carnose con le sue. Quasi lo fece, ma poi intorno a loro gli studenti si alzarono e si misero in quattro file, pronti a seguire i Prefetti nelle quattro sale comuni.

Chris e Darren li seguirono e videro le loro copie vicine che commentavano animatamente di quanto fosse tutto incredibile. 

"I dolci sono stati squisiti" stava dicendo il piccolo Corvonero, mentre l'altro annuì.

"Già. Anche se il mio cibo continuava a scappare dal piatto" disse Darren e Chris scoppiò a ridere, coinvolgendo anche il suo amico.
"Saranno stati i fantasmi" 


"Ops" commentò Chris, voltandosi con aria colpevole verso Darren. 

"Ti perdono solo perché sei tu" ribatté, dandogli una gomitata giocosa sul fianco. 

Non ebbero possibilità di dire altro, perché accanto a loro passarono i gemelli Weasley e Chris perse totalmente il controllo. Si voltò verso Darren e gli mise le mani sulle spalle, facendo incrociare i loro sguardi. 

"Darren, è ora di vedere quanto tu tieni davvero a me" pronunciò con tono serio. Darren non capì cosa volesse dire, tuttavia arrossì leggermente a quello sguardo penetrante. 

"Dobbiamo seguire Fred e George"

Darren che non li aveva ancora visti sussultò. 
Si voltò per dire qualcosa a Chris, ma questi era già partito in quarta per seguire i due gemelli dai capelli rossi. 
Stavano scherzando, ovviamente, raccontando a uno del primo anno di come la prima serata al castello scomparissero molti bambini, alla ricerca delle loro sale comuni, rassicurandolo di seguirli per non perdersi. 
Chris immaginò che, invece, lo stavano portando dalla parte sbagliata, ma continuò a seguirli, guardandoli adorante. 
"Ti rendi conto?!" esclamò all'improvviso, gettando un'occhiata alle sue spalle, dove avrebbe dovuto esserci Darren.
Dietro di lui, però, c'era solo un gruppetto di Corvonero che, in un certo corridoio, presero un'altra strada, lasciando il ragazzo solo con il Grifondoro del primo anno e Fred e George. 

Darren non era riuscito a scattare dietro Chris e lo aveva perso tra la moltitudine di studenti. 
Aveva visto due teste rosse e le aveva seguite, ma da vicino si rese conto che i due ragazzi non erano gemelli. 
Uno aveva un paio di occhiali ed era mingherlino e slanciato, l'altro più muscoloso ed era più grande. 
"Dai Perce, non iniziare già la prima sera!" stava dicendo quest'ultimo. 
"Charlie, non prendi le cose seriamente!!!" ribatté l'altro. 
Darren rimase di stucco. 
Aveva davanti a sé Charlie Weasley! Si mise subito accanto a lui e continuò a guardarlo, mentre lui mostrava a dei ragazzi del primo anno, tra cui la sua copia, notò più tardi, come evitare trappole e arrivare sani e salvi nella sala comune dei Grifondoro. 
Quando anche Darren vi entrò non sapeva dove rivolgere prima il proprio sguardo. Era tutto perfetto, tutto come lo aveva immaginato. 
Però Chris non c'era. 
Non vedeva nemmeno Fred e George, quindi immaginò che non fossero ancora arrivati, ma dopo un po' anche i due gemelli entrarono con un ragazzino del primo anno, ma di Chris nessuna traccia. 
A malincuore, Darren lasciò quel luogo che sapeva di calore e casa, per cercare colui che aveva lo stesso valore ai suoi occhi. 

Chris aveva seguito i gemelli finché non erano scomparsi. 
Il ragazzino del primo anno si era sentito perso e Chris avrebbe voluto aiutarlo, ma non poteva essere visto. 
Così, sperando che qualcuno arrivasse in suo soccorso, rifletté che in fondo i gemelli Weasley non erano stati tanto spiritosi. 
Ma appena pensò questo, eccoli tornare con qualche risata, per riportare il ragazzino con loro. Allora il giudizio di Chris tornò come prima, continuando ad ammirare Fred e George. Il ragazzo, però, non li seguì. 
Darren non era con loro e probabilmente stava ancora vagando, così, raggiunto il quadro della signora Grassa, decise di continuare per il corridoio e cercarlo.

Darren girò tutta Hogwarts per cercare Chris e quasi si mise a piangere dalla frustazione quando non lo trovò, perché essere ad Hogwarts era bellissimo sì, ma senza Chris al suo fianco sembrava senza senso. 
Aveva controllato la torre di Corvonero, la sala Grande, le cucine, il bagno dei prefetti (sì, per un momento aveva pensato a come sarebbe stato essere immerso fra mille bollicine insieme a Chris..magari avrebbero potuto fare una tappa lì), e i corridoi dei vari piani, ma niente. Risalì un'ultima volta le scale, arrivando ad una porta chiusa. 
Prima ancora che avesse il tempo di decidere se aprirla o no, sentì delle mani posarsi sulle sue spalle. Si lasciò scappare un gridolino di paura che di virile aveva ben poco, voltandosi di scatto. Chris stava ridendo e lui non poté fare a meno di sorridere.

"Eccoti qui" esclamò il più piccolo, continuando a tenere le mani sulle sue spalle.

"Mi cercavi da una vita?" chiese Darren, facendogli un occhiolino in modo complice.

Chris sorrise e si impose di non rispondere che sì, lo stava davvero cercando da una vita.

"Ho girato tutta Hogwarts per trovarti" disse Darren, poggiandosi contro la porta.

"Se fossimo stati dei Tassorosso non avremmo avuto problemi" rispose Chris, sorridendo in modo divertito.

Darren non capì. "Mh? Perché?"

"I Tassorosso sono dei trovatori piuttosto bravi" chiarì, facendo riferimento ad A Very Potter Musical. Darren scoppiò a ridere, scuotendo la testa come a rimproverarsi per non aver collegato le cose. 

"Secondo te dove da questa porta?" chiese Chris, afferrando Darren per un polso per farlo spostare e aprire. 
Quest'ultimo sibilò leggermente e Chris notò che Darren faticava a tenere la gamba sinistra poggiata a terra.

"Che è successo?" 

"Le scale. E' proprio vero che gli piace cambiare. Stavo per fare un salto nel vuoto. Proprio mentre mi mancava l'ultimo scalino, si sono spostate" spiegò e Chris spalancò gli occhi.

"Se non mi fossi allontanato non sarebbe successo. Scusami, Darren. Ti fa molto male?" 

Darren scosse la testa e gli sorrise rassicurante. "Tranquillo, adesso andiamo" disse, spalancando la porta. Nel momento in cui si trovarono davanti una scala a chiocciola, capirono dove si trovavano e salirono gli scalini. Chris spesso si fermava per vedere se Darren faticava troppo a salire. 
Arrivati in cima, trattennero il fiato. Perché quella che avevano davanti ai loro occhi era una magnifica visuale di Hogwarts e del Lago Nero, illuminato dalla luce soffusa della luna alta nel cielo e dalle sue migliaia di stelle. 

"E' semplicemente mozzafiato" commentò Chris incantato. Ma Darren non stava più guardando quel panorama. O meglio, lo stava vedendo riflesso negli occhi limpidi di Chris. 

"Lo è" sussurrò e qualcosa nel suo tono di voce, costrinse Chris a voltarsi, che boccheggiò.Perché Darren lo stava guardando in un modo così intenso e penetrante e adorante da sentire la pelle bruciare. 

Si avvicinò e chiuse una mano a coppa sulla sua guancia, chinando leggermente il viso. Gli occhi di Darren spaziavano dai suoi occhi azzurri alle sue labbra rosee, mentre quelli di Chris erano fissi sulle sue labbra dischiuse. 

Chris socchiuse lentamente gli occhi, per poi sporgersi per colmare quella minima distanza. Darren, invece, tenne i suoi occhi aperti fino a che non sentì le labbra di Chris sfiorare le sue. Era come se avesse paura che, una volta chiusi, tutto quello sarebbe svanito. Portò una mano sulla curva del collo di Chris, accarezzandogli uno zigomo col pollice, mentre le loro labbra si muovevano lentamente. 

Chris portò un braccio intorno alla vita di Darren, attirandolo a sé, in modo da pressare i loro corpi, e contemporaneamente fece unire le loro lingue, che si accarezzarono languidamente. Non stavano lottando l'una per il dominio sull'altra, semplicemente si univano senza alcuna pretesa.  

Presto Darren iniziò ad accarezzare il collo di Chris, mentre questi perse una mano tra i riccioli dell'altro. 
Le loro labbra ancora in contatto, i loro respiri uniti nella fredda aria notturna. 
Un venticello aveva preso a soffiare attorno a loro, ma il calore dei loro cuori si distendeva nei loro corpi e nell'aria che li circondava. 
Hogwarts si stendeva sotto di loro, la magia che avevano sempre sognato e desiderato, i personaggi che avevano amato e immaginato di incontrare stavano andando a dormire vicino a loro, ma l'unica cosa importante in quel momento era quel contatto con l'altro. 
Quando dovettero riprendere fiato si staccarono il giusto, rimanendo con le fronti una a contatto dell'altra. 
Entrambi tenevano gli occhi chiuso, ascoltando il respiro affannato dell'altro. 
"Non so se tutto questo è reale, ma una cosa è certa" mormorò Darren. "Quello che provo per te è reale". 
A queste parole Chris tornò sulle labbra di Darren, riprendendo a baciarlo, mentre gli accarezzava il viso, i collo, beandosi della sensazione della sua calda pelle sotto le dita. 
Quando si staccarono nuovamente, Chris fece qualche passo indietro, facendo scivolare le proprie mani dalle spalle di Darren sulle sue braccia e infine alle sue mani, che strinse. Fece qualche passo indietro, verso il parapetto, tirando l'altro con sé. 
"Guarda che spettacolo" mormorò, fissando le luci del castello che si chiudevano poco a poco. 
In lontananza si intravedeva un'altra luce in mezzo ai campi e il ragazzo immaginò fosse la casa di Hagrid. 
Darren staccò mal volentieri gli occhi da Chris, guardando anche lui il panorama. I due rimasero in silenzio, mentre qualche gufo passò vicino a loro in un turbinio di ali.  
"Cosa faremo una volta tornati nel nostro mondo?" domandò all'improvviso Darren. 
Ora stava abbracciando lateralmente Chris, tenendolo stretto a sé. Chris strinse una mano di Darren, ma non si voltò a guardarlo. 
"Non pensiamoci ora. Direi che prima dobbiamo preoccuparci di come tornare" disse. "Tutto questo è fantastico, ma senza poter interagire è presto una noia. E poi una parte di me e te sembra stiano vivendo quest'avventura ignari di tutto. Abbiamo la nostra opportunità" concluse, sorridendo alla notte. 
Darren e Chris undicenni avevano tutto il tempo di conoscersi, impararsi ad amare, vivere il loro amore. 
Lui e il suo Darren... erano troppo sotto pressione. 
Si erano lasciati andare perché erano solo loro due, ma chissà cosa sarebbe successo una volta tornati a casa. Lì nessuno poteva vederli e...
"Silente ci ha visti" interruppe i propri pensieri parlando ad alta voce. 
Si voltò di scatto verso Darren. 
"Silente ci ha visti, dobbiamo trovarlo!" 

I due ragazzi scesero le scale il più velocemente possibile con Darren infortunato. Arrivati alle scale iniziarono a procedere con più cautela. 
"E' al secondo piano l'ufficio del preside, giusto?" domandò Chris. 
"Sì" rispose Darren, evitando un'armatura che si era spostata. 

Proseguirono temendo di perdersi sempre di più. Scesero di diversi piani, quando, pensando di essere al piano giusto, iniziarono a dare un'occhiata in giro, ma non videro l'accesso all'ufficio di Silente. Così cominciarono a guardare dietro ogni porta, che poteva celare qualche altro corridoio. 
Era l'ultima porta che rimaneva da aprire, quella che celava un oggetto che non immaginavano di trovare. 
Era stato Darren ad aprirla e ora guardava dentro con la bocca rimasta un po' aperta per lo stupore. 
"Chris, vieni a vedere" disse poco dopo. 
L'altro lo raggiunse subito e i due entrarono in una stanza, al centro della quale c'era un grande specchio. 
Sembrava molto antico ed entrambi riconobbero la scritta che portava in alto. 
"Erouc li amotlov li ottelfirnon".
Quello era lo specchio delle brame. 

"Vuoi..vuoi dare un'occhiata?" chiese Chris, il cuore che improvvisamente e inspiegabilmente gli batteva più forte.

"So già cosa vedrei" rispose Darren, facendo un piccolo sorriso. Tuttavia Chris mise le mani sulle sue spalle e lo portò davanti allo specchio.

Ed eccoli lì. Proprio al centro, mano nella mano, mentre sorridevano felici e spensierati. Ai due rispettivi angoli in alto, c'erano le loro famiglie che li guardavano emozionati. Accanto a loro, la loro seconda famiglia: il cast di glee. Si stavano stringendo e ridevano, per qualcosa che Darren e Chris non potevano sapere. Continuarono a guardare lo specchio e ad un certo punto rimasero col respiro bloccato in gola. Perché in alto proprio al centro, c'era Cory. Stava guardando in basso, con occhi traboccanti di affetto e le labbra stese in un dolce sorriso.

Darren spostò lo sguardo alla sua destra, specchiandosi negli occhi lucidi di Chris. Si sorrisero, nonostante il dolore che provavano. Ma avevano fatto una promessa: non importava quante lacrime potessero versare o quanto sarebbero stati male, avrebbero ricordato Cory sempre con un sorriso. Perché Cory non meritava pensieri tristi e malinconici, meritava gioia e affetto. 

Non dissero niente. Non ci fu bisogno di parole. Si abbracciarono e si persero nelle immagini riflesse nello specchio per un tempo che non seppero definire. 

Chris si asciugò le lacrime con il dorso di una mano.
"Sarà meglio andare" mormorò ad un tratto. 
"Dovremmo cercare Silente" fu d'accordo Darren, gettando un'ultima occhiata all'immagine nello specchio, alle sue mani intrecciate con quelle dell'altro ragazzo. 
In uno slancio di sicurezza, allungò la propria mano a prendere quella di Chris, mentre si voltavano per uscire dalla stanza e, sorprendendolo, Chris non ritirò la mano, lasciandosi stringere. 
"Io non ho assolutamente idea di dove andare" disse Darren, sia perché era vero, sia perché voleva non fare concentrare Chris sulle loro mani unite, prima che questi riflettesse troppo. 
Chris alzò le spalle e continuò a camminare nel corridoio e Darren lo seguì. Arrivarono sotto alcune scale, attraverso cui non erano passati prima. 
"Che sia di qua?" chiese Chris, ma prima che Darren potesse rispondere iniziò a salire. 
Darren lo seguì in silenzio, tenendosi più vicino a lui e facendo attenzione a dove mettesse i piedi, per evitare trappole e clamorose cadute, anche se Chris davanti a lui avrebbe potuta azionarla senza di lui. 
Stranamente andò tutto liscio, ma quando sbucarono in un corridoio non avevano idea di dove si trovavano. 
"Ma come fanno a sopportare questi corridoi tutti uguali?" si lamentò Darren, guardandosi attorno spaesato. 
"In effetti con la memoria che hai non mi meraviglierei se dopo sette anni continueresti a vagare senza meta" ribatté Chris con un ghigno. "Hogwarts non fa proprio per te".
"Oh, stai zitto" esclamò scherzoso Darren, superandolo e iniziando a camminare per il corridoio, davvero senza meta.
Attorno a loro si sentiva il ronfare dei personaggi di alcuni quadri, il cigolio di alcune armature, qualche lieve sussurro indistinto in lontananza. Si chiesero come dovesse essere il giorno con la confusione degli studenti e degli incantesimi. Si stavano abituando a quei suoni tranquilli, quando sentirono un tonfo e una parolaccia in italiano dietro l'angolo. Corsero a vedere di cosa si era trattato, ma non c'era nessuno. Ma ad un tratto Chris notò qualcosa che si muoveva davanti a loro. Quando questo qualcosa passò accanto a una finestra, da cui passò un raggio di luna che la illuminò, si resero conto che era una scarpa. 
I due ragazzi si guardarono curiosi e sbalorditi e seguirono la scarpa fino a una porta che aveva sopra un corvo. 
Il proprietario della scarpa bussò e si sentì una voce chiedere: "Chi si spoglia quando inizia a fare freddo?"
Per un po' non si sentì nessuna risposta. Anche i due ragazzi iniziarono a pensare all'indovinello e dopo un po' Chris sussurrò "un albero". Dopo qualche secondo anche la voce della persona invisibile diede la stessa risposta e la porta si aprì. 
La sala comune dei Corvonero era come Chris l'aveva sempre immaginata e l'idea che la sua piccola copia sarebbe stata lì lo rendeva felicissimo. Era così preso da ciò che lo circondava che non si accorse che il piccolo Chris era seduto su una poltrona e che davanti a lui la persona invisibile si era rivelata. 
Non era altri che il piccolo Darren con un mantello dell'invisibilità. 
"E ti pareva se non avevi il mantello dell'invisibilità!" esclamò il Chris adulto,  quasi esasperato. "Tanto per non ingigantire il tuo ego" mormorò. 
"Sono Harry Freakin' Potter. Era ovvio che avessi quel mantello" rispose Darren. "Anche se lo ricordavo più piccolo e arancione" scherzò.
"Ma voglio avere davvero quel mantello" commentò con tono entusiasta.
Chris trattenne una risata e alzò gli occhi al cielo.
"Seriamente, hai idea delle cose che potremmo fare?" continuò.
Chris si voltò verso di lui, mordicchiandosi il labbro inferiore.
"Già... potremmo" iniziò con tono lascivo, poggiando una mano sul suo bicipite, accarezzandolo con movimenti lenti, ma decisi.
"Immagino cosa volessi dire, Darren" mormorò, perdendosi nei suoi occhi che riflettevano le luci del corridoio.
"Mh, davvero? Dimmi cosa avrei detto..stupiscimi" lo sfidò Darren, soffermandosi più del dovuto su Chris che si inumidì le labbra con la punta della lingua.
"Potremmo imboscarci senza sentire le lamentele di Ryan" disse, imitando il suo tono di voce. 
Darren sbatté le palpebre piacevolmente sorpreso, non sapendo cosa dire. 
"Veramente pensavo a qualcosa di diverso, ma mi piace la tua idea" disse, sporgendosi per baciarlo, ma poi sentirono i loro stessi undicenni parlare e si riscossero.

"Avevo voglia di vedere tutte le Sale Comuni!" stava spiegando Darren, rispondendo al piccolo Chris. "Prima di andare a letto ho parlato con i gemelli Weasley, li conoscerai, che mi hanno detto dove si trovano e dove entrare e avendo questo" indicò il mantello dell'invisibilità, arrossendo, "e non riuscendo a dormire ho deciso di provare stasera stessa!" spiegò. "E tu perché sei qui?" aggiunse. 
"Nemmeno io riuscivo a dormire" spiegò il piccolo Chris. "E' tutto così bello!"
"Hai ragione" fu d'accordo Darren. "Perché non vieni con me?" propose allora. 
Gli occhi del Corvonero si illuminarono. 
"Dici che non ci scopriranno?" domandò, però. 
"No, questo ci coprirà per bene!" disse Darren, alzando il mantello. 


"Dovresti controllare di essere coperto tutto però" lo rimproverò ridendo Chris, parlando, però, con il Darren accanto a lui, e non con quello undicenne. 
"Ma se si coprono tutti non potremmo seguirli!" esclamò, invece, Darren, ignorando la frecciatina e, senza lasciare la mano di Chris, che ancora aveva nella sua, cercò di prendere il mantelli dell'invisibilità. 
Ma appena lo toccò i due ragazzi tornarono visibili, anche se sembravano aver perso colore, come se fossero fantasmi. 
"Cos..." 
"Credo che siano ancora invisibili, solo che noi due possiamo vederli..." mormorò Chris. "Forse perché così potremmo seguirli!"
E così fecero. 

Il Grifondoro mostrò al Chris accanto a sé alcuni disegni che i gemelli gli avevano dato per aiutarlo a girare per i corridoi e così girarono per un paio di ore, con i corrispettivi adulti a qualche passo di distanza che commentavano ogni cosa con molto più entusiasmo. I due undicenni stavano vedendo cose nuove, ma i due adulti stavano guardando cose che avevano solo immaginato e sognato diventare realtà e poche cose potevano ricevere lo stesso entusiasmo. 
Poi i due ragazzini decisero che sarebbe stato meglio tornare. 
"Un'ultima cosa" disse allora il piccolo Darren "Alla fine di questo corridoio c'è l'ufficio di Silente" spiegò, controllando i disegni dei gemelli. 
In silenzio si avvicinarono fino ad arrivare al Gargoyle di pietra che i due adulti riconobbero. 
"Chissà com'è lo studio" si chiese il Chris undicenne.
"Pieno di cappelli a punta, sicuramente" rispose Darren e i due ragazzini risero un po', prima di allontanarsi per tornare nelle rispettive sali comuni. 


I due adulti li seguirono fino alla fine del corridoio. 

"Grazie di avermi portato con te in questo giro notturno" stava dicendo Chris. 
"Grazie a te di essere venuto con me" risposte Darren. "Sono felice di averti conosciuto".
"Anche io" ribatté Chris sorridendo.


I due adulti rimasero a vederli scomparire sulle scale. 
"Anche nel nostro vero mondo sono davvero felice di averti conosciuto" mormorò Darren, sorridendo a Chris. 
"Anche io" ripeté quest'ultimo. "Ma ora credo sia arrivato il momento di andare da Silente" aggiunse. 
Tuttavia prima di muoversi si girò verso Darren e lo abbracciò. Darren, colpito alla sprovvista, si tranquillizzò velocemente, ricambiando l'abbraccio. 

"Quanti potranno dire di esseri abbracciati a Hogwarts davanti lo studio di Silente?" scherzò, quando si separarono. 
Chris alzò gli occhi verso il soffitto, ma poi prese di sua spontanea volontà la mano di Darren, tornando davanti al gargoyle. 
Rimasero a guardare la statua attentamente, come se si aspettassero che si muovesse. Fissarono gli occhi di pietra, che ricambiavano, immobili. Alla fine fu Chris a parlare. 
"Hai una lista di dessert, vero? Potremmo rimanere qui tutta la notte". 
"Chris, per favore. E' scontato" disse Darren, mettendo le mani davanti a sé in un'imitazione di Minerva. "Sorbetto al limone" pronunciò con tono soddisfatto, ma il gargoyle non si mosse.
Chris si morse l'interno delle guance per non scoppiare a ridere e lo guardò divertito. "Bé, non funziona direi" osservò, con la stessa tonalità di Hermione Granger.
"Non fare il saputello. Piuttosto, pensiamo ad altri dolci" 

Così iniziarono a elencare tutti i dolci che ricordavano di aver letto tra le pagine di Harry, passando poi a quelle babbane del loro mondo. 
Dissero di tutto, ma il gargoyle non si muoveva.

"E se Silente avesse cambiato menù? Magari è risotto alla zucca?" chiese Darren, facendo ridacchiare Chris. Ma poi il più piccolo ebbe un'illuminazione.
"La zucca! Siamo ad Hogwarts e qui la zucca è l'ingrediente usato per quasi ogni cosa. Pensiamo ai dolci con la zucca" 

"Succo di zucca!"
"Cheescake alla zucca"
"Zuccotto di zucca"
"Torta di zucca"

A quel punto Chris e Darren si guardarono e si sorrisero complici.
"Cupcake di zucca!" dissero in coro e quasi si misero a saltare dalla gioia quando videro che il gargoyle aveva cominciato a muoversi.

 Avevano mangiato insieme i cupcake di zucca durante una pausa delle riprese.
Si stavano ancora conoscendo ed erano finiti in un bar dove avevano letto di questi particolari dolci sul menù. Senza consultarsi avevano finito per prenderli ed ognuno dei due conservava col sapore dolce della zucca, il ricordo di quel pomeriggio passato insieme a conoscersi e a condividere parole con l'altro. 
I due ragazzi si sorrisero complici, ripensando a quella pausa insieme, ma poi Chris distolse lo sguardo, indirizzandolo verso la scala a chiocciola che era apparsa e che continuava a salire. Così fece un passo, salendo su uno scalino e lasciandosi trascinare fino a che la scala si mosse, percorrendo poi gli scalini rimasti. Un'altissima porta si stagliava davanti a lui e aspettò che Darren gli fu accanto per fare qualsiasi cosa.
“Pronto?" chiese.
“Pronto" disse Darren, spingendo e aprendo la porta.

In un primo momento i ragazzi rimasero senza parole. Passavano lo sguardo da una parte all'altra senza riuscirsi a fermare, ma rimasero bloccati sul posto. Poi Darren riuscì a scostarsi e si avvicinò ad alcuni armadietti. Anche Chris si mosse e corse ad osservare i quadri. 
A stento riuscirono a trattenere le urla di entusiasmo mentre osservavano il trespolo di Fanny e l'armadietto del Pensatoio.

"Non fare come Blaine che si eccita non appena vede o sente nominare gli uccelli" scherzò Chris, allungando una mano verso Fanny. Con l'indice sfiorò il suo piumaggio e sorrise quando vide la creatura socchiudere gli occhi e chinare la testa. 

"In questo momento sembri tu quello ad essere eccitato nel vedere un uccello" ribatté Darren, guadagnandosi un'occhiataccia. Ridacchiò e accarezzò anche lui le piume soffici e colorate di Fanny.
Stavano ancora coccolando Fanny, la quale si godeva il contatto con le mani del ragazzi, spingendo la testa verso di loro quando si allontanavano un attimo. Emise un dolce verso che non li fece sussultare, tanto era in armonia con i lievi suoni attorno a loro.
Quello che li fece sobbalzare fu, invece, l'aprirsi di una porta. 
Chris e Darren fecero un passo indietro, mentre Silente appariva davanti a loro in una vestaglia viola con spirali gialle. 
‘Non si può dire che non abbia stile' si ritrovò a pensare Darren.
“Ci scusi signore" disse subito Chris, guardando con ammirazione il preside.
Silente, però, fece come se non avesse sentito. Arrivò davanti a loro, davanti al trespolo di Fanny e iniziò ad accarezzare a sua volta la fenice.

Chris e Darren si guardarono confusi, non riuscendo a capire. Quando erano nella Sala Grande sembrava che il preside li avesse visti, eppure in quel momento non era a conoscenza della loro presenza.
Chris riprovò a chiamarlo, ma lui non rispose, dando un'ultima carezza a Fanny.
Darren e Chris si guardarono di nuovo, mentre il panico li impossessava. Silente era la loro chiave per tornare nel loro mondo, e se non erano in grado di comunicare con lui non sarebbero riusciti a tornare.

Poi il preside alzò lo sguardo come se li stesse guardarlo.
Ma un attimo dopo si spostò di lato, iniziando a camminare avanti e indietro.
“Ah, Fanny..." sospirò. “Non riesco proprio a prendere sonno stanotte. Sai, ogni anno vedo il volto dei nuovi ragazzi che mi fissano con ammirazione" mormorò.
Chris e Darren continuavano a guardarsi tra di loro, osservando poi il preside e tornare ancora a incrociare il loro sguardo.
“Alcune volte penso che non sono giusto nei confronti dei miei studenti" continuò Silente. “Ma capisco che è normale avere dei segreti, che è meglio che non sappiano" sospirò. “Il problema è quando fingo a me stesso. E controllarmi ogni volta con gli altri fa sì che rifiuto ciò che provo e non va bene".
Ora Chris e Darren erano ancora più stupiti. 
Mentre il preside continuava a camminare in silenzio, i due ragazzi erano ancora più in dubbio. Sembrava che, non solo Silente sapeva che erano lì, senza che dovessero esserci, ma stava dicendo cose che interessavano loro direttamente. 
Darren stava per dire qualcosa, quando Silente si fermò. 
Entrambi o ragazzi si voltarono a guardarlo e si resero conto che il preside li stava guardando, spostando lo sguardo da uno all'altro e accennando un sorriso. Dopo spostò lo sguardo sul trespolo di Fanny e ad un tratto una luce improvvisa apparve accanto a Darren e Chris.
Fanny aveva preso fuoco. 
Era uno spettacolo affascinante, ma Darren era troppo vicino e sobbalzò per il calore, finendo addosso a Chris. Entrambi precipitarono, finendo a terrra.
Davvero a terra questa volta.

Chris e Darren sbatterono velocemente le palpebre, mentre voci e rumori si affollavano nelle loro teste. Si guardarono intorno confusi, notando una dozzina di persone messe a cerchio, che li guardavano preoccupati chiedendogli come stessero.

"Che è successo?" chiese Chris, alzandosi da terra e barcollando leggermente. Si poggiò al muro per mantenere l'equilibrio, sollevando appena lo sguardo e fu allora che vide la scritta 'Platform 9 e ¾'

"Siamo di nuovo a King's Cross" sussurrò, mentre Darren si metteva in piedi e lo affiancava. 

I due non sapevano se essere sollevati o no. Non erano andati da Silente per sapere qualcosa su come tornare indietro? Nonostante ciò, erano un po' dispiaciuti. Ma poi venne loro in mente il ricordo di loro undicenni che si conoscevano e che giravano per Hogwarts e un calore si diffuse dentro di loro.
“Tutto bene" si ritrovò a rispondere Darren alla signora che continuava a ripetergli sempre la stessa domanda. 
Poi si voltò verso Chris. 
“Come ti senti?" domandò.
Chris guardò Darren negli occhi, capendo che la domanda non si riferiva alla caduta, ma a tutto quello che sembrava avessero vissuto.

Chris sorrise, una nuova luce brillava nei suoi occhi.
"Strano, frastornato ma bene" rispose e Darren gli sorrise.
"E tu?" 
Darren annuì. "Lo stesso"
"Quindi, ricordiamo entrambi tutto?" domandò Chris, con una punta di nervosismo.
Darren circondò delicatamente il suo polso e si allontanarono dalla folla, rivolgendo degli sguardi riconoscenti alle persone che si erano preoccupate per loro.
Chris mosse leggermente la mano e Darren pensò che si stesse liberando dalla sua presa. Prima ancora che potesse sentire il cuore colargli a picco, Chris intrecciò le loro dita. Darren si lasciò sfuggire un sospiro e sorrise, accarezzandogli il dorso della mano col pollice.

Camminarono un po' in silenzio, superando lo shop di Harry Potter pieno di gente, lasciandosi poco a poco la confusione della stazione alle spalle. Camminarono fino ad arrivare ad una stradina secondaria molto meno affollata.
“Cosa pensi che sia successo?" disse Chris, rompendo il silenzio.
Darren, che stava fissando le loro mani intrecciate, alzò lo sguardo incontrando quello di Chris. Sorrise, mentre ripeteva dentro di sé la domanda. E non sapeva trovare risposta.
“Harry Freakin' Potter è tornato al posto a cui appartiene" scherzò.
Chris rise e la sua dolce risata riscaldò il cuore di Darren, che strinse la mano dell'altro, facendo un passo verso di lui, in modo che i loro visi fossero a pochi centimetri uno dall'altro.
“E non poteva tornare a casa senza una delle persone più importanti per lui".

Chris inspirò profondamente, leccandosi istintivamente le labbra. Darren seguì il movimento della sua lingua e deglutì. 
Si guardò intorno per vedere se e quante persone li circondavano, ma Chris lo anticipò e lo afferrò per i fianchi, spingendoselo contro e unendo le loro labbra in un bacio lento e languido. 
Non durò più di qualche secondo, del resto erano sempre in un luogo pubblico. Darren sfiorò un'ultima volta le sue labbra e poi si tirò indietro, continuando a sorridere. Sembrava impossibile fare il contrario quando Chris Colfer ti sorrideva, ti teneva la mano e ti baciava.

“Dovremmo tornare più spesso a Hogwarts se ti fa quest'effetto" mormorò Darren, godendosi ogni singolo punto di contatto con la pelle di Chris.
“Ma noi siamo sempre a Hogwarts" ribatté Chris, con un tono molto dolce. “E siamo nel Paese nelle Meraviglie, nella Terra delle Storie, siamo ovunque quando siamo insieme".
Darren non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva appena ascoltato.
“Quello che abbiamo visto mi ha fatto pensare..." continuò Chris. “Non importa se era una visione, la realtà, un sogno che in qualche modo abbiamo condiviso. Quello che importa è che mi ha fatto sentire destinato a te".

Darren gli sorrise dolcemente, ma poi sembrò ricordarsi di qualcosa.
"Ci siamo scordati una cosa" esclamò, dirigendosi a passo spedito verso la stazione. Chris lo seguì senza tuttavia capire.
"Cosa?" 
"Il motivo per cui siamo venuti e come siamo finiti ad Hogwarts" rispose Darren, indicando il muro che rappresentava la piattaforma 9 e ¾. 
Una volta arrivati, camminarono di pari passo, afferrando entrambi il manico del carrello.  
"Wow. Niente caduta questa volta" scherzò Chris.

Dietro di loro iniziarono a sentirsi proteste.
“C'è la fila!!!" diceva qualcuno.
“Maleducati, pensate che noi qui siamo ad aspettare perché ci piace" esclamò qualcun altro.
Ma Chris e Darren li ignorarono. Il responsabile che stava lì ad aiutare per le foto cercò di calmare la folla, spiegando che erano stati lì prima e si erano allontanati dopo un piccolo incidente.
Darren, intanto, cercava di spingere il carrello.
“Potremmo tornare a Hogwarts così" disse a denti stretti, mentre spingeva con tutte le sue forze.
Chris lo guardò a metà fra l'esasperato e il divertito. Scosse la testa come a dire 'non cambi mai'. Darren ridacchió mentre si mettevano in posa per scattare la foto. Entrambi erano poggiati al carrello, tenendo una gamba alzata verso dietro come se stessero correndo. Sui loro volti due sorrisi luminosi che oscurarono persino il flash. 
Dopo aver scattato la foto, si diressero nel negozio dove vendevano souvenir di Harry Potter comprando due portachiavi uguali, sorridendo come bambini mentre esploravano il resto del negozio.
Poi uscirono dalla stazione mano nella mano, gettandosi in una nuova avventura, insieme.


Non dimenticarono mai quella giornata. Dopo qualche giorno Chris portò a Darren una copia stampata della foto.
Su di questa aveva fatto stampare alcune parole, che Darren avrebbe sempre portato con sé. 
"Siamo ovunque quando siamo insieme".



  
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