Stupido NB: La storia è di mia fantasia, non intendo rappresentare il carattere veritiero dei personaggi e ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
- Luke ha 23 anni -

adolescente
a·do·le·scèn·te/
aggettivo
1. 
Relativo all'adolescenza. "età a."
- Come s.m. e f., la persona fra la puerizia e l'età adulta. "molti a. amano la musica"
- fig.Giovanile, immaturo. "la sua arte è ancora a."

2.
Origine
Dal lat. adolescens -entis  ‘in via di crescita’, p. pres. di adolescĕre ‘crescere’

 

E’ questo che è Blue, una stupida ragazza in via di crescita.
Ogni adolescente ha il proprio sogno, ma quello della ragazza bionda è davvero particolare, forse per questo motivo non lo sa nessuno.


Luke invece, ha già finito il suo periodo in via di crescita e ora si ritrova con delle responsabilità sulle spalle, una casa da pulire e un’università da frequentare.

Nessuno dei due sa che probabilmente la loro vita sta per cambiare, insomma, nessuno ha una palla di cristallo su cui fare affidamento.


Blue corre sulle strade con il suo skate più o meno ogni giorno, sfreccia fra le persone come se fosse in un videogioco e dovesse completare il livello più in fretta possibile.
Ci tiene a portare con se il suo cappellino che nasconde la ricrescita del biondo tinto e ama il suo fottuto chatuche rosso.
In realtà lei è proprio come appare, svampita, solare e dolce, ma con una marea di segreti che non rivelerà mai a nessuno.

Luke invece si sforza di alzarsi alle otto ogni mattina per completare l’anno all’università di biologia e per continuare a cantare nei locali la sera.

Non abbandona mai il suo labret nero, che ama più i qualsiasi altra cosa, e i suoi Rayban neri, che si ostina a portare anche durante l’inverno.
Luke sembra un ragazzo intelligente, studioso e molto noioso.
Ed è qui che probabilmente le persone si sbagliano.
Ha un’intelligenza che va oltre le lode agli esami, non studia molto e soprattutto non è quel tipo di persona che ti potrebbe annoiare.


«Cazzo!» urla la bionda, dopo essersi ritrovata con la faccia spiaccicata contro l’asfalto e una rotella del suo amatissimo skateboard accanto al naso.
Sospira prima di notare la mano tesa verso di lei «non guardi mai dove corri con quel coso?», alza il viso e scorge il viso di un ragazzo biondo.
Prima di afferrare la sua mano osserva tutti i particolari del suo volto.
Ha le labbra sottili con un piccolo labret su quello inferiore, ha il nasino a punta e gli occhi di un azzurro intenso.
Sembra un porco-cazzo di modello.
«No. Di solito le persone sono più attente di me.» Dice allora, scocciata, e senza accettare l’aiuto che le è stato offerto si alza, esaminando poi la rotella.
«Me l’hai rotta.» mormora notando che purtroppo per lei, questa volta, non si è solo svitata.
«Ops?»
Lo sguardo di Blue sembra voler uccidere il biondo che adesso si trova di fronte a lei.
Ops? Ops cosa, cazzo? E’ rotta, le ce vorranno almeno 20 dollari per sistemarla!
«Adesso mi aggiusti lo skate» dice la ragazza sbattendogli la rotella contro il petto.
«O magari ti offro uno Starbucks» risponde tranquillamente l’altro prendendo la rotella dalla sua mano piccola e sottile.
Sembrano le mani di una pianista, pensa.
«Ci stai provando con me, per caso?»
Il ragazzo ride e scuote leggermente la testa.
In una frazione di secondo Blue sembra aver dimenticato lo skate rovinosamente graffiato e gli sorride, accettando l’invito.
Si china e raccoglie una delle sue ancore di salvezza (ne ha quattro, precisando).
«Però, me lo offri tu, e voglio quello al cioccolato e nocciola, quello gigante.»
Il ragazzo ride ancora notando quanto la ragazza sia effettivamente infantile e in via di crescita.

::

«Beh, allora, restiamo qui seduti a fissare la fontana e a bere questa schifezza oppure pensi che potremmo parlare, tipo di cui non so ancora il nome?»
E questa volta è Blue a ridere leggermente, girando il viso verso il ragazzo seduto al mio fianco.
«Uhm, mi chiamo Luke» sorride il biondo, lasciando una sorta di triste invida nella ragazza.
«Io sono Abbey. Piacere» dice mentendo, perché sì, lei è per tutti Abbey, non Blue. Odia il suo nome.
«Come “Abbey Down”, non è la linea d’abbigliamento di Avril Lavigne?» mormora il ragazzo e Abbey non può proprio far a meno di ridacchiare.
«E’ la mia cantante preferita.»
Sgamata.
«Io amo i Green Day.»


E il pomeriggio è passato così, fra un paio di chiacchiere e un giro al parco.
«Luke. Mi piacerebbe rivederti.» Ha detto piano, mentre si sistemava lo skate sotto al braccio e tastava la tasca degli shorts, accertandosi che ci fosse ancora la rotella.
«Anche a me.» Luke le porge il cellulare e lei velocemente ci scrive il suo numero, facendosi poi uno squillo.

::

Abbey torna a casa verso l’una di notte, dopo aver trafficato con i suoi amici e qualche drink.
Posa lo skate sotto al letto e guarda il cellulare, come se lì dentro si potesse trovare un ulteriore ancora di salvezza, magari, Luke. 
Sembra che non sia ancora cambiato nulla, invece il biondo sa già che quella ragazza sarà la sua condanna, perché lo ha visto nei suoi occhi.
In quegli occhi verdi che sa già che gli nasconderanno troppi segreti.