«Philip Gallagher, Signore.» disse una voce ferma e decisa.
«Vai. Sali sopra.» gli rispose un uomo vestito da abiti militari. Noncurante della presenza del ragazzo, spuntò quel nome sulla sua lista e gli indicò con un gesto della mano le scale dell'autobus.
Una testa rossa vi salì tutta elettrizzata e si sedette affianco a un ragazzo.
Con il sorriso stampato in faccia, si voltò verso di lui e allungò il braccio nella sua direzione. «Ciao, io sono Lip». L’altro in un primo momento lo guardò indiffrente, poi si decise e strinse la sua mano. «Piacere Patrick». Stettero in silenzio per tutto il tragitto; la mente di Ian era affollata da una moltitudine di pensieri. Entrare nell’esercito è sempre stato ciò che desiderava, aveva anticipato –attraverso vari sotterfugi- il suo arruolamento, ma ora era lì per ricominciare. Era lì per potersi dimenticare del South Side, del suo finto padre Frank e quello vero che non conosceva nemmeno la verità, e soprattutto di Mickey Milkovich.
Mickey. Il suo nome gli lasciava una scia d’amaro in bocca, misto al sapore dolce dei suoi baci. Aveva fatto bene a partire?
"Fanculo”, si rispose. Anche lui gli chiese di non sposare quella puttana, ma l’ha fatto. Ora perché doveva dargli ascolto? No. Quella situazione non gli stava bene, Mickey aveva fatto la propria scelta e Ian la sua. Avrebbero potuto andarsene, scappare insieme, se solo quel dannatissimo giorno non avesse pronunciato quel fatilico “Lo voglio”.
 Ma come poteva realmente volere Svetlana? Mickey era gay, e il non volerlo ammettere,  non cambiava di certo la realtà. Mickey era gay e provava qualcosa per Ian.
“Non farlo” gli aveva detto. L’aveva visto piangere. Ma dove era quando era lui a piangere, nella sua stanza buia, affranto dal dolore dalla notizia delle sue nozze? Non sarebbe mai riuscito ad affrontare quella situazione, soprattutto dopo l’arrivo di un bambino. Si sarebbero rivisti dopo quattro anni, sarebbero potute succedere tante cose. Magari avrebbe trovato qualcuno da amare almeno un decimo di quanto amava Mickey, e se lo sarebbe fatto bastare. Trovare un ragazzo non gli risultava tanto difficile, ma era davvero possibile accantonare un sentimento tanto grande quanto quello che provava per Milkovich?
“La vita va avanti” pensò. Chissà come sarebbe stato Mickey dopo quattro anni; l’avrebbe trovato maturato? Magari più alto. Avrebbe messo la testa a posto per suo figlio? E lo avrebbe amato? E si sarebbe ricordato ancora di lui? Avrebbe trovato anche lui qualcuno o sarebbe rimasto per sempre insieme alla puttana russa, scopandosi di nascosto qualche ragazzino?
La sua assenza già pesava sul petto del ragazzo, cercò di non  pensarci e vedere solo il lato positivo di ciò che stava accadendo: si stava arruolando e stava rendendo realtà il suo sogno. Ma a che prezzo? Un pezzo fondamentale dalla sua vita gli era stato staccato bruscamente dal petto da un maiale con una pistola e una mantide religiosa in gonella. Era così che doveva andare. Aveva bisogno di allontanarsi, aveva bisogno di schiarirsi le idee, aveva bisogno del tempo solo per sé stesso.
Quattro anni.
Passeranno in fretta.
Aspettami Mickey.

 

Note dell'autrice: Ciao a tutt*, non so perchè sto pubblicando questa flash, è stata scritta nel raggio di dieci minuti, così d'impulso, quindi non penso sarà di grande spessore, però ci tenevo a scriverla. Penso che nella serie sia stata data poca importanza ad Ian e Mickey dopo che il giovane Gallagher è partito, cosa che non va affatto bene a chi adora i Gallavich. Spero che vi piaccia quanto ho scritto, il prossimo capitolo vedrà protagonista anche Mickey. Accetto consigli e critiche e sarei molto felice se mi lasciaste una piccola recensione per sapere cosa ne pensiate CwC
A proposito: per chiunque volesse seguirmi su facebook, ho da poco creato una pagina : https://www.facebook.com/pages/BlackMoon-EFP/964754636870218?fref=ts
Si chiama BlackMoon, dovrebbe essere il mio nuovo nome se me lo accettano x.x e spero davvero che lo facciano, altrimenti ho da rifare foto profilo e copertina D: