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Autore: Larouge88    24/03/2015    1 recensioni
"Ero un ragazzo di soli quattordici anni che amava tutto quello che lo circondava.
Non avevo mai avuto, problemi.
Sapete? Quelli che la gente chiama 'bullismo', 'insulti', 'coltellate' alle spalle.
Nessuno aveva mai parlato male di me, ed ero un ragazzo molto vivace ed energico che però non dava peso
alle parole, e pretendeva di erigersi a paladino della giustizia. Oh, quanto sbagliavo. Si, stavo davvero
sbagliando tutto. "
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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~Come vuoi morire, stanotte?~

Ero un ragazzo di soli quattordici anni che amava tutto quello che lo circondava.
Non avevo mai avuto, problemi.
Sapete? Quelli che la gente chiama 'bullismo', 'insulti', 'coltellate' alle spalle.
Nessuno aveva mai parlato male di me, ed ero un ragazzo molto vivace ed energico che però non dava peso
alle parole, e pretendeva di erigersi a paladino della giustizia. Oh, quanto sbagliavo. Si, stavo davvero
sbagliando tutto.
Avevo un bellisimo rapporto con la mia classe e con la società, non ero grasso, nè troppo basso, insomma ero un ragazzo felice,
con un'infanzia felice.
Decisamente felice e troppo 'strana'.
I primi problemi, arrivarono quando mi trasferii e mia madre -oh la mia dolcissima madre, davvero deliziosa- mi diceva che tutto sarebbe andato bene, qualunque cosa fosse successa.
Nonostante l'addio doloroso ai miei compagni e alle persone che bene o male conoscevo cercai di convincermi che sarebbe andato tutto bene, o almeno ci speravo!
I primi mesi furono terribili.
Inizia ad essere visto come 'il ragazzo che faceva casino per un nulla', 'quello strano', 'quello....NOVELLINO'.
Quella parola mi dava tanto, tanto fastidio. Si, NOVELLINO.
Iniziai a sviluppare un certo disgusto iniziale, e cercai di ignorare la cosa, ma non è bello essere etichettati, né presi in giro per il carattere.
Non volevo andare a scuola, e passò una settimana.
Mi fingevo malato ed ero abbastanza agitato e nervoso.
Iniziavo anche ad essere cattivo con mia madre e mia sorella, e loro, poverine cercavano solo di farmi vedere dove sbagliavo.
Oh, si. Poverine loro, poverine davvero.
Un vicino di casa -gentile, davvero gentile. Non l'ho mai ringraziato abbastanza per quello che ha fatto, credo che avrei dovuto far di più.- mi portò con mia grande sorpresa un computer!
Mi disse con voce piuttosto calma e rilassata
"Figliuolo, forse dovresti svagarti un po'. Torna a scuola, riprendi la tua vita serenamente, e lascia che la gente parli, non sanno quello che dicono".
Aveva dannatamente ragione. Aveva fottutamente ragione!
E io che mi disperavo tanto!
Tornai alla mia vita, e nel mentre mi svagavo giocando al pc, fin quando, mia madre non decise di mettere Internet.
Che cosa magnifica!Cosa fantastica a mio modesto parere.
Quella fantastica donna che era mia madre, era riuscita davvero a capire cosa volevo, cosa desideravo in internet, degli amici e delle persone che ci tenevano a me.
Non passò molto tempo, e riuscii a farmi degli amici virtuali e in poco tempo legammo davvero incredibilmente.
Anche attraverso lo schermo, riuscivamo a capirci davvero bene!
Tra tutti, un mio contatto  -ogni sera compariva nel canale di chat che frequentavo- che si faceva chiamare 'Cass'.
Non so per quale motivo, ma era quello che riusciva a capirmi di più.
Oh, sapeva tutto di me, e io tutto di lui.
Aveva fatto il soldato, e aveva avuto molte medaglie, ero in un certo senso molto fiero del mio amico, anche se non ci eravamo mai visti dal vivo, sentivo che lui era speciale.
Condivideva con me, alcuni suoi pensieri, che erano davvero contorti alle volte, quasi utopistici.
La cosa sorprendente è che nonostante tutto fosse solo scritto, riuscivo a percepire l'enfasi con la quale, Cass, scriveva il tutto.
"Le persone di oggi, sono davvero INSENSIBILI. PRONTE AD UCCIDERE, ad UMILIARE, A STRAPPARE i SOGNI dai cuori e dalle ANIME DELLE PERSONE, certi soggetti andrebbero dimenticati e sterminati, dico sul serio." questo fu uno dei suoi discorsi che più mi colpii, e la cosa strana, era che trovato tutto quello inquietante, ma nello stesso tempo, credevo che forse avesse ragione visto che mi aveva confidato che i suoi compagni di camerata, lo trattavano come una bestia.
Cass, aveva una stranissima influenza, su di me e anche sugli altri.
Alle volte, lui sapeva come metter fine ai litigi in chat globale, pensavo fosse un admin o un moderatore, perché, diavolo se ci sapeva fare, ci sapeva fare davvero!
Ma era solamente un utente, e la calma e la superiorità e il tono solenne con cui dava le risposte, sembravano 'fuori dal normale'...Come dire...'Ultraterrene'.
Passarono settimane e la cosa buffa è che stava diventando un 'rituale'.
Si, sembrava una specie di rituale quello che ogni sera facevo.
Accedevo alla chat per vedere se Cass era online per far quattro chiacchiere con lui, per confidarmi, e ovviamente ricevere i suoi preziosi consigli.
Non c'era quella sera, però, vidi che mi aveva mandato un messaggio.
Nel messaggio c'era un link, e un'avvertimento dello stesso Cass, il quale mi spiegava che se volevo avere anche io un po' di 'pace' nella mia vita, e zittire la gente solo con lo sguardo o a parole, potevo imparare cliccando su quel link.
Incuriosito, cliccai.
Credevo fosse un sito di psicologia, o uno di quei siti che ti propongono di fare dei test e ti danno delle dritte.
Invece NO.
Si trattava di un sito di Esoterismo e paranormale.
La grafica del sito era molto semplice:
Sfondo nero e un pentacolo rosso, che, si ripeteva in alto e in basso.
Insomma, sembrava un sito di quelli stupidi e fatti con i piedi che neanche uno stupido al tempo di altervista e simili avrebbe gradito visitare.
Il testo era illegibile e dovetti fare copia e incolla sul blocco note per leggere tutto per bene.
Era, una specie di rito, da quanto vidi, e pure innocuo.
Pensai che doveva essere uno scherzo, certo!Le persone fanno sempre scherzi, e Cass forse voleva vedere la mia reazione, forse mi stava mettendo alla prova, e quello era un test.
Mi fermai.
Perché Cass, doveva mettermi alla prova? Avrebbe potuto farlo molto prima di dirmi tutte quelle cose su di lui, sul suo conto.
Non capivo. Ero preoccupato.
Con chi avevo parlato? A chi avevo confidato le mie paure, i miei pensieri, le mie vicende?
Tremai appena e un brivido mi percorse la schiena.
Perché ero preoccupato?
Perché quello strano link?
Certo, non avrei mai fatto un rito o qualcosa del genere, ma non capivo cosa volesse dire tutto quello.
Mi misi a leggere di nuovo il link copiato sul blocconote del pc.
Era un rito per avere gli occhi blu elettrico, un colore ovviamente inusuale.
Era un rito stupido.
Bisognava solamente bere un po' di succo di limone con una goccia del proprio sangue e dire una frase a mezzanotte davanti allo specchio.
Risi di gusto, oh, si.
Risi davvero di gusto a quel gesto che avrei di li a poco commesso.
Avete presente, quella....voglia! Si quella voglia stupida che ti assale.
Quella vocina interna che ti dice 'Suvvia, è solo una stupidaggine, non funzionerà MAI!' e l'idea mi sfiorò e restò nella mia testa.
Era quasi la mezza, e io decisi ovviamente di provare.
Sono solo stupide storielle, ma potrò dire a Cass che ci ho provato! -mi ripetevo fiero e un po' strano di quello che stavo per fare.-
Lo feci.
Una volta pronto, mi misi davanti allo specchio di camera mia e attesi la mezzanotte.
Non appena scoccò la fatidica ora, ecco che bevvi l'intruglio, e dissi la formula per il rituale.
Aveva un sapore davvero metallico quella roba, ma la bevvi tutta comunque.
Non successe praticamente nulla, solo un brivido mi percorse la schiena, ma sicuramente era soggezione.
Mi parve però che il mio riflesso allo specchio, sorrise, ma non ne ero sicuro.
Lasciai perdere e chiusi tutto, andando a dormire, ridacchiando per la cazzata che avevo fatto.
L'indomani mi svegliai un po' turbato dimenticandomi anche di quello che era accaduto ieri, anche perché, la mia
notte era stata turbata da incubi sgradevoli.
Un uomo dai capelli neri e gli occhi blu elettrico che...! Oh....!Non riesco neanche a dire cosa non faceva....!
Alle volte sembrava che io fossi lui, alle volte lo vedevo, lo fissavo negli occhi e rideva, rideva, rideva.
Provavo un certo terrore, disgusto e panico nel dare colpi.
Un colpo, due colpi, tre colpi.
Persone, persone che venivano uccise da lui, o forse da me, non riuscivo a comprendere appieno.
Ma erano solo....Incubi giusto?
Giusto.
Dovevano essere solo incubi.
La mattinata passò in fretta.
Tornai a casa un po' rassegnato per quegli incubi, quando...sobbalzai.
Riflesso, nello specchio del mio bagno, c'ero...io.
Capelli castani, spettinati e di media lunghezza.
Occhi, blu elettrico.
Indietreggiai ma non ebbi la forza di urlare o cosa.
Quel rito, aveva funzionato sul serio?!
Scossi il capo incredulo e mi fiondai ad accendere il computer per cercare di nuovo il sito.
Nei messaggi che mi aveva inviato Cass, non c'era traccia e il sito non sembrava esistere.
Chiesi allora a mia madre, che, quasi sconvolta dalla mia espressione mi rassicurò che io avevo sempre avuto gli occhi di quel colore.
Attonito e confuso non seppi cosa dire.
Attesi la sera e ne parlai con Cass, ovviamente lui mi disse che non  mi aveva inviato nulla, e io mi chiesi come fosse possibile.
Non mi ero inventato tutto, assolutamente, dovete credermi. Io avevo...Bevuto il mio sangue, avuto quegli incubi, e soprattutto da piccolo avevo gli occhi...
Non riuscii a crederci.
Quando cercai di provare a me stesso che avevo ragione, e che era stato il rito a cambiarmi il colore degli occhi, restai perplesso e sgomento.
Fotografie sfocate. No, non è come sembra, davvero.
Le foto erano perfette, ma...erano i miei occhi ad essere sfocati, come se qualcuno avesse manomesso le fotografie, ma era impossibile.
Erano tutte foto scattate da una macchina fotografica con rullino, e i negativi avrebbero sicuramente parlato chiaro, se non fosse che non li avevo più, persi, durante il trasloco.
Avevo paura, non capivo. Ero forse stato maledetto? E da chi? Perché?!
Tremavo e restavo fermo sul letto in camera mia con l'album fotografico tra le mani, e la fioca luce dell'abatjour a farmi compagnia.
Decisi che dovevo fare un tentativo.
Scannerizzai la mia foto, e la mandai a delle persone fidate in chat, volevo verificare.
La cosa strana, è che tutti mi dicevano che avevo dei bellisimi occhi che riuscivano a mettere serenità nelle persone che vi guardavano dentro.
La mandai a Cass, e lui, fu l'unico che mi disse che la foto aveva qualche problema, ma nonostante tutto, riusciva a vedere bene i miei occhi, per dirmi che erano blu, come i suoi.
Restai confuso. Non avevo mai visto una foto di Cass, così chiesi di poter aver una sua foto.
Non appena mi mandò il file e io lo visionai, mi resi conto che quella foto che Cass mi aveva mandato, era davvero strana.
Barba incolta, capelli lunghi, molto lunghi e due occhi penetranti e severi, blu elettrico.
La cosa che mi scioccò, era che Cass, era l'uomo che avevo sognato.
Non ne feci parola con lui, ma questo 'segno', mi mise inquietudine addosso.
Mi dissi che dovevo dormire, non dovevo pensare.
Stessa cosa che mi disse Cass prima che andasse via dalla chat.
Dormi, dormi, dormi.
Mi dissi nella mia mente per cercare di calmarmi, e così feci.
Mi addormentai, e sognai.
Incubi, persone, facce conosciute, sconosciuti, bambini, vecchi, adulti, AMICI! Di nuovo sognai quell'uomo che ormai
collegavo a Cass, che uccideva, strangolava e faceva strage di tante persone, anche molte che conoscevo!
Non riuscii a svegliarmi subito e preso dal panico, iniziai ad addentare il mio braccio.
Sentii dolore, molto dolore, e mi fermai subito.
Non capii come mai, ma stava succedendo qualcosa di strano, anche se erano solo incubi, o almeno credevo!
Entrò mia madre nella stanza dove avevo già fatto piazza pulita di tutte quelle persone.
I miei vestiti erano sporchi di sangue, così come le mie mani, e i miei capelli.
Lunghi, folti, lisci, e taglienti come rasoi, capelli neri.
Restai paralizzato da tutto quello.
Iniziai a ridere, ridere di gusto e preso da non so quale spasmo o follia incontrollabile mi lanciai verso mia madre e le morsi il collo.
Dolce, il suo sangue era dolce.
Era come un nettare che mi dava l'ebbrezza.
Non riuscivo a capire.
Dentro di me, gridavo, mi dicevo MOSTRO, SMETTILA, è TUA MADRE, ma quello che potevo fare era solo quello di succhiare il suo sangue.
Non potevo credere VERA una cosa simile, non potevo concepire che una simile cosa fosse accaduta veramente.
Mi svegliai.
Ero per terra.
L'ultima cosa che ricordo, era quella visione.
Tutti, appesi come salami in una stanza bianca, e il mio riflesso in quello specchio.
No. Non ero davvero più io.
Come sapevo che non ero più io?
Semplice, da quella frase che uscì, secca, gelida e fluente dalle mie labbra.
-Come vuoi morire, stanotte?-


   
 
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