Red Light

Il semaforo diventa rosso.
Mi fermo sul ciglio della strada, osservo come le macchine si accalcano, come l'aria si addensa tutto d'un tratto.
La testa diventa pesante e ogni neurone, uno alla volta, si spegne lasciando posto al buio ed improvvisamente, tutto sembra che sia più leggero.
Chiudo gli occhi e il rumore assordante dei clacson si confonde con il vociare delle persone in sottofondo; quel che mi è intorno scompare.

E' estate. Fa caldo.
L'afa è accompagnata dall'umidità e io indosso la mia giacca leggera. Mi piace, mi protegge da quest'umidità che si insinua nelle ossa, che ti fa star male da dentro e ti fa ammalare poco a poco.
Ho questo raffreddore da giorni, penso sia allergia ma non accenna a passare. Mi piace, mi fa sentire malato per davvero.
Ogni tanto mi chiedo se non sia meglio il dolore fisico che quello psicologico o sentimentale, però non sono quel tipo di persona che si fa del male da solo, non sono cosi masochista. O almeno lo credevo.

Qualcuno mi spinge, mi ritrovo quasi in mezzo alla strada.
Resto fermo, non mi giro neanche per vedere chi mi ha colpito e faccio un passo indietro per tornare sul marciapiede.
Sento uno strano dolore al petto, porto una mano all'altezza dello stomaco; niente.
Non riesco a capire l'origine del dolore, eppure non ho mangiato nulla di strano prima di uscire.

Guardo davanti a me; le persone sembrano tutte uguali, vanno di fretta e non si fermano mai, non si fermano un attimo a guardare con più attenzione, il loro sguardo è spento.
Anche io sono come loro? Il mio sguardo è spento? In questo momento vorrei guardarmi allo specchio.
Riesco a beccare il vetro di una macchina e mi ci specchio dentro; la mia immagine è distorta, il riflesso che vedo non posso essere io.
Chi è quello? Non è Minho. Io non lo conosco. Non mi piace.
Non sono io; siamo diversi... vero?
Lui è quello che sono diventato, quello che l'umidità ha corroso dall'interno, quello con gli occhi spenti, quello con il cuore a pezzi.

Mi sento come bloccato in un tempo che non è il mio e sto urlando, perchè qui non voglio più starci.
Sto chiedendo a gran voce di voler essere salvato, ma nessuno mi sente, tu non mi senti e non vuoi sentirmi.
Mi accascio a terra; le persone che prima mi ignoravano mi guardano in malo modo, pensano io sia pazzo per sedermi sul ciglio della strada, a qualche centimetro dalle macchine che corrono e non si fermano.

Il semaforo ora è verde.
Io sono ancora seduto e guardo davanti a me; il nulla, è tutto buio.

<< Ti salverò io. >>

Sbatto le palpebre, mi guardo intorno.
Chi ha parlato? Dove sei?
Dall'altro lato della strada scorgo degli occhi che sono i tuoi, ma non lo sono davvero. E' possibile?
I tuoi occhi brillano, si vedono in mezzo agli altri perchè gli altri sono tutti spenti ma tu no, tu sei uno spiraglio di luce in questo mio mondo opaco.
Il tuo sorriso splende, è cosi caldo, mi sta riscaldando l'anima.

Ti stai avvicinando, piano piano, e ti fai spazio tra la folla come se niente fosse, come se gli altri sapessero che tu sei diverso, tu hai lo sguardo acceso.
Ti fermi davanti a me e mi porgi la mano.

<< Il semaforo è rosso. >>

Io prendo la tua mano e mi alzo.
Credo di star ridendo perchè tu stai facendo lo stesso.

Tu puoi rendermi diverso da quel che sono diventato, puoi allontanarmi da questa vita fatta di semafori e di persone dallo sguardo spento, perciò fallo.
Salvami da me stesso.





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Flames' corner:
Salve.
E' la prima volta che scrivo qualcosa di introspettivo o quanto meno di 'profondo' e non ho la minima idea di come sia uscita fuori.
Il protagonista è Minho, ed è indiscusso (lol), mentre l'altra persona non ha un volto specifico, perciò potete immaginare che sia chiunque vogliate.. anche io l'ho fatto. x)
A presto!