Fanfic su artisti musicali > VIXX
Ricorda la storia  |      
Autore: giorgtaker    24/03/2015    1 recensioni
Wonshik è costretto in un letto di ospedale. I suoi cinque amici e la sua ragazza Dosoo lo accompagneranno per tutto il soggiorno nella struttura, con alti e bassi, nella speranza che si rimetta a che possa tornare a vivere una vita normale.
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ravi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non era la prima volta che Wonshik si ritrovava in un letto d’ospedale con le flebo attaccate ad un braccio. Era da almeno un anno che il moro entrava e usciva dall’ospedale. La malattia l’aveva colpito come un fulmine a ciel sereno e lui non era riuscito a riprendersi. In quel momento si ritrovava come al solito nel dormiveglia, con gli occhi chiusi, godendo di quel momento di tranquillità.
Non voleva vedere la sua ragazza, Dosoo, con gli occhi arrossati, non voleva vederla soffrire. Non voleva neanche vedere i ragazzi, e sicuramente avrebbe incontrato l’espressione contrita del povero Sanghyuk, il più piccolo del gruppo, disperato da settimane ormai.
Il ragazzo sentì delle voci scherzare. Aprì con riluttanza le palpebre e si trovò davanti la scena più bella che quell’ultima settimana gli avesse regalato: Hakyeon, il più grande dei suoi amici, sempre con quei capelli rossi che gli coprivano la fronte e la sua pelle di tonalità più scura del normale, rideva di gusto mentre Taekwoon, un ragazzo alto e posato, con dei capelli color cioccolato tinti di fresco, rimaneva basito a sentire quello che Dosoo gli diceva. Il caffè del tenero ragazzo con gli occhi da gatto stava per cadere, ma Wonshik per evitare il disastro gli disse con voce roca “Hyung, il caffè” facendo girare i tre ragazzi. La sua ragazza gli si avvicinò con un sorriso amorevole sulle labbra e lo baciò dolcemente su una guancia “Ben svegliato dormiglione. Dormito bene?”
“Meglio del solito. A te com’è andata al lavoro?” ricambiò il sorriso mentre si sistemava per mettersi seduto. Incredibilmente l’operazione non gli dava troppi dolori, per cui ci mise meno del previsto.
“Bene! Sai, adesso che Jaehwan lavora con noi le cose sono migliorate! Lui si occupa dei clienti più scorbutici, così almeno li calma e poi ce ne possiamo occupare noi con tranquillità. Quel ragazzo è una forza della natura, ogni volta ci stupisce” Nonostante fossero anni che la ragazza conosceva Jaehwan, il più dolce degli amici del suo ragazzo, perennemente con un sorriso adorabile stampato in faccia, da quando quest’ultimo aveva cominciato a lavorare con lei mostrava nuovi lati della sua personalità che Dosoo non conosceva. Wonshik rise. Gli faceva piacere che loro due andassero così d’accordo.
“Wonshikkie, ti senti meglio?” chiese Hakyeon con un mezzo sorriso. Il più grande era sempre stato come una mamma per lui, preoccupandosi della sua salute e aiutandolo nei momenti più difficili. Anche in quel periodo non era da meno “Sto meglio, almeno adesso che hanno cambiato i farmaci. I movimenti non mi risultano così difficili come prima. Sono sicuro che questa sia la volta buona” il più grande annuì serio. Quella era la speranza di tutti.
Wonshik diete un’occhiata più approfondita a Dosoo che gli si era seduta accanto e gli teneva la mano. La ragazza aveva i suoi capelli neri lisci legati da un fermaglio che le prendeva solo i capelli davanti e lasciava liberi quelli dietro, che le arrivavano oltre metà della schiena. I suoi occhi neri un po’ meno a mandorla, tanto che spesso le chiedevano se non fosse taiwanese, avevano un filo di eyeliner e le ciglia avevano il mascara. Le labbra erano sottili e rosee, con un po’ di burro di cacao sopra per evitare che si seccassero. Come al solito, Dosoo faceva respirare la pelle non mettendosi fard o cipria, così aveva un effetto molto naturale. La ragazza portava i suoi adorati jeans stretti, con gli anfibi neri di pelle, una maglietta a righe bianche e rosse sotto ad un cardigan blu-grigio. Wonshik stravedeva per lei vestita in quel modo così semplice, soprattutto dopo aver frequentato per anni ragazze che erano l’esatto opposto.
Taekwoon notò che Wonshik era imbambolato a fissare la sua ragazza, cosa che non succedeva raramente, così attirò la sua attenzione facendo qualche colpo di tosse “Se hai finito di consumarla solo guardandola, mi potresti rispondere alla domanda che ti ho fatto?” disse con la sua voce sottile.
“Quale scusami? Non ti stavo ascoltando” il ragazzo arrossì rendendosi conto di quello che era successo.
Taekwoon sospirò “Puoi uscire in carrozzina? Ti facciamo fare un giro fuori, prendi un po’ d’aria fresca e ti riportiamo dentro. Dobbiamo sentire i medici cosa dicono?”
“Credo di sì hyung. Io non ne ho idea”
Senza pensarci due volte Hakyeon e Taekwoon uscirono dalla stanza lasciando sola la coppia. La prima cosa che Wonshik fece fu sporgersi verso Dosoo e darle un leggero bacio sulle labbra. Non si voleva allontanare da lei, così appoggiò la fronte su quella della sua ragazza e chiuse gli occhi. Rimasero così, senza parlarsi, senza spostarsi, per un tempo che sembrò infinito. Dopo un po’ il ragazzo riuscì a parlare “Mi è mancato starti così vicino. Erano giorni che lo volevo fare. Mi manchi tantissimo” trattenne le lacrime. Non voleva mostrare questo lato di sé neanche a lei nonostante lo avesse visto altre volte. Dosoo lo abbracciò stando attenta alle flebo “Anche a me manchi. Vorrei che tu potessi tornare a casa, vorrei tornare alla vita di prima” le scivolò una lacrima giù per una guancia. Wonshik la levò con la mano e sorrise alla ragazza che aveva davanti.
“Mi dispiace, sono un disastro. Avevo promesso che non ti avrei fatto male come quell’altro stronzo del tuo ex” nelle sue parole era presente una punta di amarezza. Dosoo scosse la testa energicamente “Tu non mi hai mai fatto male, anzi mi sei sempre stato accanto. La tua situazione adesso è passeggera, vedrai che tra un po’ si risistema tutto e torneremo a casa insieme!” il ragazzo sorrise. Non una volta lei aveva smesso di tirarlo su di morale. Ormai i due stavano insieme da quattro anni, tra altri e bassi, ed avevano un rapporto che Hongbin, il più bello del gruppo, definiva “perfetto nella sua imperfezione”.
A turbare quel momento di intimità fu il dolce Jaehwan che entrò nella stanza quasi urlando un “BuongiornoBuongiornoBuongiorno dormiglione!”. Il sorriso del ragazzo illuminò la stanza come al solito. Dietro di lui erano presenti gli altri quattro. Hakyeon spingeva una carrozzina sorridente “Abbiamo sentito i medici, puoi uscire. Faremo un giretto fuori, ci hanno concesso una mezz’oretta, non di più o potrebbe farti male qualcosa”. Anche solo quei trenta minuti fuori da quella stanza erano oro per il giovane Wonshik. Erano settimane che non usciva e cominciava a non poterne più.
Gli fecero indossare le ciabatte e lo aiutarono a mettersi seduto sulla carrozzella. Quando furono fuori il ragazzo fece un respiro profondo, inspirando bene dalle narici. Era primavera, la sua stagione preferita, e riuscire a sentire il profumo dei fiori del giardino dell’ospedale per lui era gioia pura.
In quella mezz’ora i ragazzi fecero a turno per portarlo, ma lasciarono gli ultimi dieci minuti solo per Dosoo. Li lasciarono da soli, andandosi a fare una passeggiata, ma li tenevano sempre sott’occhio per qualsiasi evenienza. Lei e Wonshik parlarono in quel piccolo spazio di tempo di progetti futuri e di cose che volevano fare.
“Vorrei portarti all’estero!” esclamò Dosoo
“Allora spero che finisca più presto del previsto la mia convalescenza! Dove vorresti portarmi?”
“In Europa. Ho sentito che c’è la paella in Spagna, assaggeremo vera pasta italiana, andremo in Francia a mangiare lumache e poi berremo birra tedesca. Ti piace l’idea?” la ragazza era eccitatissima, e questa gioia la trasmise a Wonshik che le sorrise amorevole “Faremo tutto quello che vuoi tesoro, m devi tener conto che non siamo ricchi, non possiamo mica girarci un continente!”
“Troveremo il modo. Io ti voglio veramente portare a vedere il mondo oppa, te lo meriti” sospirò.
“Grazie amore, l’unica cosa che non mi meriterei è una ragazza così bella che mi sostiene sempre” il ragazzo si sporse un po’ per raggiungere le labbra di Dosoo. La baciò dolcemente e lei ricambiò con passione.
Finito quel tempo limitato, tornarono dagli altri e tutti insieme riaccompagnarono Wonshik in stanza.
 
Passarono un paio di settimane e la terapia sembrava funzionare. Wonshik non sentiva più così tanti dolori come prima, riusciva a muoversi autonomamente e non aveva più bisogno di un sostegno per camminare. I dottori ne erano felici e i ragazzi speravano che il loro amico potesse uscire al più presto.
Tutte le speranze vennero brutalmente distrutte una notte.
Era notte fonda e Wonshik stava dormendo. Era da solo nella stanza. Dato che le sue condizioni erano migliorate aveva deciso di comune accordo con i ragazzi che non serviva più rimanere in camera con lui la notte. Erano tutti sicuri che nulla sarebbe successo.
Invece quella notte Wonshik si svegliò di soprassalto. Era tutto sudato per colpa di un orrendo incubo che vedeva come protagonista Dosoo che veniva investita da un’automobile. Il ragazzo si era addormentato tenendola per mano, ma non la trovò accanto a sé. Si alzò e la cercò in bagno. Non era neanche lì. Cominciò a sentire il panico che gli saliva. Voleva uscire dalla stanza, anche se gli era severamente proibito, e cercare la sua ragazza, ma il laccio della flebo non glielo permetteva. Si strappò con violenza l’ago dal braccio e uscì in corridoio.
Inizialmente non fece nessun suono per non svegliare nessuno, ma dopo pochi minuti cominciò ad urlare il nome di Dosoo per i corridoi dell’ospedale mentre affrettava il passo. Quest’enorme sforzo gli procurò una stanchezza così grande che cominciò a vedere il corridoio che si deformava: si allungava, si ristringeva, ruotava su se stesso… cominciò a sentire qualcuno che lo chiamava dentro all’orecchio, così si raggomitolò su se stesso, mise la testa tra le gambe, le mani premute contro le orecchie e cominciò ad urlare con forza “Lasciatemi stare! Devo trovarla, le è successo qualcosa!”.
I dottori arrivarono dopo pochi secondi, e dovettero lottare non poco per riuscire a portarlo in camera e a farlo stare fermo. Lo bloccarono a letto con dei lacci, era l’unico modo per non farlo fuggire. Notarono che lì dove prima sul braccio era infilata la flebo, adesso c’era solo un taglio da cui usciva molto sangue. Senza rendersene conto Wonshik si era fatto male, così male che gli dovettero mettere due punti e dovettero mettergli l’ago in un altro punto.
Quella notte arrivarono dopo un’ora i suoi amici e Dosoo. Quando il ragazzo la vide scoppiò in lacrime “Dov’eri? Ti ho cercata ovunque, mi avevi detto che saresti rimasta con me!” cominciò a urlarle contro, non riusciva più a fermarsi. La ragazza continuava a scusarsi. Tratteneva le lacrime, sapeva che il ragazzo che parlava non era lo stesso ragazzo che lei amava, aveva già passato questa fase dell’effetto collaterale dei farmaci molte volte, non era una novità.
Sanghyuk la prese delicatamente per un braccio e la portò fuori dalla stanza. Hongbin e Jaehwan li seguirono. Per far calmare Wonshik in quello stato servivano solo Hakyeon e Taekwoon. Il ragazzo avrebbe ascoltato solo loro.
I due si guardarono e sospirarono mentre l’altro continuava a dire cose molto brutte “Hai finito?” chiese scocciato Taekwoon.
“No, ne ho per mesi” rispose acido Wonshik.
“Ti rendi conto che l’hai ferita?” questa volta era il più grande che parlava
“Non l’ho ferita, le ho detto la verità”
“Wonshik, dentro di te sai che quella non è la verità”
Un momento di silenzio, poi Taekwoon prese parola “Lei ti ama. Hanno chiamato prima lei di noi cinque e dovevi vedere come stava in macchina. Non parlava, non riusciva a guidare. Tremava tanto che Hongbin la voleva far rimanere a casa al caldo. Per lei tu sei tutto, non ti lascerebbe mai. So che sono pensate, ma…”
Il moro lo interruppe “No, hai ragione. Ma lei prima non era qui, capisci? Ho fatto un incubo e lei non era qui ad abbracciarmi. Mi sono sentito così solo…” scoppiò in lacrime. Non riusciva a fermarsi. “Io la amo così tanto che ho paura di perderla hyung! Ho paura”
Il rosso gli si avvicinò e gli mise una mano su una spalla “Raccontaci di quest’incubo”
 
Mentre Hakyeon e Taekwoon placavano l’ira di Wonshik, il resto dei ragazzi tranquillizzavano Dosoo. Sanghyuk le strappò un sorriso, Hongbin l’abbracciò e Jaehwan cantò per lei. Tutti e tre assieme riuscirono a farle pesare di meno le dure parole del moro. Dopo un po’ Hakyeon e Taekwoon uscirono dalla stanza “Ti vuole parlare” disse pacato il più alto
“Ci saremo noi dietro di te, tranquilla. Inoltre è tranquillo adesso, non ti dirà nulla di orribile” la rassicurò il rosso. Lei li ringraziò ed entrò nella stanza. Trovò Wonshik abbandonato sullo schienale del letto che guardava il muro di fronte a lui. Dosoo sedette sulla sedia accanto al letto e gli prese una mano. Lui si girò. Quando la vide la prima cosa che disse fu “Scusami.” con la sua voce bassa e gli occhi lucidi.
Lei scosse la testa “Fa nulla, ci siamo già passati per questa fase, ricordi?” sorrise. Per lui era difficile dimenticarlo. I dolori atroci la notte, le urla, la paura di addormentarsi e la rabbia che non diminuiva mai. Aveva passato un mese così e durante quel periodo aveva detto cose che neanche pensava. Aveva allontanato tutti, specialmente la sua ragazza. Non voleva che lo vedessero ridotto in uno stato così penoso, per cui Dosoo entrava nella sua stanza mentre lui dormiva. Gli parlava e cantava. Per i cinque amici era uno strazio vedere quella situazione, ma per fortuna era solo un momento passeggero, poi dopo Wonshik si era scusato per mesi per il suo comportamento.
Al solo ricordo rabbrividì “Spero che questa volta non dura tanto, o sul serio non ti vedrei più”
Dosoo disse seria “Io starei comunque al tuo fianco, farei come ho fatto l’altra volta. Non posso stare senza di te, lo sai” passarono la notte così, parlando. Anche gli altri ragazzi entrarono nella stanza dopo un po’. Nessuno prese sonno finché non arrivò l’alba.
 
Da quella notte le condizioni di Wonshik non migliorarono, anzi peggiorarono. Cominciò a non alzarsi più, neanche se aiutato, gli incubi si fecero più frequenti e il suo corpo non reagiva più alla cura. Dopo pochi giorni i medici presero Hakyeon in disparte e gli dissero che sfortunatamente non c’era più nulla da fare. La malattia era ad un livello troppo avanzato e che la cura che poteva salvarlo non stava funzionando. Per la prima volta il rosso rimase senza parole. Non riusciva a capire, la cura fino a pochi giorni prima funzionava, perché adesso non più?
Quando i medici gli dissero che non lo sapevano neanche loro, ci fu una scena che nessuno si sarebbe mai aspettato: Hakyeon, il ragazzo che era come una madre per il gruppo, colui che aveva accolto tutti in casa sua incurante di quello che potessero dire gli altri, colui che aveva sempre la soluzione per tutto e una buona parola per tutti, scoppiò in lacrime. Non provò neanche a nascondersi, non ci riusciva. Si sedette su una sedia. Wonshik, il suo adorato Wonshikkie, aveva pochi giorni di vita. Eppure la cura prima funzionava.
Quando i ragazzi, tranne Dosoo che era rimasta accanto al moro per farlo addormentare, videro quella scena si immobilizzarono. Capirono che la situazione era grave, ma non compresero il comportamento di Hakyeon finché i medici non dissero loro ciò che avevano detto al rosso. Rimasero tutti e quattro bloccati sul posto. Taekwoon prese al volo Jaehwan che non riusciva più a reggersi in piedi, Sanghyuk si sedette di botto a terra e si prese la testa tra le mani e Hongbin rimase immobile continuando a sussurrare “No… no… non è vero…”
La parte più difficile veniva adesso per i poveri medici: dirlo alla dolce coppia che era nella stanza. Hakyeon li fermò subito “No, lasciatelo dire noi a loro”. Si tranquillizzarono ed entrarono. Quando Wonshik e Dosoo videro le facce dei loro amici si preoccuparono. Quando loro cinque dissero la terribile notizia, la coppia si guardò negli occhi. Era troppo presto, non erano pronti. Avevano tanti progetti, tanta voglia di fare. Tutto andava in fumo, non c’era più un domani insieme, non c’era più l’Europa che Dosoo tanto voleva vedere con Wonshik. C’era solo la terribile scadenza che incombeva su di loro.
Dopo quella notizia le giornate erano troppo corte e il tempo per stare insieme era troppo poco.
Una sera, Wonshik era particolarmente stanco. Erano tutti lì, nella stanza di quell’ospedale che vedeva ormai il ragazzo costretto a letto da mesi e mesi. Era stanco, ma non voleva chiudere gli occhi.
“Dosoo, mi prometti una cosa?” le chiese il moretto prima di addormentarsi
“Certo”
“Per favore, vai in Europa e prova la paella spagnola, la pasta che fanno in Italia, le lumache francesi e la birra tedesca. Appena finirai, tra tantissimi anni, la tua vita, voglio che mi racconti ogni singolo sapore ed esperienza che hai fatto, ok?”
Dosoo sorrise con le lacrime agli occhi “Ok”
Wonshik si rivolse ai suoi amici “Mi promettete che non la lascerete vivere mai da sola?”
I ragazzi annuirono “Non c’era neanche bisogno di chiederlo” borbottò Jaehwan.
Wonshik rise “Mi mancherete un sacco” una lacrima solitaria gli solcò una guancia
Dosoo disse “Anche tu a noi” lo baciò delicatamente sulle labbra. Il ragazzo sorrise. “Ti amo”
“Anch’io. Adesso dormi, sei stanco” il moro annuì e lei gli rimboccò le coperte.
Prima di addormentarsi sussurrò “Grazie ragazzi” e si addormentò con un sorriso.
Quella notte furono svegliati dai macchinari che avvisavano che non c’era più polso. Pochi secondi e la stanza era piena di infermieri e dottori che provavano a rianimare Wonshik.
I ragazzi uscirono, ma Dosoo voleva rimanere “Devo stare accanto a lui!” urlava con le lacrime agli occhi
Hongbin la prese in braccio e la portò fuori la stanza. La ragazza continuava a piangere e ad urlare il nome di Wonshik. Quando dieci minuti dopo il dottore uscì dicendo che non c’era stato nulla da fare, la ragazza entrò nella stanza. Si inginocchiò accanto al letto, prese la mano esanime del suo ragazzo e se la portò alla guancia continuando a sussurrare di tornare indietro, che tutti lo volevano ancora, che era amato e che non la poteva lasciare.
Piangeva. Il dolore era così forte che pensava che non avrebbe più vissuto.
I ragazzi entrarono nella stanza in silenzio. Sanghyuk allontanò con dolcezza Dosoo da Wonshik e la stinse a sé. Anche gli altri a poco a poco si unirono in quell’abbraccio. Senza parlare si fecero forza gli uni agli altri. Piansero per molto tempo, finché i medici non dissero loro con gentilezza che il corpo doveva essere trasportato via. L’unica che non si mosse su Dosoo, che venne presa sulle spalle da Taekwoon.
Quando ci fu il funerale del ragazzo era una bella giornata di fine maggio. Faceva caldo, il sole era alto e quella sarebbe stata una giornata perfetta per andare al mare. Nessuno in quel momento riusciva a pensare a qualcos’altro che non fosse quanto si sarebbe divertito Wonshik in quella giornata.
Per nessuno dei presenti però si poteva parlare di bella giornata. Ognuno l’aveva presa a modo suo quando si erano ritrovati a dover seppellire la tomba con dentro il corpo del dolce ragazzo. Hakyeon era immobile e aveva i capelli neri, se li era tinti il giorno stesso in cui Wonshik era… andato via. Perché per Hakyeon il ragazzo non era morto, era solo andato per un’altra strada. Prima o poi l’avrebbe incrociato di nuovo, ne era sicuro. Taekwoon non mostrava tracce di pianto. Come il più grande stava immobile in piedi, ma aveva deciso di cantare con la sua voce melodiosa una delle canzoni che il suo amico scriveva per divertimento. Jaehwan non la smetteva di piangere e di tirare su col naso. Hongbin aveva deciso di fare delle foto, perché lui doveva immortalare ogni singolo momento importante e non trovava momento più importante di quello. Sanghyuk era seduto, i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa tra le mani. Non riusciva a guardare la tomba, non aveva le forze. Dosoo aveva le lacrime che le scendevano copiose dalle guance. Non poteva neanche immaginare la sua vita senza Wonshik. Erano tutti vestiti di nero, con un nastrino rosso legato al polso destro, simbolo del primo patto che fecero tutti e sette.
Appena la tomba fu seppellita e tutti se ne furono andati, i sei amici fecero come quanto avevano dieci anni: misero le mani l’una sopra l’altra e la mano più in alto fu quella di Hakyeon che disse “Questo è il nostro saluto finale al nostro amico e compagno. Ognuno pensi ad una promessa che vuole fargli e non la dica ad alta voce. Lui la sentirà e ci accompagnerà durante il nostro viaggio per completarla”
Fatto questo piccolo rituale, tornarono tutti a casa, tranne Dosoo. La ragazza rimase un po’ a parlare con la tomba che conteneva il corpo dell’uomo che amava “Sei uno stupido Kim Wonshik. Avresti dovuto potarmi con te e invece stai facendo un viaggio da solo in cui io non ti posso accompagnare.” Le scese una lacrima “Vorrei che tu fossi qui per vedere come andranno le cose. Mi dispiace che non sarai più presente fisicamente, però almeno spiritualmente non lasciarci” sfiorò con dolcezza la lapide e se ne andò, non potendo notare un paio di occhi che la guardavano curiosi
“E voi non dimenticatemi” sussurrò Wonshik con un sorriso sulle labbra.
 
 
Lo so, è tristissima, ma spero vi piaccia. Non ho dato molti particolari sulla vita fuori dall’ospedale perché non li ritengo necessari :3 spero che questa one-shot vi sia piaciuta, ci vediamo al prossimo capitolo!!
Bye-bye-biiii!!!   Taker
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > VIXX / Vai alla pagina dell'autore: giorgtaker