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Autore: telesette    25/03/2015    1 recensioni
Ryo l'abbracciò ancor più teneramente, lasciandola sbigottita.
Kaori percepiva tutto l'affetto di quell'abbraccio, un affetto caldo e sincero quasi quanto quello di suo fratello, e ciò le fece luccicare gli occhi ancora più intensamente di prima.
Il loro era un lavoro difficile, pieno di rischi, dove la sensibilità poteva forse essere vista come una debolezza.
Ma per Ryo non era così.
Lui non voleva né pretendeva che si rinunciasse alla propria umanità.
Piangere era tutto quello che un essere umano poteva fare, per liberare il peso del proprio dolore, e dunque non vi era motivo perché Kaori si costringesse a trattenere le lacrime...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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A Francesca...

Quando Kaori piange...
 
immagine tratta da internet


Non capitava spesso che Ryo la vedesse piangere.
Era difficile che Kaori piangesse, salvo in rari momenti, e uno dei suoi pregi era appunto la straordinaria capacità di contenere il dolore.
Non si era distrutta in lacrime neppure quando ebbe appreso della morte di suo fratello Maki, troppo sconvolta forse per realizzarne appieno l'improvvisa ed ingiusta perdita, e certo la sua sofferenza era aldilà di ogni possibile immaginazione.
Le lacrime possono voler dire tante cose...
Si può piangere in molti modi, si può piangere anche dentro, e le lacrime più amare e dolorose spesso sono proprio quelle che non si vedono.
Anche Ryo conosceva bene quella sensazione: la sensazione di impotenza, davanti ad una realtà troppo triste da sopportare, una sensazione che la vita induceva a provare fin troppe volte e per puro capriccio del fato o scherzo del destino.
Davanti a quella vista miserabile, del vicoletto abbandonato con tutti i gatti randagini affamati e malandati che lo popolavano cercando disperatamente di che sfamarsi, chiunque si sarebbe sentito stringere il cuore per la tristezza.
Purtroppo non si poteva certo sottrarre al destino tutti quei poveri animali senza padrone.
Kaori passava di lì ogni giorno, portando enormi ciotole di cibo per tutti loro, ma non poteva fare miracoli.
E purtroppo, adesso, stava piangendo per l'unico micino che non aveva rizzato il muso fuori dallo scatolone dove dormiva assieme agli altri.
Un micio così piccolo, con ciuffetti di pelo grigio che contornavano appena il suo tenero musetto innocente, giaceva infatti fermo ed immobile senza che un respiro o un battito muovesse appena il suo fragile corpicino. La malattia lo aveva vinto, dopo tanto patire, e ora aveva smesso di tormentarlo.
Ma Kaori non riusciva ad accettarlo.
Non riusciva ad accettare che il "dono" della vita venisse strappato, un'altra volta ingiustamente, ad una creatura senza colpa.
Il viso della fanciulla tremava, per lo sforzo di trattenere i singhiozzi, ma le lacrime che le scendevano lungo le guance mostravano fin troppo chiaramente come si sentiva.
Ryo, che fino a quel momento si era detto imbronciato a trasportare il pastone dei gatti, mise a terra le varie ciotole ricolme, sulle quali i mici si gettarono affamati, e si avvicino a Kaori per cingerle piano una spalla.
La ragazza si sfregò le lacrime.

- Scusami - mormorò. - Mi passerà, scusami...

Ryo l'abbracciò ancor più teneramente, lasciandola sbigottita.
Kaori percepiva tutto l'affetto di quell'abbraccio, un affetto caldo e sincero quasi quanto quello di suo fratello, e ciò le fece luccicare gli occhi ancora più intensamente di prima.
Il loro era un lavoro difficile, pieno di rischi, dove la sensibilità poteva forse essere vista come una debolezza.
Ma per Ryo non era così.
Lui non voleva né pretendeva che si rinunciasse alla propria umanità.
Piangere era tutto quello che un essere umano poteva fare, per liberare il peso del proprio dolore, e dunque non vi era motivo perché Kaori si costringesse a trattenere le lacrime.
Nessuno disse nulla, forse perché non c'era niente da dire, ma il dolore dell'una era lo stesso dell'altro.
Ryo baciò appena la fronte e i capelli della sua dolce Kaori, facendosi più vicino possibile a ciò che provava, e così rimase abbracciato a lei per farle coraggio.

FINE

   
 
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