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Autore: cin75    25/03/2015    11 recensioni
Dalla storia: "Dimmi che vuoi morire!!" disse Sam, puntandogli la pistola contro. "Dimmelo ora, Dean!"......
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sam era veramente al limite questa volta.
Si stava giocando la vista a cercare tra siti web, libri, pergamene e scritti vari. Ci stava perdendo notti intere di sonno, restando ore  e ore a cercare una qualche via di fuga e di salvezza per Dean.
Eppure lui, Dean, ogni volta, invece, sembrava voler mettere da parte un’altra pietra da mettere sulla sua tomba.
Il giovane a volte faceva finta di niente, a volte lasciava che le considerazioni disfattiste del fratello maggiore in difficoltà, gli passassero sopra dolorose come tutti quegli anni passati a cacciare, ma comunque passati.

Ma questa volta no!

Questa volta, quell’affermazione subito dopo che Cole li aveva lasciati, proprio non gli era andata giù. Sul momento non aveva reagito, cercava di convincere la sua mente che suo fratello aveva detto quella frase senza doppi fini: “Lo sai , Sam, per quanto bene puoi fare il tuo lavoro, a volte, il ragazzo deve morire!
Ma Sam conosceva Dean meglio di chiunque altro al mondo e sapeva che in certe situazioni il maggiore non sapeva mentire. Quel “deve” lo assillava! E quella sera, Dean , era più che sincero e gli aveva appena detto che, prima o poi , avrebbe dovuto lasciarlo morire. Che avrebbe dovuto smettere di cercare di salvarlo a tutti i costi.
 
Il viaggio di ritorno verso il bunker fu silenzioso. Nessuno dei due aveva né la forza né la voglia di affrontare un qualsiasi discorso.
Sam era stanco psicologicamente, Dean lo era anche fisicamente.
Quando arrivarono al rifugio, entrambi andarono verso le loro stanze, sussurrandosi un farfugliato “Buonanotte!” e tutto sembrò finire lì. Dietro quelle due porte chiuse.
 
Il mattino dopo furono raggiunti da Castiel, come , ormai , spesso accadeva. L’angelo quando raggiunse la grande sala, vi trovò solo il maggiore, impegnato nella lettura di un semplice giornale.
“Dov’è Sam?!” chiese semplicemente.
“E’ da qualche parte qui in giro. Ieri è stata dura per lui. Credo che abbia bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la cosa, perciò se hai bisogno di qualcosa..chiedi a me!” fece curioso mentre si alzava e gli andava incontro.
In quel preciso momento, a passo svelto e determinato, Dean vide arrivare Sam. Lo sguardo del più giovane era teso, furioso già prima di parlare. Gli occhi freddi e disperati allo stesso tempo. I movimenti del suo corpo erano decisi e puntavano dritto verso di lui.
“Sammy?!” fece stranito da come lo vedeva avvicinarsi.

Poi mise a fuoco meglio il fratello che avanzava spedito verso di lui e che sembrava nemmeno aver visto Castiel, o forse sì, ma aveva deciso di ignorarlo volutamente. Sam aveva una pistola in mano. La stringeva e più si avvicinava a Dean, più la pistola si alzava verso di lui.
Dean strabuzzò gli occhi, confuso da quello che stava accadendo e indietreggiò istintivamente, fin quando non andò a cozzare con la schiena alla parete di una delle grandi librerie dei Letterati.
“Sam, ma cosa….” riuscì a dire prima che il giovane lo bloccasse con la mano contro il legno antico e gli puntava la pistola contro.
“Sam cosa fai?!” si allarmò Castiel, avvicinandosi ai due fratelli.
“Stanne fuori, Cas!” fu l’ordine secco e severo, che gelò l’intromissione angelica.
“Sammy?!”
“Dimmelo, Dean. Dimmelo adesso. Dimmelo ora che finalmente ho deciso di fare tutto quello che mi chiedi.” fu la richiesta assurda venuta da un più assurdo niente. O forse no!
“Sam, non ..ho idea di.. cosa tu…” bofonchiò , mentre cercava , con le mani aggrappate alle braccia del minore, di trovare più spazio in quella stretta che pressava forte ma tremante contro di lui.
“DIMMI CHE VUOI MORIRE!!!” esplose finalmente Sam, mentre i suoi occhi si facevano più lucidi, rabbiosi e disperati.
“Oh…Sammy!” si ritrovò quasi mormorare, amareggiato, Dean, che comprese finalmente il gesto del fratellino.
“Dimmi!!?...dove vuoi che la punti, eh?” fece infuriato e sarcastico il minore. “Alla testa?...no…alla testa no!” si rispose da solo. “Rischierei di colpire il vuoto che ormai c’è lì dentro….” ironizzò, amaro, mentre spintonava con il foro della canna, alla tempia del maggiore. “NO!!...no….la punterò qui!” fece immediatamente dopo, puntando la canna della pistola dritto al centro del petto del fratello.

Dean lo lasciava fare, si era arreso alla morsa con cui Sam lo teneva bloccato. Sapeva che, mai e poi mai, Sam gli avrebbe sparato. Ma sapeva anche che Sam aveva bisogno di quello sfogo, di capire perché lui si stava arrendendo al marchio. Sapeva che Sam voleva ancora disperatamente vederlo lottare, reagire, rialzarsi e tornare a combattere ancora. Vedeva sul volto del fratello la disperazione per un ennesima separazione. Sentiva nel tono stanco e distrutto della sua voce, l’incapacità di accettare la sua morte. Di nuovo.

“Sì. Qui è meglio!” riprese Sam schiacciando l’arma contro il petto del fratello. “Un colpo. Uno solo. Dritto al cuore. Lo spacco in due e puff!! Niente più problemi con il marchio. Niente più sensi di colpa giustificabili o meno. Niente più battutine sarcastiche sul tempo che rimane da vivere e soprattutto niente….niente più fratello maggiore!!”  concluse anche se la sua voce ora, era decisamente affannata.
“Sammy…”
“NON. CHIAMARMI. SAMMY!!” urlò quasi all’esasperazione. “Solo mio fratello può chiamarmi così. E tu hai deciso di non esserlo più!” disse quasi senza rendersene conto.
“No!! NO!!!” lo riprese sconvolto Dean. “Non dire….non dire così. Io sono tuo fratello…lo sono sempre stato e lo…lo sarò per sempre, ma…”
“Ma allora perchè vuoi lasciarmi?!” chiese mentre la sua voce cominciava a spezzarsi dolorosamente. “Perché vuoi mollare e abbandonarmi qui da solo,  a lottare da solo, ad andare avanti…da solo!” fece mentre la mano in cui stringeva la pistola, perdeva vigore e lentamente anche la sua posizione contro il petto fraterno.

Sam provò un’improvvisa spossatezza e senza riuscire ad evitarlo, sentì le sue ginocchia piegarsi. Dean se ne accorse, lo sostenne e lentamente entrambi finirono in ginocchio, uno di fronte all’altro, poco distanti dall’angelo che, in silenzio, assisteva a quel momento così doloroso, ma anche così profondamente e meravigliosamente umano.
“Io non voglio, Sam. Ma non riesco a ….” e si fermò cercando le parole giuste da dire in quel momento così esasperato. “…non riesco a capire come venirne fuori e il non riuscire a farlo, mi terrorizza!”
“Non deve!” tentò di rassicurarlo Sam.
“Sì, invece. Perché ho paura che questo non trovare una via di scampo, porti a fondo anche te. E non voglio!” ammise sapendo che quell’ennesima manifestazione di proteggerlo, avrebbe indispettito Sam. “Guardati, Sammy. Sei stanco. Sei sfinito. Dormi a malapena. Quando credi di poter andare avanti ancora?!” gli chiese con amorevole tono fraterno. “Quando me ne andrò…” continuò ma lo sguardo addolorato con cui Sam lo fissò, lo costrinse a correggersi. “ SE.. me ne andrò, non voglio lasciarmi dietro l’ombra di te stesso. Voglio che tu sia in grado di andare avanti e fare quello che io non sono riuscito a fare.”
Sam lo guardò di nuovo, perplesso. Terrorizzato da quella che poteva essere la missione incompiuta di Dean.
“Vivere!” fece il maggiore intuendo i pensieri del minore. “Voglio che tu viva, Sammy. Scegli la tua vita, scegli la tua strada, molla questo lavoro o continua a farlo. Dimenticami, ricordami. Amami, detestami. Ma vivi, Sam. Vivi …anche per me!” cercò di farsi promettere afferrando il minore per le spalle curve dal peso di quelle parole.

Il maggiore si aspettava una qualsiasi reazione da parte del fratello, magari anche un pugno o perché no, davvero un colpo di pistola. Ma quello che Sam gli disse, fece più male di chiunque altra ferita di qualsiasi altra arma con cui aveva avuto a che fare e di cui portavano ancora i segni, visibili e invisibili.
“Lo sai che cosa mi rende stanco…sfinito….l’ombra di me stesso?” chiese retoricamente, Sam, mettendosi all’altezza del fratello. “ Tu!” fece , poi, convinto.
“Ma..” , Dean provò a giustificarsi, ma Sam aveva ben altro da dire e non permise al maggiore di interromperlo.
“ Il tuo voler smettere di lottare mi stanca. Il tuo accettare inerme la sorte, mi sfinisce. Il tuo illuderti che starò bene, mi rende l’ombra di me stesso.” disse, sperando di scatenare la reazione giusta nell’animo del fratello.
“Sam!”
“Vuoi che io sia forte? Allora, sii forte. Vuoi che io combatta? Combatti. Vuoi che io viva? Vivi.” e questa volta era Sam che stringeva le spalle di Dean. “Facciamo questo lavoro da anni, da sempre.. insieme. Siamo passati attraverso stronzate apocalittiche, insieme. Ci siamo coperti le spalle ovunque e con chiunque, insieme. Cosa ti serve ancora per capire che la tua forza è la mia forza? Che il tuo coraggio è il mio coraggio? Che la tua vita è..la …mia vita! Se tu ti fermi, io mi fermerò al tuo fianco, come ho sempre fatto e come tu hai sempre fatto con me!” ed era così e sapeva che nessuno, Dean compreso, avrebbe potuto affermare il contrario.

Poi affondò il colpo.  “Perciò, se tu ti arrendi….lo faccio anche io, Dean!”

Il maggiore si sentì preso in contropiede da quella confessione. Era un presa di coscienza quello che gli aveva rivelato il fratellino, o era una disperata minaccia?
Per alcuni interminabili momenti nella mente di Dean, giravano vorticosamente le ultime parole di Sam: “Se tu ti arrendi lo faccio anch’io!” e in quello stesso momento un'altra frase gli ritornò, furiosa, a farsi avanti: “Non esisto io, se non esisti tu!”
 
Dean chiuse gli occhi e a Sam sembrò che il maggiore stesse prendendo la sua decisione.
 
Nella mente del maggiore dei Winchester quelle due frasi si rincorrevano per cercare un loro posto fra gli altri pensieri, cercando una spiegazione che desse loro un significato sensato. Per dare loro una giustificazione.
Poi un dubbio!
Perché ciò che disse lui a Sam cercando di non farlo andare con Morte era giusto?, mentre la scelta che invece gli stava proponendo ora, Sam, non lo era?
Infondo entrambi avevano lo stesso scopo. Rimanere insieme.
E dove stava scritto che la necessità di Dean Winchester era più importante di quella di Sam Winchester?
Erano cacciatori di eguale esperienza e bravura, erano colleghi di uno stesso assurdo lavoro, erano fratelli legati dallo stesso profondo amore. Non era giusto che uno prevaricasse sull’altro.
Perciò come Sam aveva scelto lui invece di Morte, ora Dean, decise che avrebbe scelto Sam, invece che la resa.
 
“No.” disse a fior di labbra vedendo una dolorosa sconfitta sul volto del minore. “Non mi arrendo, Sammy!” disse immediatamente dopo per rincuorare quel dolore.
“Sul…sul serio!?” balbettò Sam, incredulo di essere riuscito a convincere il fratello senza doverlo prendere a pugni, il che, era un più che probabile  piano B.
“Qualunque cosa lui voglia…” disse mostrando il braccio segnato dal marchio. “..da oggi dovrà vedersela con i fratelli Winchester!” e sorrise compiaciuto quando vide Sam annuire nervosamente ma sollevato, a quella decisione.
I due fratelli si tirarono su a vicenda, sostenendosi per le braccia ancora unite tra loro.  Si ricomposero e una vigorosa stretta di mano, sancì quel nuovo accordo di fratellanza.
 
Poi, Dean si voltò verso Castiel ancora fermo nella sua posizione.
“Che c’è , angioletto?, ti vedo commosso!” lo provocò, notando lo sguardo particolarmente emozionato dell’amico angelo.
“No!!…è che deve essere da secoli che nessuno di voi si preoccupa di spolverare questo posto!” fu la risposta recuperata velocemente.
“E da quando in qua, gli angeli sono allergici alla polvere!?” rinsaldò Sam, sorridendo ironico e vedendo il maggiore sorridere.
Castiel si ritrovò, così, al centro delle scherzose attenzioni dei due fratelli.
“Sentite!! Invece di preoccuparvi dei dotti lacrimali del mio tramite …che ne dite se ci rimettiamo al lavoro?!” fece improvvisamente serio e mentre si dirigeva verso uno scaffale. Il primo che gli venne a tiro, però!
 
“Mi sa che lo hai offeso!” fece Sam sottovoce, rivolto a Dean.
“Io?..sei tu quello che ha scoperto le carte!” e lo aveva fatto. Sam, davvero questa volta aveva scoperto le carte di entrambi. Ora , finalmente, era un gioco alla pari.


N.d.A.: Altro piccolo sclero, anche se in effetti , confesso, che mi piacerebbe vedere Sam prendere finalmente Dean per le spalle e dargli una bella sgrullata mentre gli grida "Reagisci e cerca di salvarti il culo. Non posso fare tutto da solo!!"
Ma sarebbe troppo semplice, no?
Avrei dovuto postare un nuovo racconto per la mia serie , come, quasi dopo ogni episodio. Ma credo che quello che Dean dice a fine episodio non abbia bisogno di spiegazioni. Così, mi è partito l'embolo ed è venuta fuori questa shot.
Funziona? è credibile? è possibile?

Se vi va , fatemelo sapere!!
Baci, Cin!!

 
   
 
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