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Autore: VerdeMenta    25/03/2015    4 recensioni
[Pernico/Percico]
Percy Jackson è sicuro di poche cose nella sua vita:
1) è il ragazzo più popolare della scuola
2) il suo migliore amico è Jason Grace
3) è etero
È possibile che, in una sola maledetta notte, due delle sue tre certezze svaniscano?
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Nico si ritrovò in terra, mentre il sangue usciva a fiotti dalle ferite che gli riempivano il corpo.
"Cazzo!" Percy si precipitò fuori dall'auto.
[STORIA IN REVISIONE]
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Cazzo!" Percy si precipitò fuori dall'auto, inginocchiandosi accanto al corpo del ragazzino che aveva appena investito. Anche Jason scese dalla BMW, il viso pallido come non mai e gli occhi spalancati.
"Porca puttana, guarda quanto sangue!" imprecò il biondo, passandosi una mano tra i capelli umidi di sudore. Come avevano fatto a essere così idioti da non vedere il ragazzino dietro l'angolo? Percy si maledisse, costringendo i suoi occhi a fermarsi sul corpo emaciato del ragazzino.
"Aspetta un momento..." se possibile Jason divenne ancora più bianco, tanto che il moro temette che stesse per svenire "Io lo conosco, viene anche lui alla Stanford, è quel piccoletto, quello che siede sempre infondo all'aula, quello a cui è morta la sorella..." anche Percy strabuzzò gli occhi verde mare.
"Il fratellino di Bianca Di Angelo?!" esclamò, quindi spostò una ciocca di capelli insanguinati dal viso del ragazzino, così che poté osservarlo meglio.
"Effettivamente le assomiglia parecchio" concordò Percy scuotendo il capo "Se gli ammazzo anche questo figlio Ade mi uccide" la paura si insinuò tra le sue parole, malamente celata. Poi il moro ritrovò un po' di lucidità, quanto ne bastava per capire che avrebbero dovuto portare Nico in ospedale, anziché chiacchierare tra loro, a prescindere da ciò di cui stavano parlando.
"Aiutami a metterlo in auto" Percy lo prese delicatamente tra le braccia, ritrovandosi a pensare, cosa piuttosto inopportuna, quanto fosse leggero e fragile quel ragazzino dai delicati lineamenti, che in quel momento gli apparivano tranquilli, quasi stesse dormendo. Jason aprì lo sportello, permettendo all'amico di appoggiare quel piccolo corpo sui sedili posteriori, che si riempirono in un attimo di sangue. Il moro non protestò neanche, l'avrebbe fatto in seguito, e partì appena furono entrambi saliti in macchina. Non volò una mosca, nessuno dei due parlò durante il viaggio, finché si fermarono davanti all'ospedale. Entrarono.
In pochi secondi furono attorniati da un gruppo di dottori e infermieri che strapparono Nico dalle braccia salde quanto tremanti di Percy e lo posarono su una barella, scomparendo dietro una porta che fu presto richiusa. Il moro si lasciò cadere su una sedia appena fuori la stanza in cui era scomparso il ragazzino.
"Che cazzo ho fatto..." Il moro si prese la testa tra le mani, mentre Jason si sedeva accanto a lui, appoggiando la testa al muro alle sue spalle.
"Cosa succederà ora?" domandò a sua volta il biondo.
"Non ne ho idea, probabilmente ci faranno fare volontariato, in fondo non siamo ancora maggiorenni, io faccio diciotto anni tra due mesi" sorrise, sebbene sul suo viso non si potesse leggere né divertimento né gioia per la notizia.
"Il problema maggiore è mia madre" continuò Percy sovrappensiero.
"Non credi che dovremmo chiamare i genitori di Nico?" chiese Jason, d'un tratto più lucido "In fondo loro figlio è in ospedale e potrebbe morire..."
"Non me lo perdonerò mai se quel nanetto muore" sussurró il moro, quindi alzò gli occhi sulla porta bianca, incassata in un muro, anch'esso bianco, tutto era così dannatamente bianco da fare male agli occhi.

Nico aprì gli occhi neri petrolio, una luce accecante lo costrinse a chiudere nuovamente le palpebre. Le sbattè più volte, cercando di assimilare quello che gli stava accadendo: vedeva indistintamente sagome scure che si affaccendavano sul suo corpo. Nessun dolore e nessun rumore. Non riusciva a sentire niente, chiuse le palpebre un'altra volta è non riuscì più a riaprirle, tutto era nero attorno a lui, era come trovarsi in una bolla che lo isolava dal resto del mondo, e precipitava, sempre più giù, in un pozzo senza fine.Per un attimo riuscì ad aprire nuovamente gli occhi: una sagoma scura si sbagliava tenebrosa sul suo corpo, poi svenne di nuovo.
Il dottore fissava sconvolto quel ragazzino che continuava ad aprire e chiudere gli occhi, un secondo cosciente e quello dopo inerme, pallido da far paura, con i capelli mori in contrasto con la carnagione. Pensò poi al giovane che sedeva fuori dalla camera d'ospedale, chissà di chi si trattava. La sua apparizione con un ragazzino sanguinante tra le braccia aveva lasciato alquanto perplessi tutti, quando poi aveva detto che si era trattato di incidente il dottore non aveva potuto fare a meno di pensare che quel ragazzo dagli occhi verde mare fosse tristemente coinvolto. Con un gesto fece avvicinare un giovane volontario che stava assistendo sconvolto all'operazione.
"Dalla tua espressione sembra che tu lo consca" disse l'uomo, afferrandolo per una salda. Una stretta forte ma delicata.
"Si, frequentiamo la stessa scuola, anche se non abbiamo mai veramente parlato" rispose sovrappensiero.
"Sai qual è il suo nome?" chiese ancora il dottore, cercando di non calcare troppo la mano e, allo stesso tempo, cercando un modo per allontanare il ragazzo da lì.
"Si, si chiama Nico DI Angelo, frequenta il pimo anno e..." l'altr lo interruppe con un gesto della mano.
"Non è importante, ora" spiegò, senza cattiveria "Chiama i genitori di Nico, digli che si trova qui e invitali a venire" continuò e, mentre il ragazzo si accingeva ad uscire lo bloccò "Ma prima prenditi un momento per rinsavire" aggiunse con un sorriso tirato.

"Pronto?" la voce era metallica, ma non riusciva a nascondere l'irritazione.
"Nico sei tu?" continuò quella senza aspettare risposta "Dove diavolo sei finito? Tua madre è preoccupata per te!". Il dottore, dall'altra aperta del telefono, sospirò.
"Parlo con il signor Di Angelo?"
"Chi diavolo chiama a quest'ora, e perché vuole sapere il mio nome?"
"Risponda" Will iniziava ad irritarsi davvero, quando aveva accettato di fare volontariato nell'ospedale non pensava che l'avrebbero incaricato di telefonare a "i genitori dei ragazzi che stanno per morire".
"Si" era palese la frustrazione nella voce dell'uomo, ma il ragazzo non ci fece caso, limitandosi a una scollata di spalle.
"Bene. Il mio nome è Will Solace, sono un volont..." la voce lo interruppe.
"Non mi interessa la tua biografia, ma il motivo per cui stai chiamando"
"Il mio nome è Will Solace, sono un volontario nell'ospedale Half-blood" Will non si lasciò intimidire dall'uomo, che, questa volta, lo lasciò finire "La sto chiamando perché suo figlio è stato ricoverato d'urgenza qui" si fermò un attimo per riprendere fiato "Per un incidente grave, ha profonde lesioni su tutto il corpo" sospirò ancora, aspettando per eventuali domande "Non sappiamo se si sveglierà" concluse quindi riattaccò la cornetta, sorpreso dal silenzio.


angolo autrice:
eccomi tornata, devo dire che sono molto soddisfatta di questo aggiornamento veloce,
anche se premetto che i prossimi non saranno così... lampo -.-'
voglio ringraziare Melroselily, Isabel27, MadreDeiDraghi, EleNina266, LauraPalmerBastille per le recensioni :3
EleNina266, estercirillo1rosa nerablu per aver inserito la storia tra le preferite,
chiarucciadst, EmmaMarghe, Melroselily per aver inserito la storia tra le ricordate,
Alex11, animeromantici, Braveheart_99, Elissanne, EmmaMarghe, estercirillo1, LauraPalmerBastille, MadDreamerr, nami78, Roberta 04 per aver inserito la storie tra le seguite,
non avrei mai pensato di arrivate a cosi tante persone... Grazie di cuore :)
E prima che me ne dimentico grazie per avermi fatto notare che Nico non va a buttare l'immondizia alle 4.30 di mattina, ho corretto tutto...
Per ultimo dal prossimo i capitoli si allungheranno
LoveNico

   
 
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