Fanfic su artisti musicali > EXO
Ricorda la storia  |      
Autore: YixingEvolver    25/03/2015    7 recensioni
Il caso vuole che gli EXO e Fedez abbiano l'occasione di conoscersi e di esibirsi insieme. Nascerà l'amore fra un membro della band sudcoreana e l'artista italiano. Come lo metti lo metti.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lay, Lay, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Cosa?! Vuoi forse dirmi che è questa la tua idea per promuovere la SM?!»
Un uomo in giacca e cravatta si alzò di soprassalto e dispose violentemente i pugni sul bancone di una lunga scrivania.
«Già. Vedrai, sarà un successo».
L’altro uomo, dall’elegante abito, assunse la tipica posizione rilassata di chi è sicuro di quel che fa. Unì le mani dietro la testa e ne intrecciò le dita mentre accennò un malizioso sogghigno.
«Far esibire insieme, sullo stesso palco, gli EXO e Fedez… tu sei matto”.
 
 
Giorno del live della collaborazione tra i due artisti, Albuquerque. Fedez esegue la sua migliore performance cantando il pezzo Veleno per topic, mentre gli EXO si cimentano in acrobazie impensabili con Overdose. I coreani hanno cantato e ballato track del rapper, mentre il ragazzo ha conquistato la platea ridefinendo in chiave hip hop le migliori hit del gruppo orientale.
I giovani hanno tutti avuto l’occasione di conoscersi e di consolidare la complicità dapprima professionale che li aveva uniti nel contorto tour sotto la direzione dei loro rispettivi manager. Discutendo e scambiandosi opinioni, già durante le prime date del tour gli asiatici e l’italiano riuscirono a stabilire un forte legame che andava oltre l’arte e la musica. La commistione culturale fu il perno di una fusione che vide un arricchirsi reciproco di entrambe la parti, laddove ciò che mancava all’uno veniva compensato dall’altro. Le usanze degli artisti si mischiarono in un’unica grande connessione; ogni divergenza linguistica ed etica, pian piano, scomparve tanto quanto scomparvero le inibizioni di sorta. Dove prima v’era imbarazzo e titubanza, ora sussisteva comunione ed integrazione: erano tutti diventati una grande famiglia.
Fedez aveva, però, un occhio di riguardo per un idol in particolare, la prima delle persone che si era avvicinata a lui con fare disinvolto e cordiale, l’unico membro degli EXO che, più degli altri, è rinomato per la sua socievolezza e la sua gentilezza insieme alla sua spiccata professionalità. Yixing era stato il solo ad offrire la propria più totale disponibilità all’artista milanese fin dall’inizio, fornendogli tutto l’aiuto necessario e l’appoggio emotivo più spassionato. Inizialmente, il rapper si vedeva sospetto nell’attendersi tanto altruismo spontaneo, tuttavia ben presto capì che gli intenti dell’asiatico erano dei migliori, e dei più puri.
Passavano le giornate insieme a discutere delle esibizioni, dandosi l’un l’altro consigli su come migliorare le performance, stabilendo ruoli nelle coreografie, passi, parti nel canto e nel rap, le migliori luci e le più apprezzate scenografie.
A tour inoltrato, ormai i due erano diventati inseparabili ed insieme la loro creatività vide un profondo mutamento, un vero e proprio cambio radicale nell’esprimere la propria tecnica. Il progresso si denotò col riscontro pubblico che tanto gradiva la nuova unione artistica, tanto che più e più fanfiction furono stilate in merito. La chimera conformatasi non era più frutto di una questione di lavoro, ma si poneva su un nuovo livello del tutto spirituale così palpabile che tutti i fan, sia di Fedez che degli EXO, riuscivano a percepirla.
Yixing si trovava, come suo solito durante i giorni prima di un live, nel camerino di Fedez. Cercavano assieme di offrire allo spettatore un nuovo prodotto che rivoluzionasse le esibizioni della band sudcoreana così come quelle del tatuato, perciò il ragazzo si stava esibendo in piccolo davanti all’altro. I passi di danza di Yixing incantavano sempre Fedez, il quale non era per niente abituato a simili performance, e regolarmente si stupiva delle incredibili capacità del baldo cinese.
«Sei bravissimo Zhang, mi tintinni il dong» pronunciò, quasi di soppiatto, Fedez, con la sua solita parlata.
Yixing grondava un sudore uniforme, come una semplice patina lucida che ricopriva la sua candida pelle. Si asciugò la fronte liscia con il dorso di una mano e rispose all’amico.
«Grazie, hyung… Devo tutto a te… per questa… ispirazione…»
Fedez era seduto, esattamente davanti a lui. Abbassò lo sguardo e distolse dalla prospettiva del ballerino. Strinse i pugni sulle ginocchia ed accennò un sorriso, subito ricambiato dall’amico.
L’idol afferrò una bottiglia d’acqua e velocemente la aprì, innalzandola all’aria e versandosene il contenuto sulla testa.
«Avevo proprio bisogno… di… uh… come si dice… un rinfrescata, sì…» commentò il ragazzo nel gergo che più gli è congeniale.
Fedez osservò la scena dipintasi davanti ai suoi occhi come fosse stata riprodotta con un effetto rallenty. La perfetta silhouette del ballerino risaltava il suo corpo sinuoso e la posizione a tre quarti ridefiniva la sua slanciata fisicità da atleta professionista. Le curve che assumeva il suo corpo si impregnavano di liquido trasparente lasciando intravedere ancor più le forme del suadente fanciullo. La canottiera nera aderì ai muscoli pettorali e addominali, e piano, come se davvero il tempo si fosse rallentato, l’acqua sgorgava giù dal suo torace, scendendo fino al pube coperto da una grigia tuta skinny. Il rapper era come incantato da quella visione talmente perfetta, coronata in ultimo dall’estremo senso estetico dell’idol che tanto curava, e a ragione, il proprio aspetto.
Ad interrompere l’interminabile figurazione di tale bellezza fu Yixing che socchiuse gli occhi e sorrise con tutto il volto. «Cosa c’è, Federico… ho qualcosa che non va…?»
«No, è che ti si vede in dindondello come fosse un pazzerello, va giù che è bagnato e di un po’ mi ha allucinato».
«Ah, ahah… ho capito… in effetti… dato che mi sono bagnato… dovrei cambiarmi…»
La disquisizione tra i due terminò quando il cinese si sfilò i pantaloni ormai fradici da dosso, facendoli passare attraverso le scarpe. La protuberanza del ragazzo era evidente attraverso i suoi boxer bianchi, e sommessa si insediava al di sotto delle fantasie arcobaleno della stoffa.
Fedez iniziò a sentirsi nervoso, gli occhi sfuggenti. Si accorse della reazione fisiologica in corso nel proprio corpo, costringendosi ad accavallare le gambe per coprire il membro ormai in erezione quasi totale.
«Ehi bello, dovresti calmare il tuo pisello» intervenne la voce alquanto insicura dell’italiano.
«Amico… ti dovresti calmare… dici che è il momento… di provare questa…?»
Yixing dimostrò ancora una volta le sue capacità affettive ed offrì all’amico un modo per rompere il ghiaccio nel modo più consono che conoscessero. Voleva mettere a suo agio il musicista e sapeva esattamente come fare, perché lo conosceva, perché era in collegamento con lui. Dal retro dei boxer, nella loro parte asciutta, tirò fuori una piccola bacchetta di carta stropicciata e translucida che racchiudeva al suo interno un materiale più scuro.
«Zhang, fratello, quella è una canna o una spanna che accanna il cervello?»
La richiesta di Fedez trovò soddisfazione in un cenno di assenso dell’altro, che subito gli passò lo spinello.
Fumarono e fumarono, ed aspirando quei pesanti vapori, sembrò loro che la combustione dell’erba corrispondesse all’infuocarsi dell’atmosfera. L’aria tersa spazzata via dalla pervasione della foschia stupefacente si traspose nei loro cuori rendendo più chiaro ciò che già i sensi pretendevano. La nebbia che tutt’intorno circondò i ragazzi li abbracciò sollevandoli dalle loro inibizioni: lo spazio che prima li divideva sembrava ora essere riempito dalle loro esalazioni mescolate e rimescolate. I loro respiri uniti, il fiato dell’uno che iniziava e finiva dove iniziava e finiva il fiato dell’altro, il gas che, prodotto della loro comunione, era preludio della loro unione. Tutto sembrava sollecitare l’approssimarsi vicendevole dei due cantanti.
Sentenziò, tra un colpo di tosse e l’altro, Yixing: «bella lì, hyung… sto in botta…»
 E Fedez: «zio, sto troppo fatto, ma per evitare ‘sto misfatto mi farei un altro fatto».
«Forse… forse ho capito dove vuoi arrivare…»
Dall’alto del suo stato alterato e barcollando, con movimenti curiosamente sicuri, Yixing allungò le braccia verso il membro eccitato dell’amico ed iniziò ad accarezzarlo con decisione. Fedez lo lasciò fare, forse a causa della lentezza dei suoi riflessi, forse a causa del fatto che era ciò che desiderasse di più in quel momento.
Con un nuovo gesto deciso, il ballerino sfilò via i pantaloni del rapper. Aveva davanti a sé un paio di mutande colorate, ma che colpivano realmente per un unico dettaglio: al centro di esse, posizionato in modo da coincidere con l’erezione, un prolungamento del cotone ricreava uno spazio apposito per il pene, come una proboscide d’elefante riempita, ora, con il membro del ragazzo. C’era un fantasia su tale porzione dell’indumento, ovvero un corno bianco disegnato. Yixing seguì con lo sguardo il disegno e scorse, alla base del ringofiamento attraverso gli slip, la raffigurazione di un unicorno. E così capì. Fedez aveva indossato un paio di mutande con sopra disegnato un unicorno, il cui corno altro non erano che i genitali del giovane.
Yixing emise un suono simile ad una risata, come di un principio d’ilarità smorzata però dalla consapevolezza della situazione attuale. Fedez si espresse in merito.
«Cosa c’è, vuoi provare il mio corno magico e che vengo e sparisco come un mago?»
«Let out the beast».
L’idol non gli rispose con le parole più altolocate, bensì si posizionò in modo da ricevere l’unicorno dell’amico. Entrambi ridevano beatamente di quel momento, esaltati dalla marijuana e motivati dalla passione, muovendosi in modo tanto disinibito come non avevano mai fatto. Per i ragazzi sembrava di volare: ogni mossa era più fluida che mai, il bacino sembrava snodato ed i corpi senza ossa, più leggeri che mai nel penetrare orifizi e nell’accogliere carne ed oggetti contundenti come microfoni e mixer.
Quella fu una notte di sesso sfrenato. La semicoscienza dei due artisti lì aiutò a sfogare il proprio amore come sempre avrebbero voluto, e ne farlo, che si trattasse di un orgasmo o meno, entrambi sembravano urlare parti delle proprie opere come si trattasse di un inno alla caducità.
Yixing sussurrava nell’orecchio dell’altro «call me daddy».
L’altro gli rispondeva «sei un’aspirina vestita da sposa».
Le reciproche dichiarazioni d’amore alimentavano in una spirale infinita la durata del coito che finì con l’essere una vera e propria performance artistica. Yixing sembrava ballare mentre coi suoi fianchi ondeggiava verso le natiche di Fedez, in un una dinamica perpetua costellata dai suoni della carne in collisione con altra carne. Quei rumori stimolavano l’estasi creativa che in un’unica essenza uniformarono due correnti artistiche tanto diverse.
L’idol cinese esordì: «miracles in pop-hoolista».
Fedez ebbe come una rivelazione da tale sproloquio, una rivelazione che gli valse la creazione di un innovativo paradigma della musica: «fuori è magnifico, sì, ma-ma-ma-ma-machine un po’ di più».
Passarono la notte più bella della loro vita. E, al risveglio di uno dei due, Fedez trovò, poggiato in terra lì dove avevano consumato il loro amore, una lettera scritta dalla mano del cantante degli EXO, la quale recitava, testualmente: “lo shoOOOooOooOOwtime è finito… niaseòòò”.
Fedez capì.
«Pensavo fosse love, love, love e invece eri una escort».
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: YixingEvolver