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Autore: A li    17/12/2008    10 recensioni
Notte di Natale.
Roy Mustang passeggiava per la via principale di Central City, chiedendosi cosa ci facesse in mezzo a tutta quella gente carica di pacchi e di sorrisi, senza nemmeno una donna.
Sapeva di chi era colpa; oh, sì, lo sapeva benissimo. Ma non poteva farci proprio niente se si era innamorato della persona sbagliata, anzi, della più sbagliata in assoluto.
A Natale anche uno come Roy Mustang può rimanere sorpreso degli eventi.
Dedicato alle fan del RoyEd.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Notte di Natale

Regalo di Natale a tutte le fan del RoyxEd. Sperando che vi piaccia. E che l’atmosfera di Natale vi inviti a lasciare un commento. ;-)

~Christmas Presents

Notte di Natale.

Roy Mustang passeggiava per la via principale di Central City, chiedendosi cosa ci facesse in mezzo a tutta quella gente carica di pacchi e di sorrisi, senza nemmeno una donna.

Ripensò all’anno prima, quando, se la bellissima ragazza che ora gli stava a due passi avesse ammiccato in sua direzione con la stessa occhiata lasciva, probabilmente non avrebbe perso tempo a trovare una scusa convincente. Sarebbe semplicemente andato verso di lei, le avrebbe sfoggiato il suo sorriso ammaliante e l’avrebbe invitata a trascorrere la serata con lui.

Invece sospirò, lanciò un ultimo sguardo desolato nella sua direzione e continuò per la sua strada.

Arrancando pesantemente in mezzo alla neve che continuava a cadere incessante e delicata, scivolava invisibile alle altre persone, tra bambini e anziani, mogli e cugini, guardandosi i piedi.

La gente attorno a lui additava i bellissimi articoli nelle vetrine sfavillanti dei negozi e i bambini tiravano la manica della mamma per farla voltare. Le case dell’ampia via scorrevano tutte uguali, di quel rossiccio mattone reso abbagliante dalle miriadi di luci.

Senza accorgersene, un passo dopo l’altro, perso nel peso della sua solitudine, arrivò al centro di una piccola piazzetta dove un enorme gruppo di bambini urlanti si affollava su un qualcosa di rosso al centro della mischia.

Il colonnello si avvicinò lentamente, osservando con curiosità la buffa scena. A pochi passi, vide il cappello rosso e bianco di un babbo natale fare capolino tra le teste nere dei marmocchi in cerca di un regalo.

Era strano, per essere un babbo natale: aveva la solita pancia rotonda limitata dalla cintura marrone, ma la barba gli arrivava alle ginocchia ed era molto basso. Somigliava molto di più ad uno gnomo.

Sorridendo, lasciò il pover uomo alla folla artigliata dei bambini e si accasciò su una panchina nera, lasciando ricadere la testa all’indietro. Alcuni fiocchi di neve gli si posarono sulle labbra arrossate dal freddo. Senza badare a nulla, li prese con un dito guantato e li fece sciogliere sulla lingua: lo strano sapore gli rinfrescò la bocca e la mente in un attimo.

Ancora una volta, sospirando, si chiese cosa ci facesse in mezzo a tutta quella gente da solo. Sapeva di chi era colpa; oh, sì, lo sapeva benissimo. Ma non poteva farci proprio niente se si era innamorato della persona sbagliata, anzi, della più sbagliata in assoluto.

Perso nelle sue riflessioni masochistiche, non si accorse della pesante figura che si era seduta accanto a lui.

La ignorò completamente, cieco alle immagini di vita felice davanti a lui e ai suoni anche più udibili. Si passò una mano sulla fronte coperta dalla frangia scura, poi sbuffò.

In quel momento si accorse del babbo natale gnomo che si era seduto sulla panchina. Aveva una barba così folta da coprirgli tutto il viso: si vedevano solo gli occhi luminosi nell’ombra del cappello rosso. Ma sembrava proprio che sorridesse.

Il colonnello emise un grugnito sorpreso a cui il babbo natale rispose con un sorriso nell’ombra ancora più divertito.

-Problemi?- chiese.

La voce profonda sembrava contraffatta dalla folta barba sul viso.

Roy Mustang storse le labbra in una smorfia quasi infastidita, poi sorrise.

-Non so-.

Il babbo natale gnomo assunse un atteggiamento saccente. Si grattò il mento (invisibile, sotto la barba) e incrociò le braccia al petto, distendendosi in una posizione che a Roy Mustang parve stranamente comica. E familiare.

-Questo vuol dire che i problemi ce li ha-.

Il colonnello rimase interdetto dalla sfacciataggine dell’altro. Non credeva che potesse interessarsi così tanto alle pene di un perfetto estraneo.

Ma sul punto di mandarlo a quel paese, ci ripensò. In fondo l’ultima cosa che desiderava era passare il Natale da solo. E anche se lo avrebbe trascorso in compagnia di un babbo natale gnomo, sarebbe stato comunque meglio di rimanere solo.

-Sì, -. ammise, con enfasi.

Il babbo natale gnomo parve soddisfatto che la propria analisi fosse esatta.

-Problemi sentimentali?- domandò.

A Roy Mustang non sfuggì lo scetticismo nelle parole dell’uomo. Rimase sconcertato un’altra volta, poi decise di passarci sopra e liquidare tutto con un pesante sospiro: l’ennesimo.

-Sì-, ripeté, -Esatto-.

Ma questa volta non attese la risposta del babbo natale gnomo.

Aveva deciso di abbattere ogni barriera? E bene, che lo facesse completamente! Perché ormai erano mesi che non vedeva l’ora di poter dire a qualcuno tutto quello che lo premeva sullo stomaco e lo faceva soffocare. Erano mesi che aspettava di liberarsi di quel peso assurdo che, come una punta di coltello, gli si conficcava nel fianco ogni volta che si trovava ad affrontare un’altra giornata al Quartier Generale.

-Vede, signor babbo natale-, iniziò, sentendosi immediatamente ridicolo, ma cercando di non badarci, -purtroppo ho un enorme problema-.

Si girò a cercare gli occhi dell’ascoltatore, ma rimanevano in ombra. Non sorrideva più, da sotto la barba, ma sembrava attendere con curiosità il resto della storia.

-Purtroppo-, ripeté, sottolineando la parola, -ho avuto la sfortunata idea si innamorarmi dell’ultima persona di cui avrei dovuto innamorarmi-.

Non ebbe il coraggio di voltarsi ancora. Tenne gli occhi bassi e sospirò.

-Mi sono innamorato di uno stupido ragazzino-, mormorò.

-E non solo-, aggiunse, sicuro che se avesse fatto una pausa non avrebbe più ripreso, -E’ anche un mio sottoposto ed ha sedici anni, cazzo. E’ sbagliato, è tutto sbagliato!-

Tacque, strofinandosi nervosamente le mani. Non incrociò lo sguardo del babbo natale. Probabilmente se n’era andato inorridito. Peccato, aveva rovinato l’idea di non passare il Natale da solo. Non si sentiva più alcun suono.

Poi un sussurro.

-Si è innamorato di Edward Elric?-

Roy Mustang, stupidamente, non badò al cambiamento di atmosfera, né alla strana precisione della domanda.

-Sì-, disse semplicemente, esausto di quella confessione.

Il babbo natale rimaneva in silenzio.

Questa volta Roy si voltò a guardare, chiedendosi per la seconda volta in pochi secondi se l’uomo se ne fosse andato.

E invece lo trovò lì, sulla panchina, dietro di lui.

Era rigido, immobile, e Roy Mustang riusciva a sentire il suo respiro accelerato dietro la barba. Si chiese il perché di tanta agitazione. La storia lo aveva sconvolto fino a quel punto?

Ma il babbo natale alzò una mano, stranamente piccola, e si tolse il cappello e la barba in una mossa sola.

Davanti alla faccia sconvolta del colonnello, rimasero solamente un viso fin troppo conosciuto, due bellissimi occhi dorati e una cascata di capelli biondi.

-E…- cercò di dire.

Ma l’altro lo bloccò, mettendogli un dito sulle labbra.

Poi il suo viso arrossato e il respiro accaldato si trasformarono in un sorriso stupendo e dolcemente imbarazzato.

Il ragazzino si morse le labbra rosse e sospirò.

-Anch’io ti amo, stupido colonnello-, mormorò.

E quello che Roy Mustang aveva sognato fin troppe volte accadde davvero: quelle labbra ghiacciate si posarono sulle sue con timore, corrisposte subito da una passione frenata troppo a lungo.

Letteralmente oppure no, quello fu per entrambi il primo bacio.

A qualche centimetro di distanza, già troppo per entrambi, si guardarono negli occhi per un momento.

E Roy Mustang avrebbe potuto dire un milione di parole, represse per mesi in un angolo della coscienza, ma sarebbero tutte suonate stupidamente vuote.

Quando sentì un cristallo gelato di neve posarsi sul suo naso, seppe esattamente cosa dire.

-Buon Natale-, sussurrò.

Fine~

Buon Natale a tutti!

Non dimenticate il commentino! ;-)

Grazie. Baci.

 

Aki

   
 
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