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Autore: tenerife sea    25/03/2015    2 recensioni
Diavolo, perchè non rispondi? Continuo a schiacciare questo cazzo di pulsante di richiamata e tu non rispondi. Il telefono continua a squillare. Rispondi, Mandy, sto arrivando.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mandy Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: Lime, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prima che tu dica pronto

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Ci pensi mai a come sarebbe stato, Mandy? A come sarebbero andate le cose se quel giorno io non fossi partito per il college? Se tu non avessi mandato la domanda per me, due anni fa? Ci pensi mai a noi due? Che vita avremmo fatto? Saremmo felici, ora?

Sono qui, in macchina, da solo. Sfreccio nel buio della notte e ho in testa solo i tuoi occhi tristi. Abbiamo avuto delle difficoltà, ne abbiamo avute tante, eppure il tuo sorriso stanco continua ad aleggiarmi nella mente, a bussare tra i miei ricordi più belli. Sono stato uno stronzo, lo so, lo sai. Sono stato uno stronzo mentre tu mi hai dato tutto. Solo che quando non si è abituati a ricevere mai nulla, dalle persone, si diventa come me. Ho le mani ferme sul volante, il telefono appoggiato sul cruscotto con il vivavoce che continua a emettere lo stesso suono. Perchè non mi rispondi? Sto venendo da te, prendi il telefono e dimmi pronto, ciao, come stai, sei uno stronzo, ti odio, mi manchi, ti amo. Dimmi quello che vuoi, ma rispondi, io sto arrivando.

Ho talmente tanta caffeina in corpo che potrei schizzare fuori dalla macchina e venire correndo da te, anche sotto questa pioggia infernale. Ma continuo a guidare, le mani ferme, continuo a guidare verso i tuoi occhi. Al college non hanno capito. Nessuno capirà mai. Per loro sono solo un ragazzino dei quartieri poveri che studia lì con l'elemosina. Sono un delinquente, alcuni mi guardano con disprezzo, altri con pietà, alcuni addirittura con paura. Non mi conoscono, vedono l'immagine esterna di me, non chi sono in realtà. Solo tu sai chi sono. E mi manchi. E sono un coglione. Non sarei nemmeno qui se non fosse stato per merito tuo. Ma io qui non ci voglio stare, se non ci sei tu. Fiona capirà, tu mi capirai. A volte nemmeno io mi capisco ma tu si, tu ci riesci, perchè tu mi guardi e vedi me, tu vedi me e mi comprendi. Quello che più mi manca di te, di noi, era la nostra complicità, il capirci senza aprire bocca. Ci bastava guardarci. I primi giorni qui sono stati semplici, ho affrontato le case famiglia, figuriamoci se non so affrontare un college pieno di figli di papà. Anzi, è addirittura pulito qui e le lezioni mi sono sembrate perfino interessanti. Ma non è il mio posto, io lo so, non è casa mia dove non ci sei tu. Per anni ho creduto che l'amore fosse altro. Lo vedevo in quegli occhioni da stronza e in quei capelli biondi. Lo vedevo nelle cazzate che facevamo insieme e non capivo che lei mi stava solo usando. Lo ha sempre fatto. Ma tu, i tuoi capelli, le tue mani, le tue labbra. Diavolo, perchè non rispondi? Continuo a schiacciare questo cazzo di pulsante di richiamata e tu non rispondi. Il telefono continua a squillare. Rispondi, Mandy, sto arrivando.

Prima che tu dica pronto continuo a guidare e a pensare a quello che dovró dirti, ma le parole non bastano per ricolmare tutte le assenze che ti ho dato, non bastano a curarti il cuore che ti ho spezzato, non bastano. Non servono a un cazzo. Oltre dirti quello che è vero, che mi manchi e che sono un coglione, cosa posso fare? Tu dimmelo, e io lo faccio.

Prima che tu dica pronto ci sono così tanti sogni ancora in ballo, così tanta vita ancora da vivere tra me e te, così tanti progetti che aleggiano sospesi tra di noi. E quando tu mi dirai pronto io sapró, il nostro destino sarà segnato. Ma tu non rispondi e io continuo a guidare. Mi fermo a una stazione di servizio e prendo altro caffè. Scappo senza pagare e riparto. Sono le tre di notte e devo arrivare da te. Non dormi mai, a quest'ora. Se ti conosco bene come credo, ora sei seduta alla finestra a guardare la luna e a fumare. Ti accoccoli sul davanzale e lasci le gambe a penzoloni, fuori, lasciando che il vento te le sfiori. Quelle gambe ...

Ricordo la prima volta che siamo stati insieme. Non è stato romantico emozionante, eppure non riesco a dimenticarlo. Il tuo sedere sotto le mie dita, il tuo seno, i miei baci, i tuoi morsi, le mie braccia che ti reggevano e la tua schiena che sbatteva contro il muro. Le lenzuola, il pavimento, le tue dita, la polvere. E' stato come essere a casa, al posto giusto, dentro di te. Non sono un poeta, lo sai, e di certo non ti scandalizzi se ti dico che più di tutto mi mancano le tue mani su di me, il mio pene dentro di te, tra le tue dita sottili, la tua bocca che andava su e giù, ininterrottamente, provocandomi un piacere che andava oltre tutto, oltre la droga, oltre gli studi, oltre le preoccupazioni. Mi manca come sapevi capirmi e regalarmi momenti che sappiamo solo noi, attimi che rimpiango e che nessuno mi ha mai saputo dare, oltre te. Certo sei stata una rompicoglioni, a volte. Hai avuto atteggiamenti che nemmeno mia madre ha mai avuto con me (non che fosse molto difficile) e ti ho trattata di merda. Ma anche tu sei incasinata come me, come potevo pretendere che ti comportassi in maniera sana e corretta proprio io, che so cosa vuol dire crescere con un padre alcoolizzato e senza madre? Possiamo superare tutto insieme. Le mancanze, i dolori. Posso curare i tuoi graffi, fare in modo che rimangano solo delle piccole cicatrici che ti ricordino chi sei, da dove vieni e dove invece vuoi andare. Vieni via con me. Rispondi.

Prima che tu dica pronto probabilmente saró già sotto la tua porta, con la birra in mano a urlarti che ti amo. Cazzo, l'ho detto davvero. Ti amo Mandy, da quando non ho più te la vita non ha più senso. Non me ne faccio niente del college e delle divise pulite, se la sera in camera non trovo nessuno ad aspettarmi. Mancano pochi kilometri e sono da te. Aspettami Mandy, sto arrivando. La nostra strada è buia. Non piove più, l'asfalto è bagnato e le bottiglie di birra vuote rotolano via, spinte dal vento. Cammino, sono quasi sotto casa tua. Vado un attimo da me, dormono tutti ma non mi importa, voglio solo rivedere la mia famiglia. Tutta la mia vita è racchiusa dentro le palpebre abbassate di Liam, dietro le ciglia di Debbie, tra le cianfrusaglie di Carl e nelle divise di Ian. Do un bacio a tutti che non si accorgono nemmeno di me e lascio un biglietto in camera di Fiona. 'Sei la numero uno, mi manchi. Il tuo Lip'

Prendo una bottiglia di birra dal frigo ed esco. Ho corso tutta la notte per arrivare presto da te e ora ho paura, una paura fottuta. Se tu non mi perdonassi, ne avresti tutto il diritto, e lo so. Per questo sono spaventato. Ma tu mi ami, Mandy, e io amo te, e dobbiamo stare insieme, è così che deve andare. Mentre cammino, un passo dopo l'altro, continuo a stringere il telefono contro il mio orecchio ascoltando il suono dei tuoi squilli, a cui non rispondi. Andiamo, Mandy, sono qui. Eccola, casa tua. Tuo padre mi ammazza se mi scopre. Rispondi, Mandy, sono qui. Comincio a urlare, forse mi senti, e chissene frega se sveglio tutti, tu sei qui. 'Sono un coglione! Scendi Mandy, sono qui!'

La finestra si apre. Metto il telefono in tasca e guardo in alto. Mi bruciano gli occhi, tra birra, caffè e sigarette, e non ti vedo. La finestra si apre e non vedo nessuno. Un cigolio, la porta che si muove. Salgo le scale dell'entrata e aspetto, e finalmente eccoti. Le gambe lunghissime e magre scoperte, come sempre, gli occhi arrossati da chissà quante canne e i capelli lunghi che ti ricadono ovunque, pieni di nodi. Mi guardi, e rivedo quel sorriso triste splendere, mentre gli occhi si offuscano dalle lacrime. Sono io, Mandy, eccomi. Ti odio, sei un coglione, ti amo, sei bellissima. Un bacio, e saliamo da te, e non me ne frega niente dei libri, delle sigarette sparse per terra, del caffè che ho bevuto, delle liti che ci sono state. Un bacio e i casini che le nostre vite sono, sembrano diventati ordinati, puliti. Un bacio e siamo insieme, e non ti lascio più Mandy. Un bacio e tutto è tornato al proprio posto, proprio come sarebbe sempre dovuto essere.

   
 
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