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Autore: Queen Of Suburbia    26/03/2015    1 recensioni
-S..sì… l’ho scritta io.- balbettai in imbarazzo portandomela al petto e tenendola stretta.
Il ragazzo tornò a guardarmi e infossò le mani nelle enormi tasche mentre parlava -Wow, i miei complimenti, è davvero bella.- si complimentò.
Cercai di controllarmi mentre ovviamente il mio imbarazzo iniziava a farsi sentire ovunque fino alle mie guance -In verità non è nulla di che…- cercai di dire.
-Per me invece è fantastica, mancherebbe solo il ritornello per renderla perfetta.- affermò invece lui tranquillo -Come si intitola?- domandò poi squadrandomi da capo a piedi con lo sguardo incuriosito.
-Non c’ho ancora pensato.- mi affrettai a dire distogliendo lo sguardo e buttandolo a terra.
Ogni tanto però continuavo a buttare l’occhio su di lui che mi guardava. Non riuscivo a fare a meno che osservare quel viso, era bellissimo.
Lui era bellissimo.
[TomxBill]
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi di questa Fan Fiction non mi appartengono - con mio grande dispiacere -, niente di tutto ciò è vero, poiché è soltanto frutto della mia mente malata.
 



Monsoon

Capitolo 1















La mano scorreva leggera sul foglio, fluida e decisa. Un gesto normale, tranquillo, naturale.

Non saprei dire perché questa volta mi ritrovai a scrivere sul mio quaderno. L’ispirazione era venuta da sé e mi era sembrato naturale aprire la prima pagina vuota per potermi appuntare tutto.

Ero contento del mio operato. Tutte le volte che scrivevo potevo dire di essere me stesso, completamente. Senza che nessuno giudicasse o mi accusasse. Ero solo io.

Io e il mio quaderno.

-E cosa dovrei fare io, eh?!- si sentì al piano di sotto l’urlo di mio padre.

-Forse se la smettessi di uscire la sera con i tuoi amici e ti trovassi un lavoro decente!!- ribatteva mia madre ad alta voce.

-Forse potresti trovarti un lavoro pure tu!-

-Io ho un figlio da badare, te ne sei forse dimenticato?!- gli urlava contro lei furiosa.

-Ormai ha diciotto anni!!- rispondeva mio padre –Può benissimo cavarsela da solo!!-




 
I’m staring at a broken door




 
Sospirai pesantemente, smettendo di scrivere per un attimo.

Era da giorni che i miei litigavano senza sosta per ogni più piccolo motivo. E si urlavano contro, forte. Li sentivo sempre dalla mia camera.

Provai a concentrarmi e tornare nel mondo in cui ero perso prima, cercando di ritrovare quella scia su cui scrivevo quelle parole per continuare il testo. Ma non appena tentai di continuare… non sapevo come fare, l’ispirazione se n’era andata.

-Non è possibile!- mi dissi frustrato mentre mi passavo una mano tra i capelli mori e lunghi.

Cercai di mantenere la calma e a concentrarmi. Adesso ritorna, mi dicevo nella mente per rassicurarmi. Aspettai ancora qualche momento ma nulla.

Chiusi un attimo gli occhi per concentrarmi meglio.




 
There’s nothing left here anymore




 
-Perché non provi per una volta a metterti nei miei panni?!- urlava di sotto ancora mio padre.

-Ci sto provando. Ci sto provando! Ma tu me lo rendi sempre così difficile!!- ribatteva lei invece.

Riaprii gli occhi e guardai seccato nella direzione delle scale che portavano di sotto. Strappai la pagina con la canzone e accartocciai il foglio per poi buttarlo nel bidone con forza mentre mi alzavo dal letto. Feci in poche falcate la distanza che mi separava dalla porta aperta, con passo spedito e indispettito.  Provai a chiuderla ma non appena lo feci, questa si riaprì.

-Perfetto.- dissi ad alta voce, frustrato –Si è rotta.- affermai per poi voltarmi e tornare sul materasso.




 
My room is cold




 
Sospirai pesantemente mi lasciavo cadere indietro sul letto a guardare il soffitto. Quanto ancora sarebbe durata quella situazione? Mi chiedevo costantemente da giorni. Non ne potevo più.

Mentre cercavo di rilassarmi un secondo, in sottofondo continuavo a sentire la discussione dei miei che era passata ormai agli insulti, facendomi aggrottare le sopracciglia per come alzassero la voce di minuto in minuto.

Mi raddrizzai sul materasso. A quanto pare quel giorno non avrei trovato pace tanto facilmente.

Mi rialzai dal letto, mi misi le scarpe, mi preparai in fretta e presi un giubbotto di pelle dall’armadio insieme al mio quaderno dei testi e una penna.




 
It’s making me insane




 
Stetti per uscire dalla mia camera, più che deciso ad uscire di casa in quel momento, non potendo reggere ancora quella assurda situazione, ma per qualche strana ragione mi voltai. Osservai il foglio accartocciato nel cestino e, senza sapere perché, tornai indietro e lo ripresi.

Lo spiegazzai con cura cercando di renderlo decente, poi lo infilai in mezzo al quaderno e uscii di lì.
 


 
Il parco dietro a casa mia era abbastanza grande da non riuscire a scorgere da lontano la mia figura rannicchiata dietro un albero. Non era molto pieno di foglie nonostante fosse pieno maggio ma girava un venticello caldo che mi faceva stare bene. Era bello quel clima, nonostante fosse un po’ strambo.

-Non ce la faccio.- affermai scoraggiato appoggiando la testa al tronco dell’albero e stringendo la penna nelle mie mani.

Strinsi di più le ginocchia contro il petto mentre cercavo di farmi venire in mente un idea.

-Come è possibile??- mi chiesi –Non mi ricordo neppure come faceva.-

Nonostante quanto ci provassi, quanto cercassi di trovare di nuovo quell’ispirazione di quella mattina in camera, non ci riuscivo. Era come se la canzone se ne fosse andata. Per non parlare di come era ridotto quel foglio tutto stropicciato, una volta finita avrei dovuto ricopiarla sul quaderno, non potevo fare altro.

Cercai di guardarmi attorno nel parco in cerca di idee. Il vento tirava sempre più forte, tanto che dovetti portarmi una mano davanti la faccia per evitare che mi venisse tirata la polvere nei occhi contornati da trucco nero.

-Ma che cavol…- cercai di dire quando una folata di vento mi investì, riparandomi come potevo.

Però fui così concentrato dal ripararmi, che il vento soffiò tanto forte da farmi sfuggire dalle mani il foglio su cui stavo scrivendo. Immediatamente mi alzai di scatto lasciando cadere il mio quaderno a terra, per poi mettermi a correre più che potevo per inseguire il pezzo di carta ormai lontano.

-No!- esclamai vedendolo allontanarsi dietro dei alberi –Dannazione!- affermai seguendolo.

Non appena voltai l’angolo e mi guardai attorno per individuare il foglio, lo vidi a terra, in mezzo alcune foglie, mentre veniva raccolto da un ragazzo.

Quest’ultimo si alzò, perplesso nel vedere il mio foglio e poi posò lo sguardo su di me -Per caso questo è tuo?- mi chiese.

Io rimasi in silenzio, immediatamente, ad osservarlo attento. Quel ragazzo era giovane quanto me, forse un po’ di più considerato che ero leggermente più alto di lui. Aveva dei lunghi dread biondo scuro raccolti in una coda sotto una fascia rossa e un berretto bianco. Portava dei vestiti larghi, enormi, di almeno tre taglie in più. Quello che però attirava la mia attenzione era il suo viso, bello, niveo, con un piercing al labbro superiore e dei bellissimo occhi nocciola.

Ero… come elettrificato da quello sguardo.

Non so come, ma ero certo che sarei potuto rimanere così per ore.

-Ehm… sì.- cercai di rispondergli a fatica, non distogliendo i miei occhi dai suoi.

Lui mi osservò ancora un attimo prima di posare di nuovo lo sguardo sul foglio -Ah. E… è una canzone. L’hai scritta tu?- chiese continuando a guardare il foglio tra le mani.

Ritornai in me e mi ricordai che un perfetto sconosciuto davanti a me stava leggendo una mia canzone. Cosa che di solito mi avrebbe fatto urlare contro la persona in questione a costo di impedirglielo, solo Dio in cielo seppe perché quella volta invece mi limitai a raggiungerlo di fretta e riprendermelo dalle sue mani.

-S..sì… l’ho scritta io.- balbettai in imbarazzo portandomela al petto e tenendomela stretta.

Il ragazzo tornò a guardarmi e infossò le mani nelle enormi tasche mentre parlava -Wow,  i miei complimenti, è davvero bella.- si complimentò.

Cercai di controllarmi mentre ovviamente il mio imbarazzo iniziava a farsi sentire ovunque fino alle mie guance -In verità non è nulla di che…- cercai di dire.

-Per me invece è fantastica, mancherebbe solo il ritornello per renderla perfetta.- affermò invece lui tranquillo -Come si intitola?- domandò poi squadrandomi da capo a piedi con lo sguardo incuriosito.

-Non c’ho ancora pensato.- mi affrettai a dire distogliendo lo sguardo e buttandolo a terra.

Ogni tanto però continuavo a buttare l’occhio su di lui che mi guardava. Non riuscivo a fare a meno che osservare quel viso, era bellissimo.

Lui era bellissimo.

Sul suo volto comparve un sorriso e come lo vidi sentii il mio stomaco rivoltarsi -Beh, allora fammi sapere quando lo avrai fatto. Scommetto che sarà una canzone grandiosa.- affermò e mi sembrò assurdamente sincero con quelle parole.

Strinsi le labbra tra loro, incapace di dire una parola dopo quello. Mi limitai a rimanere zitto anche se avrei voluto parlargli, però mi sentivo come se avessi perso l’uso della parola. Cosa stranissima dato che a volte ero terribile e nessuno riusciva a frenarmi la lingua.

Tra di noi calò il silenziò, nessuno disse una parola. Ognuno guardava di sottecchi l’altro mentre l’unico suono che si sentiva era quello delle foglie che si muovevano attorno.

Ad un tratto una folata di vento passò, facendomi socchiudere appena gli occhi per la sua forza. Quell’aria trasmetteva un insolito calore, era diverso da come era di solito.

-C’è un bel venticello caldo in questi giorni, non trovi?- affermò il ragazzo coi dread guardandosi attorno mentre il vento ancora girava.

-Sì… si sta bene però.-  risposi io invece, con ancora stretto a me il foglio.

Lui si mosse ad un tratto, voltandosi per metà -Beh ora devo andare, ci si vede.- affermò lanciandomi un ultimo sorriso per poi incamminarsi fuori dal parco sotto il mio sguardo spaesato.

-Ci si vede…- risposi dopo un po’, ma lui era già lontano.
















Deliri dell’Autrice

Ciao a tutti gente, in questo angolino tutte le volte non mi perderò in sproloqui a caso, piuttosto preferisco scrivere alcune note sugli argomenti che penso vadano trattati per evitare dubbi e incomprensioni.

-Monsoon: Voglio fare una storia per ogni canzone, ispirandomi alle parole dei testi per il contenuto della storia e se ci riuscirò, rimane un mistero. Ho trattato per prima cosa questa canzone perché è da qui che viene il successo dei ragazzi quindi mi sembrava d’obbligo. Per chi non lo avesse capito, metterò in pezzo della canzone per ogni capitolo fino a concluderla, quindi non sarà molto lunga questa fiction.
-Bill e Tom: Qui Tom e Bill non sono gemelli, non si conoscono e qui siamo agli inizi di tutto. Cercherò di essere esatta il più possibile su certe cose ma se scazzo, beh pazienza, amen, sono umana anch’io sapete.
-Traduzione: Metterò sempre questa nota per chi non sapesse la traduzione della strofa, questa dice “Sto fissando quella porta rotta/Non c’è più niente qui/La mia stanza è fredda/ Mi sta facendo impazzire”.

Per ora non c’è altro da appuntare, fatemi sapere che ne pensate.
Alla prossima,

QOS



 
   
 
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