La
storia è divisa in tre parti e quella centrale rappresenta
il ricordo di
Edward. Nell'epilogo ho ripreso una scena del quarto libro che ho messo
in
corsivo, perchè mi serviva ai fini della storia. Ringrazio
lisepotter che ha
costruito con me questa storia e Lauretta che mi ha fatto questa
bellissima
immagine! Nel caso voleste sto scrivendo una one - shot che sarebbe un
continuo
di questa storia, la troverete a breve nel mio profilo! Grazie a tutti
quelli
che leggeranno e commenteranno!
Un Ricordo Infondo Al Cuore
Non
era una bella giornata. D’altronde non
era una novità. Londra era tra le città
più fredde e nuvolose dell’Europa. Per
certi aspetti mi ricordava Forks. Sorrisi malinconico
guardando oltre il
finestrino, appannato dalla pioggia, della mia limousine.
Stavo
raggiungendo uno studio televisivo per l’ennesima
intervista.
Mi
ritenevo fortunato per il successo che
avevo raggiunto grazie al film in cui interpretavo il ruolo di un
Vampiro, ma
alle volte mi sentivo soffocare da tutte quelle attenzioni. Questi
pensieri mi
fecero tornare alla mente una ragazza che aveva gli stessi problemi.
Chiusi
gli occhi poggiando la guancia al
freddo finestrino. Era sempre più difficile
continuare a sostenere quella
situazione…
Dovevo
sempre nascondere dietro a un
sorriso la voglia matta di mettermi ad urlare. Non ero sicuro di
riuscire a
sostenere altri tre film in quelle condizioni.
All’improvviso
la voce del guidatore mi
riscosse dai miei pensieri.
<<
Signor Pattinson, siamo
quasi arrivati. >>
Sospirando
diedi cenno di aver capito e mi
preparai psicologicamente a quello che mi aspettava. Non sapevo se
Kristen era
già arrivata. L’ultima volta che ci eravamo
visti era stato a Los Angeles,
in occasione della nostra ultima premièr. Sapevo
che lei sarebbe venuta
in Europa, ma le mie speranze erano state vane. Naturalmente
non ci
eravamo incontrati.
Avevo
il necessario bisogno di staccarmi
da quella realtà, così mi ero rifugiato nella mia
città. Avevo rivisto vecchi
amici, ripreso qualche vecchia e sana abitudine. Anche lì i
paparazzi non mi
avevano mollato, neanche un solo minuto. Interi forum era tappezzati di
foto
che mi ritraevano insieme a diverse ragazze. Tuttavia erano solo
compagnie
passeggere. Come avevo già affermato in una delle
recenti interviste a me
piacevano le donne con un carattere forte e con un pizzico di follia.
Peccato
che mi ero innamorato di una ragazza che fosse l’esatto
opposto della mia
descrizione.
La
macchina si fermò e dopo pochi secondi
alcuni uomini, con microfoni, occhiali scuri nonostante il
tempo e
ombrelli aperti, vennero ad aprirmi la portiera.
Con
uno sospiro tornai alla realtà. Mi
sistemai la giacca scura che indossavo e scesi dalla macchina. I flash
delle
macchine fotografiche impazzirono, ma non sorrisi neppure
mentre venivo
trascinato all’interno dello studio televisivo. Riconobbi i
familiari macchinari
che costituivano uno studio: telecamere ovunque, persone che
sfrecciavano da
una parte all’altra come tante api all’interno di
un alveare e infine i
soliti giornalisti che lottavano per riuscire a strapparmi qualche
nuova
notizia.
Gli
uomini che mi scortavano non
lasciarono spazio a nessuno e mi portarono all’interno di una
saletta, dove
trovai due signore talmente truccate da sembrare due
travestiti. Mi fecero
sedere immediatamente su una sedia girevole, per sistemarmi
prima di
andare in onda.
Sospirai
di frustrazione, cercando di
sopportare i loro sguardi ammiccanti e le loro domande invadenti.
Dopo
pochi secondi l’attenzione
delle truccatrici si spostò sulla ragazza che aveva appena
varcato la soglia
della saletta in cui mi trovavo, accompagnata anche lei dagli stessi
uomini che
mi avevano trascinato lì dentro.
Il
mio cuore mancò di qualche
battito, come al solito, quando incrociai i suoi profondi occhi verdi.
Ci
fissammo per qualche secondo che a me
parve eterno, fino a quando Kristen timidamente mi sorrise per poi
salutarmi
con un bacio sulla guancia. Al contatto con la sua pelle mi
sentii
fremere. La vidi togliersi il pesante giubbotto e finire
inevitabilmente tra le
mani delle due truccatrici, che fino a poco prima mi avevano torturato.
Indossava
un semplice abitino bianco che
le fasciava il busto e le arrivava al ginocchio, lasciando scoperte le
gambe
lunghe e aggraziate. Dovetti spostare lo sguardo un attimo per non
impazzire.
Non
mi sarei mai abituato a questo
sentimento spiazzante che provavo per lei.
<<
Robert, come stai? >>
Spostai
i miei occhi azzurri verso i suoi,
e nascosi dietro un sorriso forzato la sofferenza che mi dilaniava.
<<
Molto bene. Tu come stai? >>
La
vidi sorridere imbarazzata e sollevare
una mano per mandare indietro i capelli, che le stavano sistemando.
<<
A dire il vero sono molto stanca.
Sai… tutte queste cose a me non… >>
finì gesticolando eloquente.
Sorrisi
con tenerezza. Ero abituato alle
sue mezze frasi. Non riusciva mai a finire ciò che
cominciava. Lo sapevo bene.
<<
Sì, lo so. >>
Quel
momento fu interrotto da un ragazzo
con degli auricolari e diversi fascicoli in mano, che ci
chiamò.
<<
Robert, Kristen entrate in sala! Tra
poco siamo in diretta. >>
Ci
scambiammo un veloce sguardo
d’incoraggiamento. Ci alzammo e raggiungemmo il luogo
stabilito.
Camminammo
affiancati per pochissimo
tempo, ma il suo profumo cominciava a stordirmi sempre di
più. Avrei voluto
fermarmi, prenderla per le spalle e obbligarla a guardarmi negli occhi
senza
abbassare lo sguardo. Volevo leggere attraverso i suoi occhi chiari
quel’era la
verità.
Con
uno sguardo vidi la fedina al suo
dito. Strinsi le dita con rabbia e affrettai il passo per
entrare in una
stanza adibita come se fosse un elegante salone.
Il
conduttore, un uomo sulla cinquantina
con i capelli e gli occhi scuri, si avvicinò a noi e dopo
averci salutati ci
fece sedere su un divano di pelle nera, vicino ad un finto
camino.
Per
cercare di allentare la tensione
dovuta alla sua presenza gettai uno sguardo in giro. Di fianco a noi
c’era una
cattedra allestita con soprammobili particolari, dove sedeva
sicuramente il
conduttore. Alle nostre spalle c’era un ampia finestra che
dava sulla città,
mentre di fronte c’era una parete allestita con diversi
quadri.
Mi
sentii picchiettare su una spalla e mi
voltai.
<<
A che pensi? >>
Kristen
era seduta comodamente accanto a
me, le braccia incrociate al petto e un espressione dolce e incerta sul
viso.
<<
A nulla in particolare. Perché?
>>
I
miei propositi di ignorarla erano sempre
più difficili da mantenere.
<<
Sembri strano. Sembra quasi che tu
non voglia parlare con me. >>
Aggrottai
la fronte. Dove voleva arrivare?
<<
Cosa intendi? >>
<<
Sembra che tu stia cercando di
evitarmi. >> Il suo tono era amaro.
<<
Come mai pensi questo? >>
Volevo
farglielo dire dannazione! Volevo
che lei ammettesse che stesse male per questa situazione. Che voleva la
mia
attenzione su di sé. Faceva sempre così. Si
risvegliava solo se era io a
farle capire che era giunto il momento. Si divertiva a trattarmi con
sufficienza
e freddezza, ben sapendo che io la conoscevo bene.
<<
E’ evidente Robert. >>
Il
suo tono cominciava ad essere più
ansioso.
<<
La cosa ti dà fastidio? Non vedo
cosa posso cambiare se io ti rivolga la mia attenzione o meno. Forse
non te lo
ricordi Kristen, ma ci sono solo poche persone che
meritano il mio
tempo.* >>
Se
prima parlavamo a voce bassa
adesso stavo cominciando ad alzare i toni.
La
sua espressione mi colpì
inesorabilmente. Mi guardava come se l’avessi appena
pugnalata. Per un attimo
mi ricordai Bella quando Edward le disse, in quella camera
d’ospedale, che
sarebbe stato meglio per lei stargli lontano.
Mi
faceva male dirle quelle cose e
comportarmi come se non esistesse, ma non riuscivo più a
tollerare il suo
comportamento.
Ero
innamorato di lei, irrimediabilmente.
Lei lo sapeva benissimo, eppure continuava a comportarsi come una
stupida. Io
sapevo che anche lei provava qualcosa per me e mi feriva quel
suo
tentativo di ignorare i miei sentimenti.
Adesso
come ci si sentiva ad essere
ignorati completamente?
Senza
rendersene conto lei si comportava
mille volte peggio nei miei confronti. Tutte le volte in cui dovevo
sopportare
la presenza del suo ragazzo, non immaginava neppure come soffrivo.
Adesso
lei pretendeva la mia attenzione?
All’improvviso
la voce del conduttore, che
cominciava a presentarci al pubblico, mi riscosse.
Scostai
lo sguardo da lei e mi passai una
mano tra i capelli, per calmarmi. Con la coda dell’occhio
vidi fare la stessa
cosa a lei. Sorrisi amaro tra me. Avevamo le stesse abitudini.
Sospirai
rumorosamente, fino a quando non
dovetti sorridere nel momento in cui venni presentato. Provai a
sorridere e a
comportarmi normalmente, ma il dolore che mi chiudeva lo stomaco in una
morsa
era impossibile da ignorare.
Cercai
di concentrarmi sulle domande del
conduttore. Erano sempre le stesse.
“
Com’è nata la chimica con Kristen
Stewart? “
“
Com’è stato il vostro primo incontro? “
“
Quali sono le scene più romantiche
girate nel film? “
Poi
c’erano domande in cui avrei voluto
alzarmi e andarmene subito, specie quando notavo le reazioni
indifferenti e
quasi scocciate di Kristen.
“ Com’è
stato baciare Kristen? “
“
Vi potreste innamorare nella vita reale?
“
Questa
era la peggiore.
All’improvviso
però mi venne fatta una
domanda che nessuno mai mi aveva posto.
Il
conduttore ci guardava con un sorriso
finto sul volto, non sapendo della voragine che aveva appena
creato
dentro di me.
“
So che siete molto giovani, ma vi è mai
capitato di incontrare una persona, in un bar o per strada per esempio,
e
pensare: questo è l’uomo o la donna della mia vita
? “
Era
come se qualcuno avesse pressato il
tasto “Stop” di un telecomando. Di colpo tutto
scomparve intorno a me. La mia
mente corse a quella sera di un paio d’anni prima. Non mi
sarei mai scordato
quel momento.
La
prima volta che la vidi. La sera in cui
mi innamorai di lei. La prima volta che i nostri occhi si incontrarono.
***
Due
anni prima :
Era
una delle solite serate. Ero stato
invitato come ospite alla premièr di un film a Los Angeles.
Di conseguenza
avrei partecipato al party che si sarebbe tenuto successivamente.
Era
il periodo di Halloween quindi
non appena arrivai all’albergo dove alloggiavo, e dove si
sarebbe tenuto il
party, venni quasi obbligato da alcuni camerieri ad indossare
una maschera
per l’occasione.
Per
fortuna me ne capitò una piuttosto
semplice che mi copriva solo la parte superiore del viso. Sembrava solo
una
piccola mascherina, simile a quelle di carnevale.
Non
mi aspettavo che sarebbe stato un
party così particolare. Con tutte quelle maschere era molto
difficile riuscire
a riconoscere qualcuno. Camminai a lungo con un bicchiere di Champagne
in mano,
preso dalla lunga tavolata che costeggiava la piscina
all’interno dell’albergo.
Quella
serata si prospettava parecchio
noiosa, di conseguenza tirai un sospiro di sollievo quando giunse al
termine.
Non avevo concluso molto. Avevo solo scambiato qualche dialogo con
alcuni
colleghi.
Era
stata una fortuna che il tutto si
fosse svolto nell’albergo dove alloggiavo.
Regalai il
bicchiere di Champagne
ancora pieno ad una bella ragazza mora, che
l’accettò con un sorriso, e
raggiunsi velocemente gli ascensori.
Mentre
ne chiamavo uno sospirai
stancamente. Pochi piani mi separavano dalla mia camera e da
una
lunghissima doccia.
Dovetti
aspettare un minuto prima che le
porte dell’ascensore si aprissero. Entrai a testa bassa e non
mi accorsi che
questo era già occupato, finché non vidi un paio
di All Star.
Un
paio di Jeans chiari
fasciavano due gambe snelle e dei fianchi stretti. Boccoli biondo
chiaro
cadevano dolcemente sopra una giacca nera.
Ero
pronto a tutto, ma
non a quel viso e… a quegli occhi: grandi occhi verdi che mi
guardavano
sorpresi e divertiti allo stesso tempo.
Avevo
di fronte una
ragazza bellissima. Poteva avere circa sedici o diciassette anni.
Non
aveva partecipato al
party, perché mi sarei senz’altro accorto della
sua presenza.
Senza
contare che non
portava nessuna maschera, al contrario di me. Avrei voluto dire
qualcosa, ma la
mia mente si rifiutava di ragionare e mi ritrovai
improvvisamente con la
gola secca.
Non
riuscivo a staccare
gli occhi dai suoi e neppure lei sembrava riuscire a staccare
i suoi dai
miei.
Mi
sentivo stordito ed
estasiato allo stesso tempo. Potevo avvertire il dolce profumo che
emanava e
sentivo l’irrefrenabile desiderio di toccare quei suoi
boccoli così splendidi.
Avrei voluto stringerla a me e assaporare le sue labbra.
Mi
rendevo conto che era
impossibile provare tutto questo per una perfetta sconosciuta. Non
erano
passati che pochi secondi da quando i nostri sguardi si erano
incontrati.
Non
riuscivo a leggere
l’espressione sul suo viso. Sembrava solo ipnotizzata.
Rimanemmo
a fissarci in
silenzio, fino a quando non avvertii le porte dell’ascensore
che si aprivano. Rimasi
nella stessa posizione, senza muovere un muscolo. Fu lei a svegliarmi
da quello
stato d’incoscienza. Era come se mi trovassi su un altro
pianeta.
<<
Sembri uscito
da uno dei miei sogni di bambina. Il principe azzurro l’ho
sempre immaginato
così. >>
Mi
sorrise e io mi
sentii morire.
Non
mi aspettavo quelle
parole e il suo sorriso mi abbagliò e mi riscaldò
il cuore.
Fece
per uscire,
ma prima che potesse farlo la presi per un braccio e la
voltai verso di
me. Pochi millimetri ci separavano. Potevo sentire il suo respiro
accelerato infrangersi
sul mio viso. Non riuscii, ancora a dire una parola ma con mano le
accarezzai
il viso, soffermandomi con le dita su quelle labbra carnose.
La
vidi socchiudere gli
occhi. Prese le mie dita tra le sue, stringendole. Ricambiai
la
stretta, ma presto lei se ne liberò e
con un ultimo sguardo se ne
andò, lasciandomi solo in quella tempesta di emozioni. Avrei
voluto seguirla,
ma ancora una volta rimasi immobile. Ero quasi spaventato da
ciò che stavo
provando.
La
guardai andar via,
fino a quando le porte dell’ascensore non si richiusero.
Chiusi
gli occhi e mi
tolsi la maschera. Nel compiere quel gesto il mio sguardo cadde su un
piccolo
pezzo di carta bianco a terra.
Preso
da una strana
sensazione mi abbassai e lo raccolsi. Lessi le poche parole che
c’erano scritte
sopra. Sembrava un banale biglietto d’invito per quella
premier, infatti era
uguale al mio.
Lessi
il nome della
persona interessata.
Kristen
Stewart
Uno
strano presentimento
mi colse. Poteva appartenere a chiunque quell’invito,
ma la mia mente non
smetteva di ricollegare quel nome alla ragazza che pochi secondi prima
mi aveva
stregato il cuore con un solo sguardo.
Le
porte dell’ascensore
si aprirono nuovamente. Conservai il bigliettino in tasca e uscii
dall’ascensore, dirigendomi verso la mia camera. Presto avrei
scoperto la
verità: ovvero se quell’angelo che mi era appena
apparso apparteneva al nome di
Kristen Stewart.
Sorrisi.
Per sino il
nome mi piaceva.
Con
fretta inaudita
tirai fuori dalla tasca il biglietto e la tessera magnetica che mi
avrebbe
permesso di accedere alla mia camera.
Non
appena entrato
accesi la luce e gettai uno sguardo all’ambiente circostante.
Non mi persi in
particolari e dopo poco vidi con sollievo un computer posto su un
piccolo
tavolino, in un angolo della stanza. Ormai quasi tutti gli alberghi ne
erano
provvisti, ma fu comunque un sollievo vederlo lì
in quel momento.
Non
sarei stato capace
di aspettare un minuto di più. Lo accesi velocemente e poco
dopo cercai su
internet qualunque cosa riguardasse Kristen Stewart.
Mi
dovetti appoggiare al
piccolo tavolino per non cadere. Vidi innumerevoli foto che ritraevano
la
ragazza dell’ascensore in diversi momenti e in diverse scene.
Per riviste,
film, premier , ecc...
Rimasi
senza parole. Era
un attrice.
Passai
l’intera notte a
leggere tutte le notizie che la riguardavano e a guardare le sue foto.
Alle
prime luci
dell’Alba spensi il computer e mi distesi sul letto,
ancora completamente
vestito. Poche ore dopo avrei preso un aereo che mi avrebbe riportato a
Londra.
Avrei
voluto
girare l’albergo per cercarla, ma riuscii solo a sognarla ad
occhi aperti.
Ne
ero certo.
Avrei rincontrato il mio angelo.
***
Ritornai
al presente
quando la voce del conduttore mi incitò a rispondere.
Mi ero quasi
dimenticato che dovevo rispondere alla domanda.
Mi
voltai
impercettibilmente verso Kristen. Lei non aveva ancora
risposto ma non
era una novità per me, dato che aspettava sempre che
rispondessi io per primo.
Eppure
mi sarebbe
piaciuto sentire la sua risposta. Forse sarebbe coincisa con la
mia… o forse
no.
Avrei
dovuto rispondere
con la verità? Infondo avrei potuto dire una bugia.
L’ennesima.
Decisi.
Mi voltai del tutto verso di lei.
Mi stava guardando quasi impaziente.
Era
curiosa di conoscere la mia risposta?
Non
le avevo mai raccontato quel fatto.
Ero sicuro che lei ancora non avesse capito che ero io quel ragazzo che
aveva
definito il suo “ principe azzurro”.
Non
gliel’avevo mai detto.
<<
Ho incontrato la donna della mia
vita nell’ascensore di un albergo a Los Angeles.
>>
Mi
fermai per vedere bene la sua reazione.
Vidi la sua espressione cambiare, ma poi tornare la stessa.
In ogni caso
rimase a fissarmi senza abbassare lo sguardo.
Forse
stava pensando a una stupida
coincidenza.
Sorrisi.
Non lo era affatto.
Con
la coda dell’occhio vidi il conduttore
e perfino tutto lo staff fissarmi quasi famelici. Erano tutti curiosi?
Oppure
non avevano perso il nostro scambio di sguardi?
Continuai
con decisione, senza più
rimpianti.
<<
E’ successo circa due anni fa.
Sono entrato in ascensore e lei era lì. Mi ha letteralmente
stregato con uno
sguardo. E’ bastato un attimo e il mio mondo è
stato letteralmente travolto da
lei. All’inizio non sapevo nulla di quella ragazza e non
conoscevo il suo nome,
ma in un attimo è diventata il centro del mio Universo. Era
la cosa più bella
che avessi mai visto, come un capolavoro costruito appositamente per
me. Non ho
mai provato nulla di così intenso per una persona
come per lei in quel
momento. >>
Non
si sentiva volare una mosca all’interno
dello studio. Erano tutti imbambolati. I miei occhi erano piantati in
quelli
verdi e accesi del mio angelo. Forse aveva capito di cosa stavo
parlando.
<<
Mi sono innamorato di lei
all’istante e l’amo tutt’ora.
>>
Era
stato quasi un sussurro, ma vidi chiaramente
gli occhi di Kristen divenire di colpo umidi.
Nonostante
il groppo in gola, mi imposi di
continuare.
<<
Mi ha riempito la vita. In
seguito ho scoperto la sua identità, so
dov’è in questo momento, so cosa fa ma…
non posso averla. Il mio è un amore impossibile. Mi ha detto
una cosa quella
sera, che non dimenticherò mai: “ Sembri
uscito da uno dei miei sogni di
bambina. Il principe azzurro l’ho sempre immaginato
così.” >>
I
miei occhi si rispecchiavano nei suoi.
La sentii trattenere il respiro. Mi guardò come se mi stesse
vedendo per la
prima volta. Come un soldato creduto morto e poi ritornato dalla
battaglia.
Mi
stupii della sua emozione. In certi
momenti credevo che non le avesse mai importato nulla di quel giorno.
Questo
era uno dei tanti motivi per cui
non le avevo mai detto nulla. Quando scoprii che c’erano dei
nuovi provini per
un film dove avrei potuto recitare al suo fianco, in una storia
d’amore, non
riuscii a trattenermi.
Nonostante
i miei propositi di
dimenticarla per sempre, mi presentai al casting del film Twilight.
Avevo
sempre detto che lei era stata la
ragione principale per cui avevo scelto di avere la parte. Era la pura
verità.
Soffrivo
moltissimo quando il suo ragazzo
veniva sul set e me la portava via. Indicibile ciò che
provavo.
Il
mio personaggio non era qualcosa di
costruito. Quella sorta di amore impossibile lo sentivo realmente.
Sognavo
di poterla baciare un giorno.
Quando accadde mi sentii morire. Sapevo che per lei era solo un ruolo
da
recitare, eppure non riuscivo a contenere la mia emozione.
Qualcosa
in fondo al mio cuore mi
suggeriva sempre che anche lei provava le stesse cose per me, ma a
volte era
davvero difficile crederci.
Lei
cosa provava realmente nei miei
confronti? Non l’avrei mai saputo.
<<
Una bella storia Pattinson!
Nonostante la curiosità purtroppo devo annunciare la fine di
quest’ intervista.
Il tempo a nostra disposizione è terminato. Speriamo di
avervi ancora qui con
noi. >>
La
voce del conduttore mi riscosse.
Distolsi lo sguardo dai suoi occhi lucidi e mi alzai deciso ad
andarmene il
prima possibile. Mi feci spazio tra i vari addetti e mi diressi verso i
camerini.
Non
volevo incrociare Kristen. Non ero
ancora pronto per questo. Ormai lei si era ricordata di quella sera, lo
lessi
nel suo sguardo.
Almeno
non se ne era dimenticata.
Scorsi Michael e strinse automaticamente la mascella.
Di
solito riuscivo a contenermi, ma
quello non era esattamente il momento adatto. Non ero sicuro di saper
controllare le mie azioni.
Entrai
nel primo camerino libero, sbattendo
la porta. Dovevo andarmene al più presto, così
presi il giaccone e mi avviai
verso la porta.
Non
appena l’aprii il respiro mi si mozzò
in gola: lei era lì sulla soglia, con gli occhi rossi e il
respiro affannato
dalla corsa. Era bella per sino in quelle condizioni.
Trattenendo
il respiro, resistetti al
desiderio si abbracciarla e stringerla forte a me. Distolsi lo sguardo
da
quello splendido viso e cercai di superarla, ma due piccole mani mi
fermarono,
trattenendomi.
Avrei
potuto liberarmene facilmente, ma non
riuscii a muovere più un passo. Non mi mossi, ma
spostai lo sguardo su di
lei.
Mi
guardava supplicante e cercava di
sciogliere la mia posa rigida. Controvoglia mi lasciai trascinare
all’interno
del camerino.
Con
un movimento brusco allontanai le sue
mani e portai le mie sui fianchi, guardandola con astio. Lei
si passò una
mano sui capelli, voltando il viso di lato.
Le
lacrime cominciarono a solcarle il viso
ed io strinsi i denti per non muovermi da quella posizione.
Feci
per parlare più volte ma lei mi
lasciò di stucco quando si avventò su di me,
abbracciandomi.
Chiusi
gli occhi e scossi la testa ma non
mi mossi. La lasciai sfogare senza proferire parola, fino a quando non
si
allontanò da me.
Teneva
la testa bassa, mentre con le mani
cercava di asciugarsi il viso.
<<
Perché non me l’hai detto?
>>
La
sua voce spezzata mi fece soffrire più
di quanto pensassi.
Per
quanto ci avessi provato i miei
sentimenti per lei erano troppo forti e impossibili da nascondere.
<<
Cosa avrei dovuto dirti? >>
Lei
sgranò di poco gli occhi e mi si
avvicinò di nuovo, stringendo con le dita il mio
giubbotto.
<<
Come sarebbe a dire? Avevi il
dovere di dirmi che eri tu quella sera di due anni fa. >>
Sorrisi
amaro.
<<
A cosa sarebbe servito? E’ stata
tutta una menzogna. >>
Tutto
mi aspettavo tranne che quello.
Mi
schiaffeggiò con tutta la sua forza,
facendomi voltare il capo di lato di qualche grado.
<<
Come puoi dire una cosa del
genere? Ogni notte ho sognato che quella persona… che tu,
venissi da
me. >>
Mi
voltai di scatto, prendendola per
le spalle e inchiodandola al muro.
<<
Non è vero. Stai MENTENDO! Io ti
ho amata in silenzio durante questi due anni. Non ti ho mai dimenticato
e
quelle parole ancora risuonano nella mia mente.
>>
<<
Perché pensi che ti stia
mentendo? >>
<<
Perché tu non mi ami. >>
Rimanemmo
in silenzio per molti minuti.
Quel
silenzio carico di tensione fu rotto
dall’entrata della persona da me più odiata.
<<
Kristen sei qui? >>
Nessuno
dei due si voltò. Michael era
sulla soglia della porta ma non potei vedere il suo sguardo. In quel
momento
nulla mi importava. Strinsi ancor di più le mani sulle
spalle di Kristen.
<<
Si può sapere cosa sta
succedendo? >>
<<
Sparisci >> ruggii quasi,
mentre non abbandonavo i suoi occhi verdi.
<<
Ma cosa?... Kristen vuoi
spiegarmi? Robert lascia subito la mia ragazza. >>
Niente.
Il tempo sembrava essersi fermato.
<<
Se non è così… allora rispondimi:
Kristen Stewart mi ami? >>
Le
lacrime ricominciarono a solcarle il
viso e la vidi distogliere lo sguardo da me e spostarlo verso il suo
fidanzato.
<<
Robert ma come ti permetti? Adesso
basta! Kristen andiamo via. >>
Lei
invece che rispondere tornò a
guardarmi. Era in palese difficoltà.
<<
Robert cerca di ragionare…
>>
<<
No. Ti ho chiesto: Mi ami? Non è
difficile rispondere. Hai detto che hai aspettato per tutto questo
tempo che io
venissi da te. Ero io quella sera. Quando i nostri sguardi si sono
incontrati è
scattato qualcosa d’importante. Nonostante io sia convinto,
oramai, che tu non
mi ami, qualcosa dentro al mio cuore mi suggerisce il
contrario… >>
Fui
interrotto ancora una volta da
Michael ma stavolta fu Kristen a intervenire.
<<
Vattene Michael >> urlò
quasi. Sembrava facesse fatica per sino a respirare.
<<
Continua Robert, maledizione!
Cosa ti suggerisce il tuo cuore? Cosa? >>
<<
Che anche tu provi lo stesso per
me. Quella sera non posso essermi sbagliato. Non posso.
>>
Rilasciai
la presa sulle sue spalle e le
presi il viso tra le mani, asciugandole le lacrime con le
dita.
I
nostri sguardi si fusero di nuovo,
proprio come quella sera. Nemmeno il rumore sordo di una porta sbattuta
con
forza riuscì a distoglierci. Michael doveva essersene andato.
<<
Non vuoi dirmelo? Va bene te lo
ripeto per l’ultima volta. Dopo uscirò da questa
stanza e tu non mi rivedrai
mai più, se non per lavoro. E’ una promessa
questa. Così come lo è stata quella
sera, quando promisi a me stesso che avrei ritrovato il mio Angelo.
>>
La
vidi socchiudere gli occhi, sofferente.
Mi dispiaceva farle del male, ma quei pochi minuti avrebbero cambiato
la nostra
vita. Se era vero quel sentimento che avevo letto quella sera nei suoi
occhi,
lei doveva dirmelo.
<<
Mi ami Kristen? >>
Inaspettatamente
la vide sorrise dolcemente.
<<
“ Sembri uscito da uno dei
miei sogni di bambina. Il principe azzurro l’ho sempre
immaginato così “ Ti
amo Robert, da quella sera di due anni fa. >>
Sognavo
da tanto quelle parole. Non mi
aspettavo che l’avrebbe ammesso davvero. Pensavo che fosse
solo il frutto della
mia fantasia.
Non
riuscii più a trattenermi. La baciai
con forza, mentre lei stringeva le braccia attorno al mio collo. Sentii
le sue
lacrime bagnarmi il viso, ma non me ne importò. Assaporai le
sue labbra
cercando un contatto più profondo.
“A
volte ciò che il destino unisce,
la vita divide”. Quelle parole adesso sembravano
più vere che mai. Solo
che stavolta niente e nessuno sarebbe stato capace di
dividerci.
Ci
separammo dopo molti minuti. Appoggiai
la fronte sulla sua perdendomi nel colore limpido dei suoi occhi.
Quando
vidi che stava per parlare le misi
un dito sulle labbra.
<<
No… non dire niente. Non mi
importa più nulla del passato, ma solo del presente. Adesso
siamo insieme e non
ci separeremo mai più. >>
Mi
sorrise accarezzandomi i capelli.
<<
E’ una promessa? >>
Sorrisi
anch’io baciandole la fronte.
<<
E’ una promessa. >>
Le
nostre labbra si unirono. Fu un bacio
nuovo, che sapeva di futuro e di gioia. Ma soprattutto sapeva
d’amore.
***
Tre
anni dopo :
<<
Allora sei pronta? >>
Sorrisi,
accarezzandole una guancia.
Sul
set del quarto film della saga era una
giornata di lavoro parecchio pesante.
C’erano
molte scene da girare e tutte
abbastanza impegnative. Ormai eravamo al punto in cui il rapporto tra
Edward e
Bella era minato da tante difficoltà, ma era comunque forte
e straordinario.
Sembrava
rispecchiare la realtà mia e
della ragazza che amavo. Anche noi non ci saremmo mai più
divisi di fronte alle
difficoltà.
Ero
felice in quel periodo, come non lo
ero mai stato. Non pensavo che il nostro rapporto potesse essere
così bello.
Non ci sarebbe stata più nessuna donna al suo posto,
così come avevo la
certezza che mai nessuno avrebbe preso il mio posto nel cuore di
Kristen.
<<
Sì, sono pronta! >>
Abbassai
lo sguardo verso la sua pancia.
Indossava un abito piuttosto largo, dove si notava il rigonfiamento del
suo
ventre, fatto con degli appositi cuscini. Infatti il suo personaggio
aspettava
la piccola Renesmee.
Era
sempre piuttosto emozionante girare
quel tipo di scene. Mi vedevo padre di una piccola creatura insieme a
lei,
l’amore della mia vita.
Non
appena ricevemmo il segnale che
stavamo per girare, ci mettemmo in posizione.
All’interno
della casa dove giravamo,
Kristen si sedette su un divano, mentre io mi inginocchiavo a terra
vicino a
lei.
<<
Forza ragazzi cominciamo!
Azione! >>
“
Hai detto qualcosa? “
La
fissavo, e lei ricambiava.
“
Io? Non ho detto niente, perché? “
Mi
feci pensieroso, come voleva il mio
personaggio.
“
A cosa stai pensando? “
“
A niente. “
“ A
cos’hai pensato un minuto
fa? “
La
vidi abbassare lo sguardo intimidita.
“
Ehm… all’ Isola Esme. E alle piume. “
Per
un attimo rischiai di deconcentrarmi.
Ricordavo bene quella scena… mi era piaciuto molto girarla.
“
Dì qualcos’altro. “ mormorai.
“
Ma cosa? Edward, che succede? “
Posai
le mani sul suo grembo, con grande
delicatezza.
“
Al Bambino piace il suono della tua
voce. “
Restammo
in silenzio per pochi istanti.
“
Santo Cielo! Riesci a sentirlo! “
Gridò Kristen.
Stavo
per sorriderle quando urlarono <<
Stop! >>
<<
Bene ragazzi. Andava bene questa!
Complimenti un bel coinvolgimento, siete stai unici. >>
Mi
alzai sorridendo e aiutai Kristen a
fare lo stesso. Ci fissammo per qualche secondo, fino a quando non mi
fu
portata via dalle truccatrici.
Era
davvero strano immedesimarsi in quella
situazione. Kristen sembrava molto emozionata, così come lo
ero anch’io.
Probabilmente la cosa era amplificata a causa dei sentimenti che
provavamo
l’uno per l’altra.
Eppure
mentre giravamo la scena mi
ritrovai a pensare, anche se per pochi attimi, come mi sarei sentito se
fossi
stato io al posto di Edward e se ci fosse stata Kristen al posto di
Bella.
Sarebbe stato unico se anche noi un giorno avremmo condiviso qualcosa
di così
importante.
Sospirai
scuotendo il capo.
<<
Siamo andati bene oggi! >>
La
vidi tornare verso di me. Riportai i
miei occhi azzurri su quelli verdi e accesi di lei.
<<
Come sempre >>
La
tirai verso di me, catturandola in un
bacio appassionato.
Ormai
non dovevamo più nasconderci.
L’avevamo deciso subito. Ci amavamo e l’avremmo
fatto alla luce del Sole. Le
critiche non erano mancate, ma rimasi sorpreso dalle lettere dei Fan
che erano
felici della nostra unione.
Ci
separammo ridendo appena. Il pancione
di lei dava qualche problema di movimento. Assorto, portai la mano su
quel
finto pancione e lo accarezzai appena.
<<
Sai Amore… comincio ad essere un
po’ geloso di Edward. >>
Lei
mi guardò confusa, fino a quando
non mi accarezzò una guancia sorridendo.
<<
Ma che dici? Come mai? >>
Non
avevo ancora tolto la mano dal suo
ventre e continuavo inconsapevolmente ad accarezzarlo.
<<
Mi piacerebbe essere al suo
posto. Vorrei anch’io aspettare qualcosa di
così importante da
condividere con te. >>
I
nostri occhi non si lasciarono per un
momento e la mia voce si andò affievolendo sempre di
più, sul finire della
frase.
La
vidi chiudere gli occhi e appoggiare il
viso sul mio petto. Coprì la mano che ancora
l’accarezzava con la sua,
stringendola forte.
<<
Riesci ad aspettare altri sette
mesi? >>
Dapprima
non riuscii a capire. Poi preso
da una strana sensazione le feci alzare il capo dal mio petto. Lasciai
la sua
mano e con entrambe le presi il viso per guardarla bene negli occhi.
Cosa
voleva dire? Sette mesi?
Pian
piano la mente andava elaborando
qualcosa che non mi aspettavo assolutamente.
Osservai
bene i suoi occhi lucidi e non
riuscii a trattenere l’emozione che mi sconvolse quando capii
il senso delle
sue parole.
Feci
per dire qualcosa. Ma sentivo la gola
improvvisamente secca. No. Non c’erano parole.
D’impeto
la strinsi al petto,
baciandole i capelli.
<<
Amore mio! >>
La
scostai da me sentendomi impazzire
sempre di più.
<<
Cosa? Come? >>
Il
mio cervello stava reagendo e mi sentii
confuso e felice allo stesso tempo.
Lei
rise rilassata della mia reazione.
Sembrava che fino ad allora avesse trattenuto il respiro, preoccupata
forse di
ciò che avrei detto.
<<
Robert, diventerai padre fra
sette mesi. >>
Padre…
io sarei diventato Papà? Ancora non
riuscivo a crederci. Mi prese le mani tra le sue e sentii il tremore
che la
scuoteva. Mi decisi a dire qualcosa.
<<
Amore, io… io sono felice. Non
posso crederci! >>
L’abbracciai
di nuovo, mentre alcune
lacrime mi solcavano il viso. La ragazza che amavo più di me
stesso adesso
stava per regalarmi un bambino. La felicità che provavo in
quel momento era
indescrivibile.
Non
riuscivo a formulare pensieri
coerenti.
Kristen
si sciolse dal mio abbraccio e si
alzò in punta di piedi, per asciugarmi con le dita
le lacrime che mi
solcavano il volto. Sbuffai una risata quando vidi lei nello
stesso
stato, ripetendo i suoi stessi gesti.
<<
Ti amo Robert. >>
Sentii
il mio cuore riscaldarsi.
<<
Ti amo anch’io, Kristen.
>>
Sorridendo
mi chinai sulle sue labbra e le
nostre lacrime si mischiarono. Poteva sembrare strano ma le emozioni
che
provavo erano troppo intense per essere contenute. Pensavo di dover
dire addio
al mio sogno di dividere la mia vita con Kristen. Mai al mondo pensavo
di
condividere una cosa così grande con lei.
<<
Ehi ragazzi, che succede? >>
Ci
separammo ma non riuscii a staccarmi da
lei e me la strinsi addosso. Mi voltai verso tutte le persone che ci
fissavano
straniti. Vederci piangere di certo li aveva confusi.
Scambiai un veloce
sguardo con Kristen, che ricambiò con gioia.
<<
Fateci gli auguri. Presto saremmo…
genitori! >>
Un
attimo di silenzio seguì alla mia
dichiarazione. Dopo un po’ però mi dovetti quasi
otturare le orecchie quando
scoppiarono le urla di gioia da parte di tutto il set. Persi il conto
di tutti
gli abbracci che ricevetti. Dopo un tempo infinito riuscii a ritrovare
Kristen
,che mi era stata strappata dalle braccia poco prima, e il tempo
sembrò
fermarsi.
Nei
nostri sguardi c’erano mille parole e
mille promesse. Allungai una mano e lei mi raggiunse stringendola.
<<
Sposami >>
Non
era una domanda. Avevo in
programma di chiederglielo in breve ma adesso volevo farlo
più che mai.
La
vidi annuire tra le lacrime, che
ricominciarono a solcarle il viso.
Non
c’era più bisogno di parole. Avremmo
lasciato parlare il nostro futuro, che ci avrebbe visti uniti e per
sempre.
Fine
Stella Del Sud