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Autore: Stella Di Mezzanotte    17/12/2008    15 recensioni
“ Sembri uscito da uno dei miei sogni di bambina. Il principe azzurro l’ho sempre immaginato così.”
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La storia è divisa in tre parti e quella centrale rappresenta il ricordo di Edward. Nell'epilogo ho ripreso una scena del quarto libro che ho messo in corsivo, perchè mi serviva ai fini della storia. Ringrazio lisepotter che ha costruito con me questa storia e Lauretta che mi ha fatto questa bellissima immagine! Nel caso voleste sto scrivendo una one - shot che sarebbe un continuo di questa storia, la troverete a breve nel mio profilo! Grazie a tutti quelli che leggeranno e commenteranno!




                                                                     






                             Un Ricordo Infondo Al Cuore



Non era una bella giornata. D’altronde non era una novità. Londra era tra le città più fredde e nuvolose dell’Europa. Per certi aspetti mi ricordava Forks. Sorrisi malinconico guardando oltre il finestrino, appannato dalla pioggia, della mia limousine.  Stavo raggiungendo uno studio televisivo per l’ennesima intervista. 

Mi ritenevo fortunato per il successo che avevo raggiunto grazie al film in cui interpretavo il ruolo di un Vampiro, ma alle volte mi sentivo soffocare da tutte quelle attenzioni. Questi pensieri mi fecero tornare alla mente una ragazza che aveva gli stessi problemi.

Chiusi gli occhi poggiando la guancia al freddo finestrino.  Era sempre più difficile continuare a sostenere quella situazione…

Dovevo sempre nascondere dietro a un sorriso la voglia matta di mettermi ad urlare. Non ero sicuro di riuscire a sostenere altri tre film in quelle condizioni.

All’improvviso la voce del guidatore mi riscosse dai miei pensieri.

<< Signor Pattinson,  siamo quasi arrivati. >>

Sospirando diedi cenno di aver capito e mi preparai psicologicamente a quello che mi aspettava. Non sapevo se Kristen era già arrivata. L’ultima volta che ci eravamo  visti era stato a Los Angeles, in occasione della nostra ultima premièr.  Sapevo che lei sarebbe venuta in Europa,  ma le mie speranze erano state vane. Naturalmente non ci eravamo incontrati.

Avevo il necessario bisogno di staccarmi da quella realtà, così mi ero rifugiato nella mia città. Avevo rivisto vecchi amici, ripreso qualche vecchia e sana abitudine. Anche lì i paparazzi non mi avevano mollato, neanche un solo minuto. Interi forum era tappezzati di foto che mi ritraevano insieme a diverse ragazze. Tuttavia erano solo compagnie passeggere.  Come avevo già affermato in una delle recenti interviste a me piacevano le donne con un carattere forte e con un pizzico di follia. Peccato che mi ero innamorato di una ragazza che fosse l’esatto opposto della mia descrizione.

La macchina si fermò e dopo pochi secondi alcuni uomini, con  microfoni, occhiali scuri nonostante il tempo e ombrelli aperti, vennero ad aprirmi la portiera.

Con uno sospiro tornai alla realtà. Mi sistemai la giacca scura che indossavo e scesi dalla macchina. I flash delle macchine fotografiche impazzirono,  ma non sorrisi neppure mentre venivo trascinato all’interno dello studio televisivo. Riconobbi i familiari macchinari che costituivano uno studio: telecamere ovunque, persone che sfrecciavano da una parte all’altra come tante api all’interno di un alveare e infine i soliti giornalisti che lottavano per riuscire a strapparmi qualche nuova notizia.

Gli uomini che mi scortavano non lasciarono spazio a nessuno e mi portarono all’interno di una saletta, dove trovai due signore talmente truccate da sembrare due travestiti. Mi fecero sedere immediatamente su una sedia girevole,  per sistemarmi prima di andare in onda.

Sospirai di frustrazione, cercando di sopportare i loro sguardi ammiccanti e le loro domande invadenti.

Dopo pochi secondi  l’attenzione delle truccatrici si spostò sulla ragazza che aveva appena varcato la soglia della saletta in cui mi trovavo, accompagnata anche lei dagli stessi uomini che mi avevano trascinato lì dentro.

Il  mio cuore mancò di qualche battito, come al solito, quando incrociai i suoi profondi occhi verdi.

Ci fissammo per qualche secondo che a me parve eterno, fino a quando Kristen timidamente mi sorrise per poi salutarmi con un bacio sulla guancia. Al contatto con la  sua pelle mi sentii fremere. La vidi togliersi il pesante giubbotto e finire inevitabilmente tra le mani delle due truccatrici, che fino a poco prima mi avevano torturato.

Indossava un semplice abitino bianco che le fasciava il busto e le arrivava al ginocchio, lasciando scoperte le gambe lunghe e aggraziate. Dovetti spostare lo sguardo un attimo per non impazzire.

Non mi sarei mai abituato a questo sentimento spiazzante che provavo per lei.

<< Robert, come stai? >>

Spostai i miei occhi azzurri verso i suoi, e nascosi dietro un sorriso forzato la sofferenza che mi dilaniava.

<< Molto bene. Tu come stai? >>

La vidi sorridere imbarazzata e sollevare una mano per mandare indietro i capelli, che le stavano sistemando.

<< A dire il vero sono molto stanca. Sai… tutte queste cose a me non… >> finì gesticolando eloquente.

Sorrisi con tenerezza. Ero abituato alle sue mezze frasi. Non riusciva mai a finire ciò che cominciava. Lo sapevo bene.

<< Sì, lo so. >> 

Quel momento fu interrotto da un ragazzo con degli auricolari e  diversi fascicoli in mano, che ci chiamò.

<< Robert, Kristen entrate in sala! Tra poco siamo in diretta. >>

Ci scambiammo un veloce sguardo d’incoraggiamento. Ci alzammo e raggiungemmo il luogo stabilito.

Camminammo affiancati per pochissimo tempo, ma il suo profumo cominciava a stordirmi sempre di più. Avrei voluto fermarmi, prenderla per le spalle e obbligarla a guardarmi negli occhi senza abbassare lo sguardo. Volevo leggere attraverso i suoi occhi chiari quel’era la verità.

Con uno sguardo vidi la fedina al suo dito. Strinsi le dita con rabbia e affrettai  il passo per entrare in una stanza adibita come se fosse un elegante salone.

Il conduttore, un uomo sulla cinquantina con i capelli e gli occhi scuri, si avvicinò a noi e dopo averci salutati ci fece sedere su un divano di pelle nera,  vicino ad un finto camino.

Per cercare di allentare la tensione dovuta alla sua presenza gettai uno sguardo in giro. Di fianco a noi c’era una cattedra allestita con soprammobili particolari, dove sedeva sicuramente il conduttore. Alle nostre spalle c’era un ampia finestra che dava sulla città, mentre di fronte c’era una parete allestita con diversi quadri.

Mi sentii picchiettare su una spalla e mi voltai.

<< A che pensi? >>

Kristen era seduta comodamente accanto a me, le braccia incrociate al petto e un espressione dolce e incerta sul viso.

<< A nulla in particolare. Perché? >>

I miei propositi di ignorarla erano sempre più difficili da mantenere.

<< Sembri strano. Sembra quasi che tu non voglia parlare con me.  >>

Aggrottai la fronte. Dove voleva arrivare?

<< Cosa intendi? >>

<< Sembra che tu stia cercando di evitarmi. >>  Il suo tono era amaro.

<< Come mai pensi questo? >>

Volevo farglielo dire dannazione! Volevo che lei ammettesse che stesse male per questa situazione. Che voleva la mia attenzione su di sé. Faceva sempre così. Si risvegliava solo se era io a farle capire che era giunto il momento. Si divertiva a trattarmi con sufficienza e freddezza, ben sapendo che io la conoscevo bene.

<< E’ evidente Robert. >>

Il suo tono cominciava ad essere più ansioso.

<< La cosa ti dà fastidio? Non vedo cosa posso cambiare se io ti rivolga la mia attenzione o meno. Forse non te lo ricordi Kristen,  ma ci sono solo poche persone che meritano il mio tempo.*  >>

Se prima parlavamo a voce bassa adesso stavo cominciando ad alzare i toni.

La sua espressione mi colpì inesorabilmente. Mi guardava come se l’avessi appena pugnalata. Per un attimo mi ricordai Bella quando Edward le disse, in quella camera d’ospedale, che sarebbe stato meglio per lei stargli lontano.

Mi faceva male dirle quelle cose e comportarmi come se non esistesse, ma non riuscivo più a tollerare il suo comportamento.

Ero innamorato di lei, irrimediabilmente. Lei lo sapeva benissimo, eppure continuava a comportarsi come una stupida. Io sapevo che anche lei provava qualcosa  per me e mi feriva quel suo tentativo di ignorare i miei sentimenti.

Adesso come ci si sentiva ad essere ignorati completamente?

Senza rendersene conto lei si comportava mille volte peggio nei miei confronti. Tutte le volte in cui dovevo sopportare la presenza del suo ragazzo, non immaginava neppure come soffrivo.

Adesso lei pretendeva la mia attenzione?

All’improvviso la voce del conduttore, che cominciava a presentarci al pubblico, mi riscosse.

Scostai lo sguardo da lei e mi passai una mano tra i capelli, per calmarmi. Con la coda dell’occhio vidi fare la stessa cosa a lei. Sorrisi amaro tra me. Avevamo le stesse abitudini.

Sospirai rumorosamente, fino a quando non dovetti sorridere nel momento in cui venni presentato. Provai a sorridere e a comportarmi normalmente, ma il dolore che mi chiudeva lo stomaco in una morsa era impossibile da ignorare.

Cercai di concentrarmi sulle domande del conduttore. Erano sempre le stesse.

“ Com’è nata la chimica con Kristen Stewart? “

“ Com’è stato il vostro primo incontro? “

“ Quali sono le scene più romantiche girate nel film? “

Poi c’erano domande in cui avrei voluto alzarmi e andarmene subito, specie quando notavo le reazioni indifferenti e quasi scocciate di Kristen.

“ Com’è stato baciare Kristen? “

“ Vi potreste innamorare nella vita reale? “

Questa era la peggiore.

All’improvviso però mi venne fatta una domanda che nessuno mai mi aveva posto.

Il conduttore ci guardava con un sorriso finto sul volto,  non sapendo della voragine che aveva appena creato dentro di me.

“ So che siete molto giovani, ma vi è mai capitato di incontrare una persona, in un bar o per strada per esempio, e pensare: questo è l’uomo o la donna della mia vita ? “

Era come se qualcuno avesse pressato il tasto “Stop” di un telecomando. Di colpo tutto scomparve intorno a me. La mia mente corse a quella sera di un paio d’anni prima. Non mi sarei mai scordato quel momento.

La prima volta che la vidi. La sera in cui mi innamorai di lei. La prima volta che i nostri occhi si incontrarono.

                                                                        ***  

 

Due anni prima :

 

Era una delle solite serate. Ero stato invitato come ospite alla premièr di un film a Los Angeles. Di conseguenza avrei partecipato al party che si sarebbe tenuto successivamente.

Era il periodo di Halloween  quindi non appena arrivai all’albergo dove alloggiavo, e dove si sarebbe tenuto il party, venni quasi obbligato da alcuni camerieri ad indossare una maschera per l’occasione.

Per fortuna me ne capitò una piuttosto semplice che mi copriva solo la parte superiore del viso. Sembrava solo una piccola mascherina, simile a quelle di carnevale.

Non mi aspettavo che sarebbe stato un party così particolare. Con tutte quelle maschere era molto difficile riuscire a riconoscere qualcuno. Camminai a lungo con un bicchiere di Champagne in mano, preso dalla lunga tavolata che costeggiava la piscina all’interno dell’albergo.

Quella serata si prospettava parecchio noiosa, di conseguenza tirai un sospiro di sollievo quando giunse al termine. Non avevo concluso molto. Avevo solo scambiato qualche dialogo con alcuni colleghi.

Era stata una fortuna che il tutto si fosse svolto nell’albergo dove alloggiavo.

Regalai il bicchiere di Champagne ancora pieno ad una bella ragazza mora, che l’accettò con un sorriso, e raggiunsi  velocemente gli ascensori.

Mentre ne chiamavo uno sospirai stancamente. Pochi piani mi separavano dalla mia camera e da una lunghissima doccia.

Dovetti aspettare un minuto prima che le porte dell’ascensore si aprissero. Entrai a testa bassa e non mi accorsi che questo era già occupato, finché non vidi un paio di All Star.

Un paio di Jeans chiari fasciavano due gambe snelle e dei fianchi stretti. Boccoli biondo chiaro cadevano dolcemente sopra una giacca nera.

 

Ero pronto a tutto, ma non a quel viso e… a quegli occhi: grandi occhi verdi che mi guardavano sorpresi e divertiti allo stesso tempo.

 

Avevo di fronte una ragazza bellissima. Poteva avere circa sedici o diciassette anni.

 

Non aveva partecipato al party, perché mi sarei senz’altro accorto della sua presenza.

 

Senza contare che non portava nessuna maschera, al contrario di me. Avrei voluto dire qualcosa, ma la mia mente  si rifiutava di ragionare e mi ritrovai improvvisamente con la gola secca.

 

Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi e neppure lei sembrava riuscire a staccare i suoi dai miei.

Mi sentivo stordito ed estasiato allo stesso tempo. Potevo avvertire il dolce profumo che emanava e sentivo l’irrefrenabile desiderio di toccare quei suoi boccoli così splendidi. Avrei voluto stringerla a me e assaporare le sue labbra.

 

Mi rendevo conto che era impossibile provare tutto questo per una perfetta sconosciuta. Non erano passati che pochi secondi da quando i nostri sguardi si erano incontrati.

 

Non riuscivo a leggere l’espressione sul suo viso. Sembrava solo ipnotizzata.

 

Rimanemmo a fissarci in silenzio, fino a quando non avvertii le porte dell’ascensore che si aprivano. Rimasi nella stessa posizione, senza muovere un muscolo. Fu lei a svegliarmi da quello stato d’incoscienza. Era come se mi trovassi su un altro pianeta.

 

<< Sembri uscito da uno dei miei sogni di bambina. Il principe azzurro l’ho sempre immaginato così. >>

 

Mi sorrise e io mi sentii morire.

 

Non mi aspettavo quelle parole e il suo sorriso mi abbagliò e mi riscaldò il cuore.

 

Fece per uscire,  ma prima che potesse farlo la presi per un braccio e la voltai verso di me. Pochi millimetri ci separavano. Potevo sentire il suo respiro accelerato infrangersi sul mio viso. Non riuscii, ancora a dire una parola ma con mano le accarezzai il viso, soffermandomi con le dita su quelle labbra carnose.

 

La vidi socchiudere gli occhi. Prese le mie dita tra le sue,  stringendole. Ricambiai la stretta,  ma presto lei se ne liberò  e con un ultimo sguardo se ne andò, lasciandomi solo in quella tempesta di emozioni. Avrei voluto seguirla, ma ancora una volta rimasi immobile. Ero quasi spaventato da ciò che stavo provando.

 

La guardai andar via, fino a quando le porte dell’ascensore non si richiusero.

 

Chiusi gli occhi e mi tolsi la maschera. Nel compiere quel gesto il mio sguardo cadde su un piccolo pezzo di carta bianco a terra.

 

Preso da una strana sensazione mi abbassai e lo raccolsi. Lessi le poche parole che c’erano scritte sopra. Sembrava un banale biglietto d’invito per quella premier, infatti era uguale al mio.

 

Lessi il nome della persona interessata.

Kristen Stewart

 

Uno strano presentimento mi colse. Poteva appartenere a chiunque quell’invito,  ma la mia mente non smetteva di ricollegare quel nome alla ragazza che pochi secondi prima mi aveva stregato il cuore con un solo sguardo.

 

Le porte dell’ascensore si aprirono nuovamente. Conservai il bigliettino in tasca e uscii dall’ascensore, dirigendomi verso la mia camera. Presto avrei scoperto la verità: ovvero se quell’angelo che mi era appena apparso apparteneva al nome di Kristen Stewart.

 

Sorrisi. Per sino il nome mi piaceva.

 

Con fretta inaudita tirai fuori dalla tasca il biglietto e la tessera magnetica che mi avrebbe permesso di accedere alla mia camera.

 

Non appena entrato accesi la luce e gettai uno sguardo all’ambiente circostante. Non mi persi in particolari e dopo poco vidi con sollievo un computer posto su un piccolo tavolino, in un angolo della stanza. Ormai quasi tutti gli alberghi ne erano provvisti,  ma fu comunque un sollievo vederlo lì in quel momento.

Non sarei stato capace di aspettare un minuto di più. Lo accesi velocemente e poco dopo cercai su internet qualunque cosa riguardasse Kristen Stewart.

 

Mi dovetti appoggiare al piccolo tavolino per non cadere. Vidi innumerevoli foto che ritraevano la ragazza dell’ascensore in diversi momenti e in diverse scene. Per riviste, film, premier , ecc...

 

Rimasi senza parole. Era un attrice.

 

Passai l’intera notte a leggere tutte le notizie che la riguardavano e a guardare le sue foto.

 

Alle prime luci dell’Alba spensi il computer e mi distesi sul letto,  ancora completamente vestito. Poche ore dopo avrei preso un aereo che mi avrebbe riportato a Londra.

 

Avrei  voluto girare l’albergo per cercarla, ma riuscii solo a sognarla ad occhi aperti.

 

Ne ero certo. Avrei rincontrato il mio angelo.

 

                                                                              

               

                                                                                                                                                   ***  

 

 

 

Ritornai al presente quando la voce del conduttore mi incitò a rispondere. Mi  ero quasi dimenticato che dovevo rispondere alla domanda.

 

Mi voltai impercettibilmente verso Kristen.  Lei non aveva ancora risposto ma non era una novità per me, dato che aspettava sempre che rispondessi io per primo.

 

Eppure mi sarebbe piaciuto sentire la sua risposta. Forse sarebbe coincisa con la mia… o forse no.

Avrei dovuto rispondere con la verità? Infondo avrei potuto dire una bugia. L’ennesima.

Decisi. Mi voltai del tutto verso di lei. Mi stava guardando quasi impaziente.

Era curiosa di conoscere la mia risposta?

Non le avevo mai raccontato quel fatto. Ero sicuro che lei ancora non avesse capito che ero io quel ragazzo che aveva definito il suo “ principe azzurro”.

Non gliel’avevo mai detto.

<< Ho incontrato la donna della mia vita nell’ascensore di un albergo a Los Angeles.  >>

Mi fermai per vedere bene la sua reazione. Vidi la sua espressione cambiare,  ma poi tornare la stessa. In ogni caso rimase a fissarmi senza abbassare lo sguardo.

Forse stava pensando a una stupida coincidenza.

Sorrisi. Non lo era affatto.

Con la coda dell’occhio vidi il conduttore e perfino tutto lo staff fissarmi quasi famelici. Erano tutti curiosi? Oppure non avevano perso il nostro scambio di sguardi?

Continuai con decisione, senza più rimpianti.

<< E’ successo circa due anni fa. Sono entrato in ascensore e lei era lì. Mi ha letteralmente stregato con uno sguardo. E’ bastato un attimo e il mio mondo è stato letteralmente travolto da lei. All’inizio non sapevo nulla di quella ragazza e non conoscevo il suo nome, ma in un attimo è diventata il centro del mio Universo. Era la cosa più bella che avessi mai visto, come un capolavoro costruito appositamente per me. Non ho mai provato nulla di così intenso per una persona  come per lei in quel momento.  >>

Non si sentiva volare una mosca all’interno dello studio. Erano tutti imbambolati. I miei occhi erano piantati in quelli verdi e accesi del mio angelo. Forse aveva capito di cosa stavo parlando.

<< Mi sono innamorato di lei all’istante e l’amo tutt’ora. >>

Era stato quasi un sussurro, ma vidi chiaramente gli occhi di Kristen divenire di colpo umidi.

Nonostante il groppo in gola, mi imposi di continuare.

<< Mi ha riempito la vita. In seguito ho scoperto la sua identità, so dov’è in questo momento, so cosa fa ma… non posso averla. Il mio è un amore impossibile. Mi ha detto una cosa quella sera, che non dimenticherò mai: “ Sembri uscito da uno dei miei sogni di bambina. Il principe azzurro l’ho sempre immaginato così.” >>

I miei occhi si rispecchiavano nei suoi. La sentii trattenere il respiro. Mi guardò come se mi stesse vedendo per la prima volta. Come un soldato creduto morto e poi ritornato dalla battaglia.

Mi stupii della sua emozione. In certi momenti credevo che non le avesse mai importato nulla di quel giorno.

Questo era uno dei tanti motivi per cui non le avevo mai detto nulla. Quando scoprii che c’erano dei nuovi provini per un film dove avrei potuto recitare al suo fianco, in una storia d’amore, non riuscii a trattenermi.

Nonostante i miei propositi di dimenticarla per sempre, mi presentai al casting del film Twilight.

Avevo sempre detto che lei era stata la ragione principale per cui avevo scelto di avere la parte. Era la pura verità.

Soffrivo moltissimo quando il suo ragazzo veniva sul set e me la portava via. Indicibile ciò che provavo.

Il mio personaggio non era qualcosa di costruito. Quella sorta di amore impossibile lo sentivo realmente.

Sognavo di poterla baciare un giorno. Quando accadde mi sentii morire. Sapevo che per lei era solo un ruolo da recitare, eppure non riuscivo a contenere la mia emozione.

Qualcosa in fondo al mio cuore mi suggeriva sempre che anche lei provava le stesse cose per me, ma a volte era davvero difficile crederci.

Lei cosa provava realmente nei miei confronti? Non l’avrei mai saputo.

<< Una bella storia Pattinson! Nonostante la curiosità purtroppo devo annunciare la fine di quest’ intervista. Il tempo a nostra disposizione è terminato. Speriamo di avervi ancora qui con noi.  >>

La voce del conduttore mi riscosse. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi lucidi e mi alzai deciso ad andarmene il prima possibile. Mi feci spazio tra i vari addetti e mi diressi verso i camerini.

Non volevo incrociare Kristen. Non ero ancora pronto per questo. Ormai lei si era ricordata di quella sera, lo lessi nel suo sguardo.

Almeno non se ne era dimenticata. Scorsi Michael e strinse automaticamente la mascella.

Di solito riuscivo a contenermi,  ma quello non era esattamente il momento adatto. Non ero sicuro di saper controllare le mie azioni.

Entrai nel primo camerino libero, sbattendo la porta. Dovevo andarmene al più presto, così presi il giaccone e mi avviai verso la porta.

Non appena l’aprii il respiro mi si mozzò in gola: lei era lì sulla soglia, con gli occhi rossi e il respiro affannato dalla corsa. Era bella per sino in quelle condizioni.

Trattenendo il respiro, resistetti al desiderio si abbracciarla e stringerla forte a me. Distolsi lo sguardo da quello splendido viso e cercai di superarla, ma due piccole mani mi fermarono, trattenendomi.

Avrei potuto liberarmene facilmente, ma non riuscii a muovere più un passo.  Non mi mossi, ma spostai lo sguardo su di lei.

Mi guardava supplicante e cercava di sciogliere la mia posa rigida. Controvoglia mi lasciai trascinare all’interno del camerino.

Con un movimento brusco allontanai le sue mani e portai le mie sui fianchi, guardandola con astio. Lei si passò una mano sui capelli, voltando il viso di lato.

Le lacrime cominciarono a solcarle il viso ed io strinsi i denti per non muovermi da quella posizione.

Feci per parlare più volte ma lei mi lasciò di stucco quando si avventò su di me, abbracciandomi.

Chiusi gli occhi e scossi la testa ma non mi mossi. La lasciai sfogare senza proferire parola, fino a quando non si allontanò da me.

Teneva la testa bassa, mentre con le mani cercava di asciugarsi il viso.

<< Perché non me l’hai detto? >>

La sua voce spezzata mi fece soffrire più di quanto pensassi.

Per quanto ci avessi provato i miei sentimenti per lei erano troppo forti e impossibili da nascondere.

<< Cosa avrei dovuto dirti? >>

Lei sgranò di poco gli occhi e mi si avvicinò di nuovo, stringendo con le dita il mio giubbotto.

<< Come sarebbe a dire? Avevi il dovere di dirmi che eri tu quella sera di due anni fa. >>

Sorrisi amaro.

<< A cosa sarebbe servito? E’ stata tutta una menzogna. >>

Tutto mi aspettavo tranne che quello.

Mi schiaffeggiò con tutta la sua forza, facendomi voltare il capo di lato di qualche grado.

<< Come puoi dire una cosa del genere? Ogni notte ho sognato che quella persona… che tu, venissi da me. >>

Mi voltai di scatto,  prendendola per le spalle e inchiodandola al muro.

<< Non è vero. Stai MENTENDO! Io ti ho amata in silenzio durante questi due anni. Non ti ho mai dimenticato e quelle parole ancora risuonano nella mia mente.  >>

<< Perché pensi che ti stia mentendo? >>

<< Perché tu non mi ami. >>

Rimanemmo in silenzio per molti minuti.

Quel silenzio carico di tensione fu rotto dall’entrata della persona da me più odiata.

<< Kristen sei qui? >>

Nessuno dei due si voltò. Michael era sulla soglia della porta ma non potei vedere il suo sguardo. In quel momento nulla mi importava. Strinsi ancor di più le mani sulle spalle di Kristen.

<< Si può sapere cosa sta succedendo? >>

<< Sparisci >> ruggii quasi, mentre non abbandonavo i suoi occhi verdi.

<< Ma cosa?... Kristen vuoi spiegarmi? Robert lascia subito la mia ragazza. >>

Niente. Il tempo sembrava essersi fermato.

<< Se non è così… allora rispondimi: Kristen Stewart mi ami? >>

Le lacrime ricominciarono a solcarle il viso e la vidi distogliere lo sguardo da me e spostarlo verso il suo fidanzato.

<< Robert ma come ti permetti? Adesso basta! Kristen andiamo via. >>

Lei invece che rispondere tornò a guardarmi. Era in palese difficoltà.

<< Robert cerca di ragionare… >>

<< No. Ti ho chiesto: Mi ami? Non è difficile rispondere. Hai detto che hai aspettato per tutto questo tempo che io venissi da te. Ero io quella sera. Quando i nostri sguardi si sono incontrati è scattato qualcosa d’importante. Nonostante io sia convinto, oramai, che tu non mi ami, qualcosa dentro al mio cuore mi suggerisce il contrario… >>

Fui  interrotto ancora una volta da Michael ma stavolta fu Kristen a intervenire.

<< Vattene Michael >> urlò quasi. Sembrava facesse fatica per sino a respirare.

<< Continua Robert, maledizione! Cosa ti suggerisce il tuo cuore? Cosa? >>

<< Che anche tu provi lo stesso per me. Quella sera non posso essermi sbagliato. Non posso. >>

Rilasciai la presa sulle sue spalle e le presi il viso tra le mani, asciugandole  le lacrime con le dita.

I nostri sguardi si fusero di nuovo, proprio come quella sera. Nemmeno il rumore sordo di una porta sbattuta con forza riuscì a distoglierci. Michael doveva essersene andato.

<< Non vuoi dirmelo? Va bene te lo ripeto per l’ultima volta. Dopo uscirò da questa stanza e tu non mi rivedrai mai più, se non per lavoro. E’ una promessa questa. Così come lo è stata quella sera, quando promisi a me stesso che avrei ritrovato il mio Angelo. >>

La vidi socchiudere gli occhi, sofferente. Mi dispiaceva farle del male, ma quei pochi minuti avrebbero cambiato la nostra vita. Se era vero quel sentimento che avevo letto quella sera nei suoi occhi,  lei doveva dirmelo.

<< Mi ami Kristen? >>

Inaspettatamente la vide sorrise dolcemente.

 << “ Sembri uscito da uno dei miei sogni di bambina. Il principe azzurro l’ho sempre immaginato così “ Ti amo Robert, da quella sera di due anni fa.  >>

Sognavo da tanto quelle parole. Non mi aspettavo che l’avrebbe ammesso davvero. Pensavo che fosse solo il frutto della mia fantasia.

Non riuscii più a trattenermi. La baciai con forza, mentre lei stringeva le braccia attorno al mio collo. Sentii le sue lacrime bagnarmi il viso, ma non me ne importò. Assaporai le sue labbra cercando un contatto più profondo.

 “A volte ciò che il destino unisce, la vita divide”. Quelle parole adesso sembravano  più vere che mai. Solo che stavolta  niente e nessuno sarebbe stato capace di dividerci.

Ci separammo dopo molti minuti. Appoggiai la fronte sulla sua perdendomi nel colore limpido dei suoi occhi.

Quando vidi che stava per parlare le misi un dito sulle labbra.

<< No… non dire niente. Non mi importa più nulla del passato, ma solo del presente. Adesso siamo insieme e non ci separeremo mai più. >>

Mi sorrise accarezzandomi i capelli.

<< E’ una promessa? >>

Sorrisi anch’io baciandole la fronte.

<< E’ una promessa. >>

Le nostre labbra si unirono. Fu un bacio nuovo, che sapeva di futuro e di gioia. Ma soprattutto sapeva d’amore.

                                                                    

                                                                         ***

 

Tre anni dopo :

 

<< Allora sei pronta? >>

Sorrisi, accarezzandole una guancia.

Sul set del quarto film della saga era una giornata di lavoro parecchio pesante.

C’erano molte scene da girare e tutte abbastanza impegnative. Ormai eravamo al punto in cui il rapporto tra Edward e Bella era minato da tante difficoltà, ma era comunque forte e straordinario.

Sembrava rispecchiare la realtà mia e della ragazza che amavo. Anche noi non ci saremmo mai più divisi di fronte alle difficoltà.

Ero felice in quel periodo, come non lo ero mai stato. Non pensavo che il nostro rapporto potesse essere così bello. Non ci sarebbe stata più nessuna donna al suo posto, così come avevo la certezza che mai nessuno avrebbe preso il mio posto nel cuore di Kristen.

<< Sì, sono pronta! >>

Abbassai lo sguardo verso la sua pancia. Indossava un abito piuttosto largo, dove si notava il rigonfiamento del suo ventre, fatto con degli appositi cuscini. Infatti il suo personaggio aspettava la piccola Renesmee.

Era sempre piuttosto emozionante girare quel tipo di scene. Mi vedevo padre di una piccola creatura insieme a lei, l’amore della mia vita.

Non appena ricevemmo il segnale che stavamo per girare, ci mettemmo in posizione.

All’interno della casa dove giravamo, Kristen si sedette su un divano, mentre io mi inginocchiavo a terra vicino a lei.

 << Forza ragazzi cominciamo! Azione! >>

“ Hai detto qualcosa? “

La fissavo, e lei ricambiava.

“ Io? Non ho detto niente, perché? “

Mi feci pensieroso, come voleva il mio personaggio.

 “ A cosa stai pensando? “

“ A niente. “

“  A cos’hai pensato un minuto fa?  

La vidi abbassare lo sguardo intimidita.

“ Ehm… all’ Isola Esme. E alle piume. “

Per un attimo rischiai di deconcentrarmi. Ricordavo bene quella scena… mi era piaciuto molto girarla.

“ Dì qualcos’altro. “  mormorai.

“ Ma cosa? Edward, che succede? “

Posai le mani sul suo grembo, con grande delicatezza.

“ Al Bambino piace il suono della tua voce.  “

Restammo in silenzio per pochi istanti.

“ Santo Cielo! Riesci a sentirlo! “  Gridò Kristen.

Stavo per sorriderle quando urlarono  << Stop! >>

<< Bene ragazzi. Andava bene questa! Complimenti un bel coinvolgimento, siete stai unici. >>

Mi alzai sorridendo e aiutai Kristen a fare lo stesso. Ci fissammo per qualche secondo, fino a quando non mi fu portata via dalle truccatrici.

Era davvero strano immedesimarsi in quella situazione. Kristen sembrava molto emozionata, così come lo ero anch’io. Probabilmente la cosa era amplificata a causa dei sentimenti che provavamo l’uno per l’altra.

Eppure mentre giravamo la scena mi ritrovai a pensare, anche se per pochi attimi, come mi sarei sentito se fossi stato io al posto di Edward e se ci fosse stata Kristen al posto di Bella. Sarebbe stato unico se anche noi un giorno avremmo condiviso qualcosa di così importante.

Sospirai scuotendo il capo.

<< Siamo andati bene oggi! >>

La vidi tornare verso di me. Riportai i miei occhi azzurri su quelli verdi e accesi di lei.

<< Come sempre >>

La tirai verso di me, catturandola in un bacio appassionato.

Ormai non dovevamo più nasconderci. L’avevamo deciso subito. Ci amavamo e l’avremmo fatto alla luce del Sole. Le critiche non erano mancate, ma rimasi sorpreso dalle lettere dei Fan che erano felici della nostra unione.

Ci separammo ridendo appena. Il pancione di lei dava qualche problema di movimento. Assorto, portai la mano su quel finto pancione e lo accarezzai appena.

<< Sai Amore… comincio ad essere un po’ geloso di Edward. >>

Lei mi guardò confusa,  fino a quando non mi accarezzò una guancia sorridendo.

<< Ma che dici? Come mai? >>

Non avevo ancora tolto la mano dal suo ventre e continuavo inconsapevolmente ad accarezzarlo.

<< Mi piacerebbe essere al suo posto.  Vorrei anch’io aspettare qualcosa di così importante da condividere con te.  >>

I nostri occhi non si lasciarono per un momento e la mia voce si andò affievolendo sempre di più, sul finire della frase.

La vidi chiudere gli occhi e appoggiare il viso sul mio petto.  Coprì la mano che ancora l’accarezzava con la sua, stringendola forte.

<< Riesci ad aspettare altri sette mesi? >>

Dapprima non riuscii a capire. Poi preso da una strana sensazione le feci alzare il capo dal mio petto. Lasciai la sua mano e con entrambe le presi il viso per guardarla bene negli occhi.

Cosa voleva dire? Sette mesi?

Pian piano la mente andava elaborando qualcosa che non mi aspettavo assolutamente.

Osservai bene i suoi occhi lucidi e non riuscii a trattenere l’emozione che mi sconvolse quando capii il senso delle sue parole.

Feci per dire qualcosa. Ma sentivo la gola improvvisamente secca. No. Non c’erano parole.

D’impeto la strinsi al petto,  baciandole i capelli.

<< Amore mio! >>

La scostai da me sentendomi impazzire sempre di più.

<< Cosa? Come? >>

Il mio cervello stava reagendo e mi sentii confuso e felice allo stesso tempo.

Lei rise rilassata della mia reazione. Sembrava che fino ad allora avesse trattenuto il respiro, preoccupata forse di ciò che avrei detto.

<< Robert, diventerai padre fra sette mesi. >>

Padre… io sarei diventato Papà? Ancora non riuscivo a crederci. Mi prese le mani tra le sue e sentii il tremore che la scuoteva. Mi decisi a dire qualcosa.

<< Amore, io… io sono felice. Non posso crederci! >>

L’abbracciai di nuovo, mentre alcune lacrime mi solcavano il viso. La ragazza che amavo più di me stesso adesso stava per regalarmi un bambino. La felicità che provavo in quel momento era indescrivibile.

Non riuscivo a formulare pensieri coerenti.

Kristen si sciolse dal mio abbraccio e si alzò in punta di piedi,  per asciugarmi con le dita le lacrime che mi solcavano il volto.  Sbuffai una risata quando vidi lei nello stesso stato, ripetendo i suoi stessi gesti.

<< Ti amo Robert.  >>

Sentii il mio cuore riscaldarsi.

<< Ti amo anch’io, Kristen.  >>

Sorridendo mi chinai sulle sue labbra e le nostre lacrime si mischiarono. Poteva sembrare strano ma le emozioni che provavo erano troppo intense per essere contenute. Pensavo di dover dire addio al mio sogno di dividere la mia vita con Kristen. Mai al mondo pensavo di condividere una cosa così grande con lei.

<< Ehi ragazzi, che succede? >>

Ci separammo ma non riuscii a staccarmi da lei e me la strinsi addosso. Mi voltai verso tutte le persone che ci fissavano straniti. Vederci piangere di certo li aveva confusi.  Scambiai un veloce sguardo con Kristen, che ricambiò con gioia.

<< Fateci gli auguri. Presto saremmo… genitori! >>

Un attimo di silenzio seguì alla mia dichiarazione. Dopo un po’ però mi dovetti quasi otturare le orecchie quando scoppiarono le urla di gioia da parte di tutto il set. Persi il conto di tutti gli abbracci che ricevetti. Dopo un tempo infinito riuscii a ritrovare Kristen ,che mi era stata strappata dalle braccia poco prima, e il tempo sembrò fermarsi.

Nei nostri sguardi c’erano mille parole e mille promesse. Allungai una mano e lei mi raggiunse stringendola.

<< Sposami  >>

Non era una domanda.  Avevo in programma di chiederglielo in breve ma adesso volevo farlo più che mai.

La vidi annuire tra le lacrime, che ricominciarono a solcarle il viso.

Non c’era più bisogno di parole. Avremmo lasciato parlare il nostro futuro, che ci avrebbe visti uniti e per sempre.

 

 

                        Fine

 

                            Stella Del Sud




  
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