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Autore: Matih Bobek    26/03/2015    1 recensioni
Il componimento verte sul rapporto ambiguo di due persone che si manifesta con maggiore chiarezza una notte di dicembre, complice l'ubriachezza, che permette alla voce narrante di esplorare e comprendere i propri sentimenti.
giacciamo insieme
su un prato di frammenti,
ricordi e rimpianti,
i miei e i tuoi,
che galleggiano impuniti
su una superficie
di alcoolica dolcezza.
Ci avviciniamo, ci stringiamo
ci avvogliamo, come fa la notte.
Io volteggio quieto
nel tuo respiro e tu
confondi il suoni dei pianeti
col mio battito.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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 18 dicembre

Guarda:
le tenebre scivolano 
silenti nei nostri sensi
stordendoci in un briosa
luce di stelle.
Tutt'intorno i pendii
del cielo ci ammantano
di un luminoso tremolio.
L'odore di sambuca 
impregna i nostri sospiri,
e le mie dita lasciano
rotolare una bottiglia vuota.
Guarda:
giacciamo insieme
su un prato di frammenti,
ricordi e rimpianti,
i miei e i tuoi,
che galleggiano impuniti
su una superficie
di alcoolica dolcezza.
Ci avviciniamo, ci stringiamo
ci avvogliamo, come fa la notte.
Io volteggio quieto
nel tuo respiro e tu
confondi il suoni dei pianeti
col mio battito.
Ci cingono i fianchi
cime di vessilli dorati
e ciuffi diseguali di 
grigie gramigne
e ad un passo dal nostro 
sguardo, il mondo
intero pare sciogliersi
freddo sotto il calore dei
nostri baci.
Guardami ora
e non vedermi come hai
sempre fatto:
io non sono così,
sogni e fantasie
mi avvinghiano 
con tentacolari
follie in un nero
oblio senza fine
mentre io solo
tendo agli ideali.
distendo le mie dita
nella speranza di
assaporare un qualcosa;
vago ubriaco di pensieri
e tu vaghi con me ora,
ubriaca delle mie lacrime
Ci teniamo le mani,
stiamo scoprendo
le nostre lande desolate
i nostri spazi infiniti
e ci lasciamo rotolare
sui dolci pendii dei nostri
più reconditi sogni.
Baciamoci, baciamoci ora
baciamoci cento volte
e poi mille e poi ancora cento
viviamoci per come siamo,
Non aspiriamo che a noi.
Solo, non lasciare che 
i lucidi raggi del sole
di domani brucino 
l'aleatoria presenza
del nostro amore 
in questa notte disperata.
Ora ti guardo
come non ti ho mai guardata prima:
nel nero della tua iride 
annega una scintilla;
sgorghi fresca come 
un ruscello tra i monti,
e bagni le mie labbra
e bagni la mia pelle
e bagni la mia anima;
il fulvore della tua chioma
serpeggia nei miei istinti
e la piega del tuo sorriso
intimidisce lo splendore
della luna;
e ancora ti vedo
sfuggire dai miei palmi
e ora ti aggiri 
furtiva e notturna 
in ampie radure 
e io ti rincorro,
e subito ti afferro,
versandoti sull'umido
terreno di dicembre.
Sigilliamo l'ultimo 
patto tra due lembi
di pelle rosea. 
Guarda:
i sipari della notte
si aprono rivelando
ai nostri eccessi
i primi dardi di sole.
Abbiamo vissuto una
sola notte, solo noi 
e ora che è di nuovo luce
svaniamo in un mare di
fumo bianco.
   
 
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