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Autore: Seiraluna    30/03/2015    1 recensioni
Cardia camminava nella foresta con lo scrigno dell’armatura sulle spalle. Lo aveva coperto con un telo per non farsi notare dagli abitanti dei villaggi vicini. Gli avrebbero chiesto qualche favore se lo avessero notato. I cavalieri d’oro da quelle parti erano popolari e molto richiesti ma non potevano sempre fare tutto. Lungo la strada del ritorno si era già fermato dieci volte per aiutare dei contadini e era in ritardo di cinque ore. Di sicuro il grande sacerdote lo aveva dato per disperso. Era più forte di lui, non riusciva a restare impassibile di fronte alle persone bisognose. Le zone intorno al villaggio non erano molto ricche, fatta eccezione per alcuni ricchi mercanti e alcuni nobili.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Kardia, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Quella notte Cardia non riusciva a prendere sonno, non vedeva l’ora che si facesse giorno. Lui guardava le stelle dalla casa dello scorpione mentre Mana le guardava dal palazzo nascosto di Ade. Sopra il palazzo non si vedevano sempre le stelle a causa della barriera. Spesso Ade preferiva coprire il cielo stellato con una nebbia perenne, non gli piaceva per niente. Quella notte, però, Ade non c’era e Hisako poteva guardare il cielo pieno di stelle dalla finestra della sua camera. Ogni tanto guardava l’orizzonte pensando di poter scorgere la casa di Cardia. Sapeva che non era possibile, ma quel pensiero la faceva star bene. Forse anche lui tentava di scorgerla da lontano.
Sisifo era di pattuglia al tempio quando vide Cardia seduto davanti la casa dello scorpione. Aveva lo sguardo rivolto all’orizzonte. Chissà cosa stava cercando di vedere? Sembrava molto concentrato.
-Shion hai mai visto Cardia in quello stato?
-Avrà trovato qualcosa di interessante per passare le giornate. Sisifo sei preoccupato per lui?
-No, so che se la cava da solo. Spero solo che non faccia una delle sue bravate. È molto cresciuto rispetto alle sue prime missioni ma resta pur sempre un ragazzo dentro. Per non parlare del fatto che è una testa calda come Manigoldo. Il grande sacerdote gli ha messo una babysitter addosso.
-Sì, Doko mi ha detto che spesso Degel tiene a bada il nostro amico. Spesso è troppo irruento e alquanto spietato. Porsi dei limiti spesso è fondamentale per crescere.
Shion e Sisifo tornarono al pattugliamento e lasciarono Cardia a fissare l’orizzonte. Non si era spostato di un millimetro nonostante avesse percepito la presenza dei suoi amici. Gli andava solo di guardare avanti in cerca di qualcosa.
 
Il giorno dopo
Cardia si fece un bagno lunghissimo quella mattina e indossò uno dei suoi abiti migliori. Forse nessuno dei suoi abiti era bello ma sperava che Mana non desse troppo peso all’abbigliamento.
Intanto Mana aveva tirato fuori dall’armadio un abito azzurro con qualche ricamo blu sulla gonna abbastanza ampia. Si fece un bagno facendo attenzione che non ci fossero specter molesti nei paraggi della sua stanza, indossò il suo abito e delle scarpette basse e nere. Sperava che a Cardia piacesse il suo vestito, non era di alta sartoria ma non aveva altro. Non voleva indossare davanti al cavaliere un abito nero che gli era stato dato da Ade. Lui non sopportava i colori chiari e le aveva fatto bruciare tutti i vestiti colorati. Le era rimasto solo quel vestito lungo e azzurro. Lo era riuscita a salvare nascondendolo. Anche se immaginava che Ade facesse perquisire la sua stanza ogni tanto e lo avesse notato. Non sapeva perché ancora non lo aveva bruciato. Ora non doveva pensare alla sua prigionia e ai suoi giorni a cantare per Ade. Doveva solo correre al ruscello.
Mana indossò il suo mantello nero dopo essersi sistemata i capelli. Aveva preferito lasciarli sciolti.
Mana uscì dal castello senza difficoltà e la cosa le sembrò strana. Pandora quel giorno non era lì e i due gemelli non si erano visti. Stava succedendo qualcosa di strano.
La ragazza fece attenzione a non farsi notare da alcuni specter fuori il castello. Non dovevano assolutamente seguirla o avrebbe passato l’intera giornata a guardarsi intorno.
 
Arrivata davanti il ruscello Mana vide Cardia seduto sulla riva. Si avvicinò al cavaliere e lo salutò con la mano.
-Sei qui finalmente- disse il ragazzo facendo sedere Mana accanto a lui.
Mana sorrise quando Cardia le mise un fiore fra i capelli sciolti.
-Profumi come un bocciolo primaverile. I tuoi capelli sono setosi e i tuoi occhi sono splendidi.
La ragazza sorrideva, non aveva mai ricevuto tanti complimenti.
-Hai avuto problemi? Non ti avranno chiusa in prigione?
Mana fece no con la testa.
-Non puoi parlare come la prima volta che ci siamo visti. Perché non ti lasciano in pace. Sei così dolce e tenera, non capisco che motivo ci sia per tenerti prigioniera.
-Per la mia voce. Non ce la facevo più a rimanere in silenzio. Devi sapere che Ade adora come canto e mi tiene chiusa nel suo castello. Non vuole che parli con nessuno perché dice che non devo sforzare la mia voce per cose inutili. Aveva promesso di liberarmi dopo un mese, al contrario, ha massacrato la mia gente.
Cardia vide il volto della ragazza mutare. Era triste. Non poteva immaginare cosa stesse provando ma doveva essere atroce.
-Devi venire a vivere al tempio, lì ti proteggeremo.
-No, non voglio che muoia altra gente a causa mia. Sei un cavaliere di Atena e hai il dovere di proteggere la tua dea e le persone che hanno bisogno di te.
-Non ti lascerò nelle grinfie di Ade.
-Devi lasciarmi tornare al castello o lui verrà al tempio e non avrà pietà per nessuno. Non è ancora ora della grande battaglia. Ci sono ancora tante cose da fare.
-Come sai che non è ora della battaglia finale tra Ade e Atena?
-Lui non andrebbe in giro così spesso se si stesse preparando allo scontro con la vostra dea. In questi giorni si assenta per molte ore e parla spesso con i due gemelli. Sta macchinando qualcosa. Possiamo parlare di altro. Passo tutto il giorno in quel castello e non faccio altro che stare chiusa in una stanza. Altre volte canto per ore per Ade senza sosta. Per non parlare delle volte che mi ha rinchiusa nella prigione per puro divertimento.
Cardia stava per tirare un pugno sul terreno ma si trattenne, non voleva spaventare la ragazza. Non sopportava le ingiustizie, voleva tanto colpire quella divinità con tutta la sua forza.
Cardia fece un bel respiro e strinse la mano della ragazza. Era ora di divertirsi. Voleva farle passare delle ore indimenticabili.
-Andiamo a mangiare qualcosa al villaggio. Passerai delle ore senza pensare a quel brutto posto. Ovviamente offro io, è il minimo visto che ti faccio correre un grosso rischio.
-Non è vero.
-Non mi hai detto che se ti prendono ti puniscono?
-Sì, ma non è colpa tua. Io esco non appena mi è concesso. Lo facevo anche prima di incontrarti.
-Però non uscivi per tante ore.
-Anche questo è vero. Ho deciso io di venire, non vi incolpo di niente.
-Per fortuna vivere con Ade non ti rende cattiva. Dicono che i suoi poteri ti rendono malvagio.
-Cerco di non diventare come gli specter al suo seguito, non voglio far soffrire la gente. Ho visto cosa fanno e è orribile.
Cardia trascinò Mana al villaggio stringendole la mano. Arrivati davanti un piccolo ristorante la fece accomodare all’esterno a un tavolino libero e ordinò due piatti di spaghetti con il ragù.
Dopo quindici minuti il cameriere portò al tavolo acqua, pane e due piatti di spaghetti. Cardia gli disse qualcosa all’orecchio e il cameriere gli rispose che si poteva fare.
-Non credo che riuscirò a finire questo piatto gigante di spaghetti.
-Lo finisco io, non ti preoccupare. Ho tantissima fame. Veramente ho sempre fame anche se non mi alleno. Oggi ho il giorno libero e non ho fatto molto allenamento a parte qualche piegamento.
-Se non finisco gli spaghetti, te li cedo volentieri.
-Grazie.
 
Manigoldo girava per il villaggio per controllare la situazione quando vide Cardia seduto al tavolo di un ristorante e in dolce compagnia.
-Allora è lei il motivo per cui sei uscito di fretta questa mattina.
-Manigoldo sei di pattuglia qui oggi?
-Certo, ordine del vecchio. Questa mattina ti ho visto correre giù per la scala del tempio tutto allegro. Non vedevi l’ora di incontrare questa bella ragazza.
-Ti presento Mana, lui è Manigoldo, cavaliere del cancro.
-Piacere di conoscerla.
-Puoi anche darmi del tu, gli amici di Cardia sono anche i miei. Ora capisco perché ieri eri tanto euforico, è davvero carina.
-Manigoldo non metterla in imbarazzo e torna al tuo giro.
-Vi lascio soli, a presto signorina.
-Arrivederci lord Manigoldo. Mi sembra simpatico.
-Quando vuole sa esserlo.
-Ti ho visto quando combatti, la tua faccia muta completamente. Cosa è che ti ha spinto a diventare cavaliere?
-Tante cose e non ho molto tempo per spiegartele. Facciamo un accordo. Vediamoci fra un giorno al ruscello e inizio a raccontarti la mia storia. Anzi incontriamoci tre volte a settimana e ti svelo tutto il mio passato.
-Non è possibile. Non riuscirò a uscire tanto spesso. Vorrei tanto vederti di nuovo ma se uscissi tante volte, lui ti scoprirebbe. Non voglio che te lo trovi davanti, non voglio che ti faccia male.
-Mana se non verrai agli appuntamenti, penserò che ti abbia fatto qualcosa di brutto e sarò costretto a trovare il castello.
-Ora che ci penso, potevi chiedermi dove si trova il castello ma non lo hai mai fatto.
-Non ti metterei mai in pericolo. Se venissi a sapere dove si trova il castello, sarei costretto a dirlo al grande sacerdote. Tu potresti rischiare la vita.
-Grazie per il pensiero.
Cardia e Mana mangiarono gli spaghetti e poi il cameriere portò due fette di torta al cioccolato.
-Come sapevi che adoro il cioccolato?
-Non lo sapevo, ho ordinato la torta pensando che a tutti piace il cioccolato.
-Hai ragione.
-Sembra che tu non ne mangi mai?
-Al castello non ci sono molti dolci. E poi bisogna stare attenti a cosa si mangia, ad alcuni specter piace scherzare e spesso nel cibo si trovano degli insetti.
-Orribile. Non deve essere facile vivere in quel posto.
-Ormai mi sono abituata. So che Ade non mi lascerà mai andare. Però quando ha preso il corpo di quel ragazzo in prestito, è leggermente cambiato. A volte non sembra lo stesso. Fa delle cose molto strane, tanto che i due gemelli sospettavano che il ragazzo avesse ancora il controllo sul corpo. Poi all’improvviso Ade faceva qualcosa di crudele e loro non borbottavano più.
-Un momento, tu hai visto il vero corpo di Ade?
-Sì, è stato lui a rapirmi. Non si era ancora preso il corpo di quel ragazzo tanto amico del cavaliere Tenma. Ho visto il vostro amico discutere con Ade dalla sfera di Pandora.
-Penso che tu sia una delle poche a essere ancora viva dopo aver visto il vero aspetto di Ade.
-A lui non piace mostrare il suo vero aspetto, non vuole rischiare qualche sorpresa. Vi teme più di quanto pensiate.
-Fa bene a non sottovalutarci, non ci faremo battere da lui. Quando l’avremo sconfitto tu sarai libera di nuovo.
-Non so se mi terrà in vita fino alla grande battaglia. Quando si stanca del canto di una ragazza, la uccide senza pietà.
-Devi scappare da lì se sospetti che voglia farti del male.
-Io non posso prevedere le sue mosse, è impossibile. Solo pochi cavalieri riescono a capire cosa ha in mente. Io non ho la minima parte della forza di un cavaliere, mi sarebbe impossibile sapere cosa ha in mente Ade. L’unica cosa certa è che per ora non ha intenzione di mandarmi nel regno dei morti. Ha altri progetti per me.
Cardia pagò il conto e portò Mana al tempio. Lei si bloccò a metà della scala.
-Io non dovrei essere qui. Lasciami tornare indietro.
-Non è tardi, credo che tu possa restare qualche ora.
-Non è il tempo che mi preoccupa. Questo posto è impregnato dei vostri poteri e del potere immenso della dea Atena. Quando torno al castello Ade si accorgerà che sono stata in un posto tanto luminoso.
-Non ti lascerò tornare al castello.
-No, avevi detto che non avresti fatto storie. Anche tu non mantieni la parola data.
-Non piangere per favore.
Cardia asciugò le lacrime sul viso della ragazza e la strinse forte.
-Io non voglio rimandarti laggiù per proteggerti.
-Io devo tornare per proteggere questo posto. Non siete pronti ad affrontarlo, non ora.
-Tu non vuoi vedere altre vittime. Me lo hai già detto. I tuoi occhi hanno visto abbastanza sofferenze. Se potessi farlo, ti rapirei e ti porterei lontana da tutte queste battaglie, dal sangue, dalle mostruosità della divinità dell’oltretomba. I tuoi occhi profondi e luminosi dovrebbero brillare alla luce del sole, non restare nell’ombra di un brutto castello.
-Grazie Cardia. Mi hai convinta resterò ancora un po’ solo perché sei tu a chiedermelo. Scusa per come ho reagito prima.
-Sono io quello da biasimare, non dovevo dire quelle cose. A volte perdo la testa quando sento delle storie assurde. Non mi piace sapere che qualcuno ti tiene chiusa da qualche parte e ti leghi per ascoltarti cantare.
-Mi conosci appena. Sei il primo che si preoccupa per me.
Cardia rivide l’espressione triste sul volto della ragazza. Si caricò Mana sulla schiena e la portò alla casa dello scorpione.
-Pensavo fossi impazzito quando mi hai caricata sulla schiena. Non dovevi farlo, ora hai il fiatone.
-Ho il fiatone perché ho scordato di respirare regolarmente mentre correvo, non perché pesi.
-Sapevi cosa pensavo?
-Certo, la tua espressione mi ha fatto capire che temevi di pesare troppo per me. Qui puoi togliere il mantello nero che porti sulle spalle.
-Va bene. Lo poggio su questa panca.
-Sei bellissima con quel vestito.
-Questo e quello bianco sono gli unici vestiti chiari che mi restano. Quello bianco me lo hanno dato al castello, dicono di usarlo quando esco. Questo l’ho nascosto nella mia stanza per non farlo bruciare. È un regalo di mio padre. L’unico ricordo che mi resta di lui, tutto quello che possedevo è stato distrutto o bruciato da Ade. Ma ora non voglio rattristarti con la mia storia.
-Voglio conoscere la tua storia, voglio sapere tutto quello che ti riguarda.
-Anche io vorrei sapere qualcosa di te.
-Se ti racconto la mia storia, tu non tornerai fra un giorno.
-Questo non è bello Cardia. Cerchi di fare il furbo. Non devo parlare solo io.
-Per oggi sì.
Mana vide un cavaliere che usciva dalla casa dello scorpione mentre lei e Cardia stavano parlando allegramente. Si nascose subito dietro la schiena di Cardia. Non voleva farsi notare, non si fidava di nessuno in quel posto a parte Cardia.
-Perché ti nascondi?
Cardia si girò e vide Sisifo.
-Mana, lui è il cavaliere del sagittario, non devi avere paura. Non è un nemico.
-Per favore Cardia, dici al tuo amico di non avvicinarsi troppo ai due gemelli, potrebbe soffrire molto. L’altro giorno ho visto il tuo amico che girovagava nei pressi del castello di Ade.
-Sisifo è alla ricerca della dimora dei due gemelli da mesi e mesi per ordine del grande sacerdote.
-L’altro giorno era vicino ma è troppo pericoloso. Se arriva ai due gemelli, Ade ordinerà loro di fargli qualcosa. Quel cavaliere soffre per qualche motivo a me sconosciuto e i due gemelli si approfitteranno di questa debolezza.
Cardia lasciò qualche minuto Mana seduta su uno scalino della casa dello scorpione. Il cavaliere di avvicinò a Cardia e gli parlò di quella storia senza dirgli che era stata Mana a riferirgli tutto.
-Cardia queste informazioni sono molto precise, come le hai avute?
-Non chiedermelo, sai che non ti dirò niente.
Sisifo guardò la ragazza seduta davanti alla casa dello scorpione, non era del villaggio, non l’aveva mai vista.
-Non ti chiederò niente Cardia. Se non vuoi riferirmi il nome del tuo informatore, hai le tue buone ragioni.
Sisifo andò via e Cardia tornò a sedersi accanto alla ragazza.
-Ho riferito a Sisifo il tuo messaggio. Non gli ho detto che sei la mia fonte, ti avrebbe fatto troppe domande.
-Grazie Cardia. Tra poco devo andare via.
-Non posso proprio convincerti a restare per sempre qui.
-Meglio di no. Preferisco tornare laggiù che vedere altre persone piangere e soffrire. Le pene che quella divinità infligge sono atroci. L’ho visto uccidere dipingendo su una tela e è stato uno spettacolo raccapricciante. Mi ha costretta a guardare mentre disegnava sulla tela con il sangue perché doveva darmi una lezione.
Mana si strinse le mani al petto e chiuse gli occhi ripensando a quella scena. Cardia le afferrò le mani e le strinse fra le sue.
-Troverò il modo per portarvi via da lui, è una promessa.
-Finché tu sei vivo, non mi importa di me stessa. Non fare il pazzo, io troverò un modo per andarmene.
-Sei una ragazza molto forte.
-Da bambina dicevano che ho preso la mia forza da mio padre.
-Deve essere un tipo tosto.
-Dipende dai punti di vista.
Cardia prese una ciocca dei capelli color caramello della ragazza e la baciò dolcemente.
-Mi mancherà non poter toccare questi capelli morbidissimi e non poter vedere il tuo meraviglioso viso.
-Cardia non passerà molto tempo prima di rivederci. Farò di tutto per venire al ruscello fra un giorno.
-Ne sono felice. Se non riesci ad uscire dal castello, non correre rischi. Io capirò che non sei potuta uscire se non ti vedo entro due ore. Non farti punire a causa mia.
Mana preferì non dire a Cardia che Ade la puniva anche quando non faceva nulla di sbagliato. Non voleva farlo infuriare. Da quello che aveva visto, Cardia perdeva la testa quando era arrabbiato. La sua espressione diventava terribile quando combatteva. Non era spaventata da quel suo lato ma non voleva vederlo in quello stato a causa sua. Sprecare energie per lei che era condannata a restare prigioniera di Ade non era giusto. Preferiva che Cardia si occupasse di gente che aveva bisogno di aiuto come i contadini attaccati dagli specter.
Cardia e Mana chiacchierarono per un’altra ora di cose più allegre. Dimenticarono per qualche minuti di essere una prigioniera e un cavaliere.
-Cardia ti ho portato le tue mele visto che me le avevi chieste.
-Degel non potevi passare più tardi.
-Ho interrotto qualcosa?
Mana si era di nuovo nascosta dietro Cardia. Non conosceva nessuno lì e temeva che qualche specter la scoprisse.
-Mana non preoccuparti, è solo Degel. Lui non è un cattivo ragazzo.
-Questa non è una bella presentazione Cardia. Tu devi essere la ragazza che ieri ha fatto urlare Cardia per tutto il tempio. Abbiamo dovuto indossare i tappi per fare gli esercizi di concentrazione.
Cardia sgranò gli occhi, Degel stava scherzando con una sconosciuta e non era un sogno. Decise di pizzicare la guancia dell’amico per accertarsi che fosse vero.
-Cardia pizzica la tua guancia, io sono reale.
-Sei diverso oggi, non avrai mangiato qualcosa preparato da Manigoldo?
-No, sono in piena forma. Piacere di conoscervi signorina Mana.
-Il piacere è tutto mio signore. Scusate se mi sono nascosta, non conosco nessuno qui e non voglio farmi vedere da alcune persone.
-Non preoccuparti, Cardia saprà come proteggerti da ogni pericolo. Puoi fidarti ciecamente di lui.
-Sono sicura di potermi fidare di lui.
Degel andò via e lasciò i due di nuovo soli.
-Ti fidi di me nonostante tu abbia visto come sono quando combatto.
-Lotti per un mondo migliore, per aiutare le persone, per salvare queste terre. Ho visto un cavaliere che lotta per la sicurezza di questa terra.
-Strano, di solito non vengo paragonato a un eroe.
-Ora devo andare. Mangia le tue mele e pensa ai tuoi compiti da cavaliere domani. Mi raccomando non distrarti a pensare a altro.
-Aspetta. Devi pensare a qualcosa di bello se hai paura.
Mana sorrise a quelle parole.
-Se mi chiuderà di nuovo in quella brutta prigione, penserò a questa bellissima giornata con te. Non posso pensare a momento più bello di questo.
Cardia diede un ultimo abbraccio alla ragazza e poi la lasciò andare. La vide correre giù per la grande scalinata e sparire all’orizzonte. Avrebbe voluto correrle dietro per scoprire dove viveva ma avrebbe potuto metterla in pericolo. Il cuore gli pulsava forte e desiderava tanto spaccare la faccia a quel maledetto che la teneva rinchiusa. Le mani fremevano per la rabbia e lui non poteva fare altro che restare lì inerme. Non si era mai sentito tanto inutile.
 
Dopo un’ora di cammino Mana rientrò al castello di Ade. Corse subito nella sua camera dove trovò Pandora ad attenderla.
-Dove sei stata usignolo?
Mana non rispose, Pandora cercava di provocarla.
La donna le strappò di dosso il mantello e vide il vestito azzurro.
-Il sommo Ade si infurierà quando saprà che hai quel vestito. Non vedo l’ora di dirgli che ti sei vestita bene, pettinata e truccata per qualcuno. Forse non è vero ma a me non importa. Per me conta solo che tu sparisca da questo castello. Però non dirò niente se mi dici dove sei stata?
La ragazza continuava a non rispondere.
-Stupida insolente.
Pandora le mise le mani al collo e iniziò a stringere. Mana scalciava ma la donna non si fermava.
-Pandoraaaa esci subito da qui.
Mana cadde a terra in ginocchio tossendo forte. Per poco non la strangolava.
-Sommo Ade siete già tornato.
-Come osi stringerle la gola in quel modo. Spero per te che tu non le abbia rovinato le corde vocali o fatto altri danni alla gola. Non ti punisco solo perché sei un’alleata preziosa.
Pandora corse via infuriata ma anche sollevata. Aveva rischiato di essere sbattuta in qualche angolo remoto dell’oltretomba.
-Canta subito, voglio sentire se non devo sostituirti con una nuoca cantante.
Mana iniziò a cantare e era una melodia meravigliosa come sempre.
-Pandora non è riuscita a piegarti neanche con la forza. Sei una ragazza tenace. Ah ah. Sono arrivato appena in tempo per vedere l’espressione di sofferenza sul tuo volto. Però non è ancora arrivato il tuo momento, voglio che canti ancora per molti giorno nel mio salone. Dimmi dove sei stata?
-Ho fatto una lunga passeggiata nel bosco.
-Hai incontrato qualcuno?
-Ho visto dei contadini da lontano e non ci ho parlato, erano al loro villaggio. Non mi sono avvicinata.
-Sei sicura di non aver visto qualcun altro?
-Sicurissima.
-Come mai hai indossato questo bel vestito solo per passeggiare?
-Non potevo destare sospetti, con questi vestiti neri sarei sembrata una sacerdotessa cattiva.
-La cosa ti fa ribrezzo. Non vorresti mai essere un mio cavaliere. Preferiresti morire piuttosto che uccidere per me, lo leggo nei tuoi occhi. Togliti il vestito e metti quello nero con le maniche a sbuffo. Voglio che mi consegni questo vestito azzurro nel salone entro un’ora.
-Non brucerete anche il dono di mio padre.
-Lo farò a brandelli perché rappresenta l’unico ricordo che ti resta di tuo padre. Te lo aveva regalato per il tuo primo ballo e dovevi andarci la sera che ti ho rapita. Che peccato, sei mancata. Però nessuno ha sentito la tua mancanza come hai visto dalla sfera magica. Anzi alcuni cittadini delle tue terre hanno preferito consegnarti in cambio della loro vita e di qualche soldo. Ah ah.
-Siete un mostro.
-Queste tue parole non mi toccano e tu lo sai. Fra un’ora devi venire nel salone con il vestito fra le mani o ti rinchiuderò in una delle mie prigioni. A te la scelta.
Mana si cambiò in fretta. Non voleva che il suo bel vestito venisse distrutto ma non poteva fare altro che consegnarlo.
-Cardia vorrei tanto che tu fossi qui adesso, già mi manchi.
Mana decise di nascondere il suo vestito, non voleva rinunciare al dono del padre. Ade poteva far cercare ovunque, tanto i suoi servi non lo avrebbero trovato.
Mana si recò nel salone e vide Ade seduto sul suo trono.
-Vedo che hai deciso di venire a mani vuote. Dovrò punirti dopo che mi avrai cantato due canzoni tristi. Canta.
Mana cantò per tutta la sera. Ade diceva sempre due canzoni e poi la faceva cantare per ore. Verso le undici di notte Ade rinchiuse Mana nella sua prigione del pianto. La ragazza sentì gente piangere per tutta la notte e non chiuse occhio.
Il mattino dopo Ade la fece uscire e la rinchiuse nella sua stanza a pane e acqua. Per fortuna, la ragazza riuscì a chiudere a dormire per qualche ora. Nel pomeriggio venne svegliata da uno specter che la portò al cospetto di Ade.
-La notte nella prigione ti ha resa silenziosa e triste.
-Sono abituata alle vostre maniere rudi, non piangerò perché mi chiudete in una cella.
-Canta o farò qualcosa di peggio.
Mana cantò per due ore e poi fu rinchiusa di nuovo nella sua stanza. Ade aveva lasciato di nuovo il castello e il giorno dopo la ragazza avrebbe potuto raggiungere Cardia al ruscello.
   
 
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