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Autore: ONDA__INFRANTA__05    30/03/2015    0 recensioni
Una ragazza sola, senza amici che non sa cos'è l'amore con un disperato bisogno d'affetto. Cresciuta troppo in fretta, con lo sguardo schivo e un cuore tenero, riuscirà ad ottenere ciò che desidera, ciò che spera?
( Storia scritta a quattro mai )
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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RINASCERE SOTTO LE STELLE: 



1) NUOVA VITA:


Arrivai al parco dove le note di una canzone rap si diffondevano nell’aria.

Sul muretto sette ragazzi, cioè cinque maschi e due femmine.

A turno provavano qualcosa simile a dei passi di danza, vicino al muretto due bici e uno skate, era parcheggiato un motorino rosso, accanto al posteggio delle bici.

Ridevano, fumavano, sembravano felici. Una ragazza mi guardò e tutto il gruppo guardò nella direzione da lei indicata.

Per evitare una brutta figura, chiesi loro dove potessi trovare un bar per comprarmi delle sigarette.



<< Se scendi, te ne offro una io >> urlò uno. Rimasi ferma, non sapendo che fare.


<< Se hai paura, puoi andare dalla mamma. E’ tardi, sarà preoccupata >>.


Risero tutti, mentre i miei occhi si offuscarono dalle lacrime: ripensai a tutti i suoi problemi … nessuno doveva nominarla.

Alzai il dito medio e con tutto il fiato che avevo lo mandai a quel paese.

Smisero tutti di ridere, però sorrisero.  Sicuramente, il mio sfogo li aveva divertiti.

  Me ne andai, gente così idiota non valeva neanche vederla.

Infilai le cuffiette nelle orecchie e alzai il volume: Club Dogo, una volta sola. Parlava del coraggio di farsi una vita. Alcune canzoni erano lezioni di vita e per me che la vita ce l’avevo sempre contro, erano una salvezza.

Nella mia mente rivedevo quel gruppo che sembrava fregarsene della vita.

Mi girai, riuscivo ancora a vederli. Sorrisi, mi sarebbe piaciuto  conoscerli, io che non riuscivo a fare amicizia. Mentre le ragazze si sistemavano sulle bici, i ragazzi le incitavano.

Chissà per cosa. Partirono velocissime, tra sgommate, impennate e cose così, decretavano vincitrice la rossa.

Erano state bravissime, le guardai incantata.

L’orologio segnava le 7 di sera. Iniziai a correre e dopo venti minuti, arrivai a casa.

Siria mi aprì la porta e rise quando mi vide così affaticata.



<< Ti sei dimenticata che oggi la mamma fa il turno di notte all’albergo? >> .


Che disastro, ma d’altronde lo sono sempre stata, non era una novità.


<< Dove sei stata? >>


<< Al parco >>


<< Con chi? >>. Cosa potevo risponderle? “ Tua sorella è un asociale e non ha un amico? ” 


No, questa figura potevo risparmiarmela. Anche se era la verità …



<< Degli amici, con chi se no ? >>.


Ero sudata, mi andai a fare un breve bagno caldo, era come rinascere.


Preparai lo zaino con tre quaderni e un libro, tanto per dare un po’ di peso allo zaino. Tra una cosa e l’altra era arrivata l’ora di cena. 

Preparai, o meglio scaldai in una padellina la pasta avanzata dal pranzo.

Siria era incollata alla televisione, trasmettevano Violetta, la serie televisiva più famosa ultimamente, ma che io odiavo, forse perché lei era riuscita a realizzare il suo sogno, mentre io non ne avevo la più pallida idea di quale fosse il mio futuro.



<< Vuoi sbrigarti a mangiare! >>. Era così presa che neanche mi sentiva.

Sbuffai e me ne andai in camera mia.

Presi un libro qualsiasi dalla libreria e iniziai a leggerlo.

Avevo letto un capitolo intero, tuttavia non avevo capito niente, rivedevo solo quel gruppo di amici così affiatato.

Diventai triste…

 

 
   
 
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