« Shin-chan! ~ Shin-chan! ~ » Midorima represse l’irritazione crescente nel suo corpo, chiudendo il libro più seccamente di quanto volesse. Ogni fibra del suo corpo urlava dalla disperazione. Non ancora. Non Takao.
« Sì, Takao-kun, dimmi. » replica, cercando di far capire al ragazzo quanto la sua presenza la irritasse.
Takao Kazunari era un ragazzo insopportabile. Di questo le sue compagne non erano assolutamente d’accordo – « Kazu-chan è così figo! » « Ah, ha guardato da questa parte! » « Verrò sicuramente a fare il tifo per te, la prossima partita! » – ma a Shinju aveva sempre importato molto poco che l’opinione delle sue coetanee coincidesse con la propria.
L’unica nota positiva di quel ragazzo era che fosse un giocatore di basket, piuttosto bravo a quanto le aveva spifferato Momoi qualche settimana prima. Ma era proprio l’unica.
« Sei sempre così rigida, Shin-chan! Dovresti rilassarti. » commenta allora Takao, sedendosi accanto a lei sulla panchina. La tensione nel corpo di Shinju aumenta esponenzialmente, nel percepire una presenza così estranea nel proprio perimetro.
« Sei qui per un motivo, Takao-kun? » capendo che Midorima non intendeva cedere, Takao si rilassò contro lo schienale.
« No. Volevo solo fare due chiacchiere. » a quel punto Shinju riapre il proprio libro, decisa ad ignorarlo. Il caldo estivo colpiva anche all’ombra, ma Midorima non ne sembrava minimamente intaccata. Era sempre impeccabile nella sua uniforme, con l’espressione stoica. L’unica variazione era la coda di cavallo, probabilmente l’unico segno dell’influenza del calore sulla giovane ragazza.
Nell’osservare quello strato di pelle, solitamente nascosto da una rigida acconciatura, Takao si trova ad arrossire leggermente. Gli sembra che Midorima sia più attraente del solito.
In sostanza Midorima Shinju non aveva un buon carattere. Ma Kazunari non credeva che fosse per la sua appartenenza alla Generazione dei Miracoli – come invece aveva riscontrato in Aomine Daiki, un vero e proprio mostro. Non gli è piaciuta subito, quella ragazza dall’apparente pessimo carattere. Era lunatica, stramba e fissata con gli oroscopi. Eppure, con il passare delle settimane, quegli aspetti avevano finito con l’attirare il suo interesse e, successivamente, fargli provare una vaga attrazione.
Midorima Shinju aveva un carattere splendidamente complesso, e lui voleva osservare ogni sfaccettatura di esso.
« Takao-kun, mi dai fastidio. » gli occhi verdi dietro le lenti avevano un’aria corrucciata, ma a Takao non sfuggì il leggero rossore che sfumò presto sulle sue guance.
« Non era mia intenzione, Shin-chan. » disse, con un sorrisetto provocante. Questa volta non c’è nessuna reazione, e lo sguardo della ragazza torna alle pagine del libro. Il silenzio scende con delicatezza, avvolgendo il piccolo luogo d’intimità.
« Takao-kun. » inizia allora Shinju, dopo una pausa. « So cosa stai cercando di fare. »
« Cosa? »
« Non fare il finto tonto. »
« Non lo sto facendo, Shin-chan. »
« Lo so che vuoi p-p-portarmi a…! »
« Eh? Shin-chan, cosa stai cercando di dire? »
« Vuoi disonorarmi e vantartene con i tuoi amici! » Midorima, nel frattempo, si è alzata in piedi, ha il fiatone ed è così rossa che la risata sale spontaneamente su per la gola di Takao. Questi tossisce, cercando di reprimerla.
« Shin-chan, mi spiace tu mi abbia frainteso. »
« Non mentire! »
« Non sto mentendo. » Kazunari sorride leggermente, invitando la ragazza a sedersi con un gesto. Shinju piomba sulla panchina come un automa. « Non nego di ammirare il tuo talento. Ne sono attratto e geloso allo stesso tempo, se proprio devo ammetterlo. » Shinju arrossisce un poco, mantenendo comunque la sua espressione indagatoria.
« Perché dovrei crederti? »
« Ho mai fatto qualcosa di equivoco nei tuoi confronti? » la bocca di Midorima si spalanca, pronta a far uscire una valanga di esempi, prima di chiuderla di scatto. In effetti, Takao-kun la salutava e le parlava soltanto. Non ha mai fatto niente che l’abbia messa particolarmente a disagio – a differenza di altri ragazzi, che la seguivano e i primi mesi quasi idolatravano per scoprire il segreto dietro la sua abilità.
« No. » risponde allora, chinando leggermente il capo. « Scusami. »
« Non c’è niente di cui scusarti, Shin-chan. In effetti, so essere un po’ assillante. » ridono insieme con spensieratezza. « Vorrei essere tuo amico. Ma sembra proprio che tu non lo voglia. »
« No, non è così. Io vorrei… fare amicizia, ma non ci riesco. E’ come se avessi chiuso la porta del mio cuore, ed avessi lasciato la chiave alle medie. » la Teiko e i suoi ricordi continuavano ad avere una violenta morsa sul suo essere.
« Un giorno me ne parlerai. Nel frattempo, ti aiuto io a cercare la chiave! »
« Non sei un po’ troppo presuntuoso, Takao? » il ragazzo ride.
« Disse colei che si fa chiamare ‘Regina del centrocampo’. » Midorima arrossisce, indispettita. Vorrebbe replicare, ma la campanella annuncia il termine della pausa del pranzo e non le rimane altro che mangiarsi il proprio commento.
« E’ ora di andare. »
« Ti accompagno. » Takao si alza quasi contemporaneamente a lei, e siccome Shinju non mostra nessun segno di disapprovazione le sorride. « Gli amici fanno anche questo, no? » Midorima arrossisce leggermente, annuendo.

« Shin-chan? »
« Sì? »
« Prima hai detto che la porta del tuo cuore è chiusa. Ma c’è almeno una finestra dalla quale posso entrare? »
« Takao-kun, taci! »
« Oh, che carina. ~ Sei arrossita. ~ »
« TAKAO!! »