Film > La Bella e la Bestia
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Autore: VeronicaDauntless    01/04/2015    0 recensioni
Nelle fiabe, a volte, i sogni si avverano. E se sognaste di cadere in un pozzo guardando il vostro riflesso? Fin da bambina la più grande paura di Belle è quella di addormentarsi, quella di sognare. Non immagina che di lì a breve, tentando di salvare suo fratello, si sarebbe ritrovata prigioniera di una bestia.
Dal prologo: "Avrebbe potuto dire di aver perso la sua umanità molti anni addietro, ma la verità era che non l’aveva mai avuta. [..]Questa non è la sua storia. Questa è la storia di come il suo cuore riprese a battere."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam, Belle, Gaston, Lumière, Quasi tutti | Coppie: Adam/Belle
Note: Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Aprì l’armadio e passò in rassegna gli abiti, come ormai faceva tutti i giorni. Ne scelse uno
rosso, con la gonna non molto ampia e sul davanti uno spacco dalla scollatura a cuore fino
alla vita che rivelava altro tessuto rosso impreziosito da piccoli brillanti. Raccolse i capelli in
una treccia laterale e scese in salotto per la cena.
Adam era già lì, in piedi davanti al camino, le dava le spalle.
-Adam- lo chiamò in un sussurro, ma se ne pentì subito. Le sembrava così strano chiamarlo
per nome. Lui si voltò e le sembrò stupito proprio come lei. Felicemente stupito.
Dopo che lei ebbe finito di mangiare, Adam le porse il libro dei viaggi di Gulliver e si sedette
ancora una volta accanto a lei per ascoltare la sua voce. Non si accorse nemmeno di essersi
lasciata scivolare il libro dalle mani un istante prima di addormentarsi contro la poltrona. La 
mattina seguente avrebbe ricordato solo sprazzi di immagini e suoni, due braccia che la 
sollevavano da terra con delicata attenzione, le lenzuola del suo letto poco dopo, dei passi 
che si allontanavano e la sua stessa voce.
‘Adam’, avrebbe ricordato vagamente di aver biascicato, ‘domani potreste venire con me alle
serre’
Immersa nell’oblio del sonno, non vide la bestia esitare, stringere i pugni, combattendo contro
se stesso. E poi quell’assenso appena sussurrato, prima che andasse via.


La mattina seguente si svegliò placidamente, come accadeva raramente. Nessun incubo aveva
agitato i suoi sogni e rimase alcuni istanti rannicchiata sotto le coperte, sorridente.
Le giornate erano passate così rapidamente tra le serre, la biblioteca e le cene con.. Adam. 
Arrossì di colpo e si maledì subito. La bestia. Doveva tenere bene a mente che lui era pur sempre
una bestia. Qualsiasi cosa avesse fatto per diventare così, doveva essere stato qualcosa di grave,
no? Aveva fatto del male a qualcuno? A quella donna? Sua moglie. Una fitta di gelosia le colpì
inaspettatamente il petto, ma la scacciò via con rabbia. Scosse il capo, cercando di riportare 
ordine tra i suoi pensieri. Bestia. Bestia. Bestia..
Doveva continuare a considerarlo semplicemente come una bestia se non voleva correre il rischio
di affezionarsi a lui. Si morse il labbro e tirò le lenzuola sopra la testa, sospirando.
Ma temeva che ormai fosse troppo tardi per questo.
Un pensiero le attraversò la mente, ma fu talmente rapido che non riuscì ad afferrarlo e fuggì lontano
dalla sua portata. Poi, improvvisamente, le tornarono alla mente le parole della sera prima. Domani
potreste venire con me alle serre.

Dio, cosa le era saltato in testa? Cosa credeva di fare? Una passeggiata romantica tra i fiori, eh, Belle?
Tu e il tuo carceriere. Perfetto. Iniziamo a soffrire della sindrome di Stoccolma?, pensò, maledicendosi 
e alzandosi come una furia dal letto. Si guardò allo specchio. E aveva un aspetto orribile! Con quei
capelli arruffati e le guance arrossate.. ma cosa diavolo stava facendo? Ringhiò, frustrata. Cosa 
avrebbe dovuto importarle dei capelli o dei vestiti o di quella stupida passeggiata o.. di lui.

Bestia, bestia, bestia, continuò a ripete sottovoce, cercando di rimanere con i piedi per terra. Sei una
prigioniera, Belle, e sei qui solo per salvare tuo fratello, non certo perché dopo tanto tempo ti sei sentita
di nuovo apprezzata, no, assolutamente no. E decisamente non per le serre o per i libri o per come ti 
ascolta ammaliato quando leggi per lui..
In fondo, era lì a causa di Christian, aveva compiuto un atto eroico, allora perché non cercare di godere 
dei lati positivi della vicenda?
Vide il jeans e la felpa nera che Rebecca aveva lavato e sistemato sulla sedia accanto allo specchio. 
Non li indossava da quando era caduta nella fontana e lui l’aveva salvata. Aprì l’armadio e sorrise. 
Avrebbe messo l’abito verde.

  
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