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Autore: Bellatrix Lastrange    01/04/2015    2 recensioni
'Ritorno in salotto e mi siedo a terra accanto al divano guardando Miry dormire, ha un’aria così dolce e tenera. Mi alzo e mi stendo accanto a lei abbracciandola, come risposta si stringe a me appoggiando la sua testa sul mio seno, gli accarezzo i capelli dolcemente che vada a farsi fottere la carne, nessuno mi sposterà da qui.'
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Questo è un pezzettino della storia che starete per leggere. Il 30% dela storia è reale, il 70% è inventata, ma che corrisponde ai miei sogni che vorrei avverare. Capirete meglio leggendo i capitoli a seguire, spero che la storia sia di vostro gradimento e di far arrivare a voi i miei stati d'animo quando leggerete i capitoli. Baci
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mi sveglio durante la notte  tutta sudata e ansimante ho fatto di nuovo un altro sogno. Sono notti e notti che questi sogni mi tormentano.
Senza far rumore mi alzo, infilo le pantofole e mi dirigo in cucina chiudendo la porta del corridoio, dalla credenza prendo un bicchiere, apro l’anta del frigo ed estraggo la bottiglia d’acqua minerale, la verso nel bicchiere e bevo tutto d’un fiato. Mi siedo sul divano aspettando che il respiro torni normale, accendo il display del cellulare e leggo la notifica di WhatApp
‘Miriam sono Jane, senti mi potresti far sapere se domani vieni in chiesa? E se porti qualche dono. Grazie. Baci‘
E’ vero domani devo andare in chiesa per il precetto pasquale, ed è anche il Primo di Aprile, spero solo che domani quegli idioti dei miei compagni di classe non mi facciano qualche scherzo, potrei mangiarmeli. Sono parecchi giorni che sono nervosa, oddio anche di solito lo sono, ma ultimamente accade molto frequentemente. Rintronando al messaggio ormai è tardi per rispondere, il respiro è tornato normale, mi alzo e vado in camera che divido con mia sorella maggiore, mi tolgo le pantofole e mi metto sotto le coperte con le cuffie alle orecchie, addormenta nomi con il sottofondo della mia canzone preferita: Reality di Richard Sanderson.
La mattina non tarda ad arrivare, la sveglia, l’odiosa sveglia, mi annuncia che è il momento di alzarsi e  di iniziare una nuova giornata.
Mi alzo e mi dirigo in cucina, saluto tutti e mi siedo per fare colazione

“Buon Primo di Aprile sorellina”
“Grazie Mary”
“Pensi che oggi riceverai qualche scherzo?”
“Spero di no, altrimenti assaggeranno la mia rabbia.”
“Miriam, non combinare niente già la tua media non è alta, non rovinarti. Sorridi e basta.”
“Ok mà. Mary mi accompagni tu?”
“Si, ma fai in fretta alle nove ho l’aereo.”

Annuisco, di fretta corro in camera, indossando un pantalone fango e una canotta nera con sopra una camicia, gli stivaletti neri e sono pronta. Con lo zaino in spalla, io e mia sorella ci dirigiamo verso scuola.
“Miry ha ragione la mamma, non fare casini. Non pensarli. Altrimenti ti troverai rovinata tu.”
“Ok. Sono arrivata. Buon viaggio, mi mancherai”

L’abbraccio e scendo dall’auto dirigendomi verso la Scuola, nel cammino incrocio il madrelingue di Inglese, Miki.
“Good morining Miriam”
“Good morining Miki”
“How are you?”
“I’m fine, thank’s. How about you?”
“Good. See you later”
“Ok. Bye”

Saluto il madrelingua e mi dirigo in classe, perfetto la professoressa non c’e. Prendo posto e la mia compagna di banco mi saluta
“Ciao Miriam, come stai?”
“Ciao Tonia, tutto bene, tu?”
“Bene, sai ieri ho fatto la seconda lezione di Judo.”
“Fantastico.”

Un collaboratore scolastico entra in classe comunicando che la professoressa non c’e e che saremo rimasti tre ore da soli, tutti esultano, esce chiudendo la porta. Subito si formano i gruppetti, visto che io non voglio niente a che vedere con loro resto nel mio banchetto munita di cuffie e un squadernino dove scrivo i miei pensieri. Vengo distratta da Antonio, un mio compagno di classe.
“Ciao bellissima.”
“Ciao”
“Perché sei sola?”
“Fatti miei.”
“Ok. Te lo hanno mai detto che sei carina? Anzi stupenda.”
“Antonio non sono in vena di scherzi, vattene”
“Quanto siamo acidi, voglio solo scambiare due parole con te”
“Questo servirà a farti andare via?”
“Si.”
“Ok, dimmi di cosa vorresti parlare”
“Della tua bellezza? Del tuo sorriso?”
“Ripeto non sono in vena di scherzi. Sii serio”
“Ma io lo sono. Ti andrebbe dopo che siamo usciti dalla chiesa di fare una passeggiata noi due?”
“Questo servirà a non rompermi più?”
“Si.”
“Ok, accetto. Ma non fari strane idee”
“Grande.”

Ritorna dai suoi amici, le tre ore passano , il Vicepreside ci annuncia che è il momento di andare in chiesa, prendo le mie cose e mi dirigo fuori la porta, arriva Antonio che mi prende per mano, faccio finta di niente. Restiamo in chiesa per un’ora, una volta usciti Antonio mi porta alla Villa del paese. Ci sediamo su una panchina
“Sai, è da un po’ di tempo a questa parte che provo qualcosa per te. Non so cosa mi abbia colpito ma sei entrata nel mio cuore come un razzo.”
Senza lasciarmi il tempo di ragionare sulle sue parole mi bacia, il mio cervello mi dice di allontanarmi ma le mie labbra non vogliono, mi alza facendomi mettere a cavalcioni su di lui. Una volta finito il bacio mi guarda negli occhi sorridendo
“Scherzetto. Buon Pesce d’Aprile. Ragazze potete uscire.”
Da dietro ad un cespuglio escono le altre ragazze di classe, mi alzo incazzata, quindi era tutto uno scherzo? Stupida Miriam, stupida.
Senza dire niente mi allontano trattenendo le lacrime, esco dalla Villa, passo davanti al Piazzale Europa, mi siedo su una panchina e lascio che le lacrime scendano.

“Miriam?!”
Alzo lo sguardo e vedo Jane di fronte a me
“Miriam, perché piangi?”
“Fatti miei”
“Dai, voglio aiutarti”
“Antonio mi ha preso in giro e mi ha strappato il primo bacio, contenta?”
“Che coglione, ora mi sente”

Mi prende per mano e ci dirigiamo verso la Villa, come un fulmine arriviamo davanti a tutti loro
“Brutto pezzo di merda come hai osato prendere in giro Miriam? Te l’hanno mai imparata l’educazione? E tu Francesca che te ridi. Ti rendi conto che somigli ad un travestito? Inutile che metti il fard per nascondere i brufoli, nessuno verrà a mai a letto con te. Nemmeno un cieco.”
Dopo essersi sfogata ritorna da me, mi prende di nuovo per mano, usciamo dalla Villa dirigendoci non so dove. A metà strada mi accorgo chele nostre mani sono ancora incrociate tra loro, arrossisco. Poco dopo ci fermiamo davanti una casetta.
“Questa e casa mia. Devi riposare, hai due occhi a palla e rossi.”
Annuisco imbarazzata. Apre la porta di casa e mi fa entrare, colta da un giramento di testa cado sul pavimento, Jane si affretta a prendermi in imbraccio stendendomi sul divano.
“Sei stanca, dormi.”
“Non voglio recarti disturbo”
“Non lo fai. Dormi, nel frattempo preparo qualcosa.”

Annuisco e mi addormento sorridendo.
JANE
Lascio Miriam dormire sul divano, mi chiudo in cucinare preparo della carne con l’insalata, dovrebbe piacergli. Ritorno in salotto e mi siedo a terra accanto al divano guardando Miry dormire, ha un’aria così dolce e tenera. Mi alzo e mi stendo accanto a lei abbracciandola, come risposta si stringe a me appoggiando la sua testa sul mio seno, gli accarezzo i capelli dolcemente che vada a farsi fottere la carne, nessuno mi sposterà da qui.
“Mhh..Jane che ore sono?”
“Le due e mezza. Come ti senti?”
“Meglio, grazie. Ma cosa ci faccio abbracciata a te?”
“Ti ho fatto le coccole, spero che non ti abbia infastidito”
“No. Mamma mia che fame.”
“Vieni, ho preparato la carne con l’insalata”
“Grazie di esserti presa cura di me non so come ricambiare.”
“In nessun modo, è stato un piacere. Ora mangia”

Si siede imbarazzata, quanto è tenera, quanto vorrei baciare quelle labbra, quanto vorrei stringerla a me, è da troppo tempo che tengo segreti i miei sentimenti, l’amo dall’estate 2014, quando andammo insieme ai corsi di recupero,mi ha colpito subito,quel suo modo di difendersi stando da sola, le sue risposte imbranate causate dalle altre ragazze, amo tutto di lei, mi fa rabbia che quel bastardo abbia rubato una cosa che volevo rubare io, il suo primo bacio.
“Jane tutto bene?”
“Si, stavo pensando. E’ buona la carne?”
“Si sei una brava cuoca.”
“Grazie. Allora raccontami qualcosa di divertente che ti sia mai capitata”

Inizia a raccontare di un episodio successo al mare ma non l’ascolto, mi soffermo a guardare le sue labbra e le sue mani che gesticolano mentre parla.
“Jane mi stai ascoltando?”
“No, mi ero incantata a guardarti.”

Arrossisce, ti prego non farlo, sei così tenera che ti mangerei tutta.
“Forse è meglio che vada, mamma si starà preoccupando.”
Si alza, racchetta le sue cose e si dirige verso la porta, ma prima che potesse uscire la blocco e la spingo a me baciandola, si stacca dopo nemmeno tre secondi
“Jane non so che idea ti sei fatta ma non permetterti mai più di fare una cosa del genere.”
Apre la porta e scappa, cazzo sono stata troppo affrettata, mannaggia a me.
MIRIAM
Ma cosa cazzo succede oggi, prima Antonio poi Jane. I sogni si stanno avverando, devo preoccuparmi? Cazzo,cazzo,cazzo.
Arrivo a casa, estraggo le chiavi ed entro, chiudo la porta appoggiandomi ad essa, sospiro e butto zaino, scarpe e giubbino sotto l’appendi abiti. Mi butto sul divano stanca. Cosa succede oggi a tutti? Perché Jane mi ha baciata? Perché volevo che il bacio si approfondisce? Che sia lesbica? Impossibile non ho mai avuto dei segnali che mi dicessero che sono lesbica, allora cos’e quella cosa che mi stava scoppiando nella pancia non appena le labbra di Jane si sono attaccate alle mie? Tante domande, nessuna risposta. Domani che faccio?


Capitolo uno. Mi aspetto tante recensioni. Baci
 

 

   
 
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