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Autore: piumetta8    01/04/2015    3 recensioni
I papà sono spesso stati bistrattati nella serie. Ho provato a dare un po' più di spessore ad uno di loro...
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nora, Vale
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Per una buona decina di minuti l'unico suono percepibile era stato il ticchettio implacabile dell'orologio a pendolo addossato alla parete, vicino alla grande cornice del matrimonio e alle foto di Valentino bambino.

Quel rumore secco, rapido e leggero, era stato rotto da Nora che aveva poggiato sul tavolino un vassoio con delle grosse fette di torta, che le sue mani tremanti avevano affettato imprecise e sbriciolanti, e una caraffa di succo di frutta fresco. Quasi che, tra qualche minuto, avrebbero avuto tutti bisogno di quella dolcezza extra e decisamente fuori luogo.

Aveva nascosto il velo che le offuscava gli occhi e, accomodandosi la gonna, si era seduta vicino al marito sul divano del soggiorno. Vale sedeva sulla poltrona, di fronte ai genitori, cercando di decifrare le loro espressioni imperscrutabili.

Assurdamente gli era venuto in mente un quadro di Dalì: quello con gli orologi molli e fluidi. Con le regole del tempo scandito messe in crisi.

Marco aveva l'aria sofferente quando, finalmente, si era deciso a rompere la stasi. Lui e Nora avevano convenuto che quella era la scelta più giusta: Marco era il più equilibrato, quello che avrebbe saputo mantenere la calma e fornire anche le spiegazioni più spigolose, quello che avrebbe saputo dare la giusta tranquillità a Vale.

Nora, che era sempre rimasta affianco del figlio, che lo aveva accompagnato ad ogni seduta di chemio, sapeva di essere troppo fragile, troppo sconvolta, per riuscire a parare e ad assorbire anche il dolore del ragazzo.


"Dovrai fare l'operazione, Vale!"

La voce di Marco era rimbombata tra le pareti spesse e cupe, nelle orecchie di Vale come un eco assordante.

Lui aveva guardato i genitori, stordito, e per qualche secondo si era persino scordato di respirare. Doveva essere diventato cianotico perché sua madre, super preoccupata, gli si era accoccolata accanto e aveva preso a chiamarlo in maniera concitata, battendogli dei leggeri schiaffetti sulle guance.

Ignorando il dolore sordo che gli causava la tumefazione alla gamba, Vale si era tirato su urtando contro il tavolino. Aveva capito di non poter restare un secondo in più in quello spazio angusto e soffocante, di dover fuggire.

"Devo andare in bagno!"


Aveva aperto tutti i rubinetti: quelli del lavandino, del bidet e della doccia e il getto dell'acqua si era confuso e aveva attutito i suoi singhiozzi sempre più decisi e forti, che gli spezzavano il fiato.

Stremato, era scivolato vicino al water e si era lasciato vincere da conati asciutti. Marco l'aveva trovato riverso sulla tazza, con le mani fredde disperatamente aggrappate alla tavoletta.

Senza esitazioni si era accucciato affianco al ragazzo, lo aveva sostenuto saldo per le spalle, gli aveva passato un asciugamano umido sulla fronte imperlata di sudore freddo. Aveva aspettato che il malessere si facesse più leggero ma le lacrime avevano continuato, impietose ed inarrestabili, ad inumidire le gote di Vale.

Toccava a suo padre dire la cosa giusta. Convincerlo a lottare ancora.

"Andrà tutto bene, bambino mio. Papà te lo promette."

   
 
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