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Autore: kikka_67    01/04/2015    0 recensioni
Andrea è una scienziata a cui viene affidato un incarico molto particolare, dovrà lavorare a stretto contatto con il Dottor Hown e nel contempo scoprire, essendo anche psicologa, se il suo collega è pronto per succedere nella direzione del Centro ricerche, suo zio. Sir George Hown è un assertore convinto che la disciplina formi ottimamente il carattere di uno scienziato dal cui lavoro dipendono la guarigione di migliaia di malati, ma non ha mai considerato un’importante realtà che suo nipote è prima di tutto un uomo.
La titubanza che divide i membri del consiglio che sovraintende il centro, riguardo alla nomina di Stephen, dipende da un motivo molto semplice, quasi ridicolo, Stephen è una delle menti più brillanti della Genetica, ma la dedizione rivolta verso lo studio e la ricerca, che gli ha permesso di completare la sua eccellente formazione accademica, lo ha privato delle basilari esperienze umane che formano l’essenza di ogni uomo, si mormora che Stephen si esprima come un’enciclopedia ambulante, che sia un misantropo convinto e che non sia stato in grado di rifarsi una vita privata, dopo che la moglie lo ha abbandonato, insomma non lo reputano un uomo “completo”.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Non solo non era riuscito ad eseguire  il test, ma  una forte emicrania, causata dallo stress,  lo aveva tormentato tutta la notte, per cui non era riuscito a chiudere occhio  neanche per un minuto, appollaiato  sulla poltrona scomoda davanti alla sua scrivania, mentre io sonnecchiavo comodamente stravacata sulla sua.  Ovviamente da buona samaritana non avevo affondato il coltello nella piaga sanguinolenta   del suo orgoglio maschile in agonia,  deridendolo,  ma gli avevo dato il colpo di grazia fissando per la sera successiva la cena per cui lo avevo sfidato.  Sono veramente  indecisa come vestirmi per uscire  con  “mutanda rigida”  questa sera.   Non so  se è  più  opportuno proseguire  con l’apparenza  linda e rassicurante  da nerd repressa o di sfoggiare la mia mise più appariscente per sbalordirlo, avevo bisogno di  un consulenza. 

- Ciao tesoro, come stai? – trilla entusiasta mia madre.
- Ciao mamma, tutto bene, grazie…ehm ho bisogno di un consiglio sull’abbigliamento più appropriato per uscire con un …. uomo.. – lascio che l’ultima parola  venga assimilato e  con calma allontano leggermente  il cellulare dall’orecchio    per evitare  che la mia cara genitrice mi distrugga  i timpani  con i suoi  urletti  esultanti.
- Un UOMO??!! Un uomo con due braccia e due gambe, un essere umano di chiaro sesso maschile eterosessuale??! – esclama sconvolta.
- Si….mamma. E’ chiaramente un uomo….presumo che sia eterosessuale, devo uscire con Stephen…… - mormoro tra me….pensierosa, purtroppo mia madre ha un udito finissimo.
- Stephen??!! Santo cielo!! Devo vederlo!! Aspetta un attimo!!  Mia cara….devo scoraggiar….. –
- Mamma…… - inutilmente cerco di frenare il fiume di parole che a raffica fuoriescono dal microfono.
- Non  posso permettere a mia figlia….. – continua intanto imperterrita a starnazzare.
- MAMMA!! – urlo irritata, due minuti al telefono con lei e mi sono già pentita di averla chiamata.
- ANDREA! Non urlare con me!! Stavi dicendo? – riprende più tranquilla.

Mia madre è una biologa, attualmente dirige un centro ricerche alle isole Fiji o in qualche zona  limitrofe, dopo la morte di mio padre, si è risposata tre volte e ha divorziato tre volte, ama la vita e gli uomini.  Forse  a   causa delle sue origini francesi ha una teoria tutta particolare  sui rapporti  tra uomo e donna. E’ una donna affascinante e raramente  il malcapitato che ha suscitato il suo interesse non si prostra ai suoi piedi perdutamente innamorato .   Naturalmente io ho ereditato da lei solo le fattezze somatiche, ma  con suo sommo dispiacere, condivido lo stesso carattere coriaceo di mio padre, quindi sono poco propensa ad atteggiamenti da damina svenevole.  Forse per questo motivo o a causa dell’elevato standard con cui esamino ogni  uomo che mi si presenta davanti,   oltre a  qualche flirt non sono riuscita ad instaurare un rapporto soddisfacente e duraturo con un uomo…. decente, dopo mio marito.  Non è colpa mia! Non ne ho mai trovato uno!  Comunque questo non è importante, sono molto più interessata a  far emergere dal  “guscio” di granito l’uomo …. Interessante e affascinante che si cela, con abilità,  nel profondo abisso dell’animo del professor Hown!
Dopo averle spiegato  nel dettaglio il compito affidatomi e le mie impressioni sulla “cavia” aspetto paziente il consiglio per cui l’ho chiamata. – Ma chère dovrai usare  l’arte subdola della geisha! Tentare senza ostentare.. – sussurra ilare.
- Ehm…. tradotto per i comuni mortali? – chiedo allibita.
- Oh mon Dieu! Dovrai presentarti morbida come una gatta… ma  distante e altera come la Monna Lisa! –
- Maman,  oltre al fatto che la monna Lisa  notoriamente possiede  lo sguardo più dolce  nella storia dell’arte,  io non sarei in grado non dico di eguagliare ma neanche di avvicinarmi  ad un simile atteggiamento  etereo,   vorrei che tu mi dessi dei ragguagli sui capi di abbigliamento da adottare in quest’occasione! Merci! – sbraito esasperata.
- Bien! Tubino con spacco sul davanti, tacco 12 e naturellement un push-up, tessuti morbidi al tatto  e  accessori che catturano lo sguardo! Ce l’hai una gonna nel tuo armadio…vero??!!  Fammi sapere come è andata e mandami una foto del fortunato mortale! Au revoir!  – conclude decisa interrompendo la comunicazione. Odio quando fa così!!


Osservando il mio riflesso nello specchio devo riconoscere che questa volta  mia madre mi ha fornito di un consiglio   sensato,  sembro una “morbida” sirena.    Ma forse non è questa l’impressione che offro agli occhi attenti del mio ex marito,  quando ci incontriamo all’ingresso del Centro, lo vedo affinare rigidamente lo sguardo, come se presentandomi vestita da donna gli stessi facendo un qualche dispetto.

- Buonasera dottor Hown, pronto per uscire? – chiedo sorridendogli tranquilla.
- Secondo lei perché mi troverei qui e proprio a quest’ora….se non fossi pronto? – risponde irritato. Come inizio non promette bene!

Inaspettatamente sia il locale che le  pietanze servite superano le  aspettative di entrambi e dopo qualche titubanza anche la conversazione si mantiene  ad un livello sufficientemente interessante. Avevo rinunciato a priori a toccare argomenti personali come la famiglia e le amicizie, immaginando che non avrebbe apprezzato di dover disquisire  su argomenti così privati con me, dopotutto sono la donna che lo ha abbandonato.
Avevo notavo che Stephen  non era interessato a guardare gli altri commensali seduti ai tavoli intorno a noi, non era interessato a ciò che lo circondava, ma solo ad esaurire velocemente quest’impegno impostogli per poter ritornare alle sue occupazioni abituali. Tentai di scuoterlo dalla sua apatia invitandolo a ballare. Ma vedendo  l’ espressione sorprendentemente sbigottita del suo viso  mentre mi fissava  senza rispondere,  non riuscì a trattenermi e scoppiai a ridere allegramente.

- Vuoi  spiegarmi  cosa esattamente trovi  tanto ricreativo? – chiede con acredine.
- Tu !! Tu sei estremamente …ehm….. ricreativo! - lo derido dolcemente.
- Mi sembra di capire che la mia compagnia non t’aggrada, propongo quindi di ritorn… - s’interrompe stizzito mentre mi vede  accettare  la mano di un ragazzo che m’ invitava a seguirlo sulla pista.
- Scusa…torno subito. – mormoro ignorando i suoi borbottii.


Sono tentato di abbandonarla in questo locale  e di ritornamene al Centro da solo, ma sono cosciente che la dottoressa Stolen non troverebbe un  taxi disponibile a quest’ora, anche se sono sicuro che un passaggio per ritornare lo troverebbe di certo. La fastidiosa sensazione di disagio che mi ha tormentato tutta la sera, mentre la guardo ballare stretta tra le braccia di uno sconosciuto si acutizza. Ammetto con  riluttanza  che Andrea oltre ad essere una scienziata capace…. È diventata   una bella donna,  i lunghi capelli che porta sciolti sulle spalle sembrano rilucere  sotto i fari  che illuminano la pista  e ogni volta che si muove la stoffa morbida  della sua camicia aderisce  prepotentemente al  seno. La cosa che mi  infastidisce  di più di tutto in questa serata è rendermi conto che la mia ex moglie  mi attrae ancora, forse più di prima.   Ritrovarla dopo tutti questi anni di separazione, mi ha reso  molto più sensibile alla sua vicinanza, incredibilmente riesce a   sedurmi  inconsciamente.  
Avevo utilizzato parecchio del mio tempo  ad osservarla. Un terribile senso di inadeguatezza mi  coglie,  di nuovo,   come mi tormentava in gioventù, mentre i miei compagni di corso erano impegnati in bagordi notturni e diurni,  io  restavo nella mia stanza o in biblioteca a studiare seguendo le disposizioni di mio zio,  mi aggrappavo allo studio cercando di colmare il vuoto abissale causato dalla perdita dei miei  genitori. Una grande timidezza e goffaggine avevano limitato di parecchio i miei tentativi di avvicinarmi alle esponenti del sesso femminile.  Con il tempo, in palestra,  ero riuscito a liberarmi dei suoi modi sgraziati ma dopo alcune delusioni,  la timidezza si era  trasformata  in austerità  e da allora un atteggiamento inflessibile e riservato caratterizzava le mie interazioni con il prossimo.   Non avevo  la più pallida idea di come fare per piacere alle persone che mi  circondavano e non ero sicuro di voler piacere a nessuno. Finché non era entrata nella mia vita lei, Andrea, che  con la sua allegria e il suo amore, mi avevano fatto credere di essere un uomo migliore di quello che ero, invece l’avevo fatta soffrire. Quando ricevetti i documenti per la separazione, li firmai senza leggerli, tutto ciò che mi chiedeva glielo dovevo, per non essere stato in grado di amarla come meritava.

- Dottor  Hown,  sveglia….se vuoi  possiamo andare. –


Quelle parole penetrano con qualche secondo di ritardo il mio scudo invisibile di elucubrazioni. – Come? …Ah..si certo. Andiamo.  –

Mentre guido,   rimugino  in silenzio senza prestare attenzione alla mia compagna di viaggio. Avevo sbagliato ad accondiscendere a quest’uscita, ritengo   essenziale mantenere una rigida disciplina in laboratorio e un’occasione del genere poteva minare la mia autorità.  Domani  avrei  disposto il trasferimento  di Andrea  in un’altra sezione  di ricerca, forse la sua assenza avrebbe riportato l’equilibrio nel mio team e tra i miei pensieri.

- Posso chiedere quali problematiche le  impegnano la mente,  anche fuori dall’orario di lavoro…. Dottor Hown? –
- Nulla di grave, spero che la serata sia stata di tuo gradimento. – chiedo con riluttanza,  sapendo di  aspettare la sua risposta con una sottile ansia.
- Si grazie, non posso dire di essere riuscita nell’intento che mi ero prefissata, comunque si è rivelata una serata interessante. – commenta fissando la strada davanti a sé.
- E cosa ti era prefissata ? – chiedo incapace di frenarmi.
- Di farti sorridere,  per dimostrare a me stessa che il dubbio che tu sia un androide, sia infondato. – risponde sinceramente.
- E sarebbe stato un risultato molto eclatante di per sé? –
- Hai usato l’espressione giusta, eclatante, sorprendente, sarebbe totalmente inaspettato. Ma forse ho adottato la tecnica errata, dovrò studiare qualche altro stratagemma. – mormora pensierosa.


Decido di non replicare  fingendomi occupato a parcheggiare l’auto,   ma è solo dopo aver premuto il comando della chiusura automatica,  che  colgo  una serie allarmante di improperi molto “folcloristici” e  volgari,    che sono costretto di nuovo a  dedicare la mia più completa attenzione a Andrea.  La stoffa della sua gonna  era  rimasta  incastrata nella porta dell’auto  e non riuscendo ad aprirla aveva tentato di liberarla tirandola,  purtroppo cosi facendo aveva perso l’equilibrio  ed era caduta rovinosamente sull’asfalto finendo di lacerare il tessuto.  Non solo la mia “cara” collega si era trasformata in una scaricatrice di porto tra le più agguerrite, ma il colorito paonazzo che le colorava il viso mentre scalciava contro la mia macchina con così  tanta veemenza da spezzarsi  un tacco, prese una sfumatura bluastra talmente divertente che le scoppiai a ridere in faccia. Non riuscivo a fermarmi e più mi osservava indispettita, più ridevo. Per la prima volta  mi rendevo conto che l’apparente contegno  curato e posato che la mia collega esibiva ogni giorno,  non era altro che una riprova che non ero il solo a portare una maschera.  Con un attimo di ritardo,  mi accorsi che Andrea mi aveva lasciato da solo a sghignazzare e che si dirigeva  con passo marziale all’entrata secondaria del Centro.

-  Andrea! Aspetta….  non volevo riderti in faccia, ti sei fatta male? – gridai raggiungendola.
- Ah…. adesso ti ricordi il mio nome? Potevo spezzarmi una gamba e tu lì a ridere come un somaro! – risponde irritatissima, tenendo con una mano i lembi della stoffa per coprirsi le gambe nude.
- Non dire così… altrimenti non riesco a fermare il flusso… -
- Il flusso della demenza??!! – esplode furiosa.
-  Abbi pietà!!  ….. – rispondo  con le lacrime agli occhi, cercando di trattenere i sogghigni.
-  Adesso che ci penso ho raggiunto il risultato prefisso!  Sono riuscita a farti sorridere….anzi a farti sbellicare caro dottor mutanda rigida… -
- Mutanda rigida…?  - chiedo esterrefatto.
- E-ecco….. …. – pigola a disagio.


Pietrificata dalla vergogna dopo essersi   resa  conto di quello che aveva appena detto ,  mi guarda  con un’espressione sinceramente dispiaciuta.  Giuro che mi piacerebbe davvero riuscire ad  essere  così  forte da  resistere  all’ilarità  ma….  non ce la faccio a reprimere l’istinto  e   ricomincio a ridere sguaiatamente e dopo un attimo si unisce anche Andrea.

 

§§

 


 Stephen sembra  essersi rilassato un pochino  nei miei confronti  e  con un’incoraggiante  facilità  ha preso l’abitudine di   correre accanto  a me la mattina  e sempre più spesso  si uniscono  a noi anche  altri  colleghi,  sollevati  dall’evidente cambiamento di “umore” del loro capo.  Poco per volta sta riscoperto il piacere di uscire anche solo per una birra, per una passeggiata, di andare al cinema in compagnia. Sembra esser vissuto in una specie di reclusione  volontaria,   un istinto che  si è soliti ritrovare negli eremiti associali che scelgono di isolarsi dal resto del mondo essendo  incapaci di affrontarlo dopo aver subito un grave trauma.
Questa sera andiamo in palestra  e  spero di riuscire a cogliere l’occasione propizia  per porgli di fronte……una donna. Sono  intenzionata ad incoraggiarlo  ad intessere una qualsiasi relazione con  un’intraprendente donnina che abbia la forza di  reggere   la latente supponenza e alterigia con cui interagisce con gli estranei e che prediliga   invece ammirare i suoi occhioni azzurri. 

 

- Complimenti  dottore lei è veramente  uno schianto con i jeans!! – esclamo sinceramente  stupita,  quando lo raggiungo nel parcheggio.
- Cosa….? Ehm…. grazie? – mormora imbarazzatissimo mentre un vago rossore gli colora le guance.

Non l’avevo ancora  visto vestito  casual e devo riconoscere che  la combinazione  jeans ,   t-shirt  e giubbotto in pelle lo trasforma  in un uomo estremamente attraente e sexy.  Sarà più facile del previsto “guidare” tra le sue braccia una donna consenziente.   

-  Sai , ho sempre pensato che se ti facessi crescere  una leggera barbetta incolta e cambiassi il taglio dei capelli, ti correrebbe dietro a frotte! – decreto  continuando  ad ignorare la sua espressione  basita.
-  Chi? – chiede falsamente noncurante.
- Come chi? Donne….. esponenti del sesso femminile …. Hai presente? –
- Forse non l’avrai  notato ma nei dintorni, la concentrazione di….ehm….. esponenti del sesso femminile…  è pressoché inesistente. Nel Centro, escludendo  te, operano  una decina di donne la cui  media di anzianità di servizio è trentennale!     Non è molto incoraggiante come prospettiva! – replica mordace.
- Ma…. quando sei uscito con una donna l’ultima volta? – chiedo stupita.
- Quattro giorni fa… - risponde prontamente.
- Escludendo me!! Avanti….. avrai casualmente incontrato qualcuna mentre corri la mattina, ad un congresso, al supermercato!!?? –
- Perché sei così interessata alle mie relazioni sociali? – chiede irritato.
- Non sono interessata….. era solo stupita. –
- Tu quando sei uscita l’ultima volta con un uomo? –
- Forse sono passati un paio di mesi…dal  mio  ultimo appuntamento con un uomo.  -  rispondo un po’ reticente, non è una buona  terapia per curare un paziente prendere in esame la propria  vita personale specialmente se questa è  poco emozionante.
- Io non faccio testo? – mormora seccamente.
- Tu non sei un uomo, cioè sei un uomo, ma praticamente  ti ho costretto ad accompagnarmi. Io parlavo di un “vero”  appuntamento con uomo…...-
-  Intendi un appuntamento  i cui trascinamenti  si concludono  su di un letto? Solo per assecondare un’esigenza fisiologica? – ipotizza sardonico.
- Visto che non cogli il nocciolo della questione……. lasciamo perdere … eh?   - replico flemmatica ignorando le sue parole.
- Si,  forse è meglio che tu non   continui con i tuoi sproloqui.  Che cosa ti ha impedito di  approfondire… ehm… delle nuove conoscenze? – chiede falsamente noncurante.
- Nulla in particolare,  sono solo….  molto difficile. Non voglio accontentarmi di una persona che non corrisponde  in pieno  a tutte le mie esigenze, non sarei corretta ad iniziare una relazione che so destinata a naufragare.  Bada bene che non disdegno l’amicizia o un flirt  con un uomo piacevole,  se riesce a comprendere che non sono interessata ad un legame  duraturo. –
- Stai dicendo sul serio? Sei molto cambiata!  Saresti l’incarnazione del  sogno segreto di ogni uomo!  Una donna  che non è interessata ad una relazione soffocante e esclusiva! -  esclama ilare.
- Ehi! Per chi mi hai preso!?  Nella mia vita non escludo a priori  il matrimonio e la maternità!  Ma nel frattempo ritengo giusto, essendo single,  godermi la vita e questo non vuol dire essenzialmente  saltare da un  letto all’altro…chiaro?! La vita è troppo breve per sprecare il tempo dietro a un uomo  “inconcludente” !! – Colpito e affondato!!
- Inconcludente?  Interessante termine…. Forse dovremmo anche disquisire con attenzione  sui motivi per cui  un uomo è costretto a dileguarsi  di fronte a situazioni ….ehm...” castranti”? – sussurra soavemente mordace.
- Immagino che nessuna ultimamente,  ti abbia  detto che non sei spiritoso!!  –

Sono una bugiarda meschina inqualificabile, non solo non ho potuto fare a meno di dare a Stephen l’impressione che  considerassi il periodo del  nostro rapporto   come se non fosse mai esistito,  ma volontariamente  avevo mentito circa il metro cinico secondo il quale valuto  una relazione  con un  uomo. La verità è  che ho sempre paragonato  ogni singolo uomo che ho frequentato  con il mio ex marito  e nessuno ha  mai superato il confronto.


§§

 


La palestra  è gremita  di donne atletiche e interessanti,  noto soddisfatta, mentre  attraversiamo il locale per raggiungere gli  spogliatoi  per cambiarci. Stephen si lascia tentare dai pesi ed io dal tapis roulant. Dalla posizione in cui mi trovo riesco a scorgere gli sguardi incuriositi  che il dottor Hown suscita in  alcune biondone fornite di bicipiti in ottima forma.   Nel giro di un’ora ho  già esaurito sia il fiato che le forze e decido di trascinarmi  e buttarmi  su di una panca per gli addominali…. Si…. Prima mi riposo… poi forse mi diletto anche con questa nuova tortura!
Il mio  collega sembra invece ancora fresco come una rosa e continua ad esercitarsi  senza dar segno di stanchezza.  Mi avvicino con noncuranza ad un gruppo di ragazze che occupano le gambe  sui pedali della cyclette ma con gli occhi   osservano interessate  la muscolatura tonica  di Stephen tendersi e rilassarsi durante il sollevamento. 

- Qualcuna di voi  lo conosce? Da dove arriva  questa meraviglia? – stava dicendo la più ciarliera.
- Non lo so…. ma non uscirà da questo posto,  prima che abbia avuto il suo numero. – si ripromise la seconda.
- Hai fatto caso alle  sue  chiappe  quando è entrato?  Meravigliosamente sode! – ridacchiava la terza.

Mi giro stupita verso Stephen, non credevo riscuotesse tutto questo successo,  decisamente è arrivato il momento di dargli una mano a fare amicizia con persone “ben disposte”.  Con calma lo raggiungo  e gli propongo un break al  punto ristoro.

- Ciao come stai? E’ da tanto che non ti vedo!! – esclamo ilare lasciando del tutto stupefatta una  delle tre “scimmiette”.
- Prego? Forse ha sbagliato persona… - risponde guardando prevalentemente il mio compagno.
- Oh.. mi spiace! Ti ho scambiata per una mia conoscente, non volevo disturbare… - mi scuso falsamente afflitta.
-  Non è nulla…. Ma possiamo rimediare subito! Io sono Linda e queste sono le mie amiche,  Molly  e  Rachel e voi… siete… - chiede sfrontata continuando a fissare Stephen che si dondola a disagio sui piedi, imbarazzato, forse di più dall’inequivocabile  apprezzamento che esprime il suo sguardo che dalla sua sfacciataggine.
- Io sono Andrea e il mio  amico è Stephen. Vi andrebbe di unirvi a noi per una …bevanda analcolica? – chiedo  sorridendo.
- Ciao Stephen! Ma certo grazie. Accettiamo volentieri! – esultano le tre oche.

Se il suo  sguardo  potesse uccidere sarei già  morta  stecchita, ma visto che ci sono troppi testimoni oculari, si arrende e  di buon grado si unisce alla compagnia. Dopo una decina di minuti  Linda aveva quasi raccontato tutta la sua vita e Rachel  con nonchalance aveva tolto  la giacca della tuta, mettendo in mostra un seno perfetto,  probabilmente rifatto, ma perfetto….. non è invidia giuro! E’ solo che è talmente immobile e turgido che potrebbe usarlo  come arma impropria!! Molly invece è  deliziosa, silenziosamente ammirava affascinata Stephen  e con un semplice stratagemma,  ci aveva invitati  la sera dopo in un pub per festeggiare il suo compleanno,  riesce  ad  estorcere  il numero del cellulare  dell’indifeso   dottor  Hown.  Ecco un esempio pratico di  ferrea determinazione femminile  da cui viene il detto il fine giustifica i mezzi!  Chi si ferma è perduto e via discorrendo…..

§§


Avevo fatto appena in tempo a chiudere la porta della macchina che Stephen mi aveva aggredita irritatissimo. Non solo non aveva nessuna intenzione di aderire all’invito  ma spergiurava che non mi  avrebbe mai più permesso  di manipolarlo per  comprovare la veridicità delle mie illazioni sconclusionate, secondo cui ritenevo che gli  necessitasse di una vita sociale dissimile  dall’attuale. Insomma …era proprio… incazzato! Ma notavo, mentre mi strillava addosso,  che la rabbia,     lo aveva ridestato  dalla sua apatia,  il suo atteggiamento freddo e controllato era solo il risultato di  una ponderata e collaudatissima  maschera dietro cui celava una travolgente energia psicosomatica….  molto affascinante… da analizzare ovvio! Forse l’assenza di reazione da parte mia ai suoi  sproloqui furiosi,   ridimensiona  il livello della sua irritazione e dopo aver parcheggiato  l’auto davanti al Centro si gira verso di me,  esausto e forse un po’ mortificato.  

- Ti chiedo scusa, raramente mi lascio prendere la mano dall’ira. – mormora piano.
- Non ti scusare avevi tutte le ragioni di essere in collera, non dovevo intromettermi.  Se decidi di isolarti dal resto del mondo è solo affar tuo,   è una tua  scelta e come tale dev’essere rispettata. Sono veramente dispiaciuta… - mormoro un po’ malinconica.
- A cosa stai pensando Andrea? – chiede perplesso.
- Non capisco perché lo fai… perché non ti lasci avvicinare? Non vuoi degli amici, una vita  tua? La rabbia e le delusioni e anche il dolore fanno parte della nostra realtà, ma  tu rifuggi qualsiasi contatto ed  emozione…  -
- Presumo che tu sia stata convocata  al Centro,   grazie alle tue indubbie capacità  che fanno di te una genetista  altamente qualificata,  ma  ti prego d’ora in avanti di attenerti alle mansioni per le quali sei stata   assunta.  Non ti intromettere più nella mia  vita. Quattro anni fa hai firmato un foglio in cui rinunciavi a qualsiasi  rapporto con me…cerca di ricordartelo.   – sbotta  seriamente infastidito,  dopo un momento di riflessione.
- Non mi hai lasciato altra scelta, non potevi darmi quello di cui avevo bisogno. – rispondo risoluta, maledicendo il giorno che avevo deciso di accettare la
proposta di Sir Hown.

 
  
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