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Autore: Eriok    01/04/2015    2 recensioni
Non so quando inizió...
… sapevo soltanto che era vero amore, sin dal principio.
«Mamma! Guarda!».
È lei, mi chiama... Dovresti vederla, sai? È tutta uguale a te. Bellissima, con i suoi capelli rosso fuoco. Forte, tenace. E quegli occhi, azzurro verdi - la nostra fusione - un po' miei, un po' tuoi. Nostri.
«Brava, Victoria...brava...».
Sì, perché quella volta abbiamo vinto… la nostra vittoria. E lei è il miglior premio che potessi avere con te, Shepard.
Genere: Fantasy, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Liara T'Soni, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

Un anno fa...

 

Alberi verdi e rigogliosi, su un terreno fertile, pieno di fiori e cespugli sparsi qua a là, insieme a qualche panchina in legno e ferro battuto, un cestino vuoto affianco. Il silenzio regnava sovrano, i sussurri non disturbavano più la quiete che ora quell'ambiente provocava in lei. Era in pace con se stessa ora. Aveva fatto tutto il possibile per la galassia intera, e aveva cercato di salvare più gente possibile dai Razziatori. Aveva salvato la donna che amava. Ora, finalmente... il comandante Shepard... può riposare.

 

«IDA, mi ricevi?» la voce del comandante Shepard passa dal ricevitore in modo rauco, ma rimbomba per tutto l’abitacolo. Liara sorride. È ancora viva. Si sentì un boato di felicità passare per tutto l’equipaggio. Se Shepard ce l’aveva fatta, allora significava che la guerra stava per finire. Se Shepard ce l’aveva fatta, significava che la speranza ancora camminava su quella terra.

«Sì, comandante». IDA risponde, ma si sente nella voce metallica un certo tono di sollievo. Joker si asciuga una lacrima dagli occhi.

«Ho bisogno che ti colleghi al Catalizzatore, ora. Riesci a ricevere il contatto dal mio factotum?». La donna, grondante sangue fa qualche gesto con il braccio. Il factotum scintilla, e i comandi sono distorti, ma riesce comunque a collegarsi alla Normandy. La ferita al fianco le manda delle fitte assurde, ma resiste. Il volto tumefatto è concentrato, la missione deve essere portata a termine. Il fanciullo - o il Catalizzatore, chissà cosa era veramente – di fianco a lei la guardava stranito, non capendo la sua foga. Aveva rifiutato le sue opzioni. Ma cosa voleva esattamente quella specie primordiale?

 

«È nelle tue mani il potere per distruggerci tutti. Ma ti avverto, anche gli altri verranno distrutti. Il Crucibolo non farà distinzioni, distruggerà tutti i sintetici. Anche tu sei in parte sintetica.» la figura evanescente alla donna ricordava qualcosa, ma cosa? Non capiva, e la mente le faceva dei brutti scherzi, forse. Stava veramente parlando con... il Catalizzatore? La Cittadella?

«Ci deve essere un’altra soluzione...» sente la sua voce parlare da sola, come seguendo il suo discorso da una parte e dall’altra pensare se quella fosse la realtà o un vago sogno prima della sua morte prematura.

«C’è. Potresti usare l’energia del Crucibolo per controllare i Razziatori. Morirai, potrai controllarci tutti, ma perderai tutto ciò che hai.».

“Liara...”.

In mente tutto ciò che aveva era la donna che amava. E non poteva perderla. Doveva mantenere la promessa che le aveva fatto. Non poteva deluderla un’altra volta.

«C’è un'altra soluzione: Sintesi» il ragazzo parlò, e Shepard non si accorse di aver parlato ancora, senza pensarci. Cosa aveva detto...?

«E sarebbe...?» eccola, la sua bocca si muove, ma la mente non pensa prima di parlare. C’è qualcosa di strano. È come vedersi al di là di uno specchio, come un burattino, e qualcuno che muove i fili.

«Aggiunge la tua energia al Crucibolo. Creerà un misto tra organico e sintetico, creando un nuovo DNA.» l’ombra di un bambino – ecco, sembra un bambino, piccolo e paffuto, con quella voce squillante – è chiara ora di fronte a lei. Ma la mente non aiuta. Sta perdendo molto sangue.

«E cosa succederà?» il burattino parla. Il burattinaio risponde.

«L’energia del Crucibolo modificherà le matrici di tutti gli organici nella galassia. Gli organici vedranno la perfezione attraverso la tecnologia, i sintetici vedranno la perfezione attraverso la comprensione. È la soluzione ideale.».

Silenzio. Shepard ha capito cosa deve fare.

«A te la scelta.».

 

«Collegamento effettuato.».

«Bene, ora riprogramma questa dannata cosa. Voglio che la distruzione delle fonti intelligenti valga solo per quei dannati Razziatori.».

Il bambino mostrò una faccia sorpresa.

No, questo non doveva accadere.

«Non otterrai mai niente agendo così, il Catalizzatore non si può riprogrammare! Scegli una delle opzioni che ti ho dato!».

Gli urlò contro, e per un secondo si sentì un tono di voce diversa da quella usata prima. Shepard sorrise. Aveva capito cosa stavano cercando di fare. Ma lei aveva fatto troppo, per fermarsi adesso. Per farsi indottrinare adesso.

«Che io sia dannata se mi farò influenzare da un Razziatore proprio ora che li sto per distruggere.» Il suo sguardo serio, la rabbia nel tono palpabile. Il verde nei suoi occhi riluceva di determinazione. Lì dove brillava solo la forza di sopravvivenza tipica degli Umani, lì il Catalizzatore ci vedeva solo il caos.

«Riconfigurazione in corso. avanzamento al 20%.» la voce di IDA passa gracchiando dall’auricolare.

«Tu non otterrai che la distruzione di tutto il sistema, i sintetici si prenderanno tutto ciò che è vostro. Rimpiangerete l’ordine, scegliendo il caos. Scegli una delle soluzioni che ho prodotto!» il bambino di fronte a lei sbraitava. I capricci, un Razziatore che fa i capricci.

«Siete così infantili... Siamo noi a decidere come vivere. E non delle macchine. La libertà voi non sapete nemmeno cosa sia. E solo noi possiamo decidere come andrà a finire.» La donna stringe la pistola in mano, la punta contro la figura evanescente, ma sente la presa meno forte. Il suo corpo... non rispondeva ai suoi comandi.

“Dannazione!”.

«Avanzamento al 54%.» la voce di IDA si fa lontana, e poco chiara.

«Il caos è male. È distruzione. Noi siamo l'ordine degli Antichi. La soluzione all'eterno problema dell'evoluzione. La soluzione al problema che siete voi. E questo ciclo continuerà, che tu lo voglia o meno.» l’ombra, prima bianca, iniziò a diventare rossa. Ora la voce era chiaramente dello stesso tono dei Razziatori, lo stesso tono della nave di Saren, la Sovereign.

«Tu non hai ancora capito. Siete limitati perché avete paura. Paura dell’ignoto, di ciò che va oltre le vostre fottute previsioni macchinose. Perché le variabili vi fanno paura, meglio spegnere e ricominciare da capo.».

«Avanzamento al 78%.» Ora la voce di IDA era più chiara, la presa sulla pistola più forte, il grilletto ora, era lì ad aspettare solo una piccola pressione per sparare. Il dolore, poteva sentirlo di nuovo. Stava tornando in sé. E il dolore glielo stava ricordando.

«Noi siamo il frutto dell'evoluzione. Siamo la risposta e la prova di ciò che comporta il vostro "caos": la vita. Non permetterò che un altro ciclo di civiltà venga distrutto solo perché avete paura di vedere come andrà a finire.». Ma Shepard non ha paura, né dei Razziatori, né della morte.

“Liara... scusami...”.

«Avanzamento al 95%.»

«Oggi, io metterò fine a questo ciclo di terrore. La vostra esistenza non ha più ragione d'essere. Guarda. Vedi forse il caos nel nostro schieramento di forze contro di voi? Siamo perfetti, tutti uniti in una macchina perfetta per la sopravvivenza: Asari, Krogan, Turian, Salarian, Geth, Quarian, Volus, Vorcha, Batarian, persino i Rachni. E gli Umani. Tutti, qui, uniti contro di voi. Sintetici e Organici. Per sopravvivere. E vinceremo.» sparò, e la figura svanì in un grido di dolore. Il rumore basso e profondo dei Razziatori – come uscisse dall’inferno più scuro – si propagò nell’aria.

«Riprogrammazione completata. L’opera di distruzione dei processi base sarà indirizzata solo ai codici di identificazione dei razziatori.». La voce di IDA ora era chiara, lampante, e un tono soddisfatto si poteva sentire dall’altra parte del ricevitore.

«Grazie, IDA.» la donna sorrise, e iniziò a camminare verso il reattore pronto per essere distrutto. Puntò la pistola, dirigendosi verso il nucleo del Catalizzatore. La ferita grondava sangue costringendola a piegarsi dal dolore ad ogni passo. Ma era determinata. Negli occhi le immagini di una vita che le passava davanti e i volti e i nomi di compagni persi per questa guerra.

Mordin Solus, Tane Krios, Samara... Kaidan Alenko. Tutti sono morti perché io riuscissi a salvarci tutti.”.

 

Prima di sparare il primo colpo la sua mente e il suo cuore andarono a Liara. E lì perse un battito.

 

«Promettimi che tornerai.» i suoi occhi – oceano in cui perdersi e affogare, senza dolore e con amore – rilucevano di paura, di bisogno di conforto. Era così cambiata da quando l’aveva salvata in quella rovina... era maturata. Con una velocità tale da spaventarla. Sarebbe riuscita a lasciarla andare? Se non fosse tornata indietro da questa – ennesima – missione suicida, l’avrebbe lasciata andare? O avrebbe vissuto per sempre nel lutto?

 

 

“Scusami, tesoro... Questa volta sono stata io, a non mantenere una promessa.”.

 

Vivi, Liara...

 

e poi...tutto divenne buio.

 

... anche per nostra figlia.

 

 

«Shepard.».

Silenzio. Era silenziosa ora, la Cittadella, dopo l’esplosione bianca che aveva distrutto i Razziatori, risparmiando i Geth. L’unico rumore che si poteva sentire era il vento, e l’odore acre del fuoco.

«Shepard, riesci a comprendermi?».

Il corpo di Shepard era sospeso, nel vuoto, trattenuto solo da una mano verde. Un Custode reggeva il suo corpo, anch’egli sospeso sul nulla. Ma la donna non rispondeva, aveva compiuto ciò per cui era partita. I Razziatori sono stati sterminati, ora poteva finalmente riposare. Entrare in quel bellissimo giardino che prima era nero e minacciato dalle fiamme che le faceva perdere il sonno. Era stanca, Shepard. Dopo quasi cinque anni di combattimenti, lei era semplicemente...stanca.

Distrutta.

«Shepard, non puoi mollare tutto adesso. Vivi.» un’idea, ecco cosa parlava nella sua mente. Una voce come se le sorgesse dal di dentro, dal profondo, con un tono e un’intelligenza tutta sua.

Il sangue cola dal suo braccio, tranciato da una lamiera che era volata nell’esplosione del Crucibolo, così come la sua gamba.

Spuntò fuori un altro Custode, riuscendo a salvare entrambi.

Avvolsero il corpo di Shepard con cura, senza parlare, toccandosi con una delle due mani che avevano per rispettivo braccio. Sopraggiunse un terzo, che aveva recuperato gli arti persi della donna, e sparirono nei corridoi della Cittadella, in silenzio.

«Vivi, Shepard. Tu ci hai salvati dal dominio dei Razziatori, e ora tocca a noi. Ti salveremo.».

 

 

«Lei è ancora viva, me lo sento!» Liara guarda il volto di Wrex, che grondava di sangue. Era ferito, ma ora guardava l’Asari con occhi tristi. «Esci fuori e cercala!» sbraitò, indicando con la mano la Cittadella, per metà in fiamme e per metà distrutta. Mancava una punta dei petali della struttura, e due di essi erano spezzati alla base. Praticamente da ricostruire da zero.

«È inagibile, Liara. È pericoloso.» Garrus le afferra un braccio, anch’egli ferito a una gamba, zoppicante.

«E allora ci andrò da sola!» disse, guardandolo male. Era ferita in più punti, e il suo sangue blu scorreva ancora fresco. Le lacrime agli occhi, che pulivano il volto tumefatto. Non poteva essere vero. Glielo aveva promesso...che sarebbe tornata.

«È impossibile che sia sopravvissuta a una esplosione tale, Liara...» IDA parlò, e la figura metallica venne schiantata contro il muro da un colpo biotico. Liara brillava di energia.

«NON È MORTA!» sbraitò, e sentì una presa forte sulle braccia, bloccandole i movimenti.

«Calma il tuo spirito, Liara T’Soni.» Javik la teneva stretta a sé, la sua morsa era forte ma non faceva male.

«Lasciami, devo andare a cercare Shepard!» urlò, divincolandosi. Gli stava facendo male ai polsi.

Anzi, no.

Era il cuore.

«Shepard...» gli occhi si riempirono di lacrime, e perse le forze. E Javik mollò la presa. Non ce n’era più bisogno. Cadde a terra sulle ginocchia. Singhiozzò una volta, e poi corse via dal gruppo, intrufolandosi in un angolo buio e stretto. Così come aveva sempre fatto. Aveva sempre amato i luoghi chiusi e solitari. E li amava ancor di più nei momenti di sconforto.

Si intrufolò in una breccia di una torre-orologio nella base di Londra. Nascondendosi alla luce del giorno che stava sorgendo, piangendo la morte della donna che amava e che – disse, giurandolo alla Dea – avrebbe sempre amato. Gli occhi andarono al sole che sorgeva.

«Shepard...» disse, guardando la Cittadella, lontana e silente. Il sole la stava nascondendo alla sua vista. Si strinse nelle spalle. «...me lo avevi promesso...» e urlò la sua disperazione alla Dea.

 

Con la morte nel cuore giurai amore eterno a te, che mi avevi cambiata.

A te, che ti amo ancora adesso e di più di prima.

Non mi importa di morire, di vivere poco, di non vivere affatto.

Io vivo solo perché c’è ancora una traccia di te che cammina sulla Terra.

Nostra figlia...mi chiede sempre di te.

E io non posso che risponderle che di tutto ciò che eri: comandante, amica, condottiera, eroina e soldato...prima di tutto e prima di tutti, tu, per me, eri la mia anima gemella.

Casa mia.

Il posto sicuro in cui non potrò più tornare...

...Shepard...

...mi manchi così tanto...

 

 

 

   
 
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