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Autore: Letizia25    01/04/2015    4 recensioni
Ashton e Grace. Due viaggiatori del tempo. Chi l’avrebbe mai detto? Loro due no di certo, soprattutto non a diciannove anni, durante uno dei loro appuntamenti.
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«Siamo echi nel tempo, Ashton. Il nostro amore sarà la voce che resterà quando noi non ci saremo più.»
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Echi nel tempo



Il ticchettio delle lancette che corrono sul quadrante gli fa compagnia, sul tetto di quel grattacielo in mezzo a New York, con le nuvole scure che coprono le stelle e che promettono pioggia da un momento all’altro in quella sera di pieno inverno.
Accarezza lentamente la catenina dell’orologio, Ashton, rabbrividendo per il freddo, perso in quella miriade di pensieri che gli affollano la testa da giorni, tutti riguardanti una sola persona. Grace.
La ragazza a cui appartiene l’orologio. La ragazza con cui ha condiviso così tante avventure che ormai ha perso il conto. La ragazza che gli ha preso il cuore senza permesso, senza darglielo più indietro. La ragazza che ama più di se stesso e a cui mai e poi mai potrebbe rinunciare neppure volendo.
Abbassa i suoi grandi occhi verdi sul quel piccolo oggetto in ottone, che come al solito riesce sempre a farlo sorridere, a fargli tornare in mente la figura di lei, minuta, con quei lunghi capelli scuri, marrone ebano, gli occhi grandi color cioccolato, il sorriso sempre sulle labbra e quella voglia di vivere che lo ha catturato subito, fin dalla prima volta che l’aveva vista.

Era nel maggio 2013, in centro a Sydney. L’aveva vista al parco non lontano dal negozio di musica in cui si fermava ogni volta che poteva. E subito aveva pensato che fosse seriamente la ragazza più bella sulla faccia del pianeta, con quegli occhi così intensi e così vivi, e con quella risata così allegra. Le aveva offerto un gelato, e da quella semplice uscita era nato tutto.

Sospira al ricordo, che cerca di tenere sempre acceso, sempre vivo, pur di non perderlo. Perché Grace gli manca, gli manca davvero tanto. Ormai non conta più i giorni che sono passati da quando lei è tornata a casa, perché per loro due parlare di giorni è relativo. Conta le ore, Ashton, ogni singolo minuto passato da quando lei ha deciso di tornare al prima che quella loro avventura iniziasse. 
Un’avventura fatta di viaggi nel tempo, dove ogni minimo punto di riferimento viene spazzato via, perché il tempo è tiranno e non permette a niente e a nessuno di viaggiargli contro corrente, dove non si può parlare più di giorni, mesi o anni. Ci si può solo basare sulle ore trascorse dall’inizio del viaggio per capire quanto tempo sia passato da quando si è lasciata la propria casa.
Ashton e Grace. Due viaggiatori del tempo. Chi l’avrebbe mai detto? Loro due no di certo, soprattutto non a diciannove anni, durante uno dei loro appuntamenti.

Era luglio 2013, o forse agosto, e stavano tranquillamente passeggiando per strada, mano nella mano, non molto lontano dal mare, con il freddo che entrava dentro le ossa e che faceva rabbrividire nella frazione di un secondo e con il cielo grigio che copriva il sole.
Non avevano fatto altro che ridere e divertirsi insieme quel pomeriggio e stavano appunto rincasando, dato che si stava facendo tardi, quando, ad un certo punto, Grace era stata attirata da qualcosa sulla spiaggia, tra gli scogli. Un qualcosa che si era rivelato essere un orologio con una catenella, tutto in ottone. Incuriositi dall’oggetto, lo avevano aperto, per vedervi le iniziali o qualsiasi altra cosa. Però appena le lancette avevano iniziato a girare, una luce tiepida e chiara li aveva avvolti per qualche secondo, prima di dissolversi e farli ritrovare a Londra, sotto il Big Bang, addobbata in ogni angolo con la scritta Olimpiadi 2012
All’inizio non avevano capito cosa fosse successo. In fondo, non è roba da tutti i giorni ritrovarsi dall’altra parte del globo, un anno prima rispetto al proprio presente. Erano stati a lungo in silenzio, cercando di calmarsi e di capire. E poi, Grace era saltata su con un «Abbiamo viaggiato nel tempo!» così entusiasta, che Ashton si era spaventato davvero tanto, preoccupato com’era.
«Già, bello. Peccato che non sappiamo come tornare indietro.»
«Aspetta, guarda l’orologio!» aveva risposto lei mostrandoglielo, facendogli così notare che le lancette non erano due, ma ben tre, ognuna con una parola diversa incisa sopra: mese, anno, secolo.
Non avevano aspettato altro tempo, e avevano portato la lancetta dell’anno sull’1. Subito la luce bianca li aveva avvolti di nuovo, per poi farli tornare sulla spiaggia in cui avevano trovato quello strano oggetto, allo stesso giorno e alla stessa ora in cui erano partiti.

Ashton si ricorda bene l’euforia che li aveva presi, nel compiere quei viaggi a giro per il mondo. Si ricorda tutti i sorrisi che erano nati sulle labbra di Grace ogni volta che hanno visitato una grande città, New York, Toronto, Berlino, Tokyo. E la cosa ancora più bella era che potevano vederle in epoche diverse, potevano vistare tutto ciò che volevano. È stato bellissimo.

E le cose, i loro viaggi, il loro amore, sono andati avanti per un anno e mezzo, nel migliore dei modi. Era bello passare il tempo così, potersi amare in ogni parte del mondo, la sera, sulle spiagge non lontane da Atene ai tempi degli antichi Greci, oppure nella Foresta nera durante l’impero di Federico Barbarossa, o ancora in una casa nella Firenze dell’Ottocento, o addirittura nella Washington del 3200.
Ma la loro notte migliore rimarrà sempre quella passata a Parigi, nel 2010, a Capodanno, dove avevano fatto l’amore per la prima volta in una stanza inutilizzata di un hotel del centro ormai chiuso da troppo tempo, mentre i fuochi d’artificio illuminavano tutta la città e mentre i loro cuori battevano dentro di loro così forte da non far capire più niente. Si ricorda i brividi, il batticuore, quel senso di completezza che solo Grace era stata in grado di dargli, con ogni singolo bacio, carezza, abbraccio, sospiro.

E sorride, adesso, su quel tetto nella New York del 2040. Una New York a cui non si è ancora abituato, tutta molto più verde rispetto a come la vedeva nelle foto fatte nel suo di presente.
Sorride perché ricordare Grace e ogni singolo viaggio che insieme hanno fatto, tutti i bellissimi momenti che hanno condiviso in giro per il mondo, lo fa stare bene, davvero bene, attenua la mancanza che la lontananza da quella ragazza fantastica gli procura. Perché non averla accanto in quel momenti passati per il mondo lo fa sentire più solo di quanto in realtà non sia, gli fa sentire un vuoto nel cuore che solo lei riesce a colmare.
E, senza neppure rendersene conto, va a cercare nella tasca del cappotto la foto che si sono scattati al loro anniversario. E il cuore gli perde parecchi battiti, a rivedere quell’espressione così luminosa e vivace di lei, un’espressione che non vede da mesi, passati a viaggiare di città in città, di epoca in epoca, lontano da lei.
Perché lui la voglia di viaggiare nel tempo non è riuscito a perderla, a darci un taglio. Al contrario della sua ragazza, che sei mesi prima gli aveva spiegato che era stanca di fare quei viaggi, e che voleva solo vivere una vita un po’ più normale, tranquilla. Però questo non aveva significato la fine della loro storia, anzi.
È stato grazie a quel loro essere divisi, che Ashton ha capito davvero quanto Grace sia importante per lui. In tutte quelle ore passate lontano da lei non ha fatto altro che pensare a loro, alla loro storia, a quanto lui non possa e non riesca a fare a meno di lei, a quanta paura abbia di perderla continuando a fare quei viaggi che rubano tempo prezioso al suo di presente. 
Ha pensato tanto, Ashton, in quei mesi, a quella ragazza che ha sempre accolto quei viaggi con entusiasmo, prima di stancarsene; a quella ragazza che lo svegliava nel bel mezzo della notte con un messaggio quando restavano a Sydney solo per fargli sapere cosa le stesse passando per la testa oppure cosa avesse appena sognato, facendolo sempre ridere di cuore. Ha pensato a quella ragazza che ogni notte continua a popolare i suoi sogni, nonostante tutta quella distanza, fisica e temporale, soprattutto temporale. 
Non ha fatto altro che ricordare ogni loro momento passato insieme, tutte le loro cazzate, le serate trascorse con una pizza e un buon film, prima di far l’amore sotto le stelle d’estate, nella tenda che Ashton tutt’ora tiene nel giardino sul retro, o sotto il piumone caldo nel letto di Grace durante l’inverno. Ha ricordato le loro lunghe passeggiate sulla spiaggia e i bagni di mezzanotte, le loro risate, i loro litigi e le loro lacrime, il cuore che gli esplode nel petto ogni volta che la vede, che le sta vicino, che la pensa. E non potrebbe mai dimenticare il fatto che solo lei lo completa come nessun altro è mai riuscito a fare prima.
Gli manca, Grace. 
Gli manca potersi svegliare ogni giorno nel letto del loro appartamento accanto a lei, vedere il suo sorriso quando si sveglia, scostarle le ciocche da davanti agli occhi, le loro mani che si cercano ogni volta che ne sentono il bisogno, appena svegli, a colazione, durante la mattina, la sera a cena. Gli manca farla arrabbiare e poi vederla sorridere dolce subito dopo, con quegli occhi sempre lucidi e grandi che lo fanno rabbrividire ogni volta che si posano su di lui.
Sospira e si passa una mano sul viso, iniziando a sentire la stanchezza di viaggiare per il tempo da solo, grazie a quell’orologio che gli ha fatto scoprire posti bellissimi. Posti che tuttavia lo sarebbero sembrati la metà, se Grace non fosse stata con lui. Perché solo con lei tutto è più bello.
E saper viaggiare nel tempo per lui non ha più alcun senso, se lei non c’è.
E capisce, che forse è arrivato il momento di chiudere quel capitolo della sua vita, di mettere un punto a quella bellissima avventura. Solo per cominciarne una ancora migliore, con la persona che merita il suo tempo, tutto il suo tempo, più di chiunque altro al mondo. 
Capisce che il suo ultimo viaggio nel tempo sarà quello più duraturo di tutti, quello in cui non avrà bisogno di orologi per provare emozioni forti, intense, che si imprimono sulla pelle e sul cuore nella frazione di un secondo. Non avrà bisogno di niente, Ashton, semplicemente perché Grace è tutto ciò di cui necessita
E con questa consapevolezza, con questa convinzione dentro al cuore, prima di girare la lancetta degli anni.

«Siamo echi nel tempo, Ashton. Il nostro amore sarà la voce che resterà quando noi non ci saremo più.»

È questa frase che gli vortica nella testa da quelle che ormai sono davvero troppe ore. La stessa frase che Grace gli ripeteva sempre, ogni volta che decidevano di porre fine ad uno dei loro viaggi per poi tornare a casa. Una frase che non aveva capito fino in fondo, almeno fino a che non aveva preso quella decisione, e tutto si era finalmente fatto molto più chiaro.
Ed ora eccolo lì, davanti a quella porta verde bottiglia, la stessa da cui entra ed esce ogni giorno per andare a lavoro e per entrare in casa, la loro casa. Il cuore gli batte forte e le mani non smettono di tremargli, neppure quando vanno a premere il campanello in ottone, facendo sentire lo scampanellio dentro casa.
Ashton aspetta paziente, sperando con tutto il cuore che adesso le cose possano finalmente andare nel verso giusto, in una sola direzione, per percorrere un solo viaggio insieme a Grace.
Ed è proprio lei ad aprirgli la porta e ad accoglierlo con il sorriso più bello che il ragazzo abbia mai visto su quel viso che ricorda alla perfezione, dagli zigomi poco pronunciati alle labbra morbide e dolci, agli occhi grandi, scuri e intensi. Eccola lì, la sua Grace, l’unico viaggio che ricomincerebbe da capo ogni giorno della sua vita, la sua migliore avventura.
«Amore, già di ritorno?» lo saluta lei felice, facendolo entrare in casa, per poi unire le loro mani in una stretta ferrea e dolce, che gli scalda il cuore nella frazione di un istante.
«Quanto sono stato via?» chiede lui, con il sorriso sulle labbra, mentre con la mano libera va ad accarezzare la guancia di lei, quella pelle liscia e morbida che gli era mancata così tanto.
«Solo sei minuti. E posso solo intuire quante cose tu abbia da dirmi.» commenta lei, facendolo sorridere.
«Sì, però c’è ne una troppo importante che devo dirti subito.»
«Ossia?»
«Ti amo, da morire.»






Letizia
Ciao a tutti! Scusatemi l'ora, davvero, ma l'ho finita adesso, questa piccina :3.
Spero tanto che possa piacerci, corta com'è (2.060 parole ;)). Di preciso, il tutto non so come ha fatto a venirvi in mente, spero solo che mi farete sapere cosa ne pensate, anche con un piccolo commentino, che io non mordo nessuno, anzi, riempio di dolcezza :3.
Grazie per tutto fin da ora :). Un bacione grande, Letizia <3
   
 
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