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Autore: Chandra1620    02/04/2015    0 recensioni
POTREBBE CONTENERE SPOILER
Protagonista di questa storia è un'agente dello S.H.I.E.L.D. dal carattere forte.
Le viene affidata una missione su un'isola sperduta nel Pacifico dove si stanno verificando strani fenomeni, ma meteoriti e campi magnetici disturbati non sono l'unica cosa che troverà laggiù.
Ho voluto ambientare questa storia nel periodo fra Thor e The Avengers per cercare di spiegarmi cosa abbiano fatto alcuni personaggi in quel lasso di tempo ;)
Se vi avanzano un paio di minuti recensite... mi piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate :D
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Agente Phil Coulson, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non mi avevano detto che ti saresti unito al circo,  Coulson. – Lo aveva salutato con un mezzo sorriso .
- Sì, in effetti io mi limiterò solo ad accompagnarvi fino all’isola, l'agente Fury aveva un pessimo presentimento su quello che sarebbe potuto accadere a lasciarti da sola con loro. – aveva detto l’agente guardando il soldato che la ragazza non sembrava ancora intenzionata a lasciare andare.- Aveva le sue buone ragioni…-.

Era più che soddisfatta del fatto che avessero tanto riguardo nei suoi confronti e il tizio sbronzo che aveva sotto i piedi le era già tornato indifferente, mentre a turbarla era più che altro il suo polso destro, che Coulson teneva ancora saldamente.
Odio profondo verso ciò che il calore della sua mano gli riportava alla mente così la strappò dalla sua presa, ma ricordi stavano tornando, voleva fermarli, barricarli: doveva concentrarsi su qualcos’altro alla svelta…


“…c’è una mano che ha  bisogno del suo aiuto, la vede e tende la sua .
L’ha presa . Sente il calore che essa manda e si tranquillizza… le era mancato così tanto, ma non la lascerà più andare…”


-Siamo in ritardo sulla tabella di marcia di quaranta minuti, sarà meglio andare, qual è la zattera che useremo di preciso?-
Aveva scavalcato il suo sottoposto, ma senza scordarsi di lasciare una bella impronta numero 36 e mezzo color fango sulla sua maglia bianca.


Lei non si stupì quando scoprì  che il loro mezzo di trasporto fosse davvero qualcosa che si poteva definire “zattera”, ma non fece ulteriori commenti e andò ad accucciarsi sulla prua stringendosi il polso con l’altra mano. Odiava stare a contatto con altre persone.
L’aria e l’acqua sul viso sembrarono averla svegliata da quei brutti pensieri, ma era anche stanca di stare in silenzio così si era messa a urlare sopra il rumore delle onde : - C’è qualcosa che non sai guidare,  Coulson?-
-L’armatura di Stark : sai non me l’ha mai fatta provare …– le aveva risposto allora ridendo l’agente da dietro i comandi del vecchio peschereccio, sforzandosi anche lui per farsi sentire. Oh, ma sarebbe riuscito a controllare anche quella, lei ne era sicura . Aveva una grande stima per quell’uomo che ricordava essere da sempre in quella gabbia di matti.
Decise allora di alzarsi e avvicinarsi  – Si, a proposito, mi hanno detto che avete trovato una tecnologia molto simile alla sua in New Mexico …-
-Vedo che le notizie volano in fretta, comunque all’inizio pensavo anch’io fosse roba sua, ma dopo che un dio lo ha distrutto, sì un dio non guardarmi così,  l’abbiamo portato in laboratorio …-
- E quindi? – era curiosa di sapere il resto … la storia del New Mexico cominciava a intrigarla ora.
- E quindi nulla, stanno ancora cercando di capire cosa sia e come funzioni.-
-Ok ok e la storia del “dio”? Devo capire, cos’è il nome di una nuova arma per caso?-
-No intendo un dio, una divinità : è sceso dal cielo quest’uomo in armatura con qualche suo amico e un martello volante, lo ha distrutto e poi ha promesso l’alleanza di “Asgard” alla Terra se avessimo restituito materiale per ricerche scientifiche che avevamo preso in prestito da una ragazza…-
Lei era convinta che Coulson capisse quanto quel discorso poteva sembrare ridicolo: divinità, Asgard e martelli volanti: queste erano palesemente mitologie norrene.
Sì, lei stava andando su un’isola a studiare meteoriti, aveva di fianco un uomo che aveva messo dei propulsori sotto la propria macchina per farla alzare in volo e viveva in un mondo dove i miliardari si costruivano armature volanti e soldati della seconda guerra mondiale si risvegliavano dopo qualche decennio sotto ghiaccio. Ma parlare di divinità era comunque un’altra storia…


Raggiunsero il sottomarino circa a mezzogiorno e lei vi entrò controvoglia, dato che non aveva molta scelta.
Si fece indicare subito la sua cabina e vi si chiuse sperando che il tempo passasse presto. Non l’avrebbero richiesta fino all’ora di cena, quindi colse l’occasione per sfogliare con più attenzione il fascicolo della missione .
Missione affidata all'agente di livello 5 Reese Allen, 26 anni.
Il rapporto sulla perlustrazione sul campo non le era di molto aiuto: diceva soltanto che da una settimana circa dei corpi solidi provenienti dallo spazio si erano schiantati al suolo distruggendo un villaggio turistico . Materiale e provenienza sconosciuti. Era più che convinta che centrasse qualcosa col New Mexico, o quantomeno lo sperava…


Si era sdraiata a testa in giù sul letto, per quanto lo spazio glielo permettesse, facendo toccare terra ai capelli.
  La missione sarebbe stata impegnativa, ma in fondo si aspettava qualcosa del genere: dopotutto se avevano chiamato lei voleva dire che non sapevano più che pesci prendere.

Decise di guardarsi intorno: la cabina non era molto grande ed era spoglia di mobilio .
Poi notò un paio di valigie e una giacca da uomo avrebbe dovuto dividerla con qualcuno, ahah si chiese chi sarebbe stato il fortunato che avrebbe passato le più belle 48 ore della sua vita tormentato da lei …
Intanto il tempo passava e mentre cercava un soprannome per il suo caro amico alcolizzato il suo sguardo era caduto su un pannello, allora si era alzata ed era andata ad aprirlo: era uno specchio.
Era grande come lei, non che ci volesse molto essendo alta un metro e un tappo, e colse l’occasione per mettersi un po’ a posto.
I lunghi capelli castani che amava erano diventati un groviglio unico di nodi perché si era dimenticata di legarli sulla barca .
Anche il suo viso era ancora stravolto: la sua carnagione di solito molto chiara era rossa per il vento. Il naso spruzzato di lentiggini era completamente congelato e i suoi enormi occhi marroni erano solcati da profonde occhiaie per il poco sonno che negli ultimi mesi si concedeva .
Nel complesso dimostrava 16 anni o giù di lì e la cosa non le avrebbe dato fastidio, ma succedevano spesso incidenti come quello con la recluta ... era snervante.
   
 
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