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Autore: Liz93    02/04/2015    2 recensioni
-Secondo questa leggenda, ogni persona alla sua nascita porta un invisibile cordoncino rosso sul mignolo sinistro, un filo destinato a condurlo verso la sua anima gemella –
Stiles spalancò la bocca per la sorpresa, facendo scivolare il boccone di nuovo sul piatto.
-Anch’io ce l’avevo, mamma? E perché non l’ho mai sentito?-
Claudia si avvicinò di più al suo viso, sussurrando con aria cospiratoria, come se gli stesse confidando un antico segreto.
-Perché è un filo impercettibile che non puoi né sentire né vedere –
Stiles curvò le labbra all’ingiù, improvvisamente triste.
-Ma se non si sente e non si vede come fa a farti trovare l’anima bella?-
-L’anima gemella – lo corresse Claudia – Perché anche lei porta questo filo, che vi lega insieme, anche se ancora non lo sapete. Ogni passo che compirete vi porterà uno verso l’altra e viceversa. Ci può volere molto tempo prima che questo accada, ma succederà. E’ il filo rosso del destino-
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claudia Stilinski, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il Filo Rosso Del Destino




 

Stiles Stilinski, sette anni e una parlantina fuori dal comune,entrò trotterellando in cucina, adocchiando la sedia più vicina alla tv e sedendosi, seppur con qualche fatica considerando la sua scarsa altezza.
Le labbra rosate si incresparono in un sorriso a scacchi,rivelando una fila di dentini da latte resa imperfetta da quelli che la formichina dei soldini si era portata via in cambio di una lauta ricompensa.

-Mamma, voglio i pancakes!-

Claudia Stilinski, carnagione pallida e occhi smeraldo, avvolta in un grazioso grembiule da cucina, lasciò per un attimo il lavoro ai fornelli e si voltò verso il figlio,strizzandogli l’occhio.

-Sono quasi pronti.. ma li mangerai solo se mi farai vedere il quaderno con i compiti finiti –

Stiles mise il broncio, saltò giù dalla sedia e corse in camera sua a recuperare lo zaino già pronto per la scuola.
Fece le scale di corsa, non ascoltando il rimprovero della madre sul fatto che avrebbe potuto farsi male, e in un batter d’occhi fu di nuovo in cucina.
Con il fiatone e lo sguardo birichino poggiò sul tavolo il quaderno giallo con un pappagallo in copertina e lo aprì rivelando una serie di scarabocchi all’apparenza senza filo logico.

-Questi non sono i compiti tesoro –

Stiles afferrò alla svelta il quaderno rendendosi conto di averlo aperto al contrario,nella parte che dedicava ai disegni durante le ore più noiose.
Lo mise dritto e scelse la pagina interessata.
Claudia si avvicinò con espressione seria, controllando minuziosamente che non mancassero esercizi.

-Il tuo tema ha solo cinque righe?-

Il bambino, piccolo ma molto sveglio, incrociò le braccia sul petto sicuro di sé.

-La maestra ci fa scrivere sempre su cose stupide. Cosa devo scrivere sul mio animale preferito?Mi annoio. E  voglio i miei pancakes-

Claudia sorrise, accontentandolo.
Riempì un piattino con due pancakes resi ancora più appetitosi dallo sciroppo d’acero, versò un po’ di latte caldo in una tazza e porse il tutto a Stiles, che prese a mangiare con gusto, finalmente soddisfatto.

-Se ti raccontassi io una storia? Pensi che saresti curioso?-

Stiles mugugnò un “quale storia?” con la bocca piena di cibo, apparentemente l’unica cosa che lo interessasse davvero al momento.

La giovane donna afferrò una sedia e si sedette di fronte a lui, scostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte.

-Quando andavo alle superiori, la mia insegnante di lettere ci raccontò di una famosa leggenda-

Cominciò e al solo sentir pronunciare la parola “leggenda”  gl’occhi di Stiles presero a brillare.
Ah lui e il suo amore spassionato per l’avventura, pensò la madre con tenerezza.

-Secondo questa leggenda, ogni persona alla sua nascita porta un invisibile cordoncino rosso sul mignolo sinistro, un filo destinato a condurlo verso la sua anima gemella –

Stiles spalancò la bocca per la sorpresa, facendo scivolare il boccone di nuovo sul piatto.

-Anch’io ce l’avevo, mamma? E perché non l’ho mai sentito?-

Claudia si avvicinò di più al suo viso, sussurrando con aria cospiratoria, come se gli stesse confidando un antico segreto.

-Perché è un filo impercettibile che non puoi né sentire né vedere –

Stiles curvò le labbra all’ingiù, improvvisamente triste.

-Ma se non si sente e non si vede come fa a farti trovare l’anima bella?-

-L’anima gemella – lo corresse Claudia – Perché anche lei porta questo filo, che vi lega insieme, anche se ancora non lo sapete. Ogni passo che compirete vi porterà uno verso l’altra e viceversa. Ci può volere molto tempo prima che questo accada, ma succederà. E’ il filo rosso del destino-

Stiles bevve un sorso di latte caldo, mentre pensava alle parole della mamma.

Un filo rosso che legava due persone insieme? Come un gioco infinito?

-Perché rosso? Non poteva essere blu o oro o arancione o -

Sapendo che Stiles avrebbe potuto continuare per ore a fare domande, Claudia gli posò un dito sulle labbra interrompendo il suo flusso di parole.

-Il rosso è il colore dell’amore, Stiles. E’ un colore forte, che attira l’attenzione, ma lo capirai quando sarai grande. Ora va a lavarti i denti e metti la giacca che ti accompagno a scuola –

Bloccò sul nascere le proteste sul suo: “ma io sono già grande!” indicandogli la scala che portava al piano superiore, dove si trovano il bagno e le camere da letto.

Stiles non poteva saperlo  - nemmeno Claudia in realtà- ma quel filo rosso gli avrebbe fatto compiere il primo passo molto presto.
 
***

-Buongiorno, bambini, oggi prima di iniziare a correggere i compiti vorrei che accoglieste con un bel sorriso la vostra nuova amica –

La maestra di storia, cinquant’anni e i capelli perennemente sistemati in una crocchia ben definita, portò la bimba che teneva per mano davanti alla cattedra, catalizzando su di lei l’attenzione di tutta la classe.

-Si chiama Lydia e per motivi personali che non posso dirvi ha deciso di cambiare classe, così da questo momento sarà vostra compagna –

Lydia Martin.

Lo guardo smeraldino fiero, il grembiulino rosa perfettamente in ordine, scarpette in tinta e lunghi capelli lisci. Nessun imbarazzo nonostante avesse tutti gl’occhi puntati addosso.

Stiles guardandola pensò che, se fosse capitato a lui, di sicuro se la sarebbe fatta addosso dall’agitazione.

-Lydia, siediti pure su quel banco vuoto, davanti a Stiles –

La bambina si avvicinò al suo posto, incrociando per una frazione di secondo gl’occhi di Stiles e dandogli poi completa visuale della sua chioma tenuta ferma da un fermaglio a farfalla, rosa come il resto dei suoi abiti.

Il bambino guardò a lungo quei capelli cercando di capire cosa non andasse, cosa gli sembrasse strano.

Poi, finalmente, quando l’ora di lezione fu quasi terminata, ebbe un’illuminazione.

-Ma certo, è il colore!-

Quando la maestra lo rimproverò, si rese conto di aver espresso quel pensiero un po’ troppo ad alta voce.


***



 
-Mamma, il filo rosso deve essere proprio rosso rosso? O può essere anche arancione o giallo scuro?-

Claudia, che stava spolverando il tavolino di vetro del salotto, si fermò interdetta, chiedendosi cosa volesse dire.

Poi, si ricordò della leggenda che gli aveva raccontato qualche giorno prima e sorrise, scuotendo la testa sorpresa.

Gli era proprio rimasta impressa.

-Perché questa domanda?-

Stiles puntò lo sguardo sulle sue scarpette da tennis, le guance rosse.

-Perché Lydia ha i capelli rosso strano, non sembrano proprio rossi rossi-

Claudia assottigliò lo sguardo,  abbandonando il suo giro di pulizie che poteva decisamente aspettare.

Questo era , senza dubbio, più interessante.

-Lydia?Chi è?-

Stiles continuò a fissarsi le scarpe, fingendo noncuranza.

-E’ solo una femmina nuova della mia classe, una con i capelli strani-

Claudia cercò di nascondere un sorriso,sapendo che si sarebbe offeso se non l’avesse preso sul serio.

-E perché questa bambina con i capelli tanto strani ti ha fatto pensare alla leggenda del filo?-

Stiles finalmente la guardò. Gli occhi lucidi d’imbarazzo.

-Perché tu hai detto che anche l’altra persona ha il cordoncino rosso stretto al mignolo. Ma forse se ha i capelli rossi è uguale.-

Stiles si dondolò irrequieto sul posto.

-Non ho mai visto nessuno con i capelli rossi. Lei li ha. E’ il de… de… de… -

- Destino, tesoro-

Claudia gli afferrò un braccio, trascinandolo con delicatezza sul divano.

-Prima mi hai chiesto se il filo poteva essere arancione oppure giallo, come mai?-

Stiles si mosse agitato, non riusciva proprio a stare fermo.

-Perché i suoi capelli non sono proprio rossi e non sono proprio biondi e mi ricordano le fragole che compri tu al supermercato. Quelle dolci che sono buonissime -

Finalmente sorrise, eccitato.

-Ce ne sono ancora? Me le prendi?Le voglio con la panna –

Si leccò i baffi, pregustando già il sapore della frutta sotto i denti.

-Amore, dopo, è quasi ora di pranzo. Le mangi per merenda, ok?-

-Ma io le voglio ora-

Stiles mise su il broncio,che scomparve poco dopo quando Claudia, con una mossa astuta prese a solleticargli i fianchi.

Le sue risate si sparsero per tutta la casa, riempiendole il cuore di gioia.

-Bambino mio, sei così piccolo eppure già così intelligente-

Gli accarezzò una guancia.

-Non importa quale sia la tonalità. Tu in quel rosso vedi sfumature che probabilmente il resto della gente comune non nota-

Gli sorrise dolcemente.

-Che ne dici di biondo fragola?-

Stiles perse la parola, boccheggiando.

Perché si, la mamma aveva proprio ragione.

I capelli di Lydia erano biondo-fragola.


***



Primo anno di liceo.
Lezione di educazione fisica.

-Dici che ho potrei uscire insieme a Brittany?-

La voce di Scott Mccall riportò Stiles alla realtà.

Scott era il suo migliore amico da più tempo di quanto riuscisse a ricordare.

Anche se tra di loro non vi erano legami di sangue, era parte della famiglia, quasi un secondo figlio per lo sceriffo Stilinski.

-Brittany?Punti troppo in alto amico-

Gli disse poco convinto, mantenendo lo sguardo fisso sulla ragazza che, sul lato sinistro della palestra, si sistemava la maglietta della divisa, con
espressione alquanto inorridita.

-Certo, peccato non sia io ad avere puntato la reginetta della scuola da tipo..quanti sono, dieci anni?-

Stiles si voltò finalmente verso di lui, che lo guardava con espressione soddisfatta sapendo di aver toccato il punto giusto.

-Io non le ho mai chiesto di uscire, so che mi rifiuterebbe anche se fossi l’ultimo essere maschile sulla terra-

Gli rispose con amarezza,  compiendo due o tre palleggi prima di centrare il canestro. O almeno, di provarci.

Perché diavolo doveva essere così imbranato? Eppure aveva le gambe lunghe, arrivare al canestro avrebbe dovuto essere facile.

Ma Stiles non era un atleta.

Era un ragazzo iperattivo e scoordinato.

Niente nella sua vita seguiva un ordine preciso.


Scott, gl’occhi scuri nascosti da una frangia troppo lunga, sospirò sedendosi a terra.

-Perché facciamo così schifo? I nostri voti fanno schifo, con le ragazze facciamo schifo, a lacrosse facciamo schifo –

Stiles riafferrò la palla e gliela lanciò addosso, alzando un sopracciglio.

-Parla per te. Almeno la mia media è buona!-

-Ehi!-

Scott si massaggiò il gomito, dolorante.

-Ok, i tuoi voti fanno meno schifo dei miei-

Stiles fece per ribattere, l’ennesima battuta sarcastica ferma sulla punta della lingua ma questa volta fu lui ad essere colpito. Sulla nuca. Con
parecchia forza.

La stanza prese a girare vorticosamente e tutto divenne confuso.

-Credo di star per vomitare la cena di ieri sera –

Riuscì a blaterare, prima di accasciarsi sul pavimento privo di sensi.
 


 


-Stilinski?Ti vuoi svegliare? Ho fatto la mia parte, sono venuta in infermeria,non puoi aspettarti che resti qui tutto il pomeriggio!-

Suoni ovattati.
Un dolore lancinante alla testa.
Debolezza estrema.
Se si fosse azzardato ad aprire gl’occhi,la stanza avrebbe ripreso a girare come se si trovasse nelle tazze girevoli del lunapark?
Decise di provare con un occhio solo, giusto per essere cauti.
Non appena sollevò la palpebra la luce gli ferì l’iride ambrata, costringendolo a riabbassarla.

-Stilinski –

Era un ruggito quello che aveva sentito?

-Stilinski –

Lottò contro l’istinto di tenere gl’occhi chiusi e li aprì piano, cercando di riabituare la vista.

Fu quando si ritrovò davanti il volto indispettito di Lydia Martin che si chiese se la botta presa in testa non gli avesse provocato anche delle allucinazioni.

-Sveglia bell’addormentato-

No, era decisamente troppo reale per poter essere un’allucinazione.

Si perse un momento nell’osservare come i capelli le scendessero in una morbida treccia sulla spalla destra, come il mascara intensificasse il suo
sguardo, come anche indossando la divisa sportiva della scuola riuscisse a distinguersi da tutte le altre.

-Mi dispiace per averti lanciato la palla addosso, non era mia intenzione-

Gli disse, a testa alta.
La voce ferma e sicura, con un pizzico di tristezza.

-Anche se, forse, considerando che mi stai stalkerando da quando eravamo bambini, avrei potuto farlo coscienziosamente-

Aggiunse poco dopo, sarcastica.
Poi si alzò in piedi, sistemando la borsa a tracolla e scostando la treccia che le era caduta sul viso in maniera teatrale.

-Ho assolto al mio obbligo morale. Posso anche andarmene ora –

SI avvicinò alla porta, ancheggiando sulle scarpe da ginnastica come se portasse il suo consueto tacco 12,quando la voce di Stiles la fece bloccare sull’uscio.

-Se prendermi una pallonata in testa significa svegliarmi e vedere te come prima cosa …beh,dovrebbe capitare più spesso-

Conscia che lui non poteva vedere la sua espressione, lasciò che le labbra dipinte di rosso si stendessero in un sorriso.

Dopotutto, le attenzioni di Stilinski non l’avevano mai infastidita davvero.

***




Rieccomi di nuovo a scrivere su questi due, che mi ispirano in una maniera pazzesca :')

Non so come sia nata questa piccola storia, l'ispirazione mi ha colpita all'improvviso e devo dire che immaginare Claudia ancora viva alle prese con un piccolo Stiles è stato davvero bello.

Penso saranno due capitoli in tutto, con alcuni salti temporali come potete notare già da questa prima parte.

Aspetto le vostre impressioni :)


Ila.
   
 
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