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Autore: Letizia25    02/04/2015    2 recensioni
Ciao Calum,
sono io, Lexie. Ora non so neppure se vorrai leggere questa lettera, e ti capirei se volessi buttarla in un cestino pur di non sapere nient’altro di me. Ti capirei, sul serio. Stronza ero e stronza resto, non sono mai cambiata. E ancora mi chiedo come tu mi abbia amato, una come me, perché io ancora non riesco a capacitarmi della fortuna che ho avuto di trovare te nella mia vita.
Ti prego, non odiarmi per quello che ho fatto, per favore.
*
Spero solo che tu capirai, spero che mi perdonerai per tutto quel dolore che non avrei voluto farti provare mai e poi mai, per quelle ferite che ti ho lasciato dentro.
Per quelle cicatrici che so che ti fanno ancora male.
*
Sappi che torno, e che le mie promesse le manterrò tutte, Calum, solo per te.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cicatrici
 
 
 
Ciao Calum,
sono io, Lexie. Ora non so neppure se vorrai leggere questa lettera, e ti capirei se volessi buttarla in un cestino pur di non sapere nient’altro di me. Ti capirei, sul serio. Stronza ero e stronza resto, non sono mai cambiata. E ancora mi chiedo come tu mi abbia amato, una come me, perché io ancora non riesco a capacitarmi della fortuna che ho avuto di trovare te nella mia vita.
Ti prego, non odiarmi per quello che ho fatto, per favore.
Dovevo andarmene da Sydney, lo sai bene anche tu che la nostra città per me non è mai stata un bel posto in cui poter vivere una vita tranquilla, non con tutto quello che mi portavo dietro e che mi aveva resa la ragazza schiva e dura, stronza, che tu hai conosciuto e che è rimasta la stessa per tutti questi anni.
Scusami, Calum, scusami se non ti ho detto niente, scusami se sono la stronza di cui ti sei innamorato. La stronza che ti ama più di chiunque altro a questo schifo di mondo. Scusami se ti ho tagliato fuori da tutto e se ti ho lasciato senza una spiegazione. Una spiegazione che avevi e che hai tutt’ora il diritto di conoscere.
Ho avuto paura, Calum. Paura che lui potesse tornare e rovinare tutto ancora una volta, a me, a mia mamma, a tutte quelle poche persone che mi erano rimaste vicine. Soprattutto, avevo paura che potesse rovinare anche la tua, di vita. E questo non me lo sarei mai potuta perdonare, se fosse successo.
Quell’uomo ha già fatto troppi danni, con mia madre, con me. Ci ha rovinate, e tu questo lo sai bene.
Perché mi ricordo ancora il giorno in cui ci siamo incontrati, in quella vecchia fermata della metropolitana che nessuno conosceva, che prima era solo il mio posto, e che poi è diventato il nostro. Mi ricordo i tuoi passi che rimbombavano nell’androne delle scale e che poi si erano avvicinati a me. Mi ricordo i tuoi occhi scuri su di me, così sinceri e preoccupati. Mi ricordo come mi sono sentita quando ho afferrato la mano che mi porgevi per tirarmi su. Mi ricordo la sensazione di conforto che mi ha dato parlare con te di tutta quella merda che c’era a casa mia, la merda che avevo nella mia vita, che sentivo dentro.
E da lì mi ricordo ogni singola cosa che abbiamo passato insieme. Non potrei dimenticarmi niente di ciò che eravamo e che per me siamo tutt’ora.
I messaggi nel bel mezzo della notte che mi facevano sempre spuntare un sorriso.
Le chiamate che duravano ore, in cui ci infamavamo e poi ci dicevamo «Ti amo.».
Le volte in cui sei venuto da me per sorreggermi, per evitare che provassi più dolore di quanto già sentivo.
Le volte in cui sono stata io a venire da te, per scappare da quella casa in cui non potevo vivere.
I litigi, le lacrime, i nostri «Scusa.» sussurrati sulle labbra, quasi con paura di ferirci.
I nostri pomeriggi passati in quella fermata della metropolitana, male illuminata e silenziosa, a farci compagnia, senza dire niente, tendendoci per mano e sorreggendoci a vicenda.
La notte in cui per poco non ci siamo persi entrambi, a causa di quel mostro che aveva scoperto di te.
Il nostro primo bacio, proprio nel nostro posto, custode di tutti i nostri momenti più belli.
La nostra prima volta, a casa tua, d’inverno, sotto quel piumone blu con sopra stampata la bandiera degli Stati Uniti. Il posto dove vivo da quelli che ormai sono tre mesi e venti giorni, a New York, da dove ti sto scrivendo adesso, con il cuore in mano e con le lacrime agli occhi, dandomi della stupida.
Perché lo sai che non mi piace piangere, perché qui non è lo stesso senza di te, perché sto male comunque, perché tu non ci sei, perché ti ho fatto male.
Perché non volevo lasciarti, Calum, non volevo andarmene. Volevo solo restare con te, e magari cercare di avere una vita degna di essere vissuta, solo con te. Avrei voluto fare così tante cose insieme a te, Calum, non hai idea di quanto sia lunga quella lista che abbiamo iniziato due anni fa e che ogni giorno allungo sempre, sperando che le cose possano cambiare, sperando che io riesca a lasciarmi tutto alle spalle, per tornare a Sydney, per tornare da te.
Mi dispiace davvero tanto, Calum.
Perché avrei voluto restare e cercare di combattere, avrei voluto viverti nel modo migliore possibile, per non lasciarti mai andare. Avrei voluto vedere l’appartamento che avevi comprato per noi. Avrei voluto vedere Kuma scodinzolarti attorno. Avrei voluto passare ogni giorno della mia vita con te, vederti al mattino appena sveglio, con quella tua espressione sempre imbronciata che subito si distendeva in un sorriso, sentirti vicino, dentro al cuore.
Avrei voluto fare così tante cose.
Pero sono fuggita, sono scappata, perché le cose a casa andavano sempre peggio, perché quella non era più vita, era un incubo, Cal. E né io né mia madre riuscivamo più a reggere quell’inferno.
E ora conto i giorni, Calum. Li conto tutti, conto anche le ore, da quando sono andata via. E fa male sapere da quanto tempo ti ho lasciato solo, da quanto tempo non ti vedo e non ti sento, da quanto tempo ti ho fatto male. Troppo tempo che sono andata via e che ho ferito entrambi.
Scusami, ti prego, scusami.
Spero solo che tu capirai, spero che mi perdonerai per tutto quel dolore che non avrei voluto farti provare mai e poi mai, per quelle ferite che ti ho lasciato dentro.
Per quelle cicatrici che so che ti fanno ancora male.
Cicatrici uguali alle mie, profonde e dolorose allo stesso modo.
Cicatrici che mi ricordano ogni fottutissimo giorno che ho fatto l’errore più grande della mia vita.
Cicatrici che mi tengono a mente che tu sei lontano, che ti ho fatto male, quando tu sei stato l’unica persona che mi ha soccorso, che mi ha salvato da tutto quello schifo in cui stavo vivendo, che mi ha amato come nessuno aveva mai fatto prima.
Scusami, Calum, scusami.
Non volevo, non volevo farti stare così male. Scusami, ti prego.
Ti amo, Calum. Ti amo tanto. Ti amo da morire. E lo so che forse non ho più il diritto di dire una cosa simile, perché forse mi hai dimenticato, mi hai rimpiazzata con un’altra. Ma questo è quello che sento e che continuerò a sentire, solo per te. E mi farebbe piacere sapere che tu ti sia rifatto una vita. Sarei davvero felice di sapere che non pensi più a me, così potrei farmi una ragione per tutto questo casino e dimenticarmi tutto quello che ho fatto. Solo perché senza te non sono più niente. Mi sento niente.
Io… Pensavo di essere più forte di così, Calum. Pensavo che avrei potuto lasciarti indietro, dimenticarti, per non avere più alcun legame con la mia vecchia vita, con il mio passato. Pensavo di poter sopravvivere senza di te, magari trovando qualcun altro che avrebbe potuto riempire il vuoto dentro al cuore che mi avrebbe lasciato la tua lontananza. Pensavo di poter lasciar stare tutto quel che mi hai dato senza rendertene conto.
Invece no, Calum. Perché io non ci riesco a lasciarti, non ci riesco a dimenticare tutto quel che abbiamo passato, non riesco a cancellarti dalla testa, dal cuore. Sei indelebile, Calum, sei quel tatuaggio che farei ancora e ancora, mille e mille volte, solo per sentirti sulla pelle, per sentirti dentro di me. Non potrei mai dimenticare niente di tutto quello che eravamo. Sarebbe come dimenticare una parte di me, quella parte che tu ti sei preso senza permesso e che non ho mai rivoluto indietro.
Non ci riesco, perché quelle cicatrici che ho dentro, solo tu riesci a mandarle via, a guarirle, a lenire il dolore che portano dietro. E, per una volta, anche io avrei voluto curare le tue. Ma non avrei mai immaginato che sarei pure stata quella persona che te le avrebbe procurate.
Scusami, Calum, scusami tanto.
Sappi solo che ti amo, ti amo tanto.
E sappi che torno, Calum. Torno a Sydney. Torno, e non ti lascio più andare. Te lo prometto, Calum.
Ti prometto che tornerò e che mi batterò contro le mie paure.
Ti prometto che quelle cicatrici che abbiamo dentro se ne andranno.
Ti prometto che vivremo insieme, in quell’appartamento proprio davanti la fermata della metropolitana.
Ti prometto che andremo lì più spesso, ad ogni ora del giorno, anche a notte fonda.
Ti prometto che verrò con te al prossimo concerto dei Green Day, anche se sai che non mi piacciono.
Ti prometto che ti farò molto più spesso quella torta alle mele che tanto ti piace.
Ti prometto che farò di tutto, che farò qualsiasi cosa, pur di farti felice, pur di farmi perdonare per tutto quello che ti ho fatto e che non meritavi.
Scusami, ti prego, scusami.
Sappi che torno, e che le mie promesse le manterrò tutte, Calum, solo per te.
Ti amo, tienilo a mente fino a che non mi vedrai davanti casa tua.
Ti amo, Calum, più di quanto tu possa immaginare.
Per sempre tua, Lexie
 
È questo che Calum non fa che leggere da giorni, da quando ha trovato quella busta nella cassetta delle lettere davanti casa sua, da quando gli è andato il cuore in gola nel riconoscere quella calligrafia elegante, ordinata, tutto il contrario della sua, da quando ha notato il luogo da cui è stata spedita.
E non sa che cosa fare, non sa che cosa pensare.
Sono passati tre mesi e ventisette giorni da quando Lexie se n’è andata via, di punto in bianco, senza una spiegazione, lasciandolo con così tante di quelle domande nella testa che non avranno mai risposta fino a che lei non sarà nuovamente davanti a lui. Perché una lettera non potrà mai sanare quel vuoto che sente dentro da quando lei non c’è più.
E lui l’ha aspettata, Lexie, l’ha aspettata per tutto quel tempo, senza cercare qualcun altro che potesse riempire il posto che quella ragazza ha dentro di lui e che le spetta di diritto, fin da quando si sono conosciuti in quel posto in po’ particolare.
Ha aspettato e ha contato i giorni, le ore, sperando di poterla rivedere il prima possibile, di stringerla di nuovo, di poterla vivere come quando erano insieme, lì a Sydney.
E nonostante tutto, nonostante il dolore che Lexie gli ha procurato, nonostante l’abbia lasciato senza neppure una parola, lui non riesce ad essere arrabbiato con lei, non riesce ad odiarla come forse dovrebbe, non riesce ad avercela con lei. Perché la capisce, capisce la decisione che ha preso. Perché la conosce, e sa quanto debba esserle costato cambiare la sua vita così all’improvviso, solo per scappare da quell’uomo che non può essere definito padre, quell’uomo che le ha rovinato gli anni più belli della sua vita, che l’ha resa la ragazza stronza e dura che Calum ha conosciuto. La stessa ragazza di cui è riuscito a vedere la parte più bella, di cui ha potuto vedere la dolcezza e l’insicurezza celate da quel suo essere stronza e dura con tutti.
La ragazza di cui si è innamorato, e che perdonerebbe sempre e comunque, perché senza di lei non riesce a stare, perché non vuole perdere l’unica persona che l’abbia mai fatto sentire vivo sul serio.
Sospira, Calum, mentre si alza dal divano nel soggiorno di quell’appartamento che avrebbero dovuto condividere, se tutto fosse andato per il meglio.
Sospira ancora, perché sta aspettando impaziente che Lexie arrivi, perché non l’ha specificato nella lettera, forse per dimenticanza, forse perché le serve tempo per abituarsi all’idea di tornare lì, a Sydney, forse perché forse non è ancora del tutto sicura della decisione che ha preso.
Non riesce a pensare, Calum, non riesce a capire cosa fare, cosa dire, come reagire ad una notizia simile, una notizia che aveva sperato di sentire da quando Lexie se n’era andata, una notizia che aveva aspettato per così tanto tempo, tanto che adesso non riesce a crederci.
Eppure lei tornerà, da lui. Tornerà e potranno finalmente continuare tutto, esattamente da dove lo avevano lasciato. Anzi… Potrebbero addirittura mettere un punto a tutto quello che è successo prima. Solo per iniziare qualcosa di nuovo, di più bello, di migliore.
E mentre pensa questo, il campanello suona, strappandolo dai suoi sogni troppo potenti per essere infranti.
Corre ad aprire, con una speranza così intensa e viva mai provata prima di allora. Perché deve esserci Lexie, dietro quella porta, deve tornare. Calum ha bisogno che lei torni e che mantenga tutte le sue promesse.
Prende la maniglia della porta, e fa per abbassarla, quando ad un tratto l’insicurezza lo assale. E se non fosse Lexie? E se alla fine avesse deciso di restare a New York? E se tutto quello che hanno condiviso non potesse avere un futuro?
Deve darsi una calmata. Lexie tornerà, glielo ha promesso. E lo sa che, nonostante tutto, lei le promesse le mantiene, in ogni modo possibile. Spera solo che vada tutto bene, perché non vuole passare un altro giorno senza di lei, senza la sua risata nelle orecchie, che gli scalda il cuore, senza poterla abbracciare la sera, tenerla stretta ogni volta che sente il bisogno di sentirla più vicina. Non vuole restare senza lei, a cui ha dato tutto ciò che aveva, nel bene e nel male.
Perché gli manca, Lexie; gli mancano quegli occhi grandi e color del cioccolato come i suoi, che lo mettono sempre in soggezione ogni volta che si posano su di lui; gli manca passare le dita tra quei capelli lungi e morbidi; gli mancano i loro litigi, il loro urlarsi addosso, il loro chiedersi scusa a bassa voce; gli mancano le loro passeggiate per le strade deserte nel bel mezzo della notte; le loro battute squallide; i film e le pizze a casa di lei, quando suo padre non c’era. Gli manca quello che erano e che a causa di quella persona ha perso.
Il campanello suona di nuovo, riportandolo con i pensieri sulla terra.
Prende un respiro, cerca di darsi una calmata. Poi apre.
Ed è un attimo, prima che le labbra di Lexie siano sulle sue, mozzandogli il fiato per la bellissima sorpresa, mentre due braccia vanno a stringerlo forte, come a non volerlo lasciare mai più. E sente il cuore di lei batterle forte nel petto, allo stesso ritmo del suo, come sempre.
E non ci pensa neppure un secondo a rispondere a quel gesto, a quel bacio che aspettava da troppo tempo e che lo fa sentire nuovamente bene, come non succedeva da tanto. Il cuore inizia a battergli forte, lo sente distintamente, nel petto, nella gola, nelle tempie, nelle orecchie, sente i brividi sulla pelle, che smuovono tutto, che gli tolgono quel poco di lucidità che gli era rimasta.
Abbraccia Lexie, la stringe forte, perché non vuole più lasciarla andare, non vuole più perderla.
 
«Scusami Cal. Scusami se me ne sono andata senza dirti niente.»
«Non fa niente. Ora sei di nuovo qui con me, è questo l’importante.»
«Però sono stata una stronza, e tu non ti meritavi una cosa simile.»
«Lo so che sei una stronza. Eppure ti amo lo stesso.»
«Ti amo anch’io, Cal, però questo non cambia niente. Non avrei dovuto.»
«È vero, non avresti dovuto. Però hai mantenuto la tua promessa, e questo mi basta.»
«Grazie…»
«Per cosa?»
«Per non avermi mandata via, per avermi dato tutto.»
«Non potrei mai mandarti via, sei troppo importante, Lexie, e non voglio perderti di nuovo.»
«Non succederà mai più, puoi starne certo.»
«Però ho bisogno di una garanzia per evitare una cosa simile in futuro.»
«Che garanzia?»
«Sposami, Lexie.»
«Certo che ti sposo, Calum. Ti amo troppo per potermi permettermi di perderti ancora.»
«Ti amo anch’io, Lexie.»




Letizia
Ma chi si fa nuovamente viva qui?
Scusatemi, sul serio! E' che in questo periodo sono così in preda all'ansia, che mi sfogo solo scrivendo, quindi eccovi la causa di tutte queste One Shot con cui vi intasio. Scusatemi davvero.
Beh, che dire? Neppure di questa piccina ho idea di come mi sia nata in testa, però... Sono davvero soddisfatta di come sia venuta fuori :3.
Detto questo, scappo, che dopo 2.650 parole tonde tonde, anche per oggi vi saret stufate di me :P :). Spero che vi sia piaciuta! <3
A presto e grazie per ogni singola cosa fin da ora! Un bacione, Letizia <3
   
 
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