Prologo
POV KATNISS
Mi chiamo Katniss Everdeen, ho 16 anni e sono sopravvissuta miracolosamente ad una cura sperimentale
contro il cancro al cervello. Ho una sorella di nome Primrose di 12 anni che
soffre d’attacchi d’ asma e porta sempre con se il suo fedele puf per respirare bene.
Mia madre è un' infermiera quindi per le mie cure è, come dire, agevolata. Mio padre è morto
quando avevo 11 anni in un incidente di lavoro, così da allora vivo solo con
mia madre e mia sorella.
Mi è stato diagnosticato il cancro al cervello due mesi
dopo il mio primo menarca: “Wow sei appena diventata donna. Perfetto, ora muori.”
“Mamma, non voglio andare al gruppo di supporto.”Dico a
mia madre. Lei è convinta che io sia depressa, quando la depressione è un effetto
collaterale del cancro, che a sua volta è un effetto collaterale del morire di
cancro.
“Ma dai, tesoro, non sarà mai così brutto. E poi sarà
divertente ! Conoscerai gente nuova.” Mi dice lei.
“Mamma, se vuoi che io abbia una vita sociale non mandarmi
ad un gruppo di supporto pieno di gente malata.” Provo a dissuaderla dal
mandarmi in quel maledetto gruppo; non fa altro che alimentare la mia
depressione.
“Katniss, non farmi incavolare e vai al gruppo di
supporto, hai 16 anni e devi vivere la
da vita da teenager! “ Solo ora mi rendo conto di quanto io le assomigli, in
particolar modo nei momenti di rabbia.
“ Se vuoi che io viva una vita
da teeneger, non mandarmi in gruppi per depressi! Procurami documenti falsi per
spararmi droga e farmi andare nei locali a bere! Ma no, con te di questo non
posso parlare perché io sono la povera malata di cancro che deve fare tutto
quello che dice mamma.”
La osservo come faccio sempre.
E' una cosa che ho preso da papà, osservare le persone quando sono deluse, tristi, arrabbiate , o semplicemente apatiche
come lo era mia madre nei suoi momenti
in cui decideva di estraniarsi dal mondo e da se stessa, quando cadeva
nel limbo della depressione, dalla quale si è ripresa solo dopo che sono stata
ricoverata d’urgenza nel reparto di oncologia. Da quel famoso giorno ha
iniziato a seguirmi la dottoressa Coin: un medico specializzato nella neurochirurgia
infantile. Quando mia madre e la dottoressa scoprirono che il cancro mi
aveva portato via metà delle cellule
del cervello, quando credevano che stessi per morire, la Coin ha avuto l’idea di
togliermi il sangue e ri iniettarmelo endovena in modo che le poche cellyule
salvate vivessero.
“Katniss” La sua voce soave mi
richiama stavolta più dolcemente, forse sperando che non le risponda. “ Su…
sali in macchina e quando hai finito andiamo al centro commerciale.” Non posso
dire no ormai. Non che io compri qualcosa nei centri commerciali, non mi è mai
piaciuto fare shopping.
“Siamo arrivate, scendi e
divertiti, ci vediamo qui fuori” dice come se fosse una cosa ovvia. Ma la
voglia di entrare nel seminterrato della chiesa mi è passata del tutto. Il
“capo” del gruppo di supporto si chiamo Seneca Crane: un tizio asociale, a cui
hanno asportato le palle per un tumore ai testicoli, vive nella casa della
madre dopo che sua moglie e suoi amici l’hanno lasciato, solo dopo la scoperta
del tumore. Passa la sua giornata a giocare ai videogames e poi a parlare nel gruppo di supporto.
Oggi c’è al gruppo un ragazzo
davvero bello, per avere il cancro: è biondo, muscoloso, alto, occhi azzurri da
far cadere qualsiasi ragazza ai suoi piedi, labbra perfette da baciare e
complessivamente è davvero sexy. Non capisco poi perché continua a fissarmi.
Io non sono bella: ho i capelli neri perennemente crespi, la pelle pallida
per via del farmaco che prendo, sono magra e bassa.
Durante le sedute non mi piace
parlare, preferisco ascoltare. Seneca fa fare il consueto giro delle
presentazioni e quando tocca al biondo mi sorprendo dal sapere cos’ ha avuto “Mi
chiamo Peeta Mellark, ho 17 anni e un anno fa ho avuto un osteosarcoma
e mi ha portato via mezza gamba sinistra” “E dicci, Peeta, come ti
senti, vuoi parlarne?” gli chiede Seneca.” Sto bene, vivo la vita come un treno
che va solo in salita” Ok lo ammetto questo ragazzo è davvero strano, cioè ha il
cancro! Dovrebbe essere triste ... ma non lo è .
“Su Katniss, dicci tu come ti
senti oggi.” “ Mi chiamo Katniss Everdeen, ho 16 anni e ho un tumore al cervello,
sto così e così”
“Ciao” Stranamente mi ritrovo
il biondo davanti. Non capisco cosa ci trovi in me di tanto attraente. “Ciao
Katniss Everdeen” “Peeta Mellark ma mi
pare di avertelo già fatto notare, prima sai” “Oh si me ne sono accorta, Biondo”
“Ti va andare a vedere un film da me?” ”Senti, Peeta, io non so cosa tu sia, per
quanto ne so potresti essere un killer o uno stalker” “Andiamo, Everdeen! Secondo te
ho la faccia da assassino?” “No, però…” “Perfetto, sali in macchina?” “Devo
prima avvertire mia madre, poi vengo.” Chiamo mia madre e le racconto del
ragazzo, sembra entusiasta e mi dice che va bene “Va bene Mellark, vengo con
te” “Perfetto”
FINE PROLOGO
N.d.a.
Ciao siamo due scrittrici e abbiamo deciso di unire due storie in una sola storia:
Colpa delle stelle e Hunger
Games.
Come avrete capito siamo due
fan sfegatate dei due libri..e bhe vi auguriamo una buana lettura
Al prossimo capitolo
Mr_Mrs_Mellark e Kat004