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Autore: Fiamma Erin Gaunt    02/04/2015    2 recensioni
AU!Highschool!
Finnick é il capitano della squadra di nuoto della Capitol High. Bello e popolare, é abituato a vedersi cadere le ragazze ai piedi; questo finché Annie Cresta, nuova arrivata nella scuola e nuovo membro della squadra femminile, non entra nella sua vita e la scombussola.
Annie non ha mai prestato grande attenzione ai ragazzi e non sopporta Finnick. Anzi, a dirla tutta non può fare a meno di chiedersi come un pallone gonfiato come lui possa avere occhi tanto belli.
Johanna é considerata da tutti come una giovane scapestrata. Orfana e insofferente all’autorità, non ha peli sulla lingua ed é ormai un’abitué in aula punizioni.
Gale é cambiato radicalmente dopo il divorzio dei suoi. Da studente modello, sta scivolando nel “baratro oscuro” ed é proprio in punizione che incontra quella strana ragazza dalla lingua tagliente e i modi burberi.
Gloss e Rico sono migliori amici da una vita. Specializzati in feste e guai, hanno una sola salda regola inviolabile: le rispettive sorelle sono zona off limits. Non é mai stato un problema, neanche se Cashmere é la ragazza più bella dell’intera città e Fiamma ha appena scaricato l’idiota con cui usciva.
[Fannie (Finnick/Annie); Cashico (Cashmere/Rico); Gliamma (Gloss/Fiamma); Jhale (Johanna/
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Cashmere, Finnick Odair, Gloss, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo
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Prologo

 

 

 

- Coraggio, Odair, non battere la fiacca! –

La voce di Mags, l’anziana allenatrice della squadra di nuoto della Capitol, gli giunse leggermente ovattata mentre tuffava nuovamente la testa sott’acqua e aumentava il numero e la rapidità delle bracciate.

Toccò il bordo con la punta delle dita, riemergendo e prendendo una generosa boccata d’ossigeno.

La squadra si allenava tre volte a settimana, dalle cinque alle sette, ma lui aveva sempre avuto l’abitudine di arrivare a scuola prima ogni mattina per dedicarsi a un breve allenamento extra. Era per questo che spesso crollava a dormire sui banchi. Era all’ultimo anno e avrebbe dovuto dedicarsi allo studio per la domanda d’ammissione a un buon college, ma sapeva già quale sarebbe stato il suo futuro: il nuoto.

Era un talento nato, glielo ripetevano dall’età di tre anni.

- Com’era? – chiese, quando ebbe recuperato abbastanza fiato e fu certo di non boccheggiare come un pesce fuor d’acqua.

- Non male – ammise Mags, sorridendogli.

L’aveva preso sotto la sua ala protettiva da quando, al primo anno, aveva visto cosa fosse in grado di fare in acqua. Era un incrocio tra una nonna e una mamma: amorevole e autoritaria al tempo stesso.

- Va’ a farti una doccia e preparati per le lezioni – aggiunse poi, affibbiandogli un buffetto mentre le passava accanto gocciolando sul pavimento.

- Sissignora – rise, accennando un beffardo saluto militare.

La vide alzare gli occhi al cielo, ma dal luccichio che le illuminava lo sguardo si capiva che si stesse sforzando di non scoppiare a ridere a sua volta.

Aveva appena tolto la cuffia e stava per entrare nello spogliatoio quando la vide. Era piccola di statura ed esile, ma decisamente ben fatta; una spruzzata di lentiggini chiarissime le adornava il naso e gli zigomi, incorniciati da una massa di capelli di un castano tendente al mogano. Gli occhi erano verdi, di una sfumatura un po’ più chiara rispetto alle sue brillanti iridi verdemare. Una nuova arrivata, stabilì all’istante, altrimenti non gli sarebbe certo sfuggita.

Stava venendo verso di lui.

Si appoggiò allo stipite della porta con nonchalance, contraendo all’istante gli addominali. Era perfettamente consapevole dell’effetto che aveva sulle ragazze, specialmente quando era mezzo nudo e completamente bagnato. Spesso, insieme a Gloss e Rico, aveva riso degli squittii estasiati che emettevano i membri del suo fan club.

- Ciao – disse, in uno sfoggio di perfetti denti candidi, - Posso esserti utile? –

La ragazza lo scrutò dalla testa ai piedi, ma non diede segno di essere particolarmente impressionata da ciò che aveva di fronte.

- Sto cercando la coach. Sai dirmi dove posso trovarla? –

Annuì, indicandogliela mentre risistemava l’attrezzatura.

- Comunque io sono Finnick. –

Le prese la mano, stringendola, prima che lei avesse anche solo il tempo di rispondere. Nel suo palmo appariva ancora più piccola e delicata di quanto non fosse il resto del corpo.

- Annie. –

Poi, notando che non accennava a lasciarla andare, inarcò un sopracciglio: - Finnick? –

- Sì? –

Sorrise di nuovo.

Ammiccamenti, muscoli e sorrisi: non c’era nessuno in grado di competere con lui in quel gioco.

- Mi stai gocciolando addosso, ti dispiacerebbe lasciarmi andare? –

Il sorriso si congelò sul suo volto.

Come?

Niente risatine vezzose né gote rosse per l’imbarazzo? Voleva semplicemente che si togliesse di torno?

- Certo. Posso fare qualcos’altro per te, Annie? –

- No, non direi – ribattè, scrollando le spalle e oltrepassandolo con somma noncuranza.

La vide avvicinarsi a Mags e parlottare con lei.

Quella ragazza aveva sicuramente qualcosa che non andava. Sbuffò, contrariato, ed entrò nello spogliatoio. Probabilmente aveva qualche grave danno cerebrale ... o magari era lesbica. Sì, quest’ultima era la risposta più probabile.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Cashmere diede l’ultima passata di smalto sulle unghie, osservando l’operato con aria critica.

- Troppo scuro? –

Fiamma mise via il telefono, studiando le unghie color petrolio dell’amica.

- Non direi, ti sta bene. Leggi un po’ qui – aggiunse poi, mettendole sotto gli occhi una conversazione su whatsapp.

Le bastò il primo scambio di messaggi per capire ciò che già sapeva da circa due anni: aveva discusso con Callum.

- Sai cosa sto per dirti, vero? –

Fiamma sbuffò, ravviandosi un’onda corvina con un gesto di stizza.

- Che dovrei lasciar perdere Callum come mi hai ripetuto migliaia di volte in questi due anni? –

- Esatto. E magari concentrarti su qualcun altro. –

- Tipo? – chiese, scettica.

Cashmere sorrise con l’aria di chi la sapeva lunga. La verità era che, fin da quando si erano conosciute all’età di cinque anni, aveva segretamente sperato che lei e Gloss si mettessero insieme. Peccato solo che sembrava che la coppia dei suoi sogni non ne volesse sapere.

- Beh, magari biondo e con gli occhi verdi … muscoloso, intelligente. –

- Sai, per un attimo ho pensato che ti riferissi a tuo fratello. Poi hai detto intelligente, quindi ho capito che non poteva trattarsi di lui – ribattè, ironica.

La bionda le fece la linguaccia e fece per replicare, ma l’ingresso della professoressa Strongold gelò l’allegria dei presenti.

- Cavendish e Bellin, via cellulare e smalti. Tutti gli altri, silenzio e mettetevi seduti. –

Enobaria Strongold insegnava matematica e fisica da appena una manciata d’anni, ma sebbene avesse poco più di trent’anni era capace di ottenere assoluta attenzione dai suoi allievi. Il fatto che la maggior parte di loro fosse terrorizzata dalla sua apparente incapacità di provare emozioni umane era la chiave del suo successo.

- Ne parliamo dopo – sillabò silenziosamente Cashmere, recuperando quaderno e penna per prendere appunti.

Erano immersi nella spiegazione dell’equazioni quadratiche quando la porta venne aperta con timidezza. C’era una ragazza che dimostrava molto meno dei suoi diciassette anni e che osservava la professoressa Strongold come chiunque altro avrebbe guardato uno squalo in procinto di attaccarlo.

- Buongiorno, professoressa Strongold, sono Annie Cresta. Sono nuova e mi scuso per il ritardo, ma … -

- Non voglio sapere la storia della tua vita, Cresta. Prendi posto e fai silenzio – la zittì.

Annie scivolò sulla sedia davanti al banco di Cashmere e Fiamma, apparentemente intimorita.

- Non farci caso, la Strongold sembra sempre sul punto di mangiare qualcuno, non é nulla di personale – si chinò a sussurrarle Fiamma.

- Bellin, ti ho sentita! –

- Ecco, appunto. –

Cashmere le diede una gomitata, soffocando una risata, e lanciò un’occhiata contrariata alle calze bianche della nuova arrivata e alla gonna della divisa che le arrivava sotto al ginocchio.

- Dobbiamo proprio darti qualche dritta, Annie, se vuoi sopravvivere qui dentro. Oggi pranzi con noi e vediamo un po’ come organizzarci per darti una … rimodernata –

- Insomma, basta! Cavendish, Bellin e Cresta, fuori dall’aula! –

Annie fece per replicare, evidentemente intenzionata a difendersi visto che non aveva aperto minimamente la bocca, ma venne afferrata per le braccia dalle due ragazze e trascinata via con loro.

Una volta fuori, sgranò gli occhi vedendo Fiamma estrarre una sigaretta da un pacchetto stropicciato di Marlboro light e incamminarsi risolutamente verso il bagno delle ragazze. Fece scattare l’accendino e prese un lungo tiro chiudendo gli occhi. Cashmere era appoggiata alla parete e di tanto in tanto gettava occhiate verso l’ingresso per avvertirla in caso arrivasse qualche professore.

- Allora, Annie, da che scuola vieni? – chiese, studiando le unghie fresche di manicure e giocherellando allo stesso tempo con la sigaretta stretta tra le dita affusolate.

- Saint Patrick’s Academy. –

Cashmere arricciò il naso, disgustata, nel sentir nominare quella scuola per giovani signorine snob. Sua madre l’aveva minacciata spesso di mandarla in quella specie di convento esclusivamente femminile, ma aveva sempre schivato quell’infausto evento con la complicità di Gloss e di suo padre.

- E come mai sei qui? Ti hanno cacciata? –

Scosse la testa.

- Ho sentito che la vostra squadra di nuoto é la migliore dello stato. Dovevo venire qui se volevo sperare in una borsa al college per meriti sportivi. –

- Ah, un’altra fanatica del nuoto. Dovresti conoscere Finnick, non fa che parlare di competizioni – sbuffò.

- Competizioni e ragazze – precisò Fiamma, aspirando l’ultimo tiro e gettando il mozzicone nel water più vicino con una schicchera perfetta.

- Credo di averlo già conosciuto. Alto più o meno così -, indicò un punto una ventina di centimetri sopra la sua testa, - Capelli color oro zecchino e occhi verdi? –

Annuirono all’unisono.

- È il capitano della squadra maschile e … beh, ha una considerazione piuttosto elevata di sé. Cash ci é uscita una volta, al primo anno, ma non faceva altro che parlare di sé. –

- Non potevamo andare d’accordo -, concordò, - Visto che il mio argomento di conversazione preferito é me stessa. –

- Sì, l’ho trovato abbastanza arrogante – convenne Annie, ripensando al modo in cui ci aveva ostentatamente provato con lei. La qual cosa era stata a dir poco ridicola visto che non la conosceva minimamente.

 - Comunque non é un cattivo ragazzo – aggiunse in fretta Fiamma.

- Chi non é cattivo? – intervenne una voce femminile.

Nel bagno aveva appena fatto il suo ingresso la ragazza più esagitata dell’intero istituto, nonché migliore amica del suddetto mr arroganza: Johanna Mason.

- Finn. –

- Ah. Sì, é un puttano ma non é cattivo – convenne, ghignando divertita.

Poi lanciò un’occhiata penetrante all’indirizzo di Annie, scrutandola dalla testa ai piedi.

- Tu sei Annie, giusto? La nuova ragazza lesbica? –

Annie sgranò gli occhi, incredula.

- Come, scusa? –

- Ehy –, disse Johanna mentre accendeva a sua volta una sigaretta, - Guarda che io non giudico mica, ognuno ha i suoi gusti. –

Fiamma e Cashmere annuirono, un sorriso rassicurante dipinto sul volto ciascuna.

- Io non sono lesbica. Si può sapere chi ha detto un’assurdità simile? – sbottò.

- Finnick – replicò, buttando fuori il fumo.

- Io lo ammazzo – decretò, oltrepassando il terzetto e marciando risoluta lungo il corridoio.

Quell’idiota aveva pensato che, visto che non l’aveva degnato della minima considerazione, fosse lesbica? Ma si poteva essere più egocentrici e narcisisti di così?

Trovò l’idiota, nemmeno a farlo apposta, a una decina di metri dal bagno. Era accompagnato da un ragazzo biondo e da uno moro, rispettivamente incredibilmente simili a Cashmere e Fiamma.

Lo affrontò di petto, puntandogli contro un dito con l’espressione più minacciosa del suo repertorio.

- Si può sapere che problemi hai? – lo aggredì.

Finnick inarcò un sopracciglio, perplesso. – Come, scusa? –

Buffo, proprio ciò che aveva detto lei a Johanna poco prima.

- Per quale diavolo di motivo vai in giro a dire che sono lesbica? –

- Perché, volevi che rimanesse un segreto? Guarda che non c’è nulla di male … -

- Lo so che non c’è nulla di male, razza d’idiota, se io fossi lesbica. –

Il moro guardò prima verso l’amico e poi verso di lei, un sorriso divertito a increspargli le labbra. Sembrava essere l’unico ad aver capito davvero come stessero le cose. – Finn, tu credi che sia lesbica perché non é interessata a te? –

Annuì lentamente.

- Sei un coglione – stabilì, piegandosi in due dalle risate.

- Un grandissimo coglione – precisò Annie, piccata, continuando a guardarlo con aria minacciosa, - E, per inciso, non sei affatto il mio tipo, Odair – concluse, voltandogli le spalle e ripercorrendo la strada fino al bagno delle ragazze dove l’aspettava il terzetto.

La voce del biondo, Gloss come le disse in seguito Cashmere, accompagnò la sua camminata: – Questo, amico mio, é un signor due di picche. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Era da un bel po’ che avevo in mente di scrivere un’ AU su Hunger Games con i miei personaggi preferiti (e un paio di OC), ma non avevo mai tempo. Oggi, alla fine, mi sono decisa a metterla per iscritto e spero che vi piaccia e vogliate lasciarmi una recensioncina per farmi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

  
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