Disclaimer: Supernatural e i personaggi non mi appartengono, sono di proprietà di Eric Kripke, Warner Bros Studios e tutti coloro che ne detengono i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 
 
 
A fine giornata, Dean si è quasi dimenticato di aver lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica di Castiel – « Cas… Sono Dean. Volevo… Mmh… Richiamami. » –, una volta tornato dalla sua chiacchierata fin troppo amichevole con Crowley – seduto in un bar con il Re dell’Inferno a parlare del concetto di famiglia, stanno davvero invecchiando.
O magari non se n’è dimenticato proprio per niente, visto che ha tenuto il telefono a portata di mano per tutto il tempo e, quando lo ha sentito vibrare e la scritta “Cas” è comparsa sul display, si è andato a chiudere in camera prima di rispondere.
« Cas? » chiede. E chi vuoi che sia, imbecille?
« Dean. »
Cazzo, è bello sentirti.
« Ehi, amico… Mmh… Come va? »
Non sa neppure come mai lo avesse chiamato, forse perché aveva davvero bisogno di sentirlo: è da troppo tempo che, per un motivo o per l’altro, non lo vede e quella giornata piena, per di più trascorsa senza Sam che se n’è andato a fare chissà che cosa – col cavolo che si beve la storia del film francese: non si mente a un bugiardo, soprattutto se questo bugiardo è tuo fratello e ti sta alle calcagna da quando eri in fasce –, lo ha semplicemente lasciato con un forte bisogno di parlargli – Sembri una ragazzina, dovrai cominciare a farti chiamare “Deanna”, se continui così.
« Bene. »
C’è qualcosa che non va nella voce di Castiel. Non saprebbe dire esattamente che cosa, ma riesce a individuare una nota stridente in quelle poche lettere.
« Tu come stai? » gli chiede a sua volta l’angelo.
« Bene. » risponde automaticamente Dean. Riesce quasi a sentire lo sguardo penetrante di Castiel attraverso il telefono. « Male. – rettifica – Non lo so, a essere sincero. Diciamo che me la cavo. »
« Il Marchio ti sta dando problemi? »
« Nulla di ingestibile. »
« Dean– »
« Sul serio. »
Una pausa.
« Ho catturato Metatron. »
Dean sente il respiro morirgli in gola e la voglia di imprecare farsi impellente. Ma perché deve essere così stupido – devono, probabilmente anche Sam è coinvolto, conoscendolo – da tirare fuori di prigione un bastardo del genere nella vaga speranza di poter salvare lui? Maledizione.
« Cas– »
« È inoffensivo. » si difende Castiel. « Gli ho portato via la Grazia. »
Dean sospira.
« Non sa nulla del Marchio. » dice l’angelo, con tono di profondo dispiacere. Dean non si sente schiacciato quanto dovrebbe da quella rivelazione. « Ci stava solo prendendo in giro, il bastardo. »
« Okay. » Wow, potresti anche sforzarti un po’ di più.
« Però dice che può ridarmi la mia Grazia. »
« Davvero? » scatta Dean, ma la gioia svanisce nell’istante in cui un dubbio si fa strada nella sua mente. « Magari sta mentendo. »
« Posso sempre ucciderlo. » replica Castiel, senza scomporsi.
Dean sorride leggermente.
« Giusto. »
Una pausa.
« Devo andare. » dice Castiel. Suona dispiaciuto.
Dean annuisce, anche se nessuno può vederlo.
« Sì, certo. Ci sentiamo. »
« A presto, Dean. »
 
 
 
 
 
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Angolo autrice
Alloooora.
Intanto, questa storia si ispira a questo post su Tumblr. In realtà avevo una mezza idea del genere anche prima di trovare quel post e per non essere influenzata ho letto solo le prime righe, ma sempre meglio mettere i crediti. Questa è la prima Destiel (anche se a libera interpretazione) che pubblico, quindi mi auguro di non aver fatto un disastro ^^” La 10x17 era fantastica e ho adorato ogni minuto, ma Dean e Castiel non hanno interagito proprio per niente, quindi, dovevo assolutamente scrivere qualcosa, perché non possono stare ognuno per i fatti suoi, insomma.
Mmh, niente, spero di non aver incasinato le caratterizzazioni e che non mi siano sfuggiti errori di battitura, in ogni caso le critiche costruttive sono sempre ben accette.
Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, a presto! :)
 
PS: Il titolo è in inglese solo perché “Call me back” a mio parere suona meglio di “Richiamami”.