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Autore: effe_95    03/04/2015    4 recensioni
Questa è la storia di diciannove ragazzi, i ragazzi della 5 A.
Questa è la storia di diciannove ragazzi e del loro ultimo anno di liceo, del loro affacciarsi a quello che verrà dopo, alla vita. Questa è la storia di Ivan con i suoi tatuaggi , è la storia di Giasone con le sue stelle da contare, è la storia di Italia con se stessa da trovare. E' la storia di Catena e dei fantasmi da affrontare, è la storia di Oscar con mani invisibili da afferrare. E' la storia di Fiorenza e della sua verità, è la storia di Telemaco alla ricerca di un perché, è la storia di Igor e dei suoi silenzi, è la storia di Cristiano e della sua violenza. E' la storia di Zoe, la storia di Zosimo e della sua magia, è la storia di Enea e della sua Roma da costruire. E' la storia di Sonia con la sua indifferenza, è la storia di Romeo, che non ama Giulietta. E' la storia di Aleksej, che non è perfetto, la storia di Miki che non sa ancora vedere, è la storia di Gabriele, la storia di Lisandro, è la storia di Beatrice che deve ancora imparare a conoscersi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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I ragazzi della 5 A
 
2.Virgilio, Esame di Maturità, e Biondi Ribelli.
 
Settembre
 
Fiorenza D’Angelo respirava affannosamente e continuava a giocare con le dita, lanciando sguardi ansiosi alla porta dell’atrio, i suoi occhi neri balzavano da una parte all’altra con una velocità impressionante. Non riusciva a capire perché Telemaco ci mettesse così tanto tempo ad arrivare, solitamente era puntuale, forse non voleva vederla affatto? Non voleva nemmeno più guardarla? A quel punto, l’ansia iniziò a triplicarsi, e la giovane cominciò a tormentarsi i capelli corti e ramati, tagliati un po’ a caso in un’acconciatura ribelle.
Il viso pieno di lentiggini era solcato dalla preoccupazione, che stava cominciando a divorarla, ciò che era successo quell’estate, era stato tutto un malinteso enorme.
Fiorenza non vedeva l’ora di poter chiarire tutto e tornare con Telemaco, ma il biondo era diventato sfuggente. << Ehi, Fiore, se continui così perderai tutti i capelli >>
<< Ma perché non arriva? >> Domandò la ragazza dai capelli ramati alla sua migliore amica, Zoe Bassi, una sparuta giovane dal fisico esile, grandi occhi marroni, lunghissimi capelli biondi come il miele e labbra carnose.
<< Verrà di sicuro, sta calma! Avrà fatto un po’ di ritardo >> Commentò Zoe incrociando le braccia al petto, Fiorenza sbuffò pesantemente e appoggiò la schiena sulla parete appena ridipinta dell’atrio, quella accanto alla bacheca.
E fu in quell’esatto momento che Telemaco e Igor fecero ingresso nell’atrio, un po’ trafelati e affannati, ma con un bel sorriso sulle labbra.
Fiorenza saltò dal muro come una molla, ma le fu del tutto impossibile provare ad avvicinarsi, perché i due vennero accerchiati da tutti gli altri componenti della classe che li salutavano affettuosamente.
<< Igor! Che ci fai con quel libro in mano? Non è nemmeno cominciata la scuola! >>
Saltò su Zosimo Martino, la mascotte della 5 A, un ragazzo dai tratti fiabeschi, aveva le orecchie leggermente a sventola, i capelli mossi e neri come il carbone, gli occhi marroni che scrutavano sempre tutto con aria allegra, in classe era soprannominato “ Il folletto” perché quando rideva o parlava, o faceva qualunque altra cosa, sembrava essere uscito dal mondo delle favole. Sfilò con aria allegra il libro dalle mani di Igor e lo scrutò con aria pensierosa.
<< Ehi Enea, Igor sta leggendo il libro di un tizio che ha scritto su di te! >>
Commentò Zosimo, il diretto interessato, Enea Colombo, interruppe la conversazione nel quale era immerso, e spostò lo sguardo sul folletto con aria perplessa.
Enea era, attualmente, il ragazzo più bello di tutto il liceo.
Aveva i capelli con un taglio moderno, di un castano che andava molto sul biondo, gli occhi erano di un azzurro che si perdeva nel grigio, e il fisico prometteva solo bene.
Igor Testa tossì leggermente con il pugno sulla bocca, e con la calma per cui si contraddistingueva, riprese il libro.
<< Il tizio in questione sarebbe Virgilio. Colui che ha scritto l’Eneide >>
Quando Igor parlava, tutti tacevano, e anche quella volta accadde la stessa cosa.
<< Sai, Igor, non credo che Zosimo ricordi chi sia Virgilio >>
Commentò Enea, quello attuale, con un sorriso strano dipinto sulla faccia.
Quel teatrino comico-tragico venne interrotto dalla comparsa nell’atrio di Azzurra Lombardi, la preside dell’istituto, una donna sulla cinquantina che indossava sempre completi coloratissimi stile anni cinquanta- sessanta.
Era una donna allegra dai capelli bianchi tagliati in un caschetto perfetto, gli occhi azzurrissimi e le labbra sempre accompagnate dal rossetto rosso.
<< Buongiorno miei baldi giovani! Siete tutti attesi in teatro >>
Esclamò con voce squillante, indicando con la mano il corridoio che conduceva al teatro.
I ragazzi si mossero tutti contemporaneamente e senza nessun tipo di fretta.
Quando giunsero in teatro, le porte erano spalancate e tutti i professori sedevano dietro una lunga tavolata improvvisata. La 5 A occupò i primi posti sotto consiglio della preside, che con passo allegro andò ad accomodarsi accanto a tutti gli altri insegnanti.
<< Ecco, adesso ci faranno il solito discorso sull’ultimo anno, vero? >> Bisbigliò Giasone, dando una gomitata nel fianco dell’amico, Ivan lo guardò in cagnesco, tuttavia la sua rabbia svanì frettolosamente insieme a tutte le altre imprecazioni, perché Italia si mise seduta, causalmente, accanto a lui. << Ciao Ivan >>
Mormorò la ragazza sorridendo gentilmente, Ivan fece un saluto con la mano, ma non disse nulla, troppo imbarazzato. Accanto a Italia, Catena Greco non faceva altro che sistemarsi la cartella che non smetteva di cadergli dappertutto.
<< Catena, vuoi finirla di fare tutto questo baccano! >>
Commentò acida Sonia Castelli, seduta davanti a lei.
Sonia era la persona più antipatica della classe in assoluto, sorrideva raramente, solo per ciò che riguardava lei o trovava divertente, aveva i capelli neri e ricci che le arrivavano a metà della schiena, gli occhi erano verdi e sempre allungati ai lati dalla matita nera.
Catena arrossi vistosamente e lasciò andare immediatamente la cartella, che scivolò per terra frusciando lievemente sulle sue scarpe, Sonia le lanciò uno sguardo sprezzante, poi tornò a mostrarle le spalle.
<< Brutta antipatica! Spero che quest’anno passi in fretta solo per non rivedere la sua brutta faccia da arpia! >> Il commento acido di Italia lo sentirono solamente Catena e Ivan, poiché Sonia era troppo impegnata a sistemarsi i lunghi capelli neri.
<< Lasciala perdere Italia, sai quanto si sente bene se fa l’arpia. >>
La voce profonda di Romeo De Rosa le sfiorò l’ orecchio da dietro, Italia sobbalzò volgendo la testa di scatto verso il suo solito compagno di banco.
Romeo De Rosa era sempre stato un ragazzo particolare, sin dal primo anno di liceo, Italia e Catena non avevano potuto fare a meno di provare simpatia per lui, era sempre stato magrissimo e minuto, i vestiti sembravano cadergli di dosso.
Aveva gli occhi più verdi che avessero mai visto e i capelli più strani, erano tagliati cortissimi sul lato destro e lasciati lunghi sul lato sinistro con un bel ciuffo che gli ricadeva sulla fronte, inoltre, ne aveva cambiato così tante volte il colore, che attualmente risultavano tra un biondo miele e un castano cenere.
Italia, Romeo e Catena aveva legato fin da subito, e nonostante tutti e tre fossero particolarmente estrosi per motivi differenti, la loro amicizia durava da anni, accompagnata dai soliti tre banchi occupati esclusivamente da loro.
<< Ehi, ragazzi! >> La voce roca della professoressa di arte, Ada Vitale, li zittì tutti. La minuta donna dalla carnagione pallida, i capelli rossi e gli occhi marroni tossicchiò rumorosamente e si aggiustò i grossi occhiali sul naso, gli innumerevoli braccialetti che portava al polso tintinnarono armoniosamente con il movimento del braccio.
<< Non sono graziosi i nostri studenti? >> Commentò allegra la preside Lombardi, scrutandoli uno ad uno con gli occhi allegri. << Bene, Costantino, puoi cominciare a parlare>> Il giovane professore di greco e latino rivolse un caldo sorriso ai suoi allievi e si schiarì la voce, molte ragazze sospirarono emozionate.
Il professor Riva riscuoteva un gran successo tra le donne di tutto l’istituto, più del professore Francesco Scotti che insegnava matematica al quarto e al terzo classico A e B.
<< Salve ragazzi, spero che abbiate passato una bella estate perché quest’anno ci faremo un bel sederino quadrato >> Esordì il professor Riva sfregandosi le mani con entusiasmo, tra gli studenti serpeggiarono numerose lamentele, ma furono acquietate dall’isterica voce della professoressa di italiano, Gemma Cattaneo, un’arcigna donna sulla cinquantina con il naso a becco, le sopracciglia folte, i capelli bianchi e crespi come la testa di uno spaventapasseri e i baffi che si vedevano a chilometri di distanza.
<< Oh, smettetela di dare fiato a quelle belle boccucce che vi ritrovate! Quest’anno avete l’esame di maturità, quindi niente sconti >>
Gli studenti ammutolirono all’unisono, tutti terrorizzati dalla professoressa di italiano, Costantino Riva tossicchiò un po’ imbarazzato e scoccò un’occhiata strana alla sua collega più anziana.
<< Ehm … grazie mille Gemma. Allora ragazzi, come vi stavo accennando prima … >>
Il professore venne nuovamente interrotto dalla brusca apertura delle porte del teatro, tutte le teste si voltarono contemporaneamente verso la fonte del rumore.
Un ragazzo dalla carnagione pallida, gli occhi di diverse tonalità di azzurro e un disordinato ciuffo biondo sulla fronte, avanzò frettolosamente nella sala, facendo cadere più volte le cuffiette dell’iPod per terra e rischiando di inciampare altrettante volte.
Aleksej Yulianovich Ivanov si lasciò cadere sgraziatamente sulla prima sedia libera, mentre le guance accarezzate da pallide lentiggini si imporporavano di rosso.
<< Oh, il signor Ivanov ci ha finalmente onorato della sua presenza >> Commentò acido Andrea de Santis, il malefico professore di matematica e fisica, scrutando l’allievo ritardatario con i suoi freddi occhi verdi. Aleksej Ivanov si lasciò sprofondare ancora di più nella sedia, mentre si accorgeva di essersi seduto accanto alla ragazza sbagliata, Miki Giorgi.
Lei lo scrutò frettolosamente con quei suoi occhi azzurri, le guance le avvamparono in maniera pericolosa e spostò velocemente lo sguardo nascondendo la faccia tra i capelli castani. << Chiedo scusa >> Borbottò il ragazzo in direzione dei professori.
<< Bene! >> Esordì il professor Riva << Ci siamo tutti vero? Allora, ragazzi, quest’ anno abbiamo l’esame di maturità, come bene saprete …. >>



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Effe_95

Buon pomeriggio :)
Ho pensato, siccome ho già pronti sette capitoli, e siccome tra poco è Pasqua, oggi aggiorno.
E così eccomi qui con il secondo capitolo.
Abbiamo la "presentazione" di altri componenti della classe, e sebbene non tutti siano così simpatici, spero vi siano piaciuti. Come vi avevo già accennato nel primo capitolo, qui compare un personaggio già presente in un'altra mia storia, ovviamente originale, Aleksej. Ma per tutto quello che riguarda il suo personaggio, io sarò sempre molto chiara e spiegherò tutto da capo.
Grazie mille a tutte le persone che hanno letto e recensito il primo capitolo.
Grazie di cuore, alla prossima spero.
 
 
 
  
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