21/12/2008
5 recensioniIl seguente componimento presenta uno schema di rime proprio di un sonetto elisabettiano, seppur con qualche semplice imprecisione. Analizza la condizione dell'autore in relazione alle proprie aspirazioni in contrasto con la società che lo circonda.
Ringrazio Franz per avermi proposto la tematica trattata ed avermi nuovamente invitato alla scrittura.
Volto a ragion e ragionando meco
paio altro al pensier altrui comune,
ché se in questa io colgo acceso barlume,
ei miran alti schermi e flebile eco.
Sicché il genio ricerca il sublime
ed il grandioso che accrebbe la storia;
ritrova ristoro in questa memoria
il sentimento all'ideale affine.
Ma pur cresca astio nei cor' mortali
e giunga la buia coltre del dissenso,
pur si stagli all'orizzonte incenso
e si prestino al pianto nei dì fatali:
Vertute non ebbe altro signore
se non l'erede di espediente e onore.