Serie TV > The Big Bang Theory
Ricorda la storia  |      
Autore: Psycho_MudBlood    04/04/2015    6 recensioni
La baciò perchè sapeva che era l'unico modo per salvarsi. La respirò perchè era l'unica aria che avrebbe potuto saziare i suoi polmoni. Lei aveva da tempo accettato di diventare ciò che lui stesso era, e adesso lui doveva dare se stesso a lei. Glielo doveva.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





I'm only human 


"Ti prometto che sopporterò tutto, Sheldon", lo sguardo che Amy gli stava rivolgendo era colmo di comprensione, ma la ragazza non era riuscita a cancellare il velo di malinconia che oscurava le sue iridi verdi,"sopporterò tutto, finchè non ne avrò abbastanza".
Si era morsa il labbro inferiore sbattendo convulsamente le palpebre, come a cercare di impedire che le lacrime cristallizzassero in gocce sulle guance e, quando il naso aveva iniziato a pizzicarle, capì che non ce l'avrebbe fatta. 
Gettò un ultimo sguardo all'uomo che era in piedi accanto al bancone della cucina, spaesato e vistosamente confuso dalle sue parole. Aveva spalancato gli occhioni azzurri e sollevato le sopracciglia, era rimasto con la tazza del the ancora a mezz'aria, il lungo collo ritto in segno di attenzione. Gli rivolse un'unica breve occhiata prima di infilarsi la borsa in spalla e precipitarsi fuori dall'appartamento del suo ragazzo.
Sheldon vide Amy Farrah Fowler sparire nella tromba delle scale chiudendosi la porta alle spalle. Le sue chiacchiere avevano riempito la casa (e le sue povere orecchie) per molte ore, e adesso vi era solo il silenzio. Bevve un sorso dalla sua tazza.
Amy non avrebbe mai potuto averne abbastanza di lui, cosa cercava di dirgli? Si ritrovò a rimuginare sulla cripticità della neurobiologa, mentre con passo lento e misurato si avvicinava al suo posto sul divano per sprofondarvici. Era solo e affogava nel silenzio.
Forse le chiacchiere di Amy non erano la cosa peggiore che poteva capitargli.
Nelle ultime settimane il suo mondo era crollato mattone per mattone. L'abbandono della teoria delle stringhe, lo smarrimento che provava nell'essere stato privato del suo campo di ricerca che era ormai diventato una casa per lui, Leonard che era sempre più distante e distratto. Il mondo che lo circondava stava facendo la muta, e a lui non piaceva la nuova pelle che stava mostrando. Niente era come lui ricordava, e se quel mondo non assomigliava a quello che aveva imparato a conoscere ed apprezzare, allora non era il suo mondo.
Gli avevano rubato il mondo, la sua vita non gli apparteneva più.
E poi, c'era Amy che gli diceva che avrebbe sopportato tutto fino a che non ne avesse avuto abbastanza. Era lei quella di troppo, Sheldon non l'aveva pianificata nella bozza di mondo che si era costruito, ed ora che lei ci era entrata, minacciava di uscirne. 
Un altro mattone che crollava.
"Amy ha bisogno di te, come fai a non capirlo?". Una voce l'aveva distolto dai suoi pensieri. Si voltò di scatto in direzione della porta, corrucciò la fronte nel vedere Penny che faceva capolino con il suo caschetto biondo. Lo guardava con gli occhi luminosi, e l'espressione triste.
Sheldon Lee Cooper distolse lo sguardo con fare piccato, fissando gli occhi su un punto indefinito innanzi a lui. Non avrebbe risposto alle domande retoriche di una ragazza che, di relazioni, non doveva poi saperne molto, se era saltata da un ragazzo all'altro prima di trovare Leonard. Con che competenze veniva lì a giudicare i livelli empatici di un rinomato fisico teorico con due dottorati di ricerca? Lei non era nessuno.
"Tesoro", sussurò sedendosi accanto a lui sul divano, "lei è innamorata di te".
"Lo so, e lei sa che anche io lo sono", spillò meticoloso con arroganza, "le formalità sentimentali sono state chiarite, non ho mai trascurato e/o trasgredito la benchè minima clausola del nostro contratto, ho addirittura fattole alcune generose concessioni".
"Tu limiti l'amore che le dai", disse Penny stringendo le labbra in un smorfia di compassione.
Sheldon sbattè più volte le palpebre, voltandosi verso di lei con espressione interrogativa, "Come sarebbe?".
"Non le dai te stesso", lei fece spallucce.
Il ragazzo si ricompose tornando a fissare con sguardo assente il punto innanzi a lui. La tazza ormai dimenticata tra le mani, gli avambracci poggiati sulle ginocchia, i pensieri rivolti a Amy. Era davvero quello che le mancava? Ciò che avrebbe sopportato finchè non si fosse stancata? Lei voleva che lui le desse se stesso, altrimenti sarebbe andata via?
Sheldon era sempre stato a conoscenza delle pulsioni della sua ragazza, lei non aveva mai fatto mistero dell'attrazione che provava per lui, e lui aveva imparato a consapevolizzarsene. Ma non aveva mai immaginato che le sorti della loro relazione potessero mai dipendere dal rapporto sessuale, non pensava che per Amy la carnalità avesse più importanza dell'affinità mentale che li legava. Loro erano uguali, cosa c'era di più bello al mondo?
"Tesoro", continuò Penny, accotentandosi del suo silenzio e poggiandogli una mano sulla schiena per confortarlo, "Non è la cosa più importante in una relazione, ma quando manca è un problema. Amy si sente chiusa fuori".
"Ma stiamo sempre assieme, ogni attimo libero io voglio trascorrerlo con lei, e lei lo sa. Qualsiasi pensiero mi passi per la testa, lo dico a lei. Qualsiasi problema mi capiti, chiedo a lei consiglio. Qualsiasi dolore io provi, voglio che sia lei a consolarmi. Lei lo sa".
"Mettiamola così, adesso lei è la tua casa".
"Esatto".
"Però lei vuole essere te", Penny era stata esplicita, "Tu vuoi essere lei?".




Il mondo era troppo buio di notte. Troppo silenzioso, troppo abbandonato.
Sheldon Cooper camminava lento per le strade di Pasadena, con la testa che gli girava per i Long Island Ice Tea di Penny, la mente a pezzi per non riuscire a capire il mondo che lo circondava e il cuore stanco di non essere mai accontentato.
Lui amava Amy.
Si trascinò su per le scale che portavano all'appartamento della sua ragazza e si fermò innanzi alla sua porta. Toc, toc, toc. "Amy?".
La testa gli girava vorticosamente, e aveva gli occhi appannati. Toc, toc, toc. "Amy?".
Il suo mondo stava scivolando via, e lui doveva conservare ciò che teneva insieme i pezzi del suo essere. Anche se stava perdendo il suo mondo, non voleva perdere se stesso. Toc, toc, toc. "Amy?".
La porta si aprì mostrandogli una ragazza bassina dai lisci capelli castani e due occhi verdi nascosti dietro la montatura di un paio di occhiali. Amy vide uno Sheldon ubriaco appoggiato con il gomito allo stipite della porta, il pugno ancora in aria per aver bussato, e l'espressione vuota che si aprì in un sorriso a trentadue denti quando la vide comparire dietro la porta.
"Buonasera Sheldon", disse lei semplicemente. 
"Posso farlo", biascicò lui, il gomito gli era scivolato dallo stipite nel tentativo di avvicinarsi a lei. Lo scossone parve riscuterlo, perchè si guardò un attimo intorno sbattendo le palpebre per focalizzare meglio dove si trovasse.
Amy lo afferrò sottobraccio, chiuse la porta alle sue spalle e lo accompagnò sul divano. Lo fissò per un istante indecisa se continuare la conversazione per sapere cosa gli dicesse la testa, oppure se semplicemente metterlo a dormire, data la sbornia palese che si era preso. "Cosa puoi fare?", optò per la prima.
"Amy", sospirò lui facendole gesto con una mano di sedersi accanto a lui e spostandosi leggermente per farle spazio. Lei seguì il suo invito.
Sheldon Lee Cooper era davvero in difficoltà. Poggiò gli avambracci sulle ginocchia, incavò e spalle e abbassò la testa fissando lo sguardo su un punto del pavimento tra i suoi piedi. La ragazza rimase composta in attesa che continuasse, senza interromperlo nè esortarlo: Sheldon parlava quando lui decideva che era il momento.
"Amy, sei la persona più simile a me che io abbia incontrato", disse senza muoversi. "Sei me, talmente identica che sono convinto che siamo la stessa persona".
Il cuore di Amy Farrah Fowler prese a battere così insistente che poteva sentirlo farle male in petto. Iniziò a tremare, le orecchie tappate dalla pressione del sangue che impazziva dentro di lei di confusione e incredulità. Non riuscì a dire nulla.
"Ho trattenuto il respiro e mi sono morso la lingua, ho smussato ii miei atteggiamenti perchè sapevo che tu lo volevi", lentamente voltò il viso verso di lei. Amy vide i suoi grandi occhi azzurri spalancati, le pupille dilatate per l'alcol ma il cipiglio fermo di chi è completo padrone di se stesso. Lo vide mordersi il labbro inferiore mentre distoglieva lo sguardo da lei per un secondo, giusto il tempo di raccoglierre i pensieri e scegliere le prossime parole. Poi tornò a guardarla.
"Ho finto sorrisi, ho forzato risate, ho danzato e ho recitato la parte del fidanzato innamorato perchè sapevo che era il modo in cui volevi essere amata". Il suo tono rasentava il rimprovero, e Amy abbassò lo sguardo. Era mortificata e lui lo notò, perchè le poggiò una mano sul ginocchio, quasi a volerla consolare: non era il rimprovero il suo scopo.
Ma lei sembrò non reggere il peso caldo della sua consolazione, e si sollevò di scatto allontanandosi da lui e da suoi ripetuti tentavi di amarla come lei chiedeva ma senza mai tradire se stesso. Non era questo ciò che lei voleva, e sapeva di non essere nel torto a chiedere di più. Però Sheldon era stato capace di farlo sembrare un crimine, e ora le offriva un perdono che non aveva ragione di essere concesso. Perchè le non faceva nulla di sbagliato.
"Amy io posso farlo", ripetè avvicinadosi alle sue spalle.
"Cosa puoi fare, Sheldon?", gridò lei esasperata, voltandosi verso di lui e sputando l'odio che le stava crescendo dentro. Perchè doveva sembrare che stesse concedendole qualcosa che non era obbligato a dare?
"Posso darti tutto me stesso", disse lui calmo e compassato, ritto in tutto il suo orgoglio e il mento sollevato sulla mediocrità dei sentimenti umani, "Posso essere il tuo tutto, Amy".
La ragazza ghiacciò. Lo fissò incerta su come interpretare quell'uomo così diverso dal mondo che conosceva ma così uguale a tutti quelli che lui stesso sprezzava, perchè, per quanto lo negasse disperatamente, anche lui aveva emozioni.
Shedon si sfilò la borsa e la abbandonò sul divano. Amy era rimasta ammutolita, non reagiva, a bocca aperta e occhi spalancati, non credeva a ciò che lui stava dicendo.
"Posso affrontarlo, Amy, se è questo che mi chiedi", sospirò barcollando verso di lei con passo malfermo. La ragazza si sollevò gli occhiali sul naso mentre retrocedeva senza accorgersene. "Come?", balbettò.
"Posso essere un ottimo robot, sai? Posso sollevare anche il peso del tuo mondo, se è questo ciò di cui hai bisogno", continuò lui avvicinandosi ulteriormente a lei.
Amy retrocedette di un altro passo, nella sua impercettibile e inconscia fuga dal ragazzo che amava, e provò una fitta di dolore alla spalla quando si scontrò contro l'armadio dietro di lei.
Sheldon fece un ultimo passo nel raggiungerla e si piegò su di lei. Si perse negli occhi verdi di Amy, pensò che sembrava spaventata ma non poteva esserne certo. Lui non sapeva leggere le emozioni della gente, perchè egli stesso non ne possedeva.
Accostò il suo viso a quello di Amy, sentiva il suo respiro accelerato, respirava affannosamente. Sfiorò con le labbra, senza mai poggiarle davvero, la sua guancia, e la sentì rabbrividire. Si morse il labbro inferiore e deglutì. Si accostò ulteriormente, facendo aderire il suo corpo a quello di lei, e la strinse a sè afferrandole i fianchi. Con le labbra, scorse leggero sulla guancia fino all'angolo delle labbra che lei aveva leggermente dischiuse mentre ancora lo guardava a occi spalancati, incredula e confusa.
"Sheldon?", riuscì a soffiare lei all'angolo delle labbra di lui.
"Posso farlo", si ripetè il ragazzo. Spostò le sue labbra sulle labbra di lei, sfiorandole senza farle davvero aderire. La sentì respirare profondamente, la sentiva rabbrividire contro il suo petto, irrigidirsi per la vicinanza dei corpi. Sentì il suo fiato sulle labbra, anche lui iniziò a respirare affannosamente. Strinse ancor di più le mani sui suoi fianchi e la attirò a sè schiacciandola contro l'armadio. Ormai non gli bastava più l'aria, sfiorava le sue labbra su quelle di Amy sorprendendosi a desiderarle con tutto se stesso.
Non riusciva a capire come, sospirò ancora una volta di desiderio e unì le loro labbra. La baciò come lei aveva sempre voluto e come lui non le aveva mai concesso. La baciò perchè aveva provato una profonda voglia di condividere con lei l'aria che sembrava non bastare a nessuno dei due. Premette le labbra con insistenza, intrufulò la lingua nella sua bocca e le chiese vorace di dargli di più, lei seguiva i suoi movimenti assaporandolo in ogni gesto mentre, per la prima volta, respiravano dalla stessa unica pancia.
Amy vide un nuovo Sheldon che, preda degli istinti e del desiderio che pensava di non poter provare, le poggiò una mano dietro la nuca per stringerla verso di sè mentre con l'altro braccio le cingeva la vita. Aveva iniziato a premere ritmicamente il bacino contro di lei mentre non accennava ad abbandonare quel bacio che sembrava averli fatti respirare davvero solo allora per la prima volta.
D'improvviso lui si fermò.
Si allontanò leggermente da lei abbassando lo sguardo affinchè lei non lo vedesse. Tremava, ma non cessava di stringerla.
"Shedon, che c'è?", gli chiese Amy avvolgendogli le braccia al collo e piegando il viso di lato per poter riuscire a guardarlo negli occhi. Ma non ce ne fu bisogno, perchè lui sollevè gli occhi su di lei senza che lei glielo chiedesse.
Piangeva.
Gli occhi arrossati portavano un velo di umida sconfitta che aveva iniziato a rotolare silenziosa sulle guance sottoforma di calde lacrime.
"Sono solo un umano, Amy", singhiozzò.
"Tu sei l'uomo più straordinario che chiunque possa conoscere Sheldon", lo contraddisse lei abbracciandolo, ma lui la allontanò.
"No, sono come qualsiasi altro umano, sono solo questo", gridò arretrando di qualche passo per mostrarle ciò che lo rendeva solo umano. 
La sua erezione gli sollevava i pantaloni sul davanti, dimostrava quanto lui fosse in torto, quanto lui fosse uguale a chiunque altro nel mondo, quanto lui potesse amare e desiderare una donna tanto da accettare di essere umano. Solo un umano.
Amy lo vide ritto innanzi a lei, eccitato mentre le lacrime scendevano lente e traditrici sulle guance. Lui forse non si era neanche accorto di star piangendo, e non riusciva a rendersi conto di quanto quelle lacrime lo rendessero straordinario nella sua umanità.
Il suo mondo era crollato mattone a mattone, glielo aveva confessato una sera che le aveva insolitamente concesso delle coccole sul divano. Il suo mondo perdeva pezzi ed ora anche lui si stava frantumando davanti ai suoi occhi. Poteva mai immaginare che Sheldon Cooper fosse così triste?
"Sheldon, sei un umano anche tu. Ma non è una cosa negativa", gli disse lentamente mentre gli si avvicinava abbracciandolo ancora una volta, "sei umano e sanguini quando cadi".
Lui la strinse a sua volta, forte, quasi volesse disperatamente aggrapparvisi.
"Sei umano, Sheldon, e puoi schiantarti e frantumarti".
Lei lo strinse, lui la strinse ancor di più, lei era lui e lui non voleva perdere se stesso. Poteva perdere il mondo, ma lei non doveva perderla. Lei era sua.
La baciò perchè sapeva che era l'unico modo per salvarsi. La respirò perchè era l'unica aria che avrebbe potuto saziare i suoi polmoni. Lei aveva da tempo accettato di diventare ciò che lui stesso era, e adesso lui doveva dare se stesso a lei. Glielo doveva.
"Sono solo umano", le disse sulle labbra, tronando a far aderire i loro corpi e accendendo ulteriormente la sua eccitazione, "Quando il mondo mi fa a pezzi, tu riesci a rimettermi insieme. Ma quando sei tu a farmi a pezzi? Le tue parole nella mente fanno male".
Lei aprì gli occhi per guardarlo, senza però smettere di baciarlo. "Io non voglio farti male".
"Allora non stancarti mai di me. Non sopportarmi fino a che non ne avrai abbastanza", la supplicò mentre le baciava il collo e la spingeva in camera da letto.
"Sei il mio tutto, non posso rinunciare a tutto. Come vivrei?".
"Amami, Amy Farrah Fowler", la supplicò tra le labbra mentre le sollevava il maglione.
Mentre gli slacciava i pantaloni, lei confessò, "Ti amo, Sheldon Cooper".




https://youtu.be/vKlbfsFtovk Questo è il video che mi ha ispirata. Spero vi piaccia. Recensite così, riscontrando le vostre opinioni, avrò più materiale per poter tornare a postare su questo fandom :) A presto, xoxo

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: Psycho_MudBlood