Emma appoggiò il telefono sul letto, uscì dalla camera da letto,passò davanti ai suoi genitori che stavano facendo allegramente colazione e diligentemente senza mostrare nessun segno di cedimento prese la giacca rossa appoggiata a una sedia, li salutò e si chiuse la porta di casa alle spalle. Appena fuori crollò per terra contro al muro, calde lacrime le rigavano silenziosamente il viso.

"Com era potuto succedere?" Si chiedeva.

 

Lei e Regina stavano insieme da ormai più di due anni, era cominciato in un lampo: prima la passione travolgente, poi l'innamoramento e ora, ora avevano cominciato a confrontarsi sulle vere questioni di coppia e prima erano cominciati i litigi poi Emma aveva cominciato a sentire scivolare la loro storia dalle mani e non sapeva come fermare la cosa. 

 

Si rimise in piedi e appena fuori dal portone di casa sentì l'aria gelida e il forte vento tagliarle la pelle, pensò che avrebbe voluto provare di più che quel male non bastava. Cercando di allontanare questi pensieri appartenenti a un'Emma del passato che non voleva far tornare, si diresse da Granny's dove ordino' qualche shot di rum.

A ogni bevuta sentiva lo stomaco prendere fuoco me neanche questo riusciva a superare il vuoto che aveva dentro. 

Si ricordava ancora l'ultima conversazione telefonica avuta con Regina:

"Non so cosa fare Emma, non posso diventare quella che tu vuoi che io diventi, ora scusa, sono piena di lavoro, a dopo."

Non aveva neanche avuto il tempo di rispondere che Regina aveva riattaccato, era già da giorni che la evitava in questo modo.

Lo sceriffo voleva solo che si aprisse un pò di più con lei, che si aprisse come stava facendo lei ma continuava a ricevere dei no e degli sguardi pieni di rabbia. 

Voleva solo vedere Regina e stringerla e farle capire che tutto era superabile insieme, che si poteva trovare un compromesso, ma Regina non si faceva avvicinare ne' fisicamente ne' mentalmente e lei non sapeva più cos altro fare se non girare per la città come uno zombie e sfoderare falsi sorrisi quando incontrava qualsiasi altro concittadino. 

Quella sera,come ormai altre sere, andò sul molo a pensare; questa volta però si era portata dietro una bottiglia intera di Rum.

Senza neanche rendersene conto si trovo' con la bottiglia in mano vuota davanti alla porta di Mifflin Street. 

Cominciò a bussare energicamente fino a che una Regina non tanto in forma arrivò ad aprire.

"Emm.."

"Ora mi ascolti Regina, io ti odio perché mi allontani, ti odio perché mi eviti, ti odio perché dici che non basta più l'amore che proviamo l'una per l'altra, ti odio perché mi stai abbandonando..

Ma ti amo perché non ho mai amato nessuno come amo te, perché di fianco a me al mattino non voglio vedere nessun altro, perché il solo pensiero di un altro viso mi crea un senso di nausea tremendo, perché quando la sera sto per addormentarmi e la mattina quando mi sveglio io voglio sentire te, perché quando sto male e sono triste tu sei la prima che voglio sentire, quindi ti prego amami e non mi lasciare perché io non voglio stare più neanche un secondo senza di te."

Le guance di Regina erano rigate da grosse lacrime, come se le avesse trattenute per troppo tempo. 

In meno di un secondo scese i due scalini che la separavano da Emma e l'abbracciò come se non volesse più lasciarla.

"Non ti lascio Emma, ti amo e ce la faremo insieme."

Si baciarono dolcemente ma con passione, mai nessun bacio aveva avuto un sapore così agrodolce.