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Autore: theoreogal    04/04/2015    4 recensioni
Leah è rumorosa, colorata, ma da quando scopre che le cose non sono davvero come lei crede vuole solo un attimo di silenzio e un mondo bianco, per ricominciare, per cambiare.
Luke non parla spesso, o meglio, non riesce a dire le cose, preferisce scherzarci su oppure cantarle, e le nasconde insieme a vecchi errori e ricordi da dimenticare sotto pennellate di nero.
Nessuno dei due vuole conoscere l'altro, tanto meno essergli amico, ma c'è qualcosa che non permette loro di allontanarsi, che li unisce: la musica.
Perchè in qualche modo le parole che Luke non riesce a dire sono proprio quelle che Leah scrive e il silenzio che cerca Leah sta negli accordi che suona Luke.
Ma anche la musica ad un certo punto finisce, o forse no?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The party. // Prima Parte
 









Mi chiamo Leah. 
A dire la verità mi chiamo Eleanor, ma nessuno, nemmeno mio padre, mi chiama così: per tutti sono Leah Porter.
Ho diciassette anni e, mentre i miei genitori presentano i loro prodotti e fanno il giro delle aziende di famiglia per tutta l'America, io studio a Sydney, in un college pieno di ricchi snob che vengono da tutte le parti del mondo, e condivido un piccolo appartamento con la mia migliore amica, Zoe Evans.
Ora che è terminata la parte noiosa, posso iniziare a raccontare questa storia che inizia in un normale venerdì sera.
 




 
- Zoe, puoi per piacere tenere i tuoi reggiseni e le tue mutande usate nella tua camera e non venire a disseminarle in camera mia? - urlai esasperata alla coinquilina più disordinata e pigra del mondo, che in quel momento era distesa sul mio letto a leggere una vecchia copia di Cosmopolitan. 
- Non li sto disseminando, te li sto prestando, - mugugnò, sfogliando le pagine e leggendo solo qualche parola qua e là. 
- E cosa dovrei farci con delle mutande usate e dei reggiseni più imbottiti di un paio di cuscini? - chiesi infastidita, voltandomi a guardarla. 
- Prima di tutto, non sono usate, sono solo spiegazzate. Secondo, NON È COLPA MIA SE MADRE NATURA NON MI HA DOTATO DI DUE BOCCE GIGANTESCHE E... - 
- D'accordo, d'accordo, stavo scherzando Zoe! Poi hai un seno normalissimo, non dovresti preoccuparti di queste cose, - sbuffai, ripetendo per la milionesima volta la stessa frase. 
- Sei davvero una gran bugiarda, Leah Porter. Comunque fammi un favore e mettiti della lingerie decente stasera e non il solito completo di cotone. - ammiccò, indicandomi di nuovo la...lingerie? Avrei detto che fosse una nuova trappola per ragni, da quanto era spiegazzata e piena di fili e pizzi.
- Il piano non prevede portarsi a letto qualcuno, lo sai, - la incenerì con un'occhiata e aprii l'armadio, cercando un vestito adatto.
- Prevede che il tuo ex ragazzo si mangi le mani per averti tradita con una sgualdrinella quindi si, bisogna che tu vada a letto con qualcuno, e che ci faccia del gran sesso. - affermò, e sobbalzai alle parole che aveva usato. Quella sgualdrinella altri non era che mia cugina di secondo grado, con cui avevo condiviso tutto ma, fino a qualche giorno fa, non anche Eric, il ragazzo con cui stavo insieme da un anno e mezzo, e la ferita che mi era stata inferta trovandoli avvinghiati sul divano non era per niente guarita, nemmeno di un poco.
- Perdonami, non volevo essere così cruda, ma hai una missione importante e la devi portare a termine nel migliore dei modi. - esclamò, afferrando una gruccia vuota e tirandomela in faccia.
- Voglio vedere la sofferenza nel viso di quello stronzo, - ringhiò, e non capii se lo stesse dicendo a me oppure a se stessa: in tal caso mi dovevo preparare, perché avrebbe avuto di sicuro in mente qualcosa che io non avrei mai fatto.

 
Un'ora e quarantacinque minuti dopo ci trovavamo già davanti alla porta di un amico del mio ex ragazzo, dietro alla quale c'erano fiumi di alcool e ragazze seminude: non avevamo bisogno di entrare per capirlo, dato che i rumori della festa si sentivano praticamente dall'isolato precedente. 
- Zoe...non credo di riuscire a farcela, - ammisi, sentendo lo stomaco contrarsi al pensiero di Eric che ballava con Christine. Le avrebbe afferrato i fianchi come faceva con me, quando voleva portarmi a forza nella pista? Le avrebbe premurosamente riempito il bicchiere? E peggio, l'avrebbe baciata, l'avrebbe accarezzata come baciava e accarezzava me? Scossi la testa, nauseata. 
- Devi. Mostra che quella testolina mora di tua cugina non vale neanche un penny in confronto a te: diventa la leonessa di una volta, Porter! - e, ringhiando scherzosamente, si attaccò al campanello.
- Credo che la porta si aperta, signorine, - disse da dietro di noi un ragazzo dalla carnagione appena scura, probabilmente di origini neozelandesi. 
- Ah, sì? Perché noi abbiamo provato a spingerla e... - un esclamazione vittoriosa mi fece capire che la porta era davvero aperta, e il ragazzo ammiccò. 
- Paura di rompersi un'unghia? - 
- Divertente, - bofonchiai, e un'istante dopo sparii nella massa di persone all'interno di...beh, chiamarla casa non era esattamente il termine adatto, e forse nemmeno villa lo era.
- Vado a prendere da bere, tu resta qui! - mi urlò Zoe nell'orecchio, e in un battibaleno l'avevo già persa di vista.
Con un sospiro appoggiai la schiena lasciata nuda dal top alla parete fredda e sentii immediatamente sollievo dalla tipica calura australiana. Zoe non sarebbe di certo arrivata tra poco e mi arresi a cercare con lo sguardo un possibile ragazzo che avrebbe potuto infastidire Eric: o meglio, cercavo Eric, e speravo più che mai di non trovarlo assieme a mia cugina. Fortunatamente prima di riuscire a trovarlo mi si parò davanti un volto simpatico. 
- Hey, - salutò, senza aggiungere altro.
- Ciao, - sorrisi cortesemente, osservando le profonde fossette e i ricci castani. Era sicuramente un bel ragazzo, anche più grande di me, e sarebbe andato bene per divertirsi abbastanza da concludere il piano. 
- Sono Ashton, il padrone di casa, - si presentò, e mi irrigidii all'istante.
- Non sono così ubriaco da non ricordarmi che non frequenti la nostra scuola, - 
- Ah sì? E come mai ne sei cosí sicuro? - dissi spavalda, pensando velocemente a una via di fuga. Proprio l'amico di Eric mi doveva capitare? Maledizione.
- Perché sono all'università e tu mi sembri proprio una ragazzina delle superiori. - sussurrò divertito.
- Ops, beccata, - cercai di ridacchiare, guardandomi intorno e notando che la maggior parte degli invitati frequentavano di sicuro l'università.
- E non mi sembra proprio di averti invitato qui, o sbaglio? - domandò di nuovo, mentre cominciavo ad arrossire e a chiamare mentalmente Zoe. 
- Avanti, Ash, mollala un po', - 
Un ragazzo, persino più alto del padrone di casa, era sbucato alle sue spalle e diamine, se era bello.
I capelli biondi erano acconciati all'insù e gli occhi azzurri facevano trasparire un magnetismo innegabile, senza contare il fatto che sembravano spogliarti non solo dei vestiti, ma anche di ogni sicurezza e capacità di formulare frasi di senso compiuto. 
- Luke, è minorenne, guardala, - sbottò irritato Ashton, mentre mi affrettavo a correggerlo.
- Ne ho compiuti da poco diciotto, - mentii, ma lui non sembrò credermi. 
- Sentito? - 
Perché non toglieva gli occhi da me? Anche mentre parlava con il suo amico, Luke non staccava gli occhi dai miei, facendomi sentire davvero a disagio. 
- Non voglio casini, - protestò un'ultima volta.
- Me ne occupo io. - lo assicurò il biondo, e con un sospiro stanco Ashton si allontanò. 
- Grazie, - gli dissi, e lui distolse lo sguardo, mugugnando una risposta. 
- Sono Leah, - mi feci coraggio e sorrisi, ma lui mi guardò di striscio, per poi tornare con gli occhi sulla pista da ballo.
- Vuoi ballare? - chiesi allora, mordendomi la lingua un secondo dopo quando vidi la sua espressione, dapprima sarcastica poi...
- Ascolta, ragazzina, faccio sempre entrare chiunque mi sembri disperato alle feste di Ashton, quindi non aspettarti che io sia stato colpito da te o cose simili, ti ho semplicemente fatto un favore e vedi di ricambiare non cacciandoti nei guai: non sono un babysitter. - e con queste parole se ne andò, lasciandomi a metà tra lo sbalordito e l'arrabbiato su quel muro che ormai non era più così fresco. 
Prima non mi stacca gli occhi di dosso e poi mi lascia cosí, come una bambina? In un secondo mi apparve chiaro che mi stavo comportando proprio in questo modo, come una bambina capricciosa. 
Mi aveva fatto un favore facendomi restare e oltre a ringraziarlo non dovevo fare altro. Presi nota mentale di farlo se l'avessi rivisto e mi sistemai meglio i pantaloncini, alzando lo sguardo proprio mentre Zoe tornava con due bicchieri. 
- Ci hai messo un po', eh? - 
- Scusa, ho dovuto inventare un po' di balle sul fatto di essere maggiorenne, - ridacchiò, e bevve un lungo sorso. 
- Ma ora, divertiamoci! - esclamò e mi tirò un braccio fino al salotto. 
- Già, divertiamoci... -












 




















































Holaaaaa!
Eccomi con la mia prima storia, buonsalve a tutte! 
Innanzitutto mi scuso per la lunghezza del capitolo: è corto corto corto corto corto ma vi giuro che nessun'altro capitolo sarà così corto :)
E poi parliamo un po' della storia: abbiamo Leah, tradita e ferita, che vive con questa Zoe eternamente in cruccio per le sue tette, e insieme a lei decide di "vendicarsi" del suo ex, quindi si infighetta per ben benino e va a caccia ad una festa, dove Luke la aiuta a restare. Niente di nuovo, lo so. Ma i due si conosceranno meglio grazie appunto alla musica, che giocherà un ruolo importante per entrambi. 
Non so bene cosa dire e cosa non dire tbh, come ho detto è la prima volta e non so come comportarmi ahahah
Mi farebbe davvero troppo piacere sentire cosa ne pensate, ve ne sarei eternamente grata visto che non sono neanche molto sicura se continuare a pubblicarla o no...
E per ultimo, mi piacerebbe anche passare da qualche vostra storia, sto ceracndo qualche bella storia a cui appassionarmi quindi le leggerò tutte se mi inviate il link!

Detto anche questo, grazie davvero se avete letto, un biscotto graaaandissimo per voi *heart emoji*
   
 
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