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Autore: unsorrisocomescudo    05/04/2015    1 recensioni
Tratto dalla storia:
Helen gli sorrise e si sporse verso di lui per stampargli un bacio sulla guancia.
Drew sentì un formicolio invadergli lo stomaco, ma lo ignorò.
Doveva ingorarlo.
«Ne parliamo meglio domani, va bene?» si assicurò Helen, prima di correre verso l’auto metallizzata che la attendeva all’inizio del vialetto.
Drew rimase a fissare l’auto allontanarsi fino a quando non scomparve oltre la siepe.
Non sapeva spiegarselo, eppure sentiva di aver appena perso Helen per sempre.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Drew se ne stava nella sua camera ad ascoltare la musica quando arrivò la lettera. 
Quella lettera che i suoi genitori avevano tanto aspettato, quella lettera che gli avrebbe consentito di studiare in uno dei migliori college in tutti gli Stati Uniti: Harvard.
Quella lettera che lui aveva sperato così ardentemente di non ricevere per settimane, era arrivata.
«Drew, per la misericordia di Dio, ce l’hai fatta!» esclamò sua madre, sul punto di una crisi di pianto.
Anche suo padre sembrava star per piangere, ma si trattenne.
Si limitò a posargli una mano sulla spalla e a dirgli quanto fosse fiero di lui.
Drew sorrise e li abbracciò. Erano così contenti e fieri del loro figliolo. Se solo avessero saputo che in realtà lui non voleva diventare un medico, che non voleva andare ad Harvard.
«E’ tutta la vita che aspetti questa lettera, figliolo, sono così contento per te» commentò ancora suo padre.
No, è tutta la vita che tu aspetti questa lettera, pensò.
Drew abbozzò un sorriso. «Grazie papà.»
Grazie, sì, ma ora preferirei buttarmi da un ponte piuttosto che star qui e compiacervi.
«Devi dirlo a Helen, sarà così contenta per te» disse sua madre.
Helen, certo. Come aveva fatto a dimenticarsi di lei?
E come avrebbe fatto a dirle che sarebbe andato ad Harvard, a migliaia di chilometri lontano da lei?
Forse l’avrebbe odiato, forse non avrebbe più voluto vederlo.
Che sciocco che era a pensarlo. Non era da Helen. Era troppo altruista per pensare a ciò che lei avrebbe voluto anche solo per più di un secondo.
Ma doveva dirglielo, ora che era stato ammesso non poteva più nasconderle un dettaglio così importante.
Perciò si armò di coraggio e saltò sulla vecchia mercedes del padre.
Il tragitto verso casa di Helen gli sembrò infinito, e sperava che lo fosse, così non avrebbe dovuto affrontarla.
Ma eccolo là, davanti al vialetto di una casa che conosceva quanto la sua. Una casa dove aveva trascorso parte della sua infanzia.
Drew fece un bel respiro, e suonò al campanello.
Judith, la madre di Helen, gli venne ad aprire qualche secondo più tardi.
«Drew, ma che sopresa vederti qui a quest’ora.»
La voce di Judith era strana, notò Drew. Sembrava preoccupata. Era successo qualcosa?
Si schiarì la voce, preso da un attacco di panico.
Cosa avrebbe detto a Helen?
Hey ciao, lo sai che due settimane fa ho fatto domanda ad Harvard? Già, beh, ora lo sai. Oh, e mi hanno anche accettato, quindi è probabile che non ci vedremo mai più. Ma dimmi, tu come stai? Novità?
No, doveva trovare le parole adatte.
«Ti chiamo Helen?» chiese premurosa la signora Miller.
Drew annuì, anche se titubante.
Pensa Drew, pensa.
«Helen, c’è Drew alla porta!»
Pensa più in fretta, Drew. Coraggio.
I passi dell’amica rieccheggiarono per tutta la casa.
E poi eccola, qualche secondo dopo.
Drew rimase senza parole per un istante. Era bellissima.
Indossava un abito nero, lungo fino alle caviglie ed aveva i lunghi capelli color carota legati in una morbida e ordinata coda di cavallo.
«Drew, hey, cosa ci fai qui?» la sua voce era vellutata e soave come sempre.
Drew dovette deglutire il groppo che gli si era formato in gola.
Che sciocco che era. Perchè la stava facendo tanto lunga?
«Sei...wow» commentò, non sapendo neanche da dove incominciare.
Helen rise e arrossì leggermente. 
«Grazie. Allora? Che sei venuto a fare?» La sua voce era gentile, ma aveva un chè di sbrigativo. Come se lui fosse capitato al momento sbagliato.
«Io devo...devo parlarti di una cosa» disse.
Sentiva i nervi a fior di pelle. Se solo gliel’avesse detto prima, ora non sarebbe stato così difficile, dannazione a lui!
«Drew, ora non ho molto tempo. Puoi aspettare fino a domani mattina?» chiese Helen. La sua voce era sempre così gentile ed educata. 
Drew scosse leggermente la testa. 
No, se non lo faceva ora, non ce l’avrebbe fatta più.
«Io...vado ad Harvard» sputò tutto d’un fiato, cogliendo l’amica di sorpresa.
Helen lo fissava confusa, non capiva di che stesse parlando.
«Ma di che parli? Non hai nemmeno fatto domanda» disse con un tono misto tra il divertito e il confuso.
Drew sospirò.
«Invece sì.»
Helen lo guardò. Uno sguardo intenso e carico di mille emozioni diverse.
«Perchè non me l’hai detto prima?» chiese. Una punta di amarezza nella sua voce.
Drew si fissò le scarpe. Non lo sapeva neanche lui il perchè.
«Ho avuto paura, credo» ammise.
Helen gli si avvicinò e posò una mano sopra la sua guancia, costringendolo al alzare lo sguardo.
«E di cosa? Di me?» ridacchiò con un sorriso vagamente triste.
Drew ricambiò il sorriso. Si sentiva finalmente svuotato da quel peso insopportabile. Ed Helen non sembrava neanche arrabbiata.
Forse aveva ingigantito troppo la faccenda.
«Io...non mi sentivo pronto. Non sono ancora pronto» farfugliò.
Per la prima volta in due settimane, stava dando voce ai suoi pensieri più nascosti.
Helen sospirò e prese a camminare.
«Facciamo due passi.» Non era una domanda.
Drew la seguì, attento a non inciampare in qualche radice scorticata.
«Tu andrai ad Harvard» disse, dopo qualche secondo di profondo silenzio, colmato soltanto dal rumore dei gufi.
«E non sei arrabbiata?» le chiese, prendendola per mano.
Helen ridacchiò. «Ovviamente no, sciocco.»
«Come potrei essere arrabbiata? Sono contenta per te, anzi! Avrei solo preferito se me l’avessi detto prima...» ammise.
Drew annuì, comprensivo.
«Hai ragione, avrei dovuto farlo. Ma non sapevo come...»
La sua voce era debole. Stava sussurrando e non se n’era neanche accorto.
«Nello stesso modo in cui l’hai fatto adesso.»
Drew scosse la testa. Helen era fantastica. Non solo non si era arrabbiata, ma era contenta per lui, l’avrebbe supportato come aveva fatto sempre in quei lunghi anni di amicizia.
Si sentiva davvero fortunato ad averla al suo fianco e sapeva che non sarebbe bastata Harvard a dividerli. Loro sarebbero stati amici per sempre, come i loro genitori prima di loro.
«Mi mancherai troppo» le confidò sottovoce, per non farsi sentire da nessun altro. Anche se non c’era nessuno, apparte loro due e qualche nano giardino.
Helen si fermò e lo avvolse con le sue morbidi braccia
Lo strinse a sè per qualche istante di troppo, facendo dubitare a Drew che quello fosse un normale e amichevole abbraccio tra amici.
Ma loro erano questo infondo, no?
«Anche tu, sciocco. Mi mancherai come l’aria» ammise, abbassando lo sguardo sul prato ancora bagnato dalla pioggia pomeridiana.
«Ma noi rimarremo sempre in contatto, no?» 
Helen ridacchiò. «Ovviamente. Non ti libererai così facilmente di me!» disse, dandogli un buffetto sul braccio.
Il rumore di pneumatici che provenivano dal vialetto attirò l’attenzione di Drew.
Helen si schiarì la voce. «Ora devo andare» disse.
Drew la guardò confuso. Il suo sguardo fece avanti e indietro da lei alla macchina un paio di volte, poi dedusse che aveva sempre avuto un pessimo tempismo.
«Oh certo, sì, scusami, tu stavi uscendo?» domandò, anche se conosceva già la risposta.
Helen annuì, improvvisamente in imbarazzo. E lei non era mai in imbarazzo con Drew.
«Già. Josh mi ha chiesto di uscire e io ho detto di sì.»
Drew fece una smorfia al sentir nominare Josh.
Quel ragazzo era sempre stato un tale idiota, e davvero non capiva come aveva fatto Helen ad avere una cotta per lui per quasi due anni.
«Oh, capisco. Allora, umh, ci vediamo domani?»
Helen gli sorrise e si sporse verso di lui per stampargli un bacio sulla guancia.
Drew sentì un formicolio invadergli lo stomaco, ma lo ignorò.
Doveva ingorarlo.
«Ne parliamo meglio domani, va bene?» si assicurò Helen, prima di correre verso l’auto metallizzata che la attendeva all’inizio del vialetto.
Drew rimase a fissare l’auto allontanarsi fino a quando non scomparve oltre la siepe.
Non sapeva spiegarselo, eppure sentiva di aver appena perso Helen per sempre.

 
Angolo autore:

Ciao a tutti! Questa è la mia prima one-shot. Non ne ho mai scritto una prima d'ora, ma mi è venuta in mente e così ho pensato di buttarla giù.
Spero vi sia piaciuta :*
Se vi va passate a dare un'occhiata alla storia che sto scrivendo, mi farebbe molto piacere.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3081346&i=1
 
  
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