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Autore: flawmitchie    05/04/2015    1 recensioni
Carter Smoak è una ragazza newyorkese con la testa fra le nuvole alla scoperta del suo bisogno di scappare che la tiene sveglia la notte.
Scott Hunter ha vent'anni ma frequenta ancora il liceo di Cloud Bay, per tutti è uno scansafatiche ma in realtà nessuno sa ció che realmente gli passa per la testa.
I loro destini si incontreranno e i due sentiranno il bisogno di appartenersi, per poi scoprire che stare insieme non è poi così facile...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo uno
 
Seduta su quel muretto vedevo adolescenti che si nascondevano dietro alle colonne per gustarsi una sigaretta cercando di non farsi scoprire dai professori, una ragazza seduta con le gambe incrociate su una panchina in preda a un pianto isterico mentre la sua amica tentava invano di consolarla, un ragazzo seduto a terra con le ginocchia al petto e la testa coperta da un cappuccio che teneva un libro aperto stretto fra le mani e una coppietta nascosta fra gli alberi, lontano dagli altri, il ragazzo stava fumando una sigaretta con un’espressione scocciata probabilmente per colpa della ragazza seduta sulle sue gambe che cercava di prendergliela sghignazzando.
Lui aveva i capelli castani e gli occhi grandi di un azzurro chiaro di quelli che sotto una diversa luce possono sembrare grigi, il labbro inferiore leggermente più carnoso di quello inferiore, era alto ed il suo fisico era atletico, mi fece pensare al mio ex ragazzo del liceo, il quale era molto simile a lui e, come questo, pareva più grande degli altri.
Michael Canavaugh era stato il mio ragazzo per due anni, prima che lo lasciassi per partire in cerca di un posto nuovo dove andare a vivere. Erano oramai passati sei mesi dall’ultima volta che l’avevo visto, quando mi aveva abbracciata in un modo nuovo, quasi fastidioso, così familiare ma altrettanto imbarazzante, e mi aveva augurato di essere felice. Sentivo quasi ancora le sue labbra stampate sulla mia guancia. Quando stavamo insieme lui non sopportava il mio bisogno di scappare, mi ripeteva sempre che ero fortunata a vivere nella grande mela, che ogni ragazza avrebbe desiderato essere al posto mio, ed io continuavo a ripetergli che non capiva, così lui puntava sui sensi di colpa e mi diceva che pensavo solo a me stessa, che non mi importava nulla di lui, che ero solo una ragazzina egoista alla quale non interessavano i sentimenti altrui, che era concentrata solo sui propri. Per quanta verità ci fosse in quelle parole non avevo mai ceduto al suo tono quasi lamentoso per cui lui ogni volta si arrendeva di fronte al mio silenzio che poteva durare giorni, finché non gli ho detto che partivo con la mia migliore amica Hayley per trovare un posto nuovo. Lei invece mi capiva, era reduce da una vita in giro per le città più caotiche degli Stati Uniti e tutto ciò che voleva era un po’ di pace.  A differenza dei miei, i suoi genitori erano indifferenti al suo desiderio di andarsene, forse perché erano abituati a vederla solo per poche ore alla settimana a causa del loro lavoro.
Dopo due mesi di ricerche eravamo capitate in questa minuscola cittadina non molto lontana da New Orleans dove una donna, i cui figli si erano trasferiti in città, non sapeva a chi lasciare il suo Cafè. E li ci siamo accorte che la nostra ricerca era terminata. Otto mesi dopo eravamo riuscite ad aprire il nostro Cafè insieme a mio fratello, il quale lasciava credere a mio padre di essere ancora in giro per lo stato in cerca di lavoro. Ogni tanto Clare, la vecchia proprietaria, passava a controllare come andassero i lavori dato che il locale aveva bisogno di serie riparazioni, ed ogni volta ci salutava con un grande sorriso avvertendoci ripetutamente di quanto fosse dura guadagnare la fiducia dei cittadini di Cloud Bay. Io non mi buttavo giù ed entravo ogni mattina a supervisionare i lavori con il sorriso stampato in viso. Ogni due giorni mi chiamava mia madre per avere notizie e si fingeva felice per me, mentre mio padre si faceva sentire una volta ogni due settimane con un tono infastidito solo per sapere se avevo sentito mio fratello, il quale aveva deciso di non chiamarlo, né di rispondere alle sue chiamate. Quella che era venuta persino a farmi visita era mia sorella, la figlia preferita da entrambi i miei genitori, colei che era andata all’università e si era persino trovata un buon posto di lavoro in un giornale a New York, così era vicina a casa e quindi sotto l’assoluto controllo di nostro padre; anche lei manteneva il segreto di Mark, il quale prima o poi avrebbe dovuto dire tutta la verità a papà, e lo sapeva, solo che io ero pronta ad assistere alla sua esecuzione sull’Empire State Building conoscendo mio padre.
Finalmente era arrivata la vigilia dell’inaugurazione del nostro Cafè, quindi tutto ciò di cui dovevamo preoccuparci era attirare la clientela della cittadina che sembrava ostile a noi poveri ragazzi di città, così io avevo avuto il compito di distribuire i volantini davanti al liceo ed Hayley nella piazza centrale, mentre mio fratello Mark era andato a chiedere agli altri commercianti se potevano distribuirli ai clienti.
Il ragazzo con la sigaretta in mano era rimasto da solo ed ora stava camminando avanti e indietro davanti all’entrata principale. Mi alzai e cominciai a camminare verso di lui con i volantini stretti fra le mani. 

 
  
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