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Autore: Krystaliaan    05/04/2015    1 recensioni
La parabola di due “amori”, propriamente una stuzzicante infatuazione e una relazione stabile, una fidanzata da amare. Gabriel segue la via della fedeltà senza però rinunciare a scivolare nell’oblio del piacere proibito. Una storia narrata “dall’esterno”, ma vivida e ricca di dettagli, come se a parlare fossero i personaggi stessi.
“Finivano sempre in un groviglio di gambe, biancheria e lenzuola bianche. Fare l’amore con lei era come un gioco malizioso, mai inficiato dalla noiosa abitudinarietà che caratterizza i rapporti coniugali.”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non l’aveva mai guardata in quel modo; si era sempre dimostrato interessato a lei senza però eccedere nell’esplicitare quanto la trovasse attraente e  di spirito, per quanto piccolina e un po’ ingenua. Acerba, sotto certi punti di vista; così si era infatti dimostrata.
Aveva innocentemente confessato quanto lo tentasse l’idea di lei, sinuosa ed esile figura, stesa sotto le sue lenzuola, nonostante fosse felicemente fidanzato. Annabelle, per tutta risposta, aveva urlato contro di lui tutto il suo disprezzo, impetuosa e furente, orgogliosa e testarda, velenosa e inviperita.
Che pretendeva quella bambolina? S’illudeva forse di poter competere, ai suoi occhi, con la sua ragazza? Nemmeno la conosceva bene; avrebbe dovuto invece sentirsi lusingata dalle sue attenzioni.
Nessuna gli avrebbe mai strappato via l’intesa che avevano raggiunto lui e Beatriz in quegli anni; avrebbe potuto definirla sua sorella. Una sorella parecchio sexy, sicuramente. Non c’era riso migliore di quello che prorompeva benevolo dalla bocca di lei quando, dopo aver dormito assieme come due innocenti angioletti, Gabriel si alzava e la guardava con un occhio semichiuso, infastidito dalla luce, e i capelli irrimediabilmente arruffati e spettinati.
 
-Tesoro mio sei assolutamente inguardabile!
 
Lo conosceva troppo bene; sapeva quanto ci tenesse all’integrità fisica, soprattutto ai lucidissimi capelli neri, e si divertiva a farlo imbestialire. Ci riusciva molto bene, infatti; peggio per lei, la punizione era sempre terribile.
 
-Oh ma davvero, Beatriz? Accidenti vorrà dire che…
 
Finivano sempre in un groviglio di gambe, biancheria e lenzuola bianche. Fare l’amore con lei era come un gioco malizioso, mai inficiato dalla noiosa abitudinarietà che caratterizza i rapporti coniugali. Per di più, nonostante lui fosse “inguardabile” la mattina, i baci di Beatriz erano carichi di fervore e le sue urla lussuriose (Oh, Gabriel!) riverberavano per tutto il pianerottolo. Si vede che tanto  antiestetico non doveva essere.
 
Era sempre stato un traditore seriale. Il sesso era irresistibile, un’attrazione alla quale non poteva sottrarsi. Gli bastavano un bel corpo e uno sguardo penetrante, abbinati, chiaramente, a un’intelligenza sopraffina, e già non riusciva a trattenersi; quella donna doveva essere sua. Non lo considerava nemmeno un male, del resto era naturale; quale essere umano non prova pulsioni per più persone in contemporanea? Inoltre, è noto come le passioni violente vadano soffocate del tutto o soddisfatte subito e Gabriel optava sempre per la seconda alternativa. Almeno, fino a quel momento.  Beatriz sembrava incarnare tutto ciò di cui necessitava; così bella e di successo, così libera e indomabile, eppure docile e gentile. Una donna navigata, con esperienze simili alle sue alle spalle e che condivideva con lui la stessa professione di violoncellista. Musicisti eccellenti, lui americano e lei spagnola, a casa si dilettavano a gareggiare scherzosamente tra loro con esibizioni virtuosistiche. Finivano sempre per pareggiare; non vi erano tra loro discrepanze significative, né nel suono né nella tecnica.   
Anche questo rendeva Beatriz speciale; navigavano insieme in un oceano di spartiti, in una casa sottosopra, da artisti. Forse era ora di sperimentare una vita vera, senza dilettevoli scappatelle. Beh, ci stava provando; e se ci fosse riuscito, sicuramente quella vita sarebbe stata con lei.
 
Effettivamente, Annabelle era l’imprevisto con cui non aveva ancora fatto i conti e che sapeva, prima o poi, di dover fronteggiare. Aveva però intenzione di resistere; quel pulcino dispettoso non gli avrebbe fatto cambiare idea, nemmeno con i suoi occhioni intriganti né con il suo sorrisetto malevolo. Non l’avrebbe sfiorata neanche con un dito.
 
 
   
 
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