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Autore: SniperShy    05/04/2015    1 recensioni
It's got to be my Destiny, because it's what my CutieMark is telling me.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Apple Bloom, Le sei protagoniste, Scootaloo, Sorpresa, Sweetie Belle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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It's got to be my destiny, 'cause it's what my Cutiemark it's telling me.
Non ero mai stato una cima in qualcosa in cui mi volessi applicare.
Ero semplicemente nella media di ogni pony quando si trattava di eseguire un compito o un lavoro. Non avevo alcun talento speciale, quindi il CutieMark tardava ad arrivare. A diciassette anni, ben oltre la data della celebrazione del Cutiemark, sul mio fianco mancava ancora il disegno che designava il mio talento speciale.
Ma i miei genitori erano del tipo radicale, e a loro di certo non andava giù un figlio senza il proprio talento speciale.
"Vedi Tesoro, il Cutiemark è il destino che Princess Celestia ha riservato solo per te, e quando qualche pony non lo merita, semplicemente non ha un destino" Erano soliti dirmi quando ero un puledro.
Crescendo i miei notarono che non avevo ancora nulla sul mio fianco, e presero questa mancanza come un affronto da parte mia verso tutto l' impegno che loro avrebbero messo nel tirarmi su come uno stallone completo; per loro era il segno di assai poco impegno, e una brutta sera iniziò un terribile diverbio, che terminò con i miei arresti domiciliari. Fu la prima di molte volte che mio padre mi picchiò con i suoi stessi zoccoli, e mia madre poco distante a lanciarmi addosso invettive cariche di rancore.
Iniziarono le terapie.
All' inizio erano semplici anche se duri addestramenti fisici: attraversavamo di corsa le campagne attorno Ponyville; mio padre mi costringeva a galoppare dietro al treno legandomi ad esso con una lunga corda, il cui capo era assicurato saldamente al mio collo. Lui era sul retro dell' ultimo vagone, a tirarmi insulti 'per spronarmi', diceva lui.
A scuola iniziarono a prendermi in giro per via delle abrasioni che riportavo ogni volta sul collo, al ritorno da quelle corse campestri. Ero costantemente stremato, e gli insegnanti, nella totale omertà, mi punivano bacchettandomi con forza sugli zoccoli e tra le costole.
Allora mia madre iniziò ad essere convinta che il fianco bianco fosse uno stato mentale, e mi constrinse a fare il giro di svariati ospedali e scuderie di cura, dove i 'dottori', se così li si poteva chiamare, invece di curare le mie menomazioni sulle quali nessuno a parte me stesso avesse mai provato ad agire in una maniera anche lontanamente professionale, applicavano svariate e ripetitute 'sessioni di terapie d' urto': giornate intere che passavo legato ad una scomoda sedia al centro di una stanza in penombra. Attorno a me si alternavano medici in bardatura bianca, che mi insultavano profondamente, con parole che ferivano profondamente un giovane stallone come me nell' orgoglio.
Riversavano dentro di me litri di farmaci, forandomi con i loro aghi sterili; la loro pulizia mi sporcava dentro, rendendo la mia salute cagionevole, i miei muscoli deboli, e la mia mente instabile.
Diventai adulto, e diventai un rifiuto della società. I miei mi abbandonarono in mezzo alla strada, e iniziai a vagare come un derelitto per la periferia di Ponyville.
Infine, un giorno vidi delle guardie che discutevano di fronte ad un piccolo manifesto, attaccato su un muro. Lo strapparono, e si allontanarono. Raccolsi quel foglio da terra, e lo osservai attentamente.
Non ti serve un Cutiemark per essere importante. Fiancobianco, a noi importi!"
Così feci delle ricerche. Nel senso che vagai per le strade di Ponyville in cerca di qualche altro fiancobianco, che ovviamente non trovai. Ma mi trovarono loro.
Una notte mi addormentavo in un vicolo, e mi svegliavo in un letto d' ospedale. accanto a me c' era una giovane unicorno in camice bianco, che mi ragguagliò sulla mia situazione. I Fianchibianchi mi avevano salvato dalla miseria, e avevano curato le mie menomazioni al meglio delle loro capacità. Mi istruì sulla loro organizzazione, la Comunità, sul fatto che fosse retta dalle tre madri, che ci offrivano rifugio, ci istruivano su come difenderci, come trovare da soli la soluzione alle nostre necessità, su come costruire le nostre case, in un utopistico futuro in cui potessimo vivere in pace. Futuro che, dicevano, non era troppo lontano.
Come dicevo, la Comunità mi curò e mi nutrì, insegnandomi cose che non avrei mai concepito in casa con i miei aguzzini. Loro non erano cattivi, e mi costrinsero a letto con la scusa delle mie gravi tumefazioni per svariate settimane.
Ma ero irrequieto. Volevo rendermi utile a questi pony che mi avevano salvato la vita; volevo parlare con le tre madri, e le tre madri arrivarono al mio capezzale alla seconda settimana. Venni reclutato nelle loro fila ad honorem, e dopo la mia dimissione sarebbe iniziato il mio addestramento, mi dissero.
Infatti, dopo qualche settimana di riposo totale ero totalmente in forze, e pronto per iniziare la mia nuova vita.
Mi presentai alla madre della Necessità, come mi era stato indicato dalla mia infermiera personale. La trovai nel suo studio, intenta a cucire degli ultimi ritocchi a una bardatura da combattimento leggera. La bella unicorno mi diede il benvenuto, e mi rivelò che la sua ultima creazione era un regalo per me, per quando il mio addestramento fosse finalmente completo. Di quello si occupò la madre della Rivoluzione; assieme ad una numerosa classe di altri pony, preparò il nostro corpo, mentre la madre della Rinascita preparò le nostre menti, insegnandoci tecinche di sopravvivenza.
Un anno passò tra noi, quelli che le guardie reali iniziarono a chiamare 'terroristi', 'anarchici'; quello che non volevano accettare era che volevamo ripagare i 'FianchiInpuri' della stessa, violenta moneta con cui loro avevano reso la nostra vita un inferno, e neanche noi potevamo accettarlo.
Vandalismo. Rapimenti. Minacce. Tutto era lecito per noi FianchiPuri, ma non era ancora finita.
Avevamo programmato qualcosa di grosso. Più grosso di qualsiasi nostra azione di ribellione; un attentato a Princess Celestia stessa.
Non erano stati commessi errori. Gli orari erano stati controllati per settimane, le abitudini e i percorsi di ogni guardia del castello di Celestia erano stati segnati. Ognuno di noi era in salute, ben motivato e soprattutto ben armato; ma uno dei nostri fratelli aveva tradito la nostra causa, rivelando ogni dettaglio del nostro piano alle armature scintillanti a guardia del nostro peggior nemico. Non avemmo nemmeno il tempo di accorgerci di cosa stesse succedendo, che il nostro gruppo venne circondato dalle guardie.
Nessuno di noi riuscì a trarsi in salvo.
Adesso sono qui, nella scalinata in legno verso il patibolo; non c' è nemmeno stato bisogno di un processo. Esecuzione sommaria tramite impiccagione, è la punizione per gli intrusi dal fianco bianco.
E il simbolo del nostro fallimento genetico è là, nudo di fronte ai miei occhi; gli Elementi dell' armonia presenziano all' esecuzione scrutandoci da una terrazza lì vicino.
Ma quello di cui non immaginano nulla, è che questa ribellione è nata proprio sotto ai loro occhi. Le tre madri dei FianchiBianchi hanno rinnegato la loro stessa famiglia per perseguire Il Fine Più Alto. Ma io non ho parlato. Gli Elementi dell' Armonia non verranno mai a conoscenza dell' identità delle nostre guide, e solo alla fine, quando vinceremo, le sei rimpiangeranno della discriminazione che loro, con la loro stessa presenza, avevano portato.
Non mi pento di nulla. Perchè questa è la sorte che il mio fianco ha riservato a me.
   
 
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