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Autore: liquid_sun    07/04/2015    8 recensioni
Era sera e, a parte la luna fuori, l’unica fonte di illuminazione nella stanza aumentava e diminuiva di intensità ad ogni respiro di Magnus.
- Mi hai... sentito? - ad Alec tremava la voce.
Magnus annuì ma sembrava non osare muoversi. L’unico movimento che Alec carpì furono gli occhi felini che si spostarono sui pezzi di specchio sparsi per il pavimento. - Quello specchio risaliva al diciottesimo secolo.
Anche Alec sembrava incapace di muoversi. Non sapeva se essere più turbato per lo specchio o per il fatto che Magnus avesse sentito il suo orribile discorso.
- Mi disp...
- Sai quanto me ne importa? - lo interruppe lo stregone.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Davanti allo specchio

 

 

 

 

 

C’era un enorme specchio da parete nel soggiorno e Alec non andava molto d’accordo con gli specchi. Quella volta, però, si accorse di quanto gli fosse utile.

Il suo piano era semplice: approfittare dell’assenza di Magnus per esercitarsi sul discorso da fargli e, una volta trovato quello giusto, chiedere il parere di Izzy. Il problema era che, dopo ore, non aveva ancora trovato il discorso perfetto.

Chiuse gli occhi ed emise un lungo sospiro. Poi li riaprì, trovandosi per l’ennesima volta faccia a faccia con la sua immagine riflessa. Il suo aspetto era sempre il solito, ovvero non dei migliori: carnagione bianca come un lenzuolo, capelli indomabili tagliati a casaccio, un velo di barba sul viso anch’essa poco definita, per non parlare dei vestiti con i buchi e gli orli scuciti. La cosa veramente strana era che Magnus sembrava adorare il suo aspetto trascurato e il suo modo di vestire sciatto. Proprio Magnus, la personificazione della moda.

Poi pensò ai quintali di glitter e di chissà quali altri cosmetici che Magnus faceva fuori ogni giorno, agli abiti stravaganti e coloratissimi che indossava, ai capelli sempre perfetti, alla sua pelle di seta... E si ritrovò a sorridere inconsciamente. L’amore è davvero strano.

Ma qualcosa lo richiamò alla realtà. Chiunque, vedendolo, avrebbe pensato che avesse degli squilibri mentali: non si può parlare da soli per ore e ore. Alec aveva provato milioni di discorsi passeggiando per l’intera area dell’abitazione, col Presidente Miao che gli andava dietro, ma non era stato proficuo. Così aveva pensato al grande specchio del soggiorno.

Aveva i nervi a fior di pelle. E inorridì al pensiero di come si sarebbe sentito una volta avuto Magnus davanti.

Sospirò per l’ennesima volta. - Sono calmo. - si disse, ma era una bugia bella e buona. Aprì la bocca e quello che risultava essere il milionesimo discorso uscì fuori. - Non sono per niente bravo con le parole, lo so... Sto cercando di dirti che... quello che mi doni ogni giorno è... indescrivibile e desidero passare il resto della mia vita a... tentare di donare a te lo stesso. Io non vivrò per sempre, ma la vita che mi rimane da vivere voglio dedicarla a te. Quindi io ti chiedo: Magnus Bane, vuoi sposarmi?

Finito il discorso, Alec buttò fuori l’aria e un attimo dopo diede un pugno allo specchio mandandolo in frantumi.

- Faceva schifo anche questo, porca vacca! - esclamò, al limite dell’esasperazione.

Non gliene andava bene una e in più aveva rotto lo specchio.

- Sì. - disse ad un tratto una debole voce alle sue spalle.

Alec ebbe un tuffo al cuore.

Fissò i frammenti di specchio ai suoi piedi con l’aria di uno che aveva ricevuto una freccia in pieno petto.

Stava immobile con la faccia contro il muro, con l’incredibile paura di voltarsi e trovare Magnus.

Non l’aveva sentito rientrare. Era così preso da quello che stava facendo che aveva completamente dimenticato di prestare attenzione alla porta. Errore fatale.

Deglutì. Raccolse tutto il coraggio che aveva per girarsi e trovarlo lì, in piedi, sconvolto.

Era sera e, a parte la luna fuori, l’unica fonte di illuminazione nella stanza aumentava e diminuiva di intensità ad ogni respiro di Magnus.

- Mi hai... sentito? - ad Alec tremava la voce.

Magnus annuì ma sembrava non osare muoversi. L’unico movimento che Alec carpì furono gli occhi felini che si spostarono sui pezzi di specchio sparsi per il pavimento. - Quello specchio risaliva al diciottesimo secolo.

Anche Alec sembrava incapace di muoversi. Non sapeva se essere più turbato per lo specchio o per il fatto che Magnus avesse sentito il suo orribile discorso.

- Mi disp...

- Sai quanto me ne importa? - lo interruppe lo stregone. - La tua mano sanguina. - aggiunse poi, avvicinandosi ad Alec.

Il Nephilim non aveva nemmeno fatto caso al pulsare incessante della sua mano e al liquido caldo che colava dalle sue nocche. Magnus prese la mano insanguinata di Alec tra le sue che tremavano. Si videro delle scintille azzurre e i tagli erano spariti.

Magnus non mollò la presa e teneva lo sguardo basso. I nervi di Alec stavano per cedere.

- Magnus, ti prego... - sussurrò, ma vedendo che l’altro continuava a non guardarlo, lasciò che le parole uscissero dalla sua bocca come un fiotto. - Non volevo andasse così! Non immagini quante volte ho cercato il discorso perfetto, quello che hai sentito era solo uno dei tanti... Mi sembra di aver rovinato tutto, io non...

Ma Magnus lo zittì con un bacio che durò soltanto qualche secondo, il tempo necessario perché Alec perdesse la capacità di formulare altre parole. Quando lo stregone si allontanò, Alec vide che sul suo viso si era disegnato un sorriso... timido. Magnus che sorrideva timidamente era una delle cose più rare che potessero esistere.

Finalmente Magnus lo guardò dritto negli occhi. - Ogni singola parola era perfetta. - disse piano, continuando ad avere quel meraviglioso sorriso. - Con il... porca vacca e tutto.

Alec arrossì per l’imbarazzo. Diventare scurrile quando era agitato era uno dei suoi difetti.

Si sentì incredibilmente sollevato rispetto a prima, ma non bastava.

- Tu hai detto... - esordì, ma non riuscì ad articolare le parole.

- Ho detto di sì. - asserì Magnus, con voce stavolta più sicura. Gli occhi da gatto scintillavano. - Ci sono cose che non posso controllare, Alexander. Amarti è una di queste. Quindi sì, voglio sposarti. A meno che tu non abbia cambiato idea, nel frattempo.

Alec spalancò gli occhi, stupito. - Come se invece io potessi controllarlo... - mormorò, avvicinando le labbra a quelle di Magnus.

Lo baciò piano, senza fretta, ma il cuore gli batteva all’impazzata e gli sembrò che la stanza volesse letteralmente esplodere di luce. Era opera di Magnus.

- Mi dispiace per lo specchio. - disse Alec, quando si separarono per riprendere aria.

- E a me dispiace di aver fatto la figura dell’ebete. - ribatté Magnus, facendo scappare una risata divertita all’altro. - Prima credevo che tutti gli anni trascorsi su questa terra mi avessero fatto sperimentare ogni cosa. Ho smesso di crederci da quando ci sei tu nella mia vita. Quindi devi capire che la tua proposta mi ha lasciato alquanto... di sasso.

Ridacchiarono entrambi. Alec si sentiva così leggero che sarebbe potuto volare via, se Magnus non lo avesse tenuto stretto.

Ripresero a baciarsi restando lì in piedi, con i frammenti di specchio che riflettevano gli sprazzi di luna e di lampada, creando giochi di luce attorno a loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ehm... Non so come io abbia potuto scrivere una cosa del genere, sta di fatto che ho messo le dita sulla tastiera ed è venuta fuori da sola.
Di solito non scrivo fic romantiche (sono sempre convinta di non essere molto ferrata), ma chissà perché mi sentivo ispirata. Mi farebbe davvero tanto piacere una vostra opinione.

Grazie infinite ^^

   
 
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