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Autore: Astrid lover    07/04/2015    5 recensioni
Noi oggi conosciamo Astrid e Hiccup come una coppia. Ma come si saranno fidanzati? Cosa si saranno detti prima di quel fatidico sì?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era una bellissima serata di primavera: il sole ormai stava regalando il posto alla amata luna, tingendo come un pittore il cielo con tinte calde ed avvolgenti e la dolce brezza accarezzava i rami del pino mugo che albergava nel giardino della casa del giovane diciassettenne Hiccup, che si tormentava ossessivamente, gironzolando per la camera avanti e indietro.
“E se non volesse?” si domandò, preoccupato. “Sdentato, ho paura di ricevere un altro no…” disse al suo amico, che gli leccò la tuta alare. “Dici che mi vorrà?” chiese ancora, con la testa fra le mani. Il drago annuì. Hiccup sorrise e gli grattò il mento, poi si alzò e scese al piano di sotto. “Papà, io esco. Vado all’Accademia…” disse, non curandosi di non mostrare uno scatolino d’oro che aveva in mano.
“Sì, con quella scatola. Che ti serve per andare all’Accademia? E poi vai ad addestramento alle otto di sera così elegantemente?” domandò sospettoso l’uomo, mettendosi davanti al figlio a braccia conserte. Hiccup sbarrò gli occhi e, con movimento fulmineo, si guardò la mano che teneva saldo il piccolo scrignetto. Prese a grattarsi la nuca.
“Ehm… Allora, la scatola la dobbiamo incendiare… sai, devo dare qualche giochino ai gemelli, qualche volta. Altrimenti ti troverai con qualche casa arrosto! Vado elegante perché… perché la tuta alare che uso normalmente è sporca e allora indosso questa nera e per il fatto dell’ora… eh…. Oggi ha fatto caldo e nessuno ha voluto fare addestramento. Invece senti che bell’arietta adesso!” disse lui, ridendo nervoso. Il padre rise insieme a lui e gli diede una pacca sulla spalla.
“Allora buona fortuna.” Sussurrò, facendogli l’occhiolino. Hiccup abbozzò un sorriso forzato ed uscì di casa, con Sdentato.
“Ehi bello… pensi che abbia capito?” chiese guardando la scatola. Sdentato annuì. “Beh, per il mio bene potevi anche evitare di essere così sincero…” commentò sarcasticamente il ragazzo, aumentando nervosamente il passo verso la casa di Astrid. Quando vi arrivò, fece un profondo respiro e bussò alla porta.
“Hic? Sei tu?” domandò, prima di aprire.
“Sì Astrid!” esclamò.
“Ciao Hic!” disse la ragazza, abbracciando forte il giovane, sotto shock alla vista dell’amica. Era bellissima: indossava un vestito rosso con una dolce e modesta scollatura a V, per nulla volgare con una gonna leggiadra e vaporosa che terminava qualche millimetro sotto il ginocchio e si appoggiava benissimo sui suoi fianchi. Portava degli stivali diversi dal solito, bianchi ma più stretti e senza pelo. I capelli erano raccolti in una morbida treccia laterale e le palpebre erano leggermente colorate di una tina chiara color cipria.
“Hic?” chiamò Astrid, sventolando la mano su e giù dinanzi ai suoi occhi che la guardavano incantati.
“Ehm… sì, scusa. Vieni. Milady, la invito a prendere posto sul mio fido drago Sdentato.” Disse Hiccup inchinandosi e porgendo una mano alla bionda, che afferrò sorridendo.
“Con molto piacere.” Rispose dolcemente lei, salendo sul drago. Hiccup si posizionò davanti a lei e, quando furono pronti, presero il volo delicatamente. Astrid posò le sue mani sui fianchi di Hiccup e la testa sulla spalla del ragazzo. “Questo volo mi ricorda quello di due anni fa, Hic.” sussurrò lei, sorridendo.
“L’ho fatto apposta, per rievocare quell’indimenticabile momento, Astrid.”
“Ah sì? Ehm… perché?” chiese curiosa. Non avrà pensato ad una situazione così a caso. Hiccup cominciò ad arrossire.
“Perché… perché volevo farti vedere questo.” Balbettò, prendendo lo scatolino dalla tasca ed aprendolo, mostrandone un anello d’argento con un’acquamarina al centro. Ad Astrid si illuminarono gli occhi. “Ecco… i-io… Astrid… ho sempre voluto trovare un modo per dirtelo e questo mi sembrava il più adatto. I-io…” cominciò a dire, ma venne fermato dalla ragazza.
“Anch’io Hiccup! Anch’io!!” esclamò circondando le spalle del giovane.
“Anche tu cosa?” domandò lui confuso.
“Beh… di solito è il ragazzo che dice queste parole.” Disse sorridendo e guardandolo con occhi dolci.
“Ah… Io… Astrid, io ti amo.” Confessò lui, respirando profondamente. Lei sorrise e gli baciò la guancia.
“Ecco la mia risposta, anche io.” Rispose dolcemente.
“Sei la cosa più importante della mia vita. Sei come l’ossigeno per me, come l’acqua e qualsiasi cosa essenziale. Senza di te non vivrei nemmeno se esaudissero il mio desiderio più grande, che sei tu. La luna, il sole, le stelle… qualsiasi cosa in confronto alla tua bellezza non è comparabile. I tuoi occhi mi hanno rubato il cuore fin da subito…” disse lui, prendendole le mani. Astrid sorrise.
“Hic… devi scusarmi se in questi anni sono stata così dura con te è che… io… ero innamorata di te e non sapevo come fartelo capire… poi tuo cugino mi assillava continuamente e perciò la mia rabbia saliva e saliva e diventavo aggressiva. Poi Bruta ha cominciato a starti dietro e sono diventata gelosa.”
“T-tu eri gelosa? Per me?” chiese incredulo il ragazzo.
“Sì, perché per me sei tutto. La tua voce rassicurante… le tue labbra che solo una volta ho avuto il piacere di baciare… i tuoi occhi meravigliosi nei quali mi sono persa subito… ti amo come non ho mai amato nessuno. Mi hai rubato il cuore e nessuno lo porterà via da te.” Disse lei, avvicinando il suo volto a quello del ragazzo ed accostando la fronte su quella di Hiccup.
“Quindi vuoi diventare la mia ragazza?” chiese lui, sorridendo.
“Sì. Sì Hiccup sì!” esclamò Astrid, felice e baciando il giovane con passione. Si fermarono per prendere fiato e si guardarono l’uno negli occhi dell’altra, perdendosi. Era uno scontro fra cielo e terra, smeraldo e zaffiro, drago carismatico e dolce e guerriera bella e seducente. Sorrisero entrambi e si baciarono nuovamente, approfondendo il bacio con ancor più passione. Fecero atterrare Sdentato in una radura a cielo aperto, lontano da tutto e da tutti, per regalare alla nuova coppia un po’ di intimità. Si stesero sull’erba: Hiccup teneva Astrid frale braccia e guardarono le stelle.
“Le stelle… sono bellissime, vero?” chiese Hiccup, accarezzando i capelli dorati dell’amata.
“Sì…”
“Ovvio, ma mai come te, mia signora. Nemmeno la stella più splendente lo sarà mai. Perché sei tu la mia stella Astrid e per sempre brillerai nel mio cuore.” Sussurrò Hiccup, prima di baciare Astrid ed addormentarsi abbracciato a lei. 
   
 
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