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Autore: Zephiros    08/04/2015    1 recensioni
Tutto comincia nello spettacolo di un circo. Uno spettacolo stupefacente, pieno di tensione e mistero.
Ma lo spettacolo esce dal tendone del circo, segue gli spettatori come una maledizione.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Signore e signori, benvenuti al Cirque du Morgue.
Questa sera si esibiranno per voi grandi artisti, esclusivamente per il vostro divertimento!
Che lo spettacolo cominci, e che  sia di vostro gradimento!"
Il clown si ritirò dietro le tende che coprivano l'entrata degli artisti, lasciando entrare
due illusionisti, vestiti uno di un rosso acceso con ricami a forma di fiamme , l’altro di un blu notte, con un mantello così  scuro che sembrava nero , per il primo numero della serata.
Il clown era Morgue in persona, proprietario e direttore del Cirque du Morgue.
Era sempre lui che apriva gli spettacoli con i suoi brevi discorsi ed era sempre lui che
Li chiudeva con  il numero finale.
Era  alto,con lunghi capelli neri e un piccolo pizzetto sul mento.
Portava  sempre il suo cilindro nero in testa, assieme a una maglia nera a maniche lunghe , assieme a un paio di lunghi pantaloni neri.
Finito il primo spettacolo entrò  un gruppo di acrobati a cavallo, che eseguivano complicate piramidi umane sopra a gruppi di cinque o sei cavalli per volta, facendo sfuggire delle grida di ammirazione al pubblico o anche di preoccupazione quando sembrava che le piramidi fossero sul punto di cedere.
In realtà era tutto calcolato, così come i numeri seguenti di trapezisti, ammaestratori, giocolieri.
In questi numeri gli artisti facevano finta di stare per sbagliare, per aumentare la tensione del pubblico, correggendo il finto errore all’ultimo minuto.
Le varie situazioni di pericolo si susseguivano velocemente, e così anche se le cose si mettevano a posto, la tensione non aveva il tempo di diminuire.
Ora si stavano esibendo dei giocolieri che facevano volteggiare fiaccole accese;
dietro le quinte Morgue si stava sistemando il trucco di scena.
Al contrario di molti clown, Morgue non si truccava tutta la faccia, ma si dipingeva solo la zona degli occhi di bianco, e  faceva una linea verticale sull'occhio sinistro, in modo che quando chiudeva gli occhi formasse una croce con la linea delle palpebre, truccate anch’esse di nero.
I numeri si susseguivano, c'erano contorsionisti, poi maghi  che facevano scomparire le loro assistenti e mangiavano spade, lanciatori di coltelli, mangiatori di fuoco.
Ma nessun clown.
Lo spettacolo stava volgendo  alla fine.
Le luci si abbassarono, inquadrando il centro dell'arena del circo, di forma circolare.
All'interno del cerchio di luce era comparso Morgue.
Intorno a lui erano disposti quattro clown che, a dispetto dei sorrisi dipinti sulle loro facce, erano tutti seri.
Morgue iniziò a parlare con voce profonda:"Signori e signore, lo spettacolo volge al termine. Ma abbiamo il tempo per il nostro ultimo numero, chiamato Jolly Land"
Dette queste parole sorrise:"Come voi saprete un mazzo di carte è composto da 54 carte, tredici per ogni seme più due jolly.
Ad ognuno di questi quattro clown sono state date le tredici carte di un seme, mischiate, in più a due di loro è stato dato un Jolly, mischiato tra le altre carte.
Ora io estrarrò da questo mazzo una carta" e fece vedere il mazzo che aveva nella mano sinistra: una strana musica si stava diffondendo sotto il tendone nero del circo, ma nessuno vedeva delle casse o un orchestra.
Dopo una piccola pausa Morgue estrasse una carta dal mazzo, poi alzandola la fece vedere agli spettatori, scandendo le parole " Cinque di picche”.
“Bene allora estrarrò una carta dal mazzo di questo clown, che ha le tredici carte di picche, e forse un jolly." E indicò uno dei quattro clown attorno a lui.
Era un uomo alto, dal  volto severo e il naso aquilino.
La faccia era dipinta di bianco, gli occhi e la bocca colorati di rosso, e una linea rossa univa la bocca e il centro degli occhi.
Ora la musica non era più inquietante, ma folle, come quella che avrebbe accompagnato una danza macabra, ma nessuno degli spettatori capiva da dove provenisse la musica: era come se fosse nelle loro teste.
Morgue riprese a parlare:"Il numero della carta che prenderò equivarrà al numero di persone a cui potrebbe succedere qualcosa di spiacevole, ma se estrarrò un Jolly allora le cose potrebbero cambiare."
Estrasse una carta e la guardò, sorridendo. Non aveva smesso di sorridere dall'inizio del numero, ma non era un sorriso piacevole, aveva in sé  qualcosa di morboso, qualcosa di semplicemente folle.
Alzò la carta e urlò il numero:"Quattro di picche " e aggiunse sottovoce, non udito da nessuno: “ Questo numero è stato estratto, questo numero scelto"
Il pubblico era ammutolito, la musica era cessata, nessuno capiva il significato del numero.
Morgue parlò:"Anche se non vi sembra, lo spettacolo è  terminato.
Quest’ultimo numero è un nostro rito, con cui concludiamo i nostri spettacoli
Adesso è ora che il sipario si chiuda, lo spettacolo è finito, andiamo nelle braccia di Erebo e che il sonno vi sia propizio."
Le luci si affievolirono andando a inquadrare gli spettatori , che lentamente uscirono dal grande tendone nero, meravigliati dallo spettacolo e confusi per l'ultimo numero.
Intanto anche Morgue era uscito dall'arena del circo e dal tendone assieme agli altri clown, cantando insieme  questa canzone:
Non ridere pagliaccio
sul tuo amore infranto
ma ridi sulla fine
di coloro che
risero di te
 
 
 
Da quando era uscito dal circo Antonio aveva continuato a pensare alla fine dello spettacolo, a quell' ultimo numero, Jolly Land.
Non ne riusciva a capire il senso, ma comunque era inquietante.
Forse serviva solo a quello, a spaventare gli spettatori.
Arrivò fino a casa sua, al 4 di via Palermo, al centro della città.
Ci era arrivato a piedi, gli piaceva camminare. Aveva ormai sessantaquattro anni, e gli piaceva sentirsi ancora giovane, per questo era andato al circo quella sera.
Salì le scale e arrivò davanti al suo al suo appartamento, infilò la chiave, la girò ed entrò.
Accese le luci e andò in cucina per bere  prima di andare a letto.
Si riempì un bicchiere d' acqua e si appoggiò al tavolo, quando sentì un forte dolore al petto.
Lasciò cadere il bicchiere sul pavimento, che si frantumò in tante schegge.
Si accasciò a terra, in ginocchio, piegando la schiena e tenendosi le mani sul petto.
Il dolore aumentava sempre di più, ogni volta che cercava di respirare l'aria veniva fermata da una fitta al cuore.
Poi il dolore iniziò a diminuire, o meglio, Antonio lo sentiva sempre di meno, e aumentava un senso di freddo, pian piano non sentì più nulla.
E si accasciò a terra, morto.
 
 
La macchina iniziò a ruotare su sé stessa, in testacoda, sbandando.
Continuando a girare la macchina colpì con forza il guard rail e lo sfondò, rotolò per la discese per circa tre metri, poi raggiunse la fine, si capovolse e atterrò con forza.
La coppia che era sull'auto morì sul colpo.
Si chiamavano Anna e Mattia. Abitavano in un paese non molto distante dalla città ed erano andati a vedere lo spettacolo del Cirque du Morgue.
La macchina era slittata e aveva iniziato a girare, colpendo altre tre macchine, ma di tutte le quattro macchine coinvolte nell'incidente solo la loro era finita fuori strada e solo loro erano morti.
 
 
Il vento soffiava forte  colpendo  le finestre.
Carlo ormai era sveglio da mezz’ora. Lo spettacolo al circo era finito verso le undici e lui era subito tornato a casa ed era andato a dormire, ma lo aveva fatto solo per poco, e dopo non era più riuscito ad addormentarsi.
Visto che non dormiva, si alzò e aprì una porta finestra, andando sul balcone.
Anche se era solo al quarto piano, godeva di  una splendida vista sul grande parco, alla fine del quale era stato messo il Cirque du Morgue.
Dal suo balcone si riusciva a vedere l'enorme tendone nero del circo.
Lo spettacolo era stato bellissimo, ma la fine lo aveva un po' sorpreso, forse era il pensiero delle strane parole di Morgue a tenerlo sveglio.
"Il numero della carta che estrarrò sarà il numero delle persone a cui potrebbe succedere qualcosa di spiacevole".
Anche se aveva sentito molti dire che fosse solo un numero per spaventare gli spettatori, aveva avuto un grande effetto.
Il vento continuava a soffiare, e Carlo pensava anche a quella musica che sembrava non provenire da nessuna parte, forse solo un buon effetto scenico.
Di  là vedeva bene il tendone del Cirque, ma non riusciva a vedere distintamente la scritta sul davanti.
Carlo si ricordava che sulla parte dell'ingresso c'era scritto sul tendone “Cirque du Morgue”, ma si sporse per controllare se ricordava bene.
Nell' attimo in cui si sporse vide il mondo girare, perse la presa delle mani sul parapetto, il busto cadde in avanti, portandosi dietro le gambe.
Cadde dal quarto piano fino a terra, rompendosi il collo nell'impatto.
 
 
 
 
   
 
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