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Autore: Aldore1n    08/04/2015    3 recensioni
Ci fu un tempo in cui i miti e le leggende sugli dei dell'antica Grecia erano alla base della letteratura. Oggi vorrei per un attimo stuzzicare la vostra immaginazione proponendovi un mito da me inventato e proposto in chiave futuristica usando i mitici Saint del maestro Masami Kurumada. Siamo nell'anno 3000, in un mondo sconvolto dalle guerre e tecnologicamente avanzato. Proprio in quest'arido contesto crescerà il seme della discordia fra la dea Atena e sua sorella, la dea Artemide. Riusciranno i nuovi Cavalieri a salvare la loro mentore? Leggete Saint Seiya: Next Generation.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 14
BIG BANG
 
"Caro diario,
oramai non so neanche più perché continuo a scriverti. Forse lo faccio per non diventare pazza per via della solitudine o perché i miei sensi di colpa attanagliano la mia coscienza. Sono passati dieci giorni da quando gli zii mi hanno rinchiusa nella mia stanza. Ho paura, ho tanta paura, sia per me che per mia sorella. Non so cosa stia accadendo a tutti, ma percepisco un'aria carica di tensione e malvagità. Forse ciò che sento è solo frutto della mia fantasia, forse è il timore che risveglia in me questi brutti pensieri, ma come vorrei che mia madre e mio padre fossero qui a dirmi cosa devo fare. Ogni tanto viene a farmi visita Ippolito, o almeno credo sia lui. Lo odio, con tutta me stessa, vorrei che andasse per sempre via da qui, lontano dalla mia famiglia. Ho il sospetto che ci sia lui dietro tutto ciò che sta accadendo. Ancora non so spiegarmi cosa sia quella sorta di energia vermiglia che ho visto sui loro corpi, ma capisco che non è nulla di positivo. Cosa posso fare per aiutare Delia e gli zii? Sono così sola, così impotente! Ieri , durante il tramonto, me ne stavo affacciata alla finestra ad osservare il cielo e le sue tante sfumature. Nemmeno una nuvola osava rovinare quel meraviglioso dipinto pervinca. Avrei voluto possedere le ali come i gabbiani che la mattina mi svegliano con il loro grido e planare sulla volta celeste e dirigermi lontano da qui. Poi, però, ripenso alle parole di mia sorella… Forse ha ragione lei, sono io che sono crudele a pensare di lasciarla qui, ma il mondo è così bello! Non so ancora nulla delle bellezze della Terra e per una volta vorrei evadere da questo pesante cognome che mi tiene legata qui! Perdonami diario, sono egoista, magari molte persone vorrebbero essere una Temis al posto mio. Non so che fare, anche l'unica persona che mi ha fatto assaporare un angolino di libertà, di normalità, è stato eliminato per colpa mia. Ovunque tu sia Liam, perdonami! Prenderò come esempio il tuo coraggio e uscirò da questa situazione. Te lo prometto, io salverò mia sorella e me ne andrò di qui!" .
Clack! Il rumore del chiavistello che ruotava allontanò Anna dal foglio di carta inumidito dalle lacrime che ancora bagnavano le sue rosee gote. Fece appena in tempo a nascondere ,sotto lo strato di seta bianca delle lenzuola, il piccolo diario nero dove appuntava le sue intimità prima di scorgere Ippolito varcare l'uscio della sua stanza. Il giovane gorilla la vide distesa sul letto, con il capo poggiato sul morbido cuscino.
«Buongiorno signorina Anna, come si sente oggi?» chiese accennando un sottile sorriso inquietante.
« Sto bene!» la voce era ovattata dal morbido guanciale su cui affondava il suo viso « Lascia pure la colazione sul comodino e va via!» concluse sforzandosi di non piangere.
«Anche oggi di buonumore miss Anna! Tuttavia non è la colazione che le porto stamani».
Quelle parole fecero voltare di colpo Anna che si sollevò dal letto incrociando lo sguardo di Ippolito
«Parla ,allora, volete anche farmi morire di fame adesso tu e gli zii?».
«Fraintende l'operato dei signorini mia dolce lady. Nessuno vuole che le sia fatto del male!» rispose inforcando i sottili occhiali dopo averli puliti con un lembo di un fazzoletto estratto dal taschino della sua giacca nera « Forse le farà piacere sapere è convocata per mezzodì, dove pranzerà in compagnia dei suoi zii e di sua sorella».
Lo sguardo di Anna si accese di speranza udendo il resto della frase:
«Non stai mentendo? Davvero pranzerò con loro?».
«Certamente miss Anna. L'ordine mi è stato dato da suo zio Delo in persona. Le do un consiglio. Si tolga da dosso questi stracci sporchi. Indossi qualcosa di più consono ad una Temis e sia puntuale. Di sicuro sarà curiosa di sapere cosa sta accadendo, dico bene? Ora la lascio alle sue faccende, le auguro buona mattinata ».
Per una volta il gorilla aveva portato buone notizie ed ora un fuoco divampante scuoteva l'animo della bella ragazza, la quale corse nel maestoso bagno rivestito in porcellana azzurra ad aprire la doccia. Quel pomeriggio si sarebbe presentata ai suoi parenti più forte che mai e li avrebbe affrontati uno per uno, senza timore. Pensò per un breve istante a Liam e a ciò che aveva scritto nelle pagine del suo diario poco prima "Non lascerò che la paura mi blocchi! I miei zii ascolteranno ciò che ho da dirgli". L'acqua fresca coccolò la sua liscia e candida pelle , bagnando i suoi capelli del colore dell'oro; non le restava che attendere l'ora prestabilita.
Mezzodì fu annunciato dal rintocco di un antico orologio da parete che ornava una delle pareti della principesca stanza di Anna. La bella lady, vestita di un fresco ed elegante vestito di seta bianco, tenuto stretto in vita da una finissima cintura dorata  che metteva in risalto i suoi magnifici occhi azzurri, discese la grande scalinata che portava al piano inferiore ,scortata da due sentinelle in nero che non la perdevano d'occhio nemmeno per un istante. Le porte della sala da pranzo furono spalancate dallo stesso Ippolito che osservava ammiccando la giovane lady con una mano dietro la schiena. La stanza era grande e luminosa. Un ampio balcone spalancato dava sul giardino esterno, verdeggiante e ordinatamente tosato dalla servitù di Villa Febe. L'aria fresca dell'oceano gonfiava ad intervalli le leggiadre tende bianche poste ai lati dei grandi battenti. Al centro della sala padroneggiava un massiccio tavolo di marmo carrarese, antico di qualche secolo come lo era tutto il resto dello stabile. Nonostante la moda nel 3000 desse spazio agli ambienti minimali e alle case ipertecnologiche, molti uomini potenti e ricchi amavano collezionare e riproporre alcuni costumi e mode del millennio precedente come in quel caso. Sulla tavola spiccavano tre grossi candelabri d'argento, con candele bianchissime appena adagiate negli appositi alloggi. Li vide seduti tutti la che aspettavano: sul lato sinistro del commensale sedevano Braurone e Munich , i suoi zii più giovani; il primo, 37 anni, era un tipo schivo e serio dai lunghi e vaporosi capelli chiari e dagli intensi occhi nocciola, il secondo, dalla possente muscolatura , dai cortissimi capelli castani e dall'abbronzatura molto pronunciata la osservava compiaciuto, strofinando il lieve accenno di barba appositamente non rasato. Sulla sponda opposta sedevano gli altri due fratelli del defunto padre, Delo,40 anni da poco compiuti e il maggiore di tutti Spartan , 46 primavere, occhi celesti come il mare, un'ordinata cascata di capelli biondo grano. Quando entrò, questi ultimi due sembravano discutere di un qualche argomento a lei sconosciuto. Poi i suoi occhi furono attirati a capotavola dove, come una regina, la giovane Delia, dal magnifico abito verde smeraldo ed un vistoso diadema tempestato di diamanti che le teneva i liscissimi capelli neri lasciando scoperta la fronte, era intenta a guardarsi le curatissime unghia smaltate dello stesso colore del suo vestito.
«Dolce nipote, finalmente ci onori della tua presenza!» esclamò con tono regale Spartan vedendola giungere con la coda dell'occhio.
«Sarei venuta prima da voi ,caro zio, se solo Ippolito me lo avesse permesso!» rispose seccata Anna, non lasciando che il timore che rodeva il suo animo trapelasse dal suo volto.
«Suvvia nipote» Munich aveva una voce allegra e molto giovanile nonostante i suoi 35 anni e amava la bella vita e le donne «Non pensare più a quel brutto spaventapasseri di Ippolito e siedi in mezzo a noi. Sotterriamo l'ascia di guerra e deliziamoci con le stupende prelibatezze che la cuoca ci sta per servire».
«Delia!» venne da dire subito ad Anna «Come ti senti? Io volevo…».
«Ti prego Anna, fa come dice zio Munich. Dimentichiamo il passato e apriamoci al futuro, abbiamo molto tempo per discutere dell'avvenire».
La giovane sorella maggiore fece come le dissero. Un cameriere scostò la sedia in legno intarsiato e la fece accomodare e subito dopo, in una coppa d'oro gli fu versata dell'acqua fresca.
«Il caldo non mi da tregua quest'oggi» fece Braurone con la sua voce molto femminile, sbottonandosi il primo bottone della camicia color porpora che indossava.
«Questo è perché ti ostini a girare sempre così elegante. Dovresti prendere esempio dal tuo fratellino e lasciare respirare il tuo corpo» disse pavoneggiandosi Munich «Se vuoi potresti indossare una delle mie T-Shirt all'ultimo grido, o hai paura di mostrare la tua candida pelle?».
Quella divertente scenetta famigliare fece tornare il sorriso sul volto di Anna che , seppur per un breve istante, riassaporò la gioia della sua prima adolescenza, quando i premurosi zii erano soliti pranzare e cenare tutti insieme e dare vita a scenette simili.
Il pranzo fu servito appena qualche minuto dopo cominciando da una piacevole ajiaco, una sorta di minestra a base di maiale, pollo , mais  e patate e carne secca di cui i quattro fratelli Temis erano ghiotti. Il rumore delle posate d'argento tintinnava sul servizio di porcellana ad ogni boccone , mentre un sommelier spillava una bottiglia di buon vino rosso d'annata che avrebbe poi servito ai padroni di casa.
«La cuoca si è superata questa volta! Questa minestra è squisita» disse Munich con ancora la bocca colma di carne.
«Sei il solito cafone fratello. Hai scordato le buone maniere?» gli rimproverò il compostissimo Braurone.
«Perdonatemi zii» Anna decise che quel momento era perfetto per porre i suoi quesiti «Potrei sapere che cosa sta succedendo? ».
« A cosa ti riferisci mia cara nipote? » rispose Spartan dopo aver sorseggiato la sua coppa di vino e asciugandosi la barba ben delineata sul suo mento con un bianco tovagliolo di stoffa.
« Ora sono stanca di questa farsa!» esclamò la ragazza piena di furore e con gli occhi pronti a sputare lacrime e alzandosi di colpo «Mi riferisco a tutti voi, al fatto che sono stata segregata nella mia stanza per dieci lunghi giorni, a quella strana energia che mi mette i brividi che esce dai vostri corpi e da quello di mia sorella! Non ditemi che per voi è tutto normale, perché non lo è».
«Suvvia Anna, ora calmati e risiediti. Hai ragione» continuò il più anziano degli zii «Ti dobbiamo delle spiegazioni, questo è vero, ma voglio che resti tranquilla ad ascoltare».
La rabbia e la paura si mescolavano fra loro, ma Anna decise di assecondare lo zio e si riaccomodò sulla larga sedia di legno.
«Bene ragazza mia, ti diremo la verità. E' giunto il momento per questa famiglia di lanciarsi in una nuova era, fatta di potere e dominio. Non molti anni fa il nostro amorevole fratello, il tuo defunto padre, ci ha donato questo grande impero. Tuttavia ci sono troppe cose che turbano i nostri affari e che Ceo non ha mai voluto affrontare a suo tempo. Grazie ai poteri che tua sorella ci ha donato presto ci sbarazzeremo di tutti i nostri nemici e i Temis governeranno il mondo! Tutte le terre saranno unite sotto un unico impero, il nostro!».
Anna guardava sconcertata quell'uomo così elegante e preciso pronunciare parole assurde prive di ogni senso e moralità. Il suo sguardo si posò anche su quello della sorella, sempre presa a osservare la perfezione della sue unghia con lo sguardo glaciale e distaccato.
« So che può sembrare pazzesco cara nipote » fece Munich avvicinandosi a lei «Devi sforzarti di capire che tu e tua sorella siete speciali, legate da un destino molto più grande di quello che immagini».
«Non capisco» questa volta le lacrime non trovarono barriere e sgorgarono copiose svelando tutta la fragilità della giovane Temis « Quello che dite mi fa paura. Voi non siete più gli amorevoli zii di cui ricordo. Siete cambiati nello spirito. Guardo i vostri occhi, sento le vostre parole e mi accorgo di tutto ciò. Anche mia sorella, avete corrotto anche lei nell'anima! Se mio padre fosse qui non avrebbe mai…».
«Tuo padre è morto!!» tuonò Delo interrompendo il suo silenzio tombale. La sua voce graffiata e delicata era divenuta immensamente potente «Quel buono a nulla, sempre a praticare lealtà ed onore non ha fatto altro che rallentare la crescita della famiglia. Ora, però, grazie all'aiuto di tua sorella , potremo rimediare, che ti piaccia o no».
«Coraggio fratellone , diglielo, che cosa aspetti?» disse ridendo e sedendo in maniera scomposta Munich con un legnetto fra i denti.
«Cosa..cosa deve dirmi?» la voce di Anna era così tremolante che le parole risultarono confuse ed ovattate.
«Glielo dirò io se permettete, onorevoli zii» la voce di Delia tagliò di netto la tensione accumulata. Il suo tono era diversa dal solito, più maestoso e sicuro. Si alzò sorseggiando un'ultima volta il suo calice dorato gelando col suo sguardo la povera Anna che rimase ammutolita ad ascoltare «Sorella rallegrati! Gioisci con noi! Siamo state scelte per dominare il mondo».
«Ti prego Delia, così mi spaventi ancora di più! Torna in te, te ne prego e perdonami, non volevo ferirti quel giorno».
«Sciocchezze sorella cara, io non sono in collera con te. Anzi, dovrei ringraziarti poiché hai risvegliato il mio Cosmo dormiente».
«Cosmo dormiente? Di cosa parli?».
«Come? Non hai ancora capito? Io e te siamo la reincarnazione di due dee dell'antichità dagli immensi poteri. La divina Artemis ha scelto il mio corpo per ritornare a dominare gli esseri umani e le  loro terre, mentre la sacra Atena alberga in te ed aspetta solo di essere risvegliata. Coraggio ora, unisciti alla nostra gioia. Mangia e bevi alla venuta di una nuova era».
«Ma ti ascolti quando parli!!» questa volta la rabbia ebbe il sopravvento e Anna si alzò nuovamente «Tutto ciò che dici è una menzogna. Non esiste nessuna dea dell'antichità! Siete stati voi» continuò indicando gli zii uno ad uno «Siete voi la causa della sua mancanza di senno. Cosa le avete fatto?!».
«Ora basta Anna!» esclamò Delia circondata da una densa coltre vermiglia «Non tollero più la tua voce pungente! Sei libera di non credere alle mie parole, ma sappi che se non ti unirai a noi sarai considerata nostra nemica. Ora portatela via, non voglio vederla più!».
Due minacciose figure si avvicinarono al tavolo pronte a scortare fuori l'incredula Anna.
«Aspetta, ti prego! Non puoi pensare veramente ciò che dici. Tu non sei così, non sei la sorella dolce che ho sempre avuto al mio fianco».
Delia avanzò lentamente verso Anna e una volta giunta a pochi passi, le toccò il  viso. Il corpo della maggiore venne come paralizzato e nella sua mente si formarono immagini di sangue e guerra. Vide gli uomini trucidarsi a vicenda, vide le guerre dilaniare il mondo e vide la stessa sorella dominare dall'alto di un trono circondata da quattro possenti cavalieri in armatura d'onice. Quando il suo tocco cessò, anche quelle terribili immagini sparirono e Anna cadde sul freddo pavimento continuando a piangere.
«Ippolito, riporta mia nipote nei suoi alloggi. Assicurati che prepari i suoi effetti personali. Questa sera ci trasferiremo sull'atollo a nord come stabilito. Mi auguro che la Torre Lunare sia pronta come ordinato».
«Certamente signorino Spartan, tutto è pronto» rispose il gorilla sorridendo compiaciuto.
«Molto bene, non ci resta che dare il via al nostro piano e cominciare ad eliminare quei sudici Saint!».
 
Qualche giorno prima, sul Tetto del Mondo nel Jamir…
«Si fermi maestro! Non posso credere che proprio lei ostacoli la nostra missione. Io ho bisogno che voi ripariate le armature a qualunque costo».
Le parole di Liam echeggiarono per la deserta vallata rocciosa sottostante. Il Gold Saint di Aries , tuttavia, sembrò non dare peso a quelle parole e continuò a passo lento la sua avanzata verso l'entrata della Torre.
«Maledizione!» urlò il cavaliere di Pegaso battendo un pugno sullo strato di roccia e frantumando il suolo «Non posso arrendermi ora! Se non vuole ascoltarmi con le buone lo farà con le cattive. Pegasus: Shooting Stars!!».
Le stelle cadenti del giovane cavaliere partirono rapidissime dal suo pugno, ma nessuna sembrò colpire ,nemmeno minimamente, la schiena del Saint dorato che, alla fine, arrestò finalmente il suo avanzare.
«Così sarebbero queste le temibili stelle cadenti di Pegaso, il micidiale attacco che nel passato ha fatto tremare persino gli dei?» proferì in tono solenne Shui « Ridicolo! Con quei colpi non riusciresti nemmeno a fare il solletico a uno dei quattro generali».
«Sarà come dice maestro, ma almeno ho arrestato il suo passo. Sappia che continuerò ad attaccarla fino a quando non cambierà idea» rispose con una riga di sudore che gli scivolava nella tempia.
Finalmente Shui si voltò e tornò a guardare Liam negli occhi:
«Tu non hai idea di ciò che dici ragazzino. Sfidare un Gold Saint equivale a morire. Solo un cavaliere d'oro può abbatterne un altro, non prima di aver combattuto con lui per mille anni!».
Liam deglutì nel sentire quelle parole che lo innervosirono non poco.Ora non poteva più tirarsi indietro se voleva portare a termine la sua delicata missione. Abbassò lo sguardo osservando la terra ocra sotto i suoi piedi. Uno spiffero gelido sollevò una coltre delicatissima di granelli che danzarono per qualche brevissimo istante nell'aria. Poi aprì bocca:
 
« Io non voglio sfidarla, non era questa la mia intenzione sommo cavaliere d'oro» .
 
« Bene, vedo che ti è tornato il buonsenso figliolo, ora vattene via da questo posto immediatamente» disse Shui incrociando le braccia.
 
« Non ho finito! » tuonò Liam generando una chiara e lunga eco « Dicevo che non vorrei sfidarla, ma devo! » ora il suo Cosmo azzurro si librava alto nel cielo del Jamir « I miei compagni mi aspettano ed io ho giurato che sarei tornato quanto prima con le loro Cloth. Non posso deluderli, non posso fallire. Ho troppa gente da proteggere maestro Shui, quindi le chiedo perdono» le braccia di Liam circoscrivevano nell'aria delle traiettorie ben precise fino a comporre la posizione delle tredici stelle della sua costellazione " Sono spiacente professor Caius, ma devo venire meno alla promessa che le ho fatto" pensò  in quell'istante prima di scagliare il suo colpo alla massima potenza « Pegasus: Shooting Stars!!».
 
« Sei uno sciocco ragazzo, il tuo maestro non ti ha insegnato che usare due volte la stessa tecnica su un cavaliere non ha effetto!» Shui schivava ogni pugno supersonico con una maestria tale che sembrava danzasse « Sei lento, troppo lento ed ora tocca a me: Starlight Execution!».
 
Fu un furore di luce e potenza ciò che investì lo sprovveduto cavaliere di bronzo che roteò alcune volte per aria prima di atterrare rovinosamente col volto sull'aspra roccia. Alcune gocce di sangue raggiunsero perfino il candido mantello bianco del Gold Saint sporcandolo in vari punti. Liam non si accorse nemmeno di essere finito a terra, ma le orecchie gli fischiavano e una fitta di dolore dilaniava tutto il suo corpo. Come se non bastasse le ferite curategli dal dottor Smith si erano riaperte e ben presto sentì l'interno della sua tuta inumidirsi. Shui tornò a dargli le spalle facendo volteggiare il suo mantello e riprese a dirigersi verso l'entrata della Torre, mentre il cavaliere di Pegaso cercava con tutte le sue forze di rialzarsi.
 
« Non tentare la sorte  nuovamente ragazzo. Cedi al torpore, recupera le forze e torna da dove sei venuto. Per questa volta ho deciso di risparmiarti evitando di ferirti in punti vitali, ma sappi che se leverai di nuovo il pugno su di me non avrò pietà».
 
" Sono debole,tanto debole" pensava Liam cadendo sempre più nell'oblio " Il suo attacco... Non sono riuscito nemmeno a vederlo partire. Come posso battere un guerriero di tale potenza? Perdonatemi amici, ho fallito la missione! Il torpore mi assale, non sento più dolore o il freddo sul mio volto".
 
L'oscurità lo privò di tutti e cinque i sensi. Riuscì solamente a percepire il pulsare sempre più dolce del suo cuore. Poi, quando tutto fu nero e tetro, sentì una voce nella sua mente, forse un cattivo scherzo dell'agonia che lo rapiva:
 
« Hey tu, ragazzo di bronzo, dico a te» fece quella misteriosa vocina sconosciuta.
 
« Chi sei? Mi parli attraverso il Cosmo?» riabbatté Liam con altre domande.
 
« Che importanza ha di chi sono e come ti parlo, l'importante e che ora mi ascolti. È molto tempo che desideravo parlare con te».
 
« Cosa vuoi? ».
 
« Che impertinente che sei! Vedo che non ti piace per niente chiacchierare. Poco male, nemmeno io sono molto loquace, quindi verrò al punto. Voglio che ti rialzi immediatamente e batti quel Gold Saint».
 
« Impossibile! Riesce a vedere tutti i miei colpi, non ce la farò mai. Il suo Cosmo supera di milioni di volte il mio».
 
« Scusa se ti offendo ragazzo di bronzo, ma sicuro di essere un vero Cavaliere?».
 
« Cosa fai, mi prendi anche in giro ora? Fa pure, tanto so già che sei solo una stupida voce nella mia testa. È probabile che sia morto su quelle montagne già da un pezzo».
 
« Quella tua compagna, come si chiama? Rebecca!! Dico bene? Lei si che è molto saggia a chiamarti bamboccione! Anche tu puoi raggiungere un simile potere se ti concentri. Pensaci un istante Liam. Cosa ti ha detto prima di colpirti il tuo avversario?».
 
« Che ero troppo lento! Quindi tu dici che è solo una questione di velocità? ».
 
« Vedo che cominci a capire giovane ragazzo di bronzo. I Gold Saint sono uomini proprio come te. Il loro potere deriva dallo scagliare i colpi alla velocità della luce».
 
« Ora capisco perché non vedevo i suoi movimenti e i suoi colpi! Ma come posso raggiungere tale potenza? Sono Cavaliere da troppo poco ».
 
 « Ascolta Saint di Pegaso. Anche i cavalieri d' oro si sono dovuti impegnare molto per ottenere le sacre Gold Cloth. Oltre al loro corpo hanno allenato anche il loro spirito per poter raggiungere la velocità della luce. Anche tu possiedi la forza necessaria per poter sfondare la barriera del suono. Fa esplodere il tuo Cosmo generando un piccolo Big Bang e abbatterai chiunque ti si pari davanti, perfino un Goold Saint ».
 
« Quindi è questo ciò che devo fare? Bene, ma perché dovrei ascoltare una stupida vocina?».
 
« Ti rimane , forse, altra scelta per difendere ciò che ami? ».
 
« Suppongo di no».
 
La trave che sosteneva l'ingresso della Torre era a pochi centimetri dalla sua testa quando Shiu si arrestò percependo un Cosmo enorme alle sue spalle. Si voltò rapidamente con gli occhi sgranati e il suo stupore crebbe a dismisura quando vide Liam in piedi avvolto da una tremenda energia azzurra che spazzava via ogni cosa nei dintorni.
 
« Che mi prenda un colpo, non vuoi proprio arrenderti. Da dove tiri fuori questa assurda potenza?».
 
« Non lo so Cavaliere d'oro. La chiami pure forza della disperazione. Sappia che ogni volta che mi colpirà io mi rialzerò e la attaccherò fino a quando il mio corpo non si disintegrerà» la sua aura continuava a gonfiarsi come impazzita « Io porterò a termine la mia missione e lei mi lascerà passare. Brucia mio Cosmo, elevati alto!! Crea il miracolo, esplodi fino a creare un Big Bang! Pegasus: Shouting Stars!!».
 
« Di nuovo quella tecnica! Non hai capito nulla ancora. Contro di me non funziona » urlò Shui cominciando a schivare ogni singolo pugno. « È la tua fine, appena sarai stremato ti colpirò in modo da cancellarti da questo mondo».
 
« E sia cavaliere, non ho nulla da perdere!!».
 
La lotta arrivò al suo culmine. Il Gold Saint di Aries riuscì ad evitare tutti i colpi e giunto in una posizione consona lanciò il suo Starlight Execution. I fasci luminosi di pura energia distruttrice erano diretti , come aveva promesso, ai punti vitali del cavaliere di bronzo che senza nemmeno la sua Cloth a proteggerlo sarebbe stato distrutto . Tuttavia il miracolo accadde. Liam cominciò a schivare prima un colpo e poi l'altro. Li distingueva chiaramente ora . " Vedo i suoi pugni, vedo i suoi pugni! " urlava a se stesso e una volta sorpresa la guardia dell'incredulo Shiu si preparò a sferrare il destro finale mirando al petto dorato.
 
« Ti ho battuto!» tuonò Liam strizzando gli occhi per il grande sforzo mentre il colpo fendeva l'aria a pochi centimetri dall'avversario.
 
« Crystal Wall !! » rispose allargando le braccia come un fulmine il cavaliere dell'Ariete.
 
Un lampo di luce bianchissima, un boato che echeggiò per decine di secondi nella landa desolata e la terra che tremava come in preda al panico. Dopo che tutto tacque, Shui si staccò da una delle pareti della Torre dove il colpo lo aveva ammassato. Nella roccia si aprì una crepa e nel suolo un solco non molto profondo. Liam giaceva privo di sensi poco più avanti col sangue che fuoriusciva dalle orecchie e dal colletto della tuta nera divenuta ormai uno straccio. Il cavaliere d'oro si scrollò le spalle dai detriti che lo ricoprivano e adesso torreggiava sul povero Bronze Saint. Lo osservò per bene e poi disse:
 
« Kir Kir vieni fuori ora».
 
« Eccomi maestro» rispose un giovane ragazzo, alto e snello, dalla folta capigliatura nera e riccia e il colorito ambrato. In mezzo alle due sopracciglia i classici segni delle tribù del Jamir.
 
« Kir Kir, porta il ragazzo nella Torre, curalo e durante la sua convalescenza ripara le Sacre Cloth di bronzo. Ti fornirò io il necessario. Al suo risveglio non fare una parola su di me».
 
« Maestro, lei sanguina!!! » esclamò stupefatto Kir Kir osservando il rivolo di sangue scorrere dalla fronte.
 
« Non è nulla, non temere. Ora va, il ragazzo ha bisogno di cure immediate».
 
Sparì così, usando il teletrasporto, mentre il giovane attendente del dorato maestro sollevava il corpo ferito di Liam.
 
 
   
 
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