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Autore: LuxShilas    10/04/2015    3 recensioni
Clara, dopo aver fatto svariati anni di recitazione ma senza trovare uno straccio di lavoro, si ritrova con la migliore amica nel loro nuovo appartamento a Milano, dove trovano un lavoro in una biblioteca.
Quando una mattina alza gli occhi dalla scrivania e si ritrova davanti Frank Matano.
(Questa storia è ambientata dopo che Frank ha finito con Italia's Got Talent e film vari).
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciak, si gira o si ama?


Capitolo 1. La fortuna è dalla mia parte

 
Faccio vagare lo sguardo sulla stanza che mi si presenta davanti. Causa soldi, io e la migliore amica Ilaria abbiamo affittato uno degli appartamenti meno costosi e piccoli – essendo in due non abbiamo bisogno di una villa –, ma sembra comunque accogliente. All’entrata c’è un armadietto per mettere le scarpe, poco più avanti un tavolino con un divanetto e poi ci sono due letti singoli, uno vicino alla finestra e l’altro attaccato al muro, con un comodino di fianco ad ognuno. Dopo un paio di metri dai letti si trova una porta con un minuscolo corridoio dove c’è un armadio grande, e infine due porte. In una il bagno e nell’altra un cucinino con una tavola striminzita per due persone.
 
«Mica male» commenta Ilaria, lasciando la sua valigia per terra e buttandosi sul letto accanto al muro.

«No!» grido, forse un po’ troppo forte.

«Cosa?» mi urla di rimando balzando in piedi. Scoppio a ridere.

«No, niente di grave, è che voglio io quel letto.»

«A me non cambia nulla, ma posso sapere perché sei così ostinata sulla faccenda del letto? Anche da piccola eri sempre così…» mi fissa con curiosità trascinando il suo borsone con trentamila cose all’interno.

«Beh, almeno se entra un assassino dalla finestra uccide prima te, almeno io sento le urla e scappo via» le spiego con un sorriso.

«Solidale insomma» dice sarcastica, e poi finiamo entrambe in un’altra risata.
 

«Pronta per il nuovo lavoro?» chiedo a Ilaria sedendomi a tavola.

«Quand’è che si comincia?» mi risponde con una domanda.

«Domani»

«Ore?»

«Io ho il turno dalle 8.00 alle 12.00, e tu dalle 12.00 alle 16.00. Tutti i giorni tranne la domenica» le spiego, iniziando a mangiare.

«Ah! Quindi tu ti svegli presto!»

«Per me non è un problema, io non ho mai amato dormire fino a tardi» ribatto altezzosa.

«Ma durante il turno ci siamo solo noi? Cioè, padrone di tutto il negozio?»

«No, assolutamente! Ci sono anche altri che lavorano nel nostro stesso orario, qualcuno starà alla scrivania, altri aiutano i clienti… e cose così» rispondo semplicemente.

Lei mi guarda un po’ confusa, per poi accennare a un “ho capito”.
 

Bip. Bip. Bi-bip. Bi-bi-bi-bip. Bi-bi-bi-bi-bip. Con un pugno spengo la sveglia e, preoccupata, guardo Ilaria per vedere se ho disturbato pure lei. Ma invece no, non la sveglia nessuno mentre russa così forte. Mi chiedo cos’avrebbe fatto se fosse toccato a lei svegliarsi alle sette di mattina. Alzo le spalle e vado in cucina a farmi un tè. Mentre si scalda mi vesto e accendo il cellulare. Una chiamata persa: mamma. Scommetto che voleva sapere com’è andato il viaggio e se ci troviamo bene qui a Milano. Così, per non fare troppa confusione, le invio un messaggio: ciao mamma. Il viaggio è andato bene e in appartamento ancora meglio. Ho dormito come se fossi nel mio solito letto. Da oggi si comincia in biblioteca, sono curiosa. Ti chiamo dopo pranzo.

Pronta la colazione, mi perdo a mangiare guardando la televisione e poi mi accorgo che sto facendo un po’ tardi. Così indosso un giubbino leggero ed esco con la borsa a tracolla.

Entro in macchina e mi guardo intorno. Il parcheggio è tutto pieno, fortuna che chi alloggia ha il posto prenotato. Faccio retromarcia e, seguendo le indicazioni che mi sono state date, raggiungo in fretta la biblioteca. Prima di entrare, mi torturo le mani. Sono un po’ nervosa.

Apro la porta e la bocca anche; non la immaginavo così grande. Ci sono un mucchio di alti scaffali colmi di libri, tavoli per studiare o leggere e all’entrata una grande scrivania occupata da un ragazzo e una ragazza.

«Buongiorno» saluto timidamente.

«Buongiorno, sei tu… Clara?» mi chiede il ragazzo facendo cenno di avvicinarmi. «Dalla foto della carta d’identità sembri proprio tu.»

«Certo, sono io» rispondo sorridendo. Fare una bella impressione conta sempre.

«Piacere, io sono Marco, il figlio del padrone. Lei è Eleonora, ti aiuterà ad ambientarti» mi spiega, passandomi un cartellino col mio nome, cognome ed età. Vedo che loro lo hanno attaccato alla maglia, così lo metto anche io dopo essermi tolta il giubbino e averlo appoggiato sulla sedia dietro la scrivania. Mi hanno già fatta accomodare.

«Allora Clara, per i primi giorni tu starai con me. Non è difficile, è come nei negozi di abbigliamento. Ci si alterna, a volte si sta qui dietro, a volte si gira tra gli scaffali.» inizia a parlare in modo amichevole. «Ti faccio fare un giro almeno inizi ad ambientarti.»

La seguo, e già mi appassiono. Mi mostra che per ogni genere c’è uno scomparto. Il primo scaffale tiene libri fantasy o di fantascienza, il secondo giallo, il terzo comico, e così via… Cerco di raccattare tutte le informazioni possibili per non fare la figura dell’idiota e andare a chiedere ogni due minuti.

C’è molta gente qui dentro, anche di prima mattina: soprattutto giovani, seduti ai tavoli, concentrati nella lettura e nello studio.

«Ah, una cosa molto importante: il silenzio. Se senti, qui c’è solo un leggero brusio. Siamo molto fiscali su questo, quindi tienilo bene a mente» mi raccomanda, senza smettere di sorridermi incoraggiante. «Adesso credo che tu stia con me alla scrivania, oppure mi segua per la biblioteca se un cliente ha bisogno, così impari qualcosa. Poi magari ti lascio fare con qualcuno, vediamo cosa combini» e finisce la frase con un occhiolino.
Sono eccitata all’idea, ma ho paura di fare guai. Ma comunque, annuisco.

 
Sono passate due ore, e procede tutto bene. Eleonora mi ha messo alla prova parecchie volte. Quando una ragazza voleva leggere il libro Le Cronache di Narnia, Eleonora mi ha lasciato parlare, così ho indicato il primo scaffale, oppure un uomo cercava Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e l’ho accompagnato nella parte sulla letteratura.

«Te la cavi bene» si è complimentata la mia nuova amica. «Ma ora, al prossimo cliente, farai tutto da sola.»

«E se combino qualche pasticcio?»

«Se te lo dico io vuol dire che lo puoi fare, Clara.» mi risponde convinta. Vorrei la sua sicurezza una volta ogni tanto.

Dopo cinque minuti, la porta si apre ed Eleonora sparisce dietro gli scaffali con un cliente facendomi cenno che devo fare tutto io. Prendo un respiro profondo ed alzo gli occhi incrociandoli con quelli della persona appena entrata. E ci rimango di sasso.

«F…» balbetto. Non riesco a continuare.

«E’ un piacere anche per me, signorina» mi risponde lui, sfoggiando un largo sorriso col suo solito entusiasmo che però, sfortunatamente, vedevo solo dietro lo schermo di un computer. Vorrei ridere, piangere o dire qualcosa, ma non ci riesco.

Sono ancora impietrita e improvvisamente tira fuori un foglietto e una penna dalla tasca, ci fa una firma e me lo porge. Il suo autografo.

«Frank Matano…» riesco a dire finalmente. Lui annuisce dolcemente.

«E’ sempre bello incontrare nuove fan, mi fa sentire… apprezzato» mi dice, passandosi una mano dietro la testa.

Io mi alzo in piedi rendendomi conto che se Eleonora o Marco mi vedessero in questo stato mi licenzierebbero subito.

«Scusa» dico subito, ricomponendomi davanti alla faccia sorridente del ragazzo di cui sono sempre stata innamorata. «Scusa, ma fa un certo effetto vederti.»

«Non ti preoccupare, tu hai reagito bene. Di solito quando incontro le fan mi aspetto un urlo.»

«Avrei urlato se non fossimo in biblioteca… Beh, di cosa hai bisogno?» gli chiedo, acquistando subito sicurezza con il suo tranquillo e spontaneo modo di fare.

«It, di Stephen King.»

Questo nome non mi è nuovo, e guardo sul computer tutta la lista di libri non ricordando esattamente di che genere è quel libro. Ma cosa potrei ricordare con Frank Matano davanti?

«Horror» dico sorpresa. Lui annuisce.

«Vieni con me» gli rispondo, incamminandomi verso la fine della biblioteca, nel penultimo scaffale. «E’ verso la fine»

«Grazie mille, ehm…»

«Clara.»

«Grazie Clara. Lavori qui da molto?»

«No, oggi è il primo giorno e tu sei il mio primo vero cliente.»

«Ah però!» esclama, senza alzare troppo la voce. «Allora tornerò più spesso in questa biblioteca, avrò modo di conoscerti, signorina» e senza mollare il sorriso mi fa arrossire.

«Volentieri» dico, con le mani che mi tremano. «Ora, io… devo tornare a…»

«Ovviamente, ciao.»

«Ciao F… Frank»




ANGOLO AUTRICE
Yuuuppii, il primo capitolo della mia prima long! Sono davvero felice! E ovviamente curiosissima di sapere cosa ne pensate. E' molto lungo come inizio, e forse noioso, ma vi prometto che di così lunghi non ce ne saranno tanti altri.
Clara è il mio nome, come quello della protagonista, così mi sento ancora più partecipe della storia! :)
Frank l'ho visto nella realtà (solo fortuna) e quindi un po' so come si comporta con le fan... o almeno con me è stato dolce, tranquillo e simpatico al tempo stesso. Per il resto dovrò basarmi sulla mia fantasia.
Non ho altro da dire... alla prossima!
LuxShilas
   
 
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