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Autore: Wolfgirl93    10/04/2015    0 recensioni
Piccolo sclero notturno, ascoltare Give me love di Ed Sheeran alle 2 di notte fa davvero male, spero vi piaccia. Buona lettura.
Dal testo:
"Erano quasi due mesi che Rin era tornato in Australia, allenarsi ogni giorno per migliorare era sempre più difficile e la pressione si faceva sentire.
Il rosso sospirò mentre mandava giù l'ennesimo bicchiere di vodka, non era un amante degli alcolici ma in quel momento quel bruciore alla gola riusciva a fargli dimentica – anche solo per qualche minuto – il dolore che sentiva all'altezza del cuore."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati quasi due mesi da quando Rin era tornato in Australia, allenarsi ogni giorno per migliorare era sempre più difficile e la pressione si faceva sentire ogni giorno di più.
Il rosso sospirò mentre mandava giù l'ennesimo bicchiere di vodka, non era un amante degli alcolici ma in quel momento quel bruciore alla gola riusciva a fargli dimenticare – anche solo per qualche minuto – il dolore che sentiva all'altezza del cuore. Sapeva che Haruka era migliorato, Makoto gli aveva detto che aveva vinto varie gare regionali e lui ogni volta si sentiva sempre un passo indietro, Haruka era il suo mito, era il suo obbiettivo, era la sua vita. Rin non l'avrebbe mai confessato direttamente al moro, ma era innamorato di lui sin da quando erano bambini: amava vederlo nuotare e vedere quel timido sorriso che gli ornava le labbra quando si trovava nel suo elemento naturale, adorava poi i suoi occhi, avrebbe passato ore a fissare quelle iridi blu come il mare.
Mandò giù l'ennesimo bicchiere inziando già a vedere doppio ogni cosa che lo circondasse, ridacchiò fra se mentre il barista lo guardava quasi dispiaciuto per lo stato in cui versava.
Uscì barcollando dal locale e si trascinò per le strade del centro di Sidney senza una meta precisa, d'un tratto spostò lo sguardo verso il mare e quel colore così blu gli ricordò lui.
Afferrò il telefono dalla tasca dei jeans e selezionò il numero di Haruka sul monitor, a Sidney erano le 23:30 quindi in Giappone sarebbero state solo le 21:30, aspettò che qualcuno rispondesse mentre la sua mente ormai era del tutto sotto l'effetto dell'alcol.
“Pronto? Rin?” La voce di Haruka era tranquilla come sempre.
“Oi, Haru.” Un singhiozzò interruppe le sue parole facendolo poi ridacchiare “Sai ti stavo pensando, qui tutto è difficile, sai forse il nuoto non fa per me.” Di nuovo una pausa, di nuovo una risatina “Non riuscirò mai a raggiungerti, tu sei anni luce lontano da me, cazzo speravo di poter gareggiare con te un giorno.” Ci fu l'ennesima pausa e Haruka tentò di dire qualcosa ma le parole di Rin lo interruppero. “Ti amo cazzo! E' da così tanto tempo che ti amo e cazzo tu non te ne sei mai accorto!” La risata che seguì quelle parole fu diversa dalle altre, sembrava più amara, più triste. “Vorrei che fossi qui, vorrei stringerti, averti vicino, baciarti. Cazzo ho così tanta voglia di averti qui che mi farei l'oceano a nuoto per vederti, che stupido vero? Non nuoteremo più assieme Haru, il nuoto agonistico è qualcosa di troppo difficile per me, è qualcosa per te e basta. Beh un giorno però verrò a vedere una tua gara, farò il tifo per te. Ciao Haru” Ci fu una lunga pausa nella qualche nessuno dei due parò, Haruka era troppo scioccato per aprire bocca e Rin era troppo ubriaco per aggiungere altro, il rosso premette sul pulsantino del telefono e chiuse la chiamata lasciando Haruka ancora confuso con il telefono fra le mani.


La mattina seguente Rin si svegliò con un mal di testa così forte da impedirgli persino di muoversi dal letto, erano le 12:50 e qualcuno stava bussando insistentemente alla porta del suo appartamento, si alzò a fatica combattendo contro i capogiri che minacciavano di farlo cadere, si trascinò verso la porta e l'aprì.
Haruka se ne stava fermo sulla soglia intento a fissarlo con il suo sguardo sempre troppo annoiato.
“Haru?” Chiese incerto il rosso, forse stava solo sognando o forse stava delirando per una botta che aveva dato.
Haruka non parlò, non era bravo a parole e in quel momento sarebbero state superflue, si allungò verso Rin e posò le labbra sulle sue: fu un bacio lungo e bagnato che regalò ad entrambi una miriade di brividi.
Quando le loro labbra si staccarono Rin arrossì per l'imbarazzo “Che ti prende? Cioè vieni qui e mi baci?!?!”
Haruka abbassò lo sguardo cercando di nascondere il rossore sulle guance “La prossima volta che devi dichiararti almeno fallo da sobrio, così non dovrò spiegarti tutta la situazione, baka! E poi sono qui perchè mi trasferisco nella tua scuola di nuoto, così potremmo nuotare insieme, sai il nuoto è difficile anche per me.”
Rin ascoltò le parole del moro e gli ci vollero circa due minuti per elaborare tutto, sentì gli occhi iniziare a pizzicare e subito abbraccio Haru sperando di nascondere le prime lacrime che stavano uscendo. “Haru... Ti amo e grazie.”
Il moro sorrise dolcemente stringendolo a sua volta “Ti amo anch'io, Rin.”

   
 
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