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Autore: JulieMary    10/04/2015    14 recensioni
Questa è la storia di lei, Julia, un'anima forte che per un vecchio amore non corrisposto perde sicurezza e si sgretola pian piano.
Questa è la storia di lui, Michael, che pare farsi scivolare tutto addosso, ma trattiene dolori nascosti.
Questa è la storia di loro, due ragazzi che scappano da sé stessi, ma che si sentono a casa quando stanno insieme.
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Intrecci, amori, delusioni, colpi di scena e tanti personaggi che accompagnano con i loro problemi le vicende dei due protagonisti.
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|TUTTI I DIRITTI RISERVATI|
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO


La chiamata del professor Simmons non bastò per abbattermi con la dura verità. Le sue parole mi spensero un pomeriggio di sole, ma che io vedevo già grigio, in preda all'ansia e alla paura di non farcela.

Ero distesa sul divano quando il cellulare di mamma cominciò a squillare. Il cuore mi balzò in gola e mi misi a sedere con la schiena dritta. Sperai che si trattasse di papà, di un'amica o di un collega, qualsiasi persona tranne il mio professore di riferimento.

-Pronto?- la voce tranquilla di mia madre mi fece tremare, poi lei mi guardò. La sua espressione delusa e cupa non mi disse nulla di buono.

-Non potevate fare proprio niente per aiutarla?- chiese mamma mordendosi un'unghia e fissò lo sguardo a terra dandomi le spalle. Io avevo già capito tutto. Una lacrima mi solcò una guancia e, spinta da un'altra, mi bagnò le labbra. Le leccai e in quel gusto amarognolo percepii fallimento, delusione, ribrezzo per me stessa. Come potevo esser stata così debole? Non riuscivo proprio a perdonarmelo.

Mi feci piccola sul divano e mi chiusi come un riccio in difesa per piangere. Non appena terminò la chiamata, mia madre si chinò su di me per abbracciarmi.

-Mi dispiace tesoro, però il professor Simmons ha ragione, avresti dovuto impegnarti.

Alzai la testa con sguardo indignato.

-Impegnarmi? Io ho fatto di tutto per non pensare a quei tre stronzi, a concentrarmi sullo studio e ad ignorare tutto il resto, ma che colpa ne ho se non sono stata brava abbastanza?- mi sfogai, arrabbiata con il mondo intero e persino con il mio stesso modo d'essere.

In realtà, di colpe, continuavo a darmene.

-E' vero, ci hai provato, ma non prendertela così tanto. Vedrai che un anno in più non può essere così male. Queste esperienze aiutano a crescere- cercò di rassicurarmi mamma, ma nessuna parolina positiva e gentile avrebbe potuto placare la rabbia che si dimenava e bruciava dentro di me.

Mi alzai dal divano e corsi in camera mia, poi chiusi la porta a chiave e mi buttai di peso sul mio letto, dove passai ore a piangere e a darmi ancora tante colpe per l'accaduto. Colpe che, magari, non erano neanche mie, non tutte.

Ed era vero, la chiamata del professor Simons non bastò per abbattermi con la dura verità, ma anche rimanere là, ferma davanti ai tabelloni dei risultati, mi fece male. Julia Norton: non ammessa alla classe quinta. Ebbi appena incontrato alcuni miei professori per discutere sulla mia bocciatura e per ritirare dei documenti, ma non volevo andarmene da scuola senza aver fissato quelle parole maledette che mi facevano vergognare di me stessa. Stupido masochismo...

E come se non bastasse, ero persino l'unica a non aver superato l'anno, nella mia classe.

Il mio sguardo slittò d'istinto sul nome di quel bastardo. Ashton Irwin: ammesso alla classe quinta. Avrei tanto voluto strappare quel grande foglio dalla bacheca, accartocciarlo e buttarlo nella spazzatura, ma per reprimere il tremolio della mie mani infilai le dita nelle tasche dei jeans. Subito dopo, per non pensare troppo alla sventura vissuta con colui che ormai odiavo, guardai i nomi delle mie due migliori amiche e cercai di non scoppiare a piangere. Violet e Diana ce l'avevano fatta e avrebbero passato l'ultimo anno di liceo senza di me. I brevi incontri in mensa e in corridoio non sarebbero stati sufficienti per me e avrei rimpianto ogni singola lezione e gita scolastica fatta con loro due durante gli anni precedenti.

Loro sarebbero andate avanti, io sarei rimasta ferma. Non l'avrei sopportato, ne ero certa. Avrei dovuto stringere nuove amicizie, abituarmi ad una nuova classe e ciò mi spaventava a morte, anche se qualche faccia della classe indietro alla mia mi era già familiare. Non sono mai stata un asso nel legare con le persone, anzi, è sempre stato complicato per me.

Fissare i nomi di quelli che non sarebbero stati più i miei compagni mi distruggeva, non avevo più la forza di stare dentro quell'istituto, così decisi di andarmene. Stavo per compiere i primi passi, però, quando trovai Ashton al mio fianco. Mi bloccai sul posto mentre i nostri sguardi s'incrociarono per un istante, ma il bisogno di sparire immediatamente s'impossessò di me con violenza, forse per rabbia, forse per imbarazzo. Ash mi prese una mano impedendomi di compiere anche un solo passo.

-Ehi- fece lui e mi attirò a sé per abbracciarmi. Non ero certa se si trattasse di un saluto o di un abbraccio di consolazione, ma sapevo soltanto che quello stretto contatto fu come un colpo al cuore per me. Strinsi gli occhi per non piangere mentre tenevo la mia faccia premuta nell'incavo del suo collo, ma un forte istinto mi costrinse a staccarmi da Ashton e a voler andar via.

-Mi dispiace- disse lui come per scusarsi, ma io seppi soltanto lanciargli un'occhiata di fuoco.

-Ritieniti responsabile- gli sibilai, poi incrociai le braccia al petto e mi diressi verso l'uscita, furiosa.

Studenti presenti per vedere i loro risultati, alcuni miei compagni di classe inclusi, mi guardarono attraversare di fretta il corridoio. Violet e Diana non c'erano, ma avrei ignorato anche loro se ci fossero state.

Come mi aspettavo, Ashton non mi corse dietro. Mi lasciò andar via, come già aveva fatto pochi mesi prima.

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NUOVA STORIA, NUOVO FANDOM.

Ciao a tutti, JulieMary è ancora qui su EFP dopo un millennio di silenzio!

Nel frattempo che son mancata ho portato avanti due progetti, dei quali parlo nella bio, ma non riuscivo più ad aspettare e ho deciso di cominciare a pubblicare uno dei due, anche se non ho ancora finito di scriverlo interamente.

Essendo un prologo, non si capisce molto della storia, ma voi che ne dite, incuriosisce come inizio? Secondo voi cosa è successo tra Julia e Ashton?

Vi dico che la risposta non è poi così scontata come potrebbe essere (credo).

Se il prologo vi suscita curiosità fatemelo sapere tramite una recensione... io provvederò a continuare con i capitoli volentieri :)

Ah, vi avviso, saranno più lunghi di questo!

Alla prossima,

Julie.

PS: trovate la storia anche sul mio account Wattpad, con il mio nome d'arte Julie Darkeh. Se avete anche voi Wattpad e vi è piaciuto questo capitolo, lasciate pure una stellina!

   
 
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