Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Jane Ale    10/04/2015    4 recensioni
L'incomprensibile ironia del globo, ovvero come Evanna perse il senno per colpa di Will
Evanna Dawson vive felice con i genitori e la sorella minore. Ha due migliori amiche che adora, un ragazzo che ammira da lontano perché troppo timida per avvicinarsi, e un cane che non ama particolarmente. Ma poi arriva Will. William Reddington è uno dei tanti teppisti che la madre di Evanna cerca di aiutare. Così la famiglia Dawson si trova ad ospitare il giovane bullo nella loro dimora.
Cosa succederebbe se Evanna e Will fossero così incompatibili da non poter stare nella stessa stanza per più di qualche minuto? E se lei volesse sbattere fuori di casa "un brutto ceffo come lui"? E se lui la rendesse oltremodo acida e scontrsa?
Ma soprattutto, cosa succederebbe se Will non fosse così brutto e Evanna fingesse di essere acida? Strane cose stanno per succedere nella perfetta vita di Evanna Dawson.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'incomprensibile ironia del globo,

ovvero come Evanna perse il senno per colpa di Will

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




8. Troppe verità

 

 

 

 


Se mi avessero detto che un giorno mi sarei trovata a sedere sul divano di casa mia tra Dean e Pearl, non ci avrei mai creduto. Se avessero aggiunto che affianco a Pearl si sarebbe seduto William, beh, probabilmente avrei avuto un collasso da risata. Perché? Ma perché, cari miei, un appuntamento a quattro sul mio divano, guardando una stupida commedia sentimentale, dopo aver beccato Pearl e Will che stavano per andare a letto insieme, era sicuramente la cosa più comica e lontana dalla realtà che avrei mai immaginato di poter vivere. Eppure stava succedendo sul serio. E stava succedendo a me.

-Che palle questo film!- esclamò Pearl dopo neanche un’ora di visione.

-Guarda che l’hai scelto tu.- le ricordai poco educatamente.

-Pensavo fosse più carino, guarda la protagonista, è una tale..cozza!- commentò lei.

-E questo perché si è rifiutata di andare a letto col tizio che, in segreto, si faceva già la puttanella di turno?- la aggredii. Solo quando ebbi pronunciato quelle parole, però, mi resi conto di quanto fosse comica la situazione, per cui non aspettai la sua risposta ed aggiunsi ridacchiando: -Anzi no, lasciamo perdere. Non capiresti mai.-

Mi sembrò di vedere William sorridere, ma probabilmente fu solo un’impressione. Così mi voltai verso Dean. Sembrava un po’ a disagio e continuava a passare lo sguardo sui presenti nella stanza senza mai proferire parola.

-Tutto bene?- gli chiesi appoggiando la mia mano sulla sua.

-Certo.- disse sforzando un sorriso. –Credo, però, sia il momento di tornare a casa, è quasi mezzanotte.-

Lo fissai un po’ delusa, ma sperai che non se ne accorgesse. –Oh, sì, scusami, non avevo visto l’ora.-

-Noi possiamo andare un po’ in camera tua, Will.- esordì brillantemente Pearl.

-Non credo sia il caso.- rispose lui con delicatezza. –Magari facciamo un’altra sera.-

Non in casa mia!

-Allora mi riaccompagni a casa?- chiese lei speranzosa.

-Non ho un’auto, Pearl, lo sai.-

-Puoi fartela prestare da lei!- disse indicandomi.

Per un attimo fui incerta se si trattasse di uno scherzo o meno, ma vedendo che nessuno si decieva a ridere, presi la parola. –Okay, tu sei nata senza qualche neurone sul serio! Ma come ti viene in mente che io possa prestare la mia auto a lui per portare il tuo sedere a casa? Comincia pure a camminare, signorina.- dissi muovendo le braccia furiosamente in un modo che ricordava spaventosamente mia madre.

-Qual è il tuo problema, brutta coz..?-

-Pearl, forse è il caso che tu te ne vada.- la interruppe Will appoggiandole una mano sulla schiena con fin troppa intimità.

-Come mi hai chiamata?- gridai rivolta a quella sottospecie di oca. –Finisci la frase, gallina da allevamento!-

-Ho detto che sei una cozza, sei acida e bruttina, per questo sei sempre arrabbiata con tutti!- gridò lei di rimando. –E galline saranno quelle due stupide con cui vai in giro!- aggiunse riferendosi a Lisa e Jean.

-Adesso basta!-

Mi voltai nella direzione dalla quale proveniva il rimprovero e quasi mi sorpresi di vedere Dean con i pugni stretti e lo sguardo furente. Era stato davvero lui a parlare con quel tono?

-Siete due bambine, ma non vi sentite ridicole ad insultarvi così? Me ne vado, questa serata non ha più senso.- Poi puntò lo sguardo su di me. –Chiamami quando hai recuperato la calma.-

Annuii appena, senza dire una parola. Dean fece per andarsene, ma Will lo fermò.

-Dean, forse è il caso che riaccompagni tu Pearl vista l’ora. Sempre se non è un problema.-

Non aveva davvero chiesto una cosa del genere a Dean, giusto? Era la mia immaginazione che costruiva strane scene e le rendeva quasi reali, ne ero convinta. Ma poi Dean annuì.

-Nessun problema.- rispose. E io desiderai ardentemente picchiare la testa così forte da svegliarmi anni e anni dopo.

-Pearl, a te va bene?- le chiese William.

-Certo, non mi va di tornare da sola.- cinguettò lei sfiorando il braccio del ragazzo maliziosamente

-Bene.-

Dean aprì la porta, si voltò accennando un saluto generale e si avviò verso la sua auto lasciandomi pietrificata; Pearl indugiò qualche secondo bisbigliando qualcosa all’orecchio di Will, poi, con studiata lentezza, gli lasciò un bacio a pochi centimetri dalle labbra. Dopo aver messo in scena tutto quel teatrino, sorrise e seguì Dean fuori dalle mura della mia casa.

Non appena la porta si chiuse, la prima sensazione che mi assalì fu quella di essere libera, ma durò meno di un nanosecondo, perché i miei occhi incontrarono quelli di William, facendomi avvampare di rabbia.

-A che gioco stai giocando, Reddington?- chiesi decisa, ma calma. Non volevo fargli capire quando fossi realmente arrabbiata.

-A cosa ti riferisci, Dawson?- mi domandò prendendosi gioco di me.

-Non ho idea di quale sia il rapporto che hai con la tua ragazza, ma a me non piace condividere, motivo per cui non mi va a genio il fatto che adesso il suo enorme culo sia posato sulla macchina del mio..- stavo per dire “il mio ragazzo”, ma mi corressi in tempo, perché io e Dean non stavamo insieme. -..del ragazzo con cui esco!-

-Che però non è il tuo ragazzo!- infierì lui dopo essersi reso conto del mio errore.

-Sei uno stronzo! No, non stiamo insieme, ma questo non significa che sia disposta a vederlo con altre ragazze, non ti pare?-

-Quanto sei ingenua, Enny! Ma non vedi che è proprio questo il punto? Uscite insieme da un po’ e lui non è ancora il tuo ragazzo. E, nonostante ciò, ha accettato di riportare a casa quella che è la sua ex fidanzata! Ti rendi conto di quanto sia ridicola la situazione?- mi chiese allargando le braccia in segno di esasperazione. Come se fosse lui quello a dover essere esasperato!

-Io vedo solo quanto ti piaccia farmi stare male.- dissi senza neppure accorgermi che una lacrima involontaria era sfuggita ai miei occhi. Mi girai e feci per raggiungere le scale, ma Will mi bloccò prendendomi per un braccio.

-Stai piangendo?- mi domandò prendendomi per le spalle e facendo in modo di vedermi in faccia.

Scossi la testa. –Sarò stanca.- e non seppi quanto fosse una bugia.

Mi fissò qualche istante, forse incerto se credermi o meno, poi, senza dire una parola, mi tirò a sé e mi abbracciò.

Inutile dirvi che mi maledissi innumerevoli volte quando il mio corpo, agendo istintivamente, ricambiò il gesto portando le mia braccia a stringerlo forte. Appoggiai la testa sul suo torace e mi lasciai cullare.

-Non è mai stata mia intenzione farti del male. In nessun modo.- mi sussurrò piano.

Avrei tanto volto credergli. –Hai capito, Enny?- mi domandò non udendo risposta.

Avrei tanto voluto credergli, così intensamente che, pur di convincermi, annuii. –Ho capito.- risposi in un sospiro. Poi, armandomi di coraggio, mi staccai da lui.

-Dove vai?- chiese sbarrando gli occhi sorpreso dal mio gesto.

-A letto.- dissi solamente.

-Enny, non voglio insistere, ma pensa a quello che ti ho detto su Dean.-

Strinsi gli occhi. –Non c’è niente a cui pensare, Will. Hai già sottolineato tu il fatto che ancora non stiamo insieme, non credo ci sia altro a cui prestare attenzione, no?- domandai con una punta di acidità.

-Perché fingi di non capire?- chiese portandosi le mani alla testa. –Non è questione del fatto che non stiate insieme, o forse sì, ma non come intendi tu!-

-E allora in quale senso? Illuminami tu, mi pare di capire che tu abbia tutte le risposte!- sputai con rabbia.

-Evanna, smettila! Non sono io che ti sto prendendo in giro, apri gli occhi ed esci da quella favola che ti sei costruita! Come mai pensi che Dean abbia accettato di accompagnare Pearl a casa senza problemi? Pearl, la sua ex, la stessa che lo ha tradito baciando me, il ragazzo che ha proposto che fosse lui a riaccompagnarla! Ti rendi conto di quanto sia tutto surreale? E poi perché non si è ancora deciso ad ufficializzare il vostro rapporto? Non è per colpa tua come ti ostini, non sei tu il problema, Enny! Chiedigli di spiegarti perché ancora non sei la sua ragazza e già che ci sei domandagli anche da quanto tempo non si vede con Pearl, scommetto che la risposta, quella vera, ti potrebbe sorprendere!- gridò con forza spaventandomi.

Chiusi gli occhi e scivolai a sedere sulla scala alle mie spalle. –Non ti credo.- dissi scuotendo il capo. –Mi stai dicendo un sacco di bugie.-

-Enny, guardami!- mi ordinò avvicinandosi a me.

-No!-

-Enny..-

Scossi di nuovo la testa e lui si abbassò di fronte a me, in modo che i nostri volti fossero alla stessa altezza. Chiusi di nuovo gli occhi per non vederlo.

-Guardami.- sussurrò a pochi centimetri da me.

-Enny, apri gli occhi e guardami.- insistette, ma invece di fare ciò che mi aveva chiesto, portai le mani a coprirmi gli occhi.

-Cazzo, Evanna! Per una volta tira fuori le palle e affronta quello che ti succede!- gridò afferrandomi un polso per togliermi le mani dalla faccia. Non appena sentii quel piccolo contatto tra noi, scattai.

-Lasciami stare!- gli urlai allontanando le mani e trovandomi così faccia a faccia con lui.

-Finalmente!-

-Finalmente un cavolo, William! Cosa vuoi da me? Spiegami cosa stai cercando di ottenere con tutti questi discorsi, perché non l’ho davvero capito!-

-Credi che stia cercando di trarre qualche vantaggio da questa situazione? Lo credi davvero, Enny?- mi domandò alzandosi in piedi. –Non hai capito niente, come sempre del resto!-

Mi alzai a mia volta per fronteggiarlo. –Certo, sono sempre io quella che non capisce, sono io quella ingenua che tutti cercano di fregare e sono io quella che nessuno vuole! C’è qualcosa che vuoi aggiungere ancora o per oggi hai finito?- chiesi sfiorando l’isterismo.

Lui scosse la testa amareggiato. –Vedo che ti ostini a rimanere ferma sulle tue posizioni. Mi dispiace, io ci ho provato, ma non posso combattere contro i mulini a vento. Potrei provare a spiegarti tutto di nuovo, a fare in modo che tu afferri il vero significato di quello che sto dicendo, ma non sarebbe giusto, né per, né per me. Soprattutto per me. Non ha senso cercare di darti più di quello che al momento sei disposta a ricevere, quindi faccio un passo indietro. Detto ciò, spero davvero che, prima o poi, capirai.- concluse abbassando lo sguardo.

Non avevo capito una sola parola del suo discorso: capire cosa? Darmi più di quel che posso ricevere? Passo indietro? C’era qualcosa che mi sfuggiva, ma non riuscivo a capire cosa fosse.

-Cos’è che non capisco, William?- provai a chiedere, ma lui aveva già cominciato a salire le scale per andare in camera sua e l’unica risposta che ricevetti fu uno sguardo triste.

Quando mi decisi ad andare a dormire, passai davanti alla sua porta e provai a bussare senza, però, ottenere risposta. Troppe domande affollavano la mia mente quella sera, volevo sapere quanta verità su Dean ci fosse nelle parole di Will, se davvero mi stesse solo prendendo in giro e continuasse a frequentare Pearl, ma soprattutto volevo sapere qual era la cosa che Will credeva che io non capissi. Cosa stavi cercando di dirmi, William?

 

La mattina seguente decisi di restarmene a letto, fin quando il campanello di casa mia si mise a suonare insistentemente. Di malavoglia lasciai il mio caldo rifugio, infilai una felpa e, legando i capelli in una coda di cavallo, andai ad aprire. Immaginate la mia sorpresa quando mi trovai di fronte un Dean abbastanza trasandato e con gli stessi vestiti della sera precedente.

-Dean, cosa ci fai qui?- chiesi sopresa.

-Io..io devo dirti delle cose.- disse senza, però, guardarmi.

-Dean, ma stai bene? Cosa ti è successo?-

Lui chiese gli occhi e sospirò. –Sì, sto bene, ho solo bevuto troppo.-

-Hai bevuto? Quando? Ieri sera..- mi interruppi quando pensieri fin troppo maligni si impossessarono della mia mente. –Tu e..?-

-Devo parlarti, Evanna.- disse, questa volta guardandomi negli occhi con convinzione.

-Ti ascolto.-

-Non vuoi entrare?- domandò gentile.

-Credi che abbia bisogno di sedermi?- chiesi amara, ormai certa delle mie quasi-convinzioni.

-Eve..-

-Eve niente! Dimmi quello che devi dire e chiudiamo la cosa!-

-Mi dispiace, Eve, tu non meriti niente di quello che sto per dirti, ma proprio perché non lo meriti è giusto che tu lo sappia, tacere non farebbe che peggiorare il tutto.- disse cercando di prendere la mia mano con la sua.

La allontanai bruscamente. –Dean!- lo ammonii.

-Okay, bene. Quello che sto cercando di dirti è che ieri sera mi sono ubriacato in un locale. Con Pearl. Dopo essermene andato da casa tua.-

-E?- lo invitai a continuare.

-E…insomma, siamo..siamo andati a letto insieme.- ammise distogliendo lo sguardo.

-Da quanto va avanti questa storia?- chiesi impassibile.

Lui mi guardò stupito. –Da quanto? No, ti giuro che è stata l’unica volta.-

-Dean, guardami e dimmi da quanto tempo va avanti questa storia?-

Non riusciva a guardarmi negli occhi, il che non prometteva niente di buono. Più non mi guardava, più la convinzione che Will mi avesse detto la verità si faceva spazio in me.

-Non è mai finita, vero? Tu e Pearl non vi siete mai lasciati, probabilmente avete litigato, te la sei presa perché aveva baciato Will e poi, magari, vi siete accordati per uscire con una seconda persona. Lei con William e tu con me, la finta "cuginetta" del ragazzo che si stava portando a letto la tua storica fidanzata. E, cacchio, quanto suona stupido tutto ciò! Perché io sto solo supponendo, sto solo sparando storie a caso, sperando che tu mi dica che mi sto sbagliando, ma ho troppa paura di guardarti in faccia e porti quella dannata domanda. Perché se ti domandassi quanto c'è di reale in tutto ciò, tu mi diresti che è tutto vero. O sbaglio?- gli urlai addosso con le lacrime agli occhi.

Lui scosse la testa. –No, non ti sbagli.-

Feci due passi indietro e cercai di chiudere la porta in faccia a quel verme che mi stava davanti, ma lui fu più veloce di me e mi impedì di chiuderla con un piede.

-Eve, aspetta, lasciami spiegare!- mi implorò.

-Ma spiegare cosa? Mi sembra tutto molto chiaro.-

-Io ci tengo davvero a te, lo so che non riesci a credermi..-

-No, infatti. Non riuscirai a farmi cambiare idea, quindi vattene e lasciami in pace.- gli ordinai.

-Lascia almeno..-

-Vattene!- ripetei.

Lui obbedì, lasciò andare la porta e si voltò per andarsene. Solo dopo qualche secondo una domanda attraversò la mia mente.

-Dean!- lo richiamai. –Perché hai deciso di dirmi la verità?-

-Non so se posso dirtelo.- mi rispose evidentemente a disagio.

-Non credo tu sia nella posizione di omettere qualcosa.- osservai.

Lui sospirò. –William, è stato lui a costringermi a farlo. Mi ha chiamato questa mattina presto, mentre ero ancora con Pearl e..-

-Basta così, ho capito.- Poi, senza aggiungere altro, chiusi la porta alle mie spalle e mi lasciai scivolare a terra.

Avevo una tremenda voglia di piangere, una voglia così grande che mi premeva sul petto impedendomi di respirare bene. Ma non potevo ancora lasciarmi andare, c’era qualcosa che dovevo fare prima.

Salii le scale di corsa e mi fiondai in camera di Will senza nemmeno bussare.

-Svegliati, brutto pezzo di merda!- gridai incurante del fatto che stesse ancora dormendo. –Ho detto che ti devi svegliare!- e gli scaraventai contro un cuscino che si trovava in fondo al letto.

-Enny, ma che cazzo fai? Hai perso la testa?- mi chiese spaventato.

-Tu sapevi tutto sin dall’inizio, ma sei stato zitto! Non solo mi hai lanciato velate frecciatine accusandomi di essere ingenua, ma hai anche lasciato che Dean mi usasse, perché era l’unico modo per continuare a scoparti la sua ragazza. E tutte quelle frasi sul non volermi far soffrire, erano solo cazzate!- urlai fuori di me.

-Non è vero, Enny! Io l’ho fatto per proteggerti, per questo ho chiamato Dean questa mattina, non potevo sopportare che continuasse a prenderti in giro.- disse alzandosi dal letto per avvicinarsi a me.

-Non osare avvicinarti, stronzo! Mi hai rifilato bugie su bugie, volevi che scoprissi da sola che Dean mi stava prendendo in giro, così la tua relazione con Pearl sarebbe stata salva, non è così?- chiesi puntandogli l’indice contro.

-No, Evanna, non è così. Ragiona, ti prego! Non ti ho detto come stavano le cose perché non mi avresti creduto, avresti pensato che ti volessi solo allontanare da Dean. Non mi importa niente di Pearl, sul serio, non è mai stata niente per me! E stamani ho telefonato a Dean perché si era spinto troppo oltre, non potevo sopportare di vederti stare male ancora. Devi credermi, Enny, tengo tantissimo a te, non farei niente per ferirti! Tu sei…importante.- disse come se gli costasse un enorme sforzo.

-Ma guardati, non riesci neppure a mentirmi con dignità!- sputai velenosa incapace di credere alle sue parole. –Sei solo un verme, proprio come Dean.-

-Continui a non voler capire, ti ho appena detto che a te ci tengo e che ti reputo importante e tu continui a dirmi che ti prendo in giro?- mi chiese avvicinandosi ancora.

-Stammi lontano!- gli gridai spostandomi verso l’esterno della stanza. –Giuro che se solo provi a toccarmi, ti uccido! Esci dalla mia vita, non ti voglio più vedere. Lascia questa casa, vai da Pearl, da Dean, da chi vuoi, anche all’inferno, ma stai lontano da me e dalla mia famiglia! Sei stato una disgrazia dal primo momento in cui hai messo piede in questa casa!- e corsi in camera mia senza voler vedere l’espressione del suo volto.

Ero stata una stronza e lo sapevo, avevo esagerato, ma il solo pensiero di doverlo vedere per giorni sotto il mio stesso tetto mi terrorizzava. Doveva andarsene, era l’unica soluzione.

Mezz’ora dopo sentii la porta sbattere. Will se ne era andato e, se le mie parole avevano fatto effetto, non sarebbe più tornato.

 

Erano passate quasi due settimane da quando William se ne era andato, per l’esattezza erano tredici giorni e sette ore. Non l’avevo più visto neppure a scuola e quando avevo provato a chiamarlo per sapere se avesse bisogno delle sue cose, lui non aveva risposto. Mia madre mi parlava a stento, convinta che la colpa del ritorno del “cattivo” comportamento di Will, fosse tutta mia. E sì, ero cosciente del fatto che fosse colpa mia, motivo per cui non avevo avuto il coraggio di contraddire mia madre, ma non sapevo nemmeno come spiegarle che il fatto che William se ne fosse andato non era minimamente legato al suo precedente comportamento. Dunque, per semplificare il tutto, accettavo le accuse di mia madre e l’ira di mia sorella per averle fatto perdere il suo “futuro fidanzato”.

Ero sicura di aver sentito mia madre parlare al telefono con lui un giorno, ma quando ero entrata in cucina per chiederle con chi parlava, lei aveva evitato la mia domanda scuotendo la mano e mormorando un semplice “lavoro”. Quando, però, avevo “per caso” letto un sms da parte di William sul suo cellulare, avevo capito che mia madre sapeva più di quel che voleva farmi credere, a partire dall’attuale dimora del ragazzo. E se nessuno si degnava di dirmi qualcosa, poteva significare solo una cosa: Will non voleva che io lo trovassi. Ed io non potevo dargli torto.

Qualche pomeriggio dopo ero seduta sul divano insieme a Lisa. Jean non era potuta venire, ma io avevo bisogno di raccontare alle mie amiche gli avvenimenti di quelle ultime settimane. Per cui decisi di parlarne almeno con Lisa.

-Adesso ho capito perché eri così strana in questi giorni!- disse lei alla fine del mio racconto. –Ed io che pensavo si trattasse dell’ennesimo litigio tra di voi!-

-Eh già.-

-E poi Dean, come si è comportato, che stronzo!-

Io annuii.

-E Will sapeva tutto fin dall’inizio? Non ci posso credere! Però non credo ti abbia mentito, secondo me l’ha fatto davvero per proteggerti, ti vuole bene e si vede.-

Stavo per annuire di nuovo, ma mi fermai in tempo. –Cosa hai detto?-

-Eve, lui ci tiene a te.- disse Lis con fare accondiscendente.

-Cos’è, ti lasci abbindolare anche dal racconto delle sue parole?- l’accusai.

-Eve, io sono sempre dalla tua parte, lo sai! Credo solo che questa volta ti stia sbagliando su di lui e sulle sue parole.-

-Come sempre del resto, no? Io sono quella che non capisce niente, lo dice sempre anche lui!-

Lisa mi guardò perplessa, così le raccontai per filo e per segno il dialogo avuto con William la sera dell’appuntamento a quattro.

-Oh cielo! Per quale motivo sei ancora seduta su questo divano e non in una camera da letto con lui, Evanna Dawson?-

-Tu stai male, ti sembra il momento di incoraggiarmi a fare sesso? Con William per di più?- le chiesi quasi scandalizzata dalla sua mancanza di serietà per l’argomento.

-Il ragazzo ha ragione da vendere, tu non capisci! Cosa credi che volessero dire le sue parole? Sveglia, principessa, tu gli piaci! Ecco perché ti ha sempre messa in guardia da Dean, ecco perché ti ha fatto quel discorso che è sembrato tanto strano ai tuoi orecchi ed ecco perché ha minacciato Dean affinché confessasse tutto!-

Non potevo crederci. O, forse, non volevo. Perché le parole pronunciate dalla mia amica non suscitavano in me orrore e repulsione? Perché tutti i pezzi sembravano andare al loro posto? Perché ero una tale idiota?

La verità era che una piccola parte di me aveva sempre sperato che il motivo per cui William aveva agito in quel modo fosse un motivo diverso dalla semplice voglia di portarsi a letto Pearl. Non avrei pensato di potergli piacere, mi sarebbe bastato che fosse un motivo un po’ più “nobile”. Ma ora che le parole della mia amica assumevano senso anche nella mia testa, anch’io mi domandavo cosa ci facevo ancora a sedere sul quel divano. Perché, che volessi ammetterlo o no, a me Will piaceva, probabilmente da parecchio tempo, ed era arrivato il momento di fare chiarezza tra di noi.

Così feci la cosa più sensata delle ultime due settimane: afferrai il cellulare e cercai il numero dell’unica persona che mi poteva aiutare a risolvere quella dannata situazione.

Poi avviai la chiamata e cominciai a pregare, mentre Lisa, al mio fianco, sorrideva orgogliosa. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:

 

Buonasera!

So che dovrei vergognarmi a presentarmi qui con un ritardo del genere, ma spero che non mi odierete più del dovuto. :)

Ho sempre tenuto molto a questa storia e non è mai stata mia intenzione abbandonarla, solo che, a volte, gli eventi della vita sono così inaspettati, o farei meglio a dire imprevisti, che fare programmi diventa complicato. Ho passato un brutto periodo pieno di brutti avvenimenti insieme alla mia famiglia e ancora non è passato; so che non può sembrare una scusa valida, ma quando succede qualcosa di brutto, le parole sono le prime ad andarsene. Non si tratta di ispirazione, di idee, ma proprio della capacità di riuscire a comporre un discorso che arrivi agli altri. Ed io mi scuso per questo con voi, spero che capirete.

Nonostante tutto, però, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto. Non allietatevi troppo però, non è ancora il momento del lieto fine! ;)

Come sempre sono curiosa di sapere cosa ne pensate e aspetto le vostre recensioni, se avete voglia di farmi sapere le vostre opinioni. Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite, tutti coloro che hanno lasciato una recensione e anche tutti coloro che si limitano a leggere.

Un abbraccio grande a tutti,

Jane

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Jane Ale