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Autore: xbeellss    11/04/2015    0 recensioni
Ovunque io sia,lui è presente,in ogni posto,in ogni circostanza,in ogni momento,lui è con me.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Scolastico
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E' così strano vedere tutti che riescono nel loro obbiettivo e tu che non concludi mai nulla. Tutti che sono felici o che per lo meno lo sembrano,mentre tu cerchi di esserlo,ma non ti riesce. Per un motivo o per l'altro le tue giornate vengono rovinate..possono essere rovinate anche per un brutto voto o per uno sguardo non ricambiato dalla persona che ami.
E' così capisci che anche le piccole cose,come ti possano migliorare la vita,te la possano anche peggiorare.

Riponevo il materiale dell'ora prima nel piccolo,ma grazioso,zainetto a fiori a cui tenevo molto. Era suonata la campanella della ricreazione e dovevo spostarmi nell'aula al piano di sotto dove il mercoledì si tenevano le due ore di francese. Così presi il mio cappotto nero,lo zainetto e la sciarpa grigia dirigendomi verso le scale. Era la mia prima lezione di Francese visto che l'insegnante aveva avuto dei problemi e per il primo quadrimestre aveva sospeso le lezioni. Così io mi ritrovavo a Febbraio con delle persone del mio corso al quanto sconosciute,ma questo non era un problema perchè me ne sarei stata zitta in un angolino anche se erano miei amici,quindi che io li conoscessi o no non importava. 
Era il mio primo anno a quel liceo e anche se non avevo amici quella scuola sembrava ideale per me.
I miei genitori si erano da poco trasferiti qui per motivi di lavoro e io cambiai scuola entusiasta. Noi venivamo dall'Italia e questo cambiamento in America fu pazzesco.
Avevo sempre voluto visitare l'America ed eccomi qui a San Francisco.
Camminai velocemente e scesi le scale,avevo una tremenda paura di arrivare in ritardo essendo una persona sempre di fretta. Arrivai al piano terra e salutai il bidello Bobby,unico amico che mi ero fatta grazie a un incidente. Suonò la campanella della fine ricreazione e cercai la stanza 321 della scuola. Era un liceo grosso e dopo alcuni mesi mi confondevo ancora con le mille classi. Questa ricerca della classe di francese mi fece rallentare e preoccupata incominciai a sudare freddo avendo paura di entrare quando tutti erano già seduti e io dovevo attraversare la classe sconosciuta. Vedendomi gironzolare per i corridoi Bobby venne in mio soccorso.
'Di allora cosa cerchi?'disse sorridente.
Di era il diminutivo di Diana,il mio inutile nome così raffinato.
'La classe 321 Bob'dissi cercando di non far notare il panico.
Bobby rise e indicò la porta davanti a me sorridendo. A quel punto mi sentivo davvero un'idiota e risi per l'imbarazzo. Era tremenda la figura che avevo fatto,ma adesso il problema era entrare senza farmi notare da nessuno. Feci un respiro profondo ed entrai convincente.
'Buonjour'dissi tremante.
'Buonjour mrs.Smith'disse il giovane professore alzandosi in piedi sorridente.
Sentivo gli sguardi su di me che mi fulminavano in ogni minima parte del mio corpo. Ingoiai la saliva e cercai di non farci caso.
'Mi perdoni per il ritardo'cercai di scusarmi.
'Bhe sai,fare ritardo il primo giorno non è mai un'ottima idea,ma chiuderò un occhio. Accomodati pure vicino a Hughes'disse sorridendo guardando verso il terzo banco vuoto.
Mi sedetti e cercai di non essere sgarbata o di fare tanti movimenti. Presi il mio astuccio nero e un foglio per appunti. Più che per appunti,pasticciavo facendo scarabocchi o disegnini carini a modo loro.
'Wow bello'sentì la voce sottile della mia compagna accanto a me. Mi girai lentamente con la testa e la guardai,dopo pochi secondi sorrisi o almeno mi sforzai. 'Piacere Taylor'disse facendo delle piccole pause sulle due parole ponendomi la mano in segno di stretta.
Strinsi la sua mano. 'Diana'dissi sorridendo.
'Oh,ma fammi indovinare mmmh...sei italiana'rise.
Come facevano tutti a riconoscere questo particolare?
'Bhe si'dissi guardando il foglio.
La spiegazione del professore era intensa e a un tratto un ragazzo si girò verso di me osservandomi. Lo guardai. Aveva degli occhi chiari tipo sul verde azzurro e quello mi colpì profondamente. Qualcosa del suo sguardo mi attraeva e questo non doveva succedere. I nostri sguardi s'incrociarono per più tempo finchè...
'Allora Christian,invece di stare girato a guardare la tua fidanzata perchè non mi dici cosa ho appena spiegato'disse guardandomi. Arrossii profondamente e lui,christian,rideva. 'Non lo so prof'diceva ridendo.
Ancora sguardi che mi fulminavano e cercai di nascondermi dietro al compagno che avevo d'avanti. Ma questo nascondiglio fu inutile dal punto di vista che il ragazzo che avevo d'avanti era piccolo e goffo. Pregavo che la campana suonasse,ma mancava ancora molto alla fine della lezione. Così mi rassegnai e feci finta di nulla guardando piena di vegogna il mio foglietto pasticciato. In pochi minuti si dimenticarono delle parole del prof su me e Christian,ma quei pochi istanti furono davvero devastanti. Vedevo con la coda dell'occhio che lui si girava di continuo e mi fissava,ma non avevo coraggio di guardarlo anche io. Quel ragazzo mi attirava,volevo sapere qualcosa di più su di lui,aveva un fottuto sguardo attraente.
Finalmente suonò la campanella e in pochi secondi metà classe fu fuori in corridoio,mentre io e qualche secchione,ritiravamo le nostre cose con cura. Tra le persone che erano rimaste c'era anche Christian che continuava a stolkerarmi con il suo sguardo. Feci finta di niente e mi vestì.Presi lo zaino e con passo veloce andai verso l'uscita.
Scesi le scalette della scuola quelle dell'atrio e accanto a me sentivo una presenza,ma avevo troppa paura per girarmi così continuai dritta.
Solo dopo aver girato l'angolo scoprì che era il famoso occhi azzurri e mi pentì di non avregli parlato.
Mancavano due giorni alla fine della settimana e finalmente sarebbe arrivato il week end. Week end per me significava oziare sul divano guardando film drammatici,essendo un'amante del cinema.Ogni volta avevo paura di sprecare sabato e domenica,cioè di non utilizzare bene il tempo che avevo di libertà e sempre il lunedì mattina mi pentivo.
Arrivai al cancello della mia adorata casa ed entrai. Posai lo zaino in soggiorno e mi spogliai buttando le cose sul divanetto a quadri verdi e gialli.
'Ciao Pa' dissi sedendomi a tavola. Sul tavolo c'era un insalatina e una bistecca,così presi le posate e incominciai a mangiare.
'Com'è andata a scuola?Voti?'disse lavando le pentole sparse nel lavello.
'No'dissi mangiando.
Finì di mangiare e giocai con il cellulare e poco dopo incominciai a ripassare qualche materia per l'indomani.
I miei pomeriggi non passavano molto velocemente,ma mi accontentavo e per far passare il tempo delle volte guardavo video,foto e cose su internet.
Quella sera a differenza delle altre avevo una tremenda ansia un qualcosa che mi metteva paura,ma non sapevo cos'era. Ero spaventata,ma cercavo di non pensarci
   
 
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