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Autore: 50shadesofLOTS_Always    12/04/2015    1 recensioni
Ho deciso di raccontare la mia storia perché ho sempre sognato di scrivere una mia biografia. Beh... Eccola qui. Solo che é un pò romanzata... Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un amore piú forte del Destino'
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Mi guardo intorno,seduta a questo tavolo in un pub con i miei compagni di classe. Non ho bevuto un gran che e se vogliamo dirla tutta,ho scroccato un sorso di birra da Matteo
<< Ancora convinta che riusciremo a non farti ubriacare? >> mi sfida coi suoi occhi castani ed il ciuffo sbarazzino,nonstante l'altezza che lo fa sembrare un diciott'enne quando in realtà é un anno più piccolo di me << Pensi di poter superare una tedesca? >> inarco un sopracciglio,sfoggiando il mio orgoglio da straniera. Lui ride e torna a chiacchierare con altri ragazzi di cui appena mi ricordo i nomi. Azzurra continua a fissare Matteo. Forse il drink che ha preso prima le sta facendo un pessimo effetto. É piuttosto pallida e sembra sul punto di vomitare. Mi riporta alle condizioni in cui ero io dopo Lui. Ero quasi depressa e se non fosse stato per Laura,la mia migliore amica,sarei sicuramente finita come la ragazza che ora é seduta di fronte a me con lo sguardo perso nel tipo che le piace. Tiberio,uno dei miei pochi amici rimasti al mio fianco,mi desta dai miei cupi pensieri << Stai bene? >>. Per un attimo i suoi occhi mi sembrano quelli di Lui. Sbatto le palpebre << Sì... >>. Non é convinto dalla mia risposta e ne sono consapevole. Ha aggrottato la fronte come fa' sempre quando sta' meditando su qualcosa. Ormai lo conosco da una vita. Abbiamo fatto elementari e medie come compagni di classe e di vita. Ci siamo separati solo per un anno,anno scolastico in cui siamo bocciati entrambi: io al liceo scientifico e lui all'alberghiero. Poi,per probabile volere del Fato,ci siamo riuniti al liceo artistico di cui attualmente frequentiamo la seconda superiore << Non ne sei convinta... - afferma con palpabile ovvietà - Devi togliertelo dalla testa... >> mi dice e posa una sua mano sulla mia,stringendola. Mi sorride mesto e cerco di ingoiare il groppo alla gola e le lacrime che minacciano di pizzicarmi gli occhi. Sospiro ed annuisco come faccio ormai da quattro anni. << Ehy,ragazzi! >> la voce frizzante di Irene mi strappa un sorriso. Direi che é in classifica dietro a Laura per quanto riguarda le mie amiche. Le voglio un gran bene e spesso ci confidiamo. É innamorata persa di Tiberio e si danno un casto bacio sulle labbra. Inconsueto per i loro "standard da effusioni pubbliche". Sorrido nel vederli così felici. Avrei voluto anch'io un rapporto così con Lui. Irene si sporge da oltre il tavolo e mi schiocca un bacio sulla guancia. Io ricambio e le sorrido. In poco tempo,si intavola una discussione per poi sfociare in un gioco alcolico a cui io cerco di astenermi. Invano. Finisco per bere dieci bicchierini di non so cosa,ma fortunatamente per quanto astemia io sia stata in sedici anni di vita,reggo bene l'alcol e riesco ad arrivare fuori dal pub con gli altri. Andrea,con una sigaretta in mano,sbarella da una parte all'altra del marciapiede assomigliando sempre più ad una palla da bowling che fa' strike. Ride e dice assurdità. Scuoto la testa e mi appoggio con le spalle al muro di mattoncini che ricopre la facciata del pub. Accanto a me,Tiberio tiene al caldo Irene fra le sue braccia. Beata lei! Alle volte,la invidio. Sospiro guardando il festeggiato,Pietro alzare le braccia al cielo e saltare come se fosse un canguro. Già,oggi é il suo sedicesimo compleanno e sono quasi tutti brilli. Avrei preferito restare a casa,ma ho preferito uscire anziché sentire mia madre che si comporta,come se fosse l'unica persona a soffrire su questo pianeta. Non avevo voglia di ascoltare le sue solite lamentele di quanto mio padre abbia sbagliato. Come se lei fosse perfetta! Alle volte,vorrei essere orfana. Dicono che é un privilegio non esserlo,ma io sconsiglierei vivamente di avere una madre come la mia. Noto che Azzurra si é appartata  con Lisa,un'altra compagna di classe,che sta cercando di farle passare la sbronza,dopo essere stata stuzzicata da Matteo per tutta la sera. Adesso le si fa' vicino allontanando Lisa. La guarda in modo diverso. É preoccupato per lei,che non fa altro che dirgli di non guardarla mentre i conati di vomito la percuotono. Matteo se ne frega e le resta vicino. Se non fosse per il fatto che sta rimettendo tutto lo schifo che c'era nel suo stomaco,la scena mi intenerirebbe fino a farmi venire il diabete. Mi volto verso Tiberio e lo vedo intento a mangiarsi le labbra di Irene,che con le braccia attorno al suo collo,ricambia le pubbliche dimostrazioni di affetto forse un pò troppo passionali
<< Trovatevi una stanza! >> sbotto prendendoli in giro << Non sarai gelosa? >> risponde lui di netto come al solito << Tantissimo... >> dico lasciandomi sfuggire un sorriso. Irene scoppia in una grassa risata. Probabilmente non avrebbe dovuto bere quel Long Island. In realtà,la mia é invidia. Nascondo sempre ciò che penso per non far del male a nessuno anche se Tiberio e Laura,sembrano leggermi nella mente. Decidiamo di fare una passeggiata ,nel corso della quale Pietro finisce in un cassonetto ed Andrea cammina sulle macchine parcheggiate credendosi un ninja. Riusciamo a persuadere alcuni passanti di non chiamare la polizia e decidiamo di chiudere qui la serata. Tiberio come al solito,mi accompagna a casa visto che dove abito io non è sicuro camminare da soli. Soprattutto per le ragazze come me.
<< A che stai pensando? - mi chiede interrompendo il silenzio fra noi. Io inarco un sopracciglio lanciandogli intendere quello che già sa,infatti alza gli occhi al cielo e sospira - Non resterai da sola... >> << Cos'é il tuo mantra questo? >> dico cercando di smorzare la piega della conversazione << No,dovrebbe essere il tuo... Perché pensi sempre al peggio di te stessa? >> << Perché sono fatta così - mezza verità o mezza bugia - E poi come fai a dire che non resterò sola dopo tutto quello che é successo? >>. Di solito,mi si gonfiano gli occhi per le lacrime a queste parole. Ma stavolta la mia maschera glaciale mette su la facciata della ragazza forte e che sorride sempre. Facciata che non mi appartiene minimamente,ma che sono costretta ad usare con tanto di impalcature. Tiberio sospira ed abbassa lo sguardo mentre continuiamo a camminare << Forse dovresti uscire di più... Farti notare... >> << Già. Voi "maschi" avete sempre bisogno di un incentivo... >> sibilo acida come sempre. Ma lui incassa il colpo e finge di non aver notato il mio puntiglioso sarcasmo << Non mi riferivo a quello... >> sbotta quasi offeso. Lui che non vede l'ora di andare a letto con Irene,che saggiamente vuole restare vergine per ancora un pò di tempo. Brava la mia ragazza! Mi sento sempre un pò responsabile dei nostri compagni di classe. Anche perché io e Tiberio siamo i più "anziani",soprattutto io visto che sono nata ad Agosto e Tiberio a Novembre. Io il 25 e lui il 17. 
<< Tiberio,anche se mi mettessi in mostra cosa mi porterebbe? Non mi farebbe riavere indietro quello che ho vissuto con Marco! >>. Ecco. Ora ho detto il Suo nome. Marco. Il mio Lui. Non é mai stato davvero mio,ma in parte sì. 
<< Se lui adesso non é qui,non credi che ci sia un motivo?! - é esasperato. Gli faccio sempre questo effetto - Vuol dire che non ti meritava quattro anni fa,così come non ti merita adesso. Marco é storia passata! >> alza la voce,ma io non mi scompongo << Supponiamo che sia una storia passata... - esordisco con convinzione - E mettiamo caso che Irene decida di mollarti un domani. Potresti dimenticarla dopo che lei ti ha dato così tanto da ricordare? Tu che di ricordi felici,non ne hai molti... >>. La mia voce si ammorbidisce sull'ultima frase e questo mi permette per un solo istante di vedere un lato di Tiberio che ho visto,solo io e pochi altri,per circa cinque mesi. Un lato di lui che spero che Irene non sia costretta a vedere. Sono passati solo tre anni dalla morte del padre di Tiberio. Avevano un rapporto meraviglioso,ma quando la Morte ha deciso di dare delle responsabilità al mio migliore amico,lui é cambiato. É diventato un uomo troppo presto. Anche lui adesso indossa la sua maschera gelida e mi fissa coi suoi occhi stretti a fessura come se ci fosse una sorta di ammonimento. So di aver toccato un suo nervo scoperto,ma é l'unico modo per fargli compredere davverp come mi sento io da quattro anni a questa parte
<< No,hai ragione su questo... >> conclude prima che riprendiamo a camminare.
La mattina seguente si ripete come le altre in modo così monotono,da costringerti ad alzarti solo per fare qualcosa per cambiare la situazione. Ma ovviamente fallisci ogni giorno sempre più miseramente. Ogni volta che mi specchio vedo una ragazza stravolta da un amore impossibile e circondata da uno che non é reale,ma cartaceo. I libri. Loro mi danno tutto l'amore e tutte le sicurezze per farmi continuare questa vita in cui io mi sento solo estranea. Fuori posto. Un errore non calcolato che smuove l'intero cosmo,senza renderlo però diverso. É chiaro che il mondo non cambierebbe se io venissi a mancare. Cambierebbe il mondo di Laura,di Tiberio e di quei pochi amici che conto sulle dita di una mano. Ma anche loro dopo qualche mese se ne farebbero una ragione. Questo é un dato di fatto e totalmente umano. Mi vesto in fretta e cerco di raccogliere i ricci sulla mia testa in una coda. Ovviamente non serve a nulla,ma ormai ci sono così abituata ad avere i capelli in disordine che non ci faccio più caso da anni. Metto un pò di mascara,solo perché nei recessi più reconditi della mia psiche sembro più carina. Infilo le mie amate converse nere,usurate dalle passeggiate e dal tempo fino a renderle quasi inutilizzabili. Ma io mi ci sono affezionata e poi,sono comodissime. 
Le ore di scuola si trascinano a fatica con qualche sporadica risata e insani scherzi. É chiaro che non mi sarei mai aspettata una scena del genere,
una volta che la campanella di fine giornata ha suonato per ritrovarmi al cancello. Marco mi guarda,appoggiato con le spalle sul muro di una palazzina di fronte a me. Solo l'asfalto della strada ci divide mentre una folla di studenti ci circonda,quasi a volerci rinchiudere in un'arena. La maglietta nera a maniche corte lascia intravedere le sue braccia,un pò muscolose senza sembrare uno di quegli uomini da body-building. In realtà,non é nemmeno così muscoloso. É solo cresciuto rispetto a quattro anni fa. Prima si notava che era più piccolo di me di soli quattro giorni,ma adesso sembra diventato un diciott'enne e questo fa' salire alle stelle i miei ormoni. Cosa che pensavo di non dover mai ammettere. I capelli di un castano fra il chiaro e lo scuro fanno risaltare i suoi occhi scuri,tendenti al nocciola. Occhi fissi nei miei mentre si tiene le mani in tasca. Non é più il ragazzino imbranato che ama disegnare,come me. Ora sembra più sicuro di sé. Magari lo fossi anch'io in questo momento. Quasi come se avesse sentito le mie mute preghiere,Tiberio mi si affianca e resta di sasso come me.
   
 
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